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Autore: rossella0806    24/04/2016    2 recensioni
Il commissario Alessandro Terenzi è ormai alla sua terza indagine letteraria: un lunedì mattina di inizio novembre, viene ritrovato cadavere il noto imprenditore delle ceramiche torinesi Giorgio Appiani Uzia, ucciso nell'ufficio della sua fabbrica e, così, per il poliziotto, si apre un nuovo rompicapo da risolvere il prima possibile.
Ghirodelli, il fedele collega ed ispettore, sarà sempre al suo fianco, così come Ginevra, la simpatica ed impicciona archeologa ormai diventata la fidanzata ufficiale del commissario, la cui unica compagnia, fino ad allora, era stata Miss Marple, la tartaruga di terra.
Tra malanni di stagione, ex mogli, segretarie eccentriche, vecchiette diffidenti e figli ambigui, accompagneremo Terenzi in questa nuova avventura dai risvolti, man mano, sempre più oscuri.
Genere: Comico, Mistero, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era quasi mezzogiorno: il commissario guidava pensieroso la sua Panda, mentre brividi di freddo continuavano a scuotergli le spalle.
In giro il traffico si presentava al rallentatore e il sole faceva fatica a spuntare dalle nubi che innaffiavano generosamente il cielo.
Appena uscito dall'elegante appartamento di Clelia Camoletti, le aveva chiesto se era a conoscenza dell'evenienza che il marito si fosse sottoposto ad un esame del sangue, i giorni immediatamente precedenti il suo omicidio, ma la donna, dopo averlo guardato con aria imperturbabile e vagamente sconcertata, gli rispose che non ne sapeva nulla.
Così, Terenzi era risalito in macchina con la testa sommersa di dubbi ed interrogativi: " Che fine ha fatto il misterioso cestino della spazzatura di cui ci ha parlato Della Robbia? Non abbiamo trovato alcun documento misterioso riconducibile ad Appiani, né nel suo ufficio e neppure nel suo appartamento... e l'incomprensibile bonifico intestatato alla vittima ad opera di Agnese Rampi? Lei, nonostante le apparenze, nega di aver beneficiato l'uomo dei centocinquantamila euro..."
Mentre era fermo all'ennesimo semaforo rosso, il poliziotto compose velocemente il numero del diretto di Ghirodelli e, le cuffie alle orecchie, s'informò se qualcuno dei colleghi si fosse già recato a verificare la veridicità della testimonianza dell'infermiera.
-No commissario, non abbiamo avuto tempo. Se vuole, faccio un salto in banca e controllo personalmente il conto della donna: so bene dove si trova via Malfatti ...-
-
Sarà meglio che vi diate una mossa, ispettore! Continuiamo a rimanere senza alcuna prova concreta ... ah, a proposito, la vedova mi ha confessato che il marito, anni fa, soffriva di crisi di panico, ma nessuno degli interrogati ne ha fatto menzione. Il dottor Bertani e la stessa Rampi, però, ci hanno confermato che il farmaco trovato nel sangue della vittima può essere utilizzato anche per trattare tali patologie. E se fosse davvero così, vuol dire che l'assassino, o gli assassini, conoscevano molto bene Appiani, tanto da drogarlo con il suo stesso medicinale ... -
Terenzi ingranò la prima e ripartì, lo stomaco che cominciava a brontolare per la fame.
-Vede che non siamo proprio in alto mare, capo? Anzi, il cerchio dei sospettati si potrebbe addirittura restringere al gruppo dei famigliari e degli amici più intimi ... -
-E' quello che stiamo facendo da quando stiamo indagando, solo che i risultati si fanno attendere. Comunque, hai detto alla Finotti e a Di Biase di farsi trovare pronti per le due e mezza?-
L'altro lo rassicurò, dicendogli che sia il brigadiere che l'agente scelto avevano assicurato la loro presenza ad affiancare i colleghi della centrale di via Cavour.
-Tra un quarto d'ora sarò di ritorno. Tu comincia ad andare in banca: appena arrivo, rintraccerò Franco e gli farò sapere che agli appostamenti parteciperanno anche due dei nostri-
-Mi scusi se mi permetto, ma questa storia dei pedinamenti mi sembra, almeno attualmente, un tantino esagerata. Il più giovane degli strozzini non sa neppure dove abita l'amante del padre, perlomeno non ce lo ha ancora confessato. L'area adiacente al parco della Pellerina si estende per una mezza dozzina di chilometri, commissario, come pretendiamo di rintracciarla senza avere uno straccio di indirizzo, uno spunto valido da cui partire?-
Terenzi sbuffò nel microfono degli auricolari, mentre tentava di superare un macinino che, secoli prima, doveva assomigliare ad una frizzante Cinquecento rosa cipria.
-Hai ragione ed è la stessa cosa che penso anch'io, ma non possiamo permetterci di rimanere con le mani in mano ancora per molto ... lo sai, ispettore, quindi non mi fare domande scomode a cui non possiamo dare risposte razionali-
E così si salutarono mestamente, con la promessa che Ghirodelli si sarebbe precipitato in via Malfatti per verificare il conto corrente di Agnese Rampi.
Nel frattempo, la Panda stava arrancando su uno dei numerosi ponti che galleggiavano sul fiume Po, piazza san Carlo che s'intravedeva a qualche centinaio di metri di distanza.

