Anime & Manga > Inuyasha
Segui la storia  |       
Autore: Nogistunefan    24/04/2016    1 recensioni
Nell'era Sengoku, ci sta un villaggio che all'apparenza sembra normale, ma non è così. tutte le fanciulle che sono scampate alla morte devono essere portate al castello del Signore del villaggio, un demone che nessuno ha mai visto. una ragazza di sedici anni, Rin, dopo essere scampata miracolosamente alla morte, è costretta a separarsi dalla famiglia per andare a vivere nel castello del Signore. ma non è da sola, altre dieci ragazze già abitano li e sono pronte ad accogliere una nuova sorella, eppure Rin, anche se si affezionerà alle altre, non riuscirà ad accettare di essere separata dalla sua amata famiglia, e cercherà di scoprire il perchè del comportamento del demone.
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Rin, Sesshoumaru, Un po' tutti | Coppie: Rin/Sesshoumaru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
3
 
 
-Ancora non si è svegliata, magari dovremmo lasciarla dormire- riconobbi la voce di Kairi, però la sentivo ancora troppo distante per carpire a pieno il significato delle sue parole.
-Nah io non credo- Yura.
-Yura lasciala stare…- Kairi non riuscì a finire la frase.
-Riiiiiiiiinnnn!!!!!- senti qualcosa di duro colpirmi la testa, il che mi porto a lanciare un grido, più di tradimento che di spavento: non potevo credere che Yura potesse arrivare a picchiarmi per farmi svegliare. Avevo capito che era una persona piena di vita e, alle volte, un po’ esagerata, ma picchiarmi. Era ironico che fossi riuscita ad addormentarmi soltanto un paio di ore prima, molto dopo che tutte le ragazze erano tornate nella stanza e si erano messe a dormire: il che mi rendeva più stanca e di conseguenza più irritevole.
-Che cavolo…- non riuscì a finire la frase perché mi ritrovai faccia a faccia non con Yura o le altre ragazze, bensì con il pavimento.
Capì da dove proveniva la botta in testa, solo ancora non capivo come potevo essere arrivata lì per terra.
Le altre scoppiarono a ridere. –Scusala, Rin. Yura sa essere…. Un animale- si scusò Kairi.
Vidi Yura assumere una tonalità rossiccia per l’imbarazzo. Scoppiai a ridere per la sua faccia e per la situazione in generale.
-Non fa niente. La prossima volta però limitati a chiamarmi!- le diedi una gomitata scherzosa, lei si irrigidì ancora di più e mi lanciò un’occhiata ferita. –Sei tu che dormi come un sacco di patate: a mala pena ti avevo sfiorata!- si difese, generando altre risate. –Come no, come no- Kairi l’afferrò per le spalle e le diede una sgrullatina amichevole. –Dai, adesso lasciamo che Rin si cambi in santa pace, senza animali che la infastidiscano- Yura iniziò ad elencare i motivi per cui poteva non essere considerata un’animale, ma una persona molto vivace; era cosi buffa che dovetti trattenermi dallo scoppiarle a ridere in faccia, per la seconda volta.
Finito il piccolo spettacolo iniziarono tutte ad uscire dalla camera e io finii col rimanere sola: dovevo ancora mettermi lo yukata e mi diressi alla cabina armadio che mi era stata indicata.
Mentre scorrevo lo sguardo sulle svariate fantasie e tessuti che rendevano ognuno di quegli yukata unico nel suo genere, mi ritrovai a pensare che, in fondo, quelle ragazze non erano state poi così sfortunate. Egoisticamente, non avevo guardato oltre il mio naso: ognuna di quelle ragazze era, in un modo o nell’altro, stata vicino alla morte, eppure non avevo chiesto a nessuna di loro riguardo la loro famiglia. Non tutte avranno avuto una famiglia che poteva considerarsi tale e da cui volevano tornare; alcune saranno state talmente povere da non potersi permettere neanche abiti nuovi ogni tanto.
Mia madre, stando sempre a casa, era una presenza sempre costante, sapevo che per qualsiasi cosa con lei avrei potuto parlare, mentre mio padre passava la maggior parte della giornata nei campi a lavorare, ma la sera era sempre pronto a passare del tempo con me e le mie sorelle. Grazie al lavoro di entrambi, a volte mamma lavava i panni anche alle altre donne per guadagnare qualcosa in più, potevamo permetterci anche pasti più sostanziosi o abiti nuovi.
Avranno tutte una famiglia cosi? Mi ritrovai a pensare.
Senza rendermene conto la mia mano si era fermata su di un kimono in particolare: arancione e bianco, con una fantasia a quadri. Era il più semplice tra tutti, e forse il meno bello, però accese qualcosa nella mia mente. Qualcosa.
