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Autore: Hudders_Umbrella    24/04/2016    3 recensioni
Sherlock ha sempre adorato stare al centro dell'attenzione e sminuire il prossimo. Stavolta, tuttavia, ha veramente superato il limite e Mycroft ne ha avuto abbastanza: è giunto il momento di ricordare al suo fratellino che non è il solo a saper giocare. Londra si prepari, la battaglia ha inizio.
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lestrade, Mycroft Holmes, Quasi tutti, Sherlock Holmes, Sig.ra Hudson
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Sherlock Holmes non era famoso per i suoi travestimenti e ne andava fiero.
 Forse non ne era in grado? Forse  quel suo atteggiamento geniale e sfrontato era talmente evidente da tradirlo? Magari quegli zigomi alti, quella fisionomia così particolare erano difficili da nascondere?
Sbagliato, sbagliato, sbagliato.
Sherlock, in effetti, era bravo come pochi nel camuffare la propria identità.
Proprio per questa ragione non veniva mai smascherato e, pertanto, non era nota ai più la sua abilità. Dopotutto, sarebbe stato controproducente farsi pubblicità in tal senso. Poteva sfruttare l’effetto sorpresa.

Fu con un sorrisetto compiaciuto che contemplò la sua opera allo specchio, quella mattina. La tuta da lavoro  era stata sapientemente imbottita per dare l’effetto di una corporatura ben più robusta della sua, e qualche protesi di lattice nei punti scoperti aveva completato l’effetto regalandogli almeno trenta chili, a occhio. Le sopracciglia erano state coperte da una sorta di folto monociglio sintetico, lenti a contatto scure avevano permesso un cambio di colore all’iride. Occhiali da vista, contouring e un po’ di barba avevano completato l’opera.
Infine, un parrucchino rossiccio per non lasciarsi tradire dai capelli.
Perfetto, semplicemente perfetto. Afferrata la borsa traboccante di attrezzi dall’aspetto decisamente usato, uscì silenziosamente di casa, chiudendosi la porta alle spalle solo per voltarsi e bussarvi contro.

Poco dopo la signora Hudson si presentò al portone e lo squadrò da capo a piedi.
“ Posso esserle d’aiuto?”
“Buonasera, lei è la signora che mi ha telefonato ieri sera?”
Esordì con un forte accento irlandese.                              
 “Temo di non aver chiamato nessun idraulico, forse i miei inquilini, ma conoscendoli avrei qualche dubbio.”
Il detective storse il naso. Solo perché avevano lasciato il rubinetto rotto in bagno per circa tre settimane, con uno spreco totale di quasi settecento litri d’acqua, non significava certo che non potessero chiamare un idraulico all’occorrenza.
“Non è il 221B di Blackshots Lane, questo?”
 “Oh, no, siamo a Baker Street!” 
“Santo cielo, riuscirò mai a orientarmi in questa città? Londra è così grande.”
 “Se vuole le posso indicare come-“
 “non si preoccupi, me la caverò! Scusi il disturbo!”
 Gridò lui, praticamente già dall’altra parte della strada.

Se la donna che gli faceva pazientemente da seconda madre ogni giorno non l’aveva riconosciuto, sarebbe riuscito a ingannare anche Gerald, per quanto fosse probabilmente più sveglio della signora Hudson.
 In preda all’eccitazione salì sul primo taxi che riuscì a fermare.
“Pall Mall. Il più velocemente possibile.”
 
 
Dopotutto, tanta euforia era comprensibile. Aveva atteso l’occasione giusta per quasi un mese.
Ventisette giorni, ad essere precisi.
Ventisette giorni durante i quali aveva passato il tempo ad aspettare il momento propizio per ripagare il caro fratellone della figura penosa che gli aveva fatto fare.
Purtroppo non aveva potuto pianificare e mettere in atto una vendetta come aveva fatto la prima volta.
Ormai Mycroft era troppo sospettoso, e a Sherlock non restava che attendere che le premesse per uno scherzo coi fiocchi si presentassero da sole e in maniera del tutto innocente, per poi agire di conseguenza. C’era voluto un po’, ma alla fine aveva ricevuto un sms che lo aveva illuminato.
 