 

Il commissario fece il suo ingresso per nulla trionfale nel suo ufficio: era al suo ottavo starnuto da quando era uscito da casa, quella mattina, e i brividi di freddo non tendevano a diminuire.
Si lasciò cadere stancamente sulla poltrona girevole, senza neppure togliersi il cappotto color cammello.
Quindi, appuntò sul solito taccuino adagiato sulla scrivania le cose che avrebbe dovuto ricordarsi di fare quel giorno: avvisare Berardi, telefonare a Della Robbia per informarlo sulle ultime e vaghe novità su Svetlana e chiedergli se era a conoscenza di un banale prelievo ematico a cui il suo amico si era sottoposto qualche giorno prima della morte, rileggere i verbali degli interrogati ... insomma, una lunga ed infinita lista che già gli stava facendo passare l'appetito.
Il poliziotto stava componendo il numero del braccio destro di Giorgio Appiani, quando il cellulare nella tasca destra del cappotto prese a vibrare e a suonare.

-Ciao, Ginevra ... come stai?-
L'uomo si mise comodo, tentando di reprimere l'ennesimo starnuto.
-Io bene, e tu? Ti disturbo?-
-Lasciamo perdere la mia salute. Comunque no, non disturbi. Dimmi tutto-
-Ma sei raffreddato?-
-Un po’, ma non è niente. Allora?-
-Non penserai di cavartela così. Hai già preso qualcosa? C’è un infuso di erbe miracoloso: ho ancora un paio di bustine a casa e … -
Terenzi si grattò innervosito il collo e la fronte, reprimendo un moto di stizza.
-C’è già Ghirodelli che mi vuole propinare una cosa del genere, Gin, per cui ti prego, anzi, ti supplico di dimenticarti del mio raffreddore! Parliamo di te, piuttosto, per cosa mi hai chiamato?-

L'archeologa mugugnò con finto disinteresse, per poi spiegare con un tono di voce tra il preoccupato e l'imbronciato:
-Volevo andare al cinema questa sera, ma se sei conciato così, non vorrei che peggiorassi: faremo un'altra volta, non preoccuparti, amore-