Che cosa? Pensai.
No! Per favore!” il rumore di vetri che si infrangevano, la sensazione che qualcosa di freddo toccava la sua mano.
“è l’unico modo” una voce femminile. Una donna.
Mi guardai intorno. Niente. Quelle voci erano nella mia testa, nella stanza non ci stava più nessuno. In quel silenzio reale e  prolungato le voci si fecero insopportabili. La bambina gridava e piangeva.
Lasciai lo yukata arancione e le grida cessarono -avevo il fiato corto come dopo una corsa e mi girava leggermente la testa.
-Hey dormigliona, ti vuoi muovere?- Kairi era rientrata nella camera, portava un kimono rosa con delle farfalle bianche sulle maniche. Sembrò notare il mio stato perché assunse un’aria preoccupata e non perse tempo: - Stai bene, Rin?- mi limitai a sorriderle e a fare “si” con la testa.  Adesso che eravamo da sole, mi sembrò il momento migliore per iniziare a conoscere meglio lei, e cosi mi sarei anche distratta dalle voci.
-mi dai una mano con l’obi?- le chiesi dandole la schiena e passandole l’accessorio: alla fine avevo scelto uno yukata blu scuro e delle sfumature bianche, con dei fiori rossi intorno al colletto, l’obi era rosso e riprendeva il blu dello yukata sulla fine del fiocco. Lei acconsenti di buon grado. Mentre svolgeva l’operazione canticchiava serena, muovendo leggermente la testa a ritmo.
-Non sono sicura che mi stia bene questo kimono.- affermai, torcendomi per vedermi dietro e notare l’effetto che mi faceva adosso. Lei ridacchiò.
-Scherzi? È perfetto! Poi nel caso ti serva di accorciarlo sugli orli basta che lo dai a uno dei servitori- le diede una pacca dopo aver finito di allacciare l’obi.
-Penso che Yura mi abbia già indicato il ragazzo coniglio, a proposito di servitori.- ridacchiai e subito Kairi si unì a me. –Il povero Sugui. Quel povero ragazzo rischia grosso e neanche lo sa- sospirò Kairi, scuotendo la testa rassegnata: sembrava molto più grande dei suoi 14 anni.
-Comunque! Ritornando al discorso dello yukata che ti sta male: non è affatto vero! E poi ricordati, cara, che cosa mi diceva sempre mio padre: “ Se vuoi viver sano, vesti caldo e mangia piano”-.
Si batte piano un pugno sul petto, annuendo leggermente, come riassaporando quella vecchia massima.
Uscimmo insieme dalla stanza e camminammo fianco a fianco lungo i corridoi del castello per raggiungere la fontana nel giardino, dove altre ragazze si erano riunite per godere degli ultimi raggi con una parvenza autunnale: presto sarebbe stato inverno, calcolai.
-Ti manca la tua famiglia?- mi decisi a chiedere. Scrutai la sua reazione: gli occhi castano chiaro erano fissi a terra, leggermente coperti dai capelli; le mani erano giunte dietro la sua schiena e mi resi conto che aveva le unghie cortissime, come se se le mangiasse.
-Rin, secondo te a quante di noi qui manca la propria famiglia?- le chiese in un sussurro, senza alzare lo sguardo da terra, aveva rallentato leggermente il passo.
-La maggior parte, credo- dissi riluttante, facendo uscire le parole piano e ben scandite.
Kairi mi guardò e mi sorrise. Un sorriso triste.
-Sbagliato.- sospirò, avevamo raggiunto la fontana e ci sedemmo. –Izumi, la più piccola, era stata venduta a dei mercanti per diventare una serva, i genitori l’avevano scambiata per un po’ di seta, proveniente dal continente, in seguito aveva preso una strana malattia da cui poi è guarita miracolosamente, ma era stata abbandonata nel frattempo anche dai mercanti; Hazuka, la ragazza che dorme a due letti da te, dopo che il padre è morto è stata cacciata di casa dalla matrigna, che la considerava solo una disgrazia, e stava per congelare al freddo quando è riuscita a raggiungere da sola il palazzo.- soltanto quei due esempi mi fecero accapponare la pelle, guardai Izumi, cosi spensierata e gioviale, invece Hazuka era una ragazza molto riservata, ma ci avevo scambiato qualche parola: adesso stava seduta sul prato con Yuuki e stavano intrecciando margherite per farne coroncine.
Poi non ebbi il coraggio di girarmi verso Kairi, aspettai invece che mi parlasse lei.
-Noi undici insieme possiamo