“John, mi passi il telefono? Mi è arrivato un messaggio.”
 “Ce l’hai appoggiato sulle gambe, Sherlock. SULLE GAMBE.”
 “Sai perché la mia rete di senzatetto è così utile, tra le altre cose?”
 “No, perché?”
 “Passami il telefono e lo scopriremo.”
 “Per l’amor- prendi, ecco qui!”
 “Ah, ottimo.”
 “Allora?”
 “Allora cosa?”
 “L’utilità nascosta della rete di senzatetto.”
 “Non è ovvio? Non tutti loro restano senzatetto per sempre. Alcuni trovano lavoro, garantendomi piccoli contatti qua e là.”
 “E con ciò?”
 “Leggi il messaggio che mi è arrivato.”
 “Allora… -Signor Holmes, l’Ispettore Lestrade ha appena chiamato un idraulico per sistemare la doccia. Lo aspetta per domattina alle die- SHERLOCK! Non stai pensando di..?”
 “Certo, John. È l’occasione perfetta.”
 “Dio, la finirete mai?”
---
“Buongiorno, finalmente è arrivato. Non c’è verso di regolare la temperatura della doccia e stamattina ho rischiato di congelare e finire lessato a fasi alterne.”
 “Ah, non si preoccupi, adesso vediamo subito qual è il problema. Potrei metterci un po’, ha fretta per caso?”
 “No, io mi faccio la doccia di mattina, generalmente, ma il mio compagno ha l’abitudine di farne una quando rientra dal lavoro, intorno alle sei.”

Caro abitudinario Mycroft Holmes. Non aveva cambiato l’orario di un minuto.

 “Le sei? Nessun problema, per quell’ora si sarà scordato che io sia stato qui. Vuole mostrarmi il bagno?”
 “Sì, mi segua. Devo lasciarla da solo per un po’, mi hanno telefonato dal lavoro… pare che abbia lasciato lì dei documenti importanti.”
 “Lo so.”
 “Prego?”
 “Voglio dire, so perfettamente cosa significa lasciare… cose in giro… per lavoro. Sa quante pinze ho perso? Vada, vada pure.”

 Pochi minuti dopo, Sherlock era da solo in casa di Mycroft. Oh, avrebbe potuto combinare tante di quelle cose.. ma no, doveva attenersi al piano.
Prima trafficò un po’ con le tubature, stupendosi di quanto fossero facili da manipolare.
 Poi aprì il telefono della doccia e inserì qualche piccolo oggetto proprio all’interno, per poi chiudere di nuovo tutto. Nel giro di due ore aveva finito, in tempo per il ritorno dello yarder.

“Ci ha messo un po’, lavora lontano da qui?”
 “No, affatto, ho avuto una serie di imprevisti… come va con la doccia?”
 “Tutto fatto. Le manderò il conto dall’ufficio, stasera mi faccia sapere come va. Se dovessero esserci altri problemi non esiti a chiamarmi.”

Evitò la stretta di mano per non tradire il lattice che gli rendeva le dita meno ossute e si dileguò, impaziente di conoscere l’esito dei suoi sforzi.
 
Pall Mall,5:55 pm.
“Fammi sapere se la doccia funziona, altrimenti richiamo l’idraulico.”

 Mycroft annuì prima di salire al piano di sopra. Stava più attento del solito nel guardarsi intorno, anche durante la sua routine. Controllò l’accappatoio prima di indossarlo, e prima di entrare nella doccia verificò che shampoo e bagnoschiuma non contenessero sostanze estranee.
Sembrava tutto in regola, come sempre, ma Mycroft sapeva bene che era meglio non sottovalutare Sherlock.

Trasse un profondo sospiro mentre entrava nella doccia, come se volesse buttar fuori tutto lo stress accumulato durante la giornata.
 Già pregustava la piacevole sensazione di tepore dell’acqua sulla pelle, una delle cose che più lo rilassavano.
Aprì la manopola e constatò con piacere che l’acqua era effettivamente della temperatura giusta: niente sbalzi inaspettati.