-Guarda che non sono moribondo! Te l'ho già detto ieri sera:
mi sono bagnato perché ero senza ombrello, e adesso starnutisco un po’, cosa vuoi che sia? Possiamo andare al cinema, davvero! Passo a prenderti alle ... eccì!-
-Oh, amore, lascia stare! Al cinema andiamo quando guarisci! Se vieni da me, però, ti preparo qualcosa di caldo e ti faccio provare quell’infuso che ti ho detto prima! Accetti, mio bel commissario?-
Il poliziotto, incredulo, si ritrovò a dire di sì senza nemmeno accorgersene: doveva stare davvero male per accconsentire a quell'invito che gli appariva più come una trappola che un romantico appuntamento con la sua dolce metà.
Forse sono soltanto stanco e ho bisogno di essere un pò coccolato ...
-Va bene, mi arrendo. Per le otto sarò lì da te: se ho un contrattempo, ti chiamo appeno riesco a liberarmi-
-D’accordo. A stasera, bacio!-
-A stasera, Gin-
Sono tornati in voga i rimedi della nonna e io non lo sapevo, rifletté Terenzi, tutti che sono fissati con questi intrugli, mah.
E, in un lampo di coraggio e senso del dovere nonostante l'influenza che, ormai, era quasi certo stava covando, si convinse con entusiasmo ad andare di persona da Della Robbia.
Si affacciò all'ufficio del vice ispettore, per avvisarlo che sarebbe di nuovo uscito.
-Rossi, io esco, vado da Carlo Della Robbia. Se mi cerca qualcuno, dì che entro un’ora sarò di ritorno. Se invece chiama Ghirodelli, contattarmi subito, ok?-

-Certamente, commissario, a dopo-



Il camion dei traslochi era ancora davanti alla casa vicina.
Questa volta, per non rischiare come il giorno precedente, Terenzi si era preventivamente munito di un ombrello, tanto più che il cielo si stava ridipingendo di fosche nuvole e il vento aveva ripreso a soffiare subdolamente.
L'uomo attraversò la strada, citofonò e si avviò sul sentiero di terra battuta, nello stesso istante in cui l'agente scelto Arianna Maffei gli venne ad aprire l'imponente portone.
-Buon giorno, Maffei, com'è la situazione? Tutto sotto controllo?- 
-Sì, commissario, Turchi ed io non abbiamo notato nulla di diverso dal solito. Venga, se vuole parlare con il signor Della Robbia è su in camera da letto: non si sente molto bene oggi, è a riposare dalle dieci-
-Che cos'ha?- s'informò preoccupato Terenzi, sospettando l'ennesima mezza verità che l'imprenditore aveva raccontato a tutti loro.
-Mal di testa-
-Uhm. Dov’è la stanza?-
-La accompagno-
I due salirono le scale a chiocciola e si ritrovano in un corridoio con il pavimento di parquet, tre stanze a sinistra e tre stanze a destra.
Però, anche i piani alti sono degni di una reggia ...
-Ecco, la stanza è l’ultima porta a destra-
-Grazie, agente-
Il poliziotto attese che la ragazza ridiscese, poi bussò leggermente allo stipite davanti a lui.
-Chi è?- domandò una voce flebile, ancora di più attutita dal pesante telaio che li divideva.
-Posso entrare? Sono Terenzi-
-Oh commissario, è lei! Venga-
L’uomo era sdraiato sul letto a baldacchino, i capelli biondi brizzolati scompigliati.
Si alzò, le finestre chiuse e le tapparelle abbassate, accese l'interruttore della luce, quindi si avvicinò al nuovo arrivato.

-Mi hanno detto che non si sente molto bene, non la disturberò a lungo-
-No, non si preoccupi. Prego, si sieda sulla poltrona. Ci sono novità?-
-Sì- rispose asciutto, sistemandosi la piega dei pantaloni.
-Probabilmente abbiamo scoperto la zona in cui abita Svetlana, il più giovane dei ragazzi ha parlato ... -

-Federico? Per fortuna, sapevo che lui era diverso da tutti gli altri. Allora, dove si trova?-
-Vicino al parco della Pellerina. Lei può dirci qualche cosa di più? Ha mai sentito qualcosa che possa servire a rintracciarla?-
Il braccio destro di Appiani si riaccomodò sul baldacchino e si prese i capelli tra le mani, scuotendo sconsolato il capo.
-Mi dispiace davvero, ma non so come aiutarla-

-Immaginavo. Deduco che non le sia venuto in mente qualche altro elemento che potrebbe aiutarci nelle indagini, è così?-
-Purtroppo no, commissario. Io, quella donna, l’ho vista poche volte, gliel'ho detto ... -
-Ha mai cercato di sedurla?-
Carlo Della Robbia si massaggió le tempie, in un gesto che aveva l'intenzione di alleviare la tensione che aveva accumulato in quegli ultimi giorni: sapere di essere di nuovo sorvegliato da agenti in borghese a causa di una stupida leggerezza accaduta un paio di anni prima, lo faceva sentire un inetto, un uomo incapace di badare a se stesso e alla sua famiglia, tanto più che il suo migliore amico non solo gli aveva saldato i debiti, ma adesso era seppellito prematuramente chissà per colpa di quale pazzo.
-No, questo mai. Però con certi uomini, soprattutto stranieri, pezzi grossi intendo, aveva un comportamento un po’ provocante, anzi parecchio provocante-
-E’ quello che ci ha detto anche il più giovane della banda-
-E per quanto riguarda Giorgio?-
-Lei sapeva che il suo amico soffriva di attacchi di panico?-
-Sì, me ne aveva parlato qualche volta, ma non ho mai assistito di persona a nessuna crisi-
Terenzi si sistemò meglio contro lo schienale, per poi riprendere:
-E’ probabile che chi l’abbia ucciso era a conoscenza di questa sua abitudine e che abbia modificato la dose che il signor Appiani assumeva in tali occasioni. Ha qualche idea in proposito? Sa chi lo conoscesse così bene da sapere che aveva questi disturbi?-
-Praticamente tutti: io, la sua ex moglie, i suoi figli, la segretaria, i soci, forse anche quella donna che ha fatto il bonifico ... Giorgio non aveva vergogna a parlarne davanti agli altri-
Il poliziotto represse l'mpazienza che provava nel trovarsi davanti quel ricco imprenditore ormai divenuto ombra del vecchio uomo d'affari: avrebbe voluto prenderlo per le spalle ricurve e scuoterlo per risvegliarlo dal letargo. Ma lasciò perdere, cambiando argomento e facendogli presente che non avevano ancora trovato alcuna traccia del misterioso cestino della spazzatura, costude dei documenti più segreti della vittima.
Tuttavia, anche su questo punto, Della Robbia non sapeva davvero come e cosa rispondere.
-Un'ultima cosa: il signor Appiani era stato sottoposto ad un esame del sangue nei giorni precedenti il suo decesso?-
-Sì, su questo non ho alcun dubbio, commissario. Avrebbe dovuto andare a ritirarlo questa settimana ... almeno è quello che mi aveva detto-
Terenzi sentì il cuore accelerare i battiti, mentre un vago sentimento di sconfitta si fece largo all'altezza della bocca dello stomaco: e così, si disse, niente fantomatiche iniezioni di chissà quale sostanza, niente risvolti misteriosi, nessuna causa ambigua ... -
-Direi che allora non c’è più bisogno che mi fermi, la lascio riposare. Grazie, signor Della Robbia, se ci sono novità gliele comunicherò quanto prima-
I due si alzarono e si strinsero la mano, poi il poliziotto uscì dalla stanza, non senza una punta di delusione, mentre la luce del minuscolo lampadario si rispensero.








Nota dell'autrice:

Ciao a tutti, cari miei lettori! Come state?
Ho dovuto dividere questo capitolo perché davvero troppo lungo, quindi, molto molto probabilmente, tra mercoledì e giovedì pubblicherò la seconda parte! Tenetevi pronti!
Nel frattempo, vi ringrazio tantissimo per il vostro fondamentale supporto in questo cammino tortuoso ma bellissimo!!
A presto e un abbraccio!
   
 
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