Si insaponò senza troppa fretta, vagamente distratto dal profumo che lo raggiungeva dalla cucina. Sembrava che Gregory stesse preparando una minestra, o forse aveva ordinato del ramen al ristorante cinese vicino.

Peccato che giusto mezz’ora prima lo yarder avesse espresso la propria volontà di ordinare della pizza, per quella sera. Peccato che l’odore in effetti fosse sempre più intenso, tanto da sembrar provenire da quella stessa stanza.

Peccato che Mycroft chiuse il rubinetto troppo tardi.

Abbassando lo sguardo si rese conto di non essere ricoperto semplicemente di acqua. Era completamente imbrattato di una sostanza oleosa e dall’odore piuttosto forte. Che idiota era stato.
Mormorando tra i denti qualcosa sull’avere pazienza e aiutandosi con un pettine, riuscì a togliere la parte anteriore del telefono della doccia, quella con i fori. All’interno dello strumento trovò quello che si era aspettato: i residui di alcuni dadi da brodo, forse quattro.
 Li aveva lasciati incartati, il genio, così non avrebbero iniziato a sciogliersi immediatamente.
“Stavolta ti è andata male, fratellino.”
 Commentò, togliendo i residui di lì e richiudendo il coperchio forato.
 “Non devo fare altro che lavarmi di nuovo.”
 Certo che era strano. Se l’avesse costretto a restare ricoperto da quella robaccia avrebbe avuto senso, ma…
Oh, no. Non poteva…fu quasi con terrore che Mycroft aprì di nuovo il rubinetto, certo che quella volta non sarebbe uscita una goccia d’acqua. Tuttavia, la doccia sembrava funzionare correttamente e Mycroft si spostò deciso sotto al getto, pronto a lavarsi via di dosso quella brodaglia. 

---

  “Ti assicuro, John,  quando l’ho sentito gridare mi è preso un colpo. Un'altra birra?”
 “No, sono a posto. Quindi l’acqua era così fredda?”
 “Fredda? Era gelida, non so come potesse essere ancora allo stato liquido. Un ghiacciolo sarebbe stato più tiepido.”
 “Fammi capire, la scelta era tra il farsi la doccia a quella temperatura disumana o tenersi addosso qualche litro di brodo?”
 “Esattamente, ti rendi conto? Sherlock è diabolico.”
 “E Mycroft cosa ha fatto?”
 “Si è fatto la doccia comunque, temevo che sarebbe andato in ipotermia da un momento all’altro.”
 “Esagerato!”
 “Esagerato? Non è andato in ipotermia, forse, ma al momento ha la febbre alta e una bella influenza. Anzi, sarà meglio che rientri, non voglio lasciarlo da solo in quelle condizioni. Grazie per la chiacchierata.”
 “Grazie a te, Greg. Non sarebbe il caso di farli ragionare?”
 “Sinceramente non saprei. Per ora direi di vedere fin dove arrivano. Dì a Sherlock che suo fratello sta davvero male per colpa sua, adesso.”
 “Ah, riferirò sicuramente.  Porta i miei saluti a Mycroft. E, beh, digli che mi scuso. Avevo qualche vago indizio sui piani di Sherlock, ma non pensavo si sarebbe spinto a tanto.”
 “….tu lo sapevi?”
 “Io… sarà meglio andare adesso, non vorrai farlo aspettare. Ci vediamo presto!” 
---
N. d. A.
Bentrovati/e e grazie davvero a chi segue questa storia, a chi ha lasciato un commento, e più in generale a chi abbia letto queste nostre follie e si sia lasciato scappare un sorriso. Siamo contentissime di vedere che apprezzate il goliardico botta e risposta tra i fratelli Holmes.
Piccola nota: la parte del travestimento è liberamente (altro che liberamente, con gioia direi) ispirata alla prima puntata della serie "Le avventure di Sherlock Holmes" della Granada, ovvero "A Scandal in Bohemia". Se non la conoscete cercatela, merita assolutamente e il travestimento di Holmes è qualcosa di meraviglioso, tanto che non ho resistito alla tentazione di riproporlo, opportunamente modificato.
Mi sto dilungando davvero troppo, grazie ancora a tutti e al prossimo capitolo! 
-Hudders&Umbrella
   
 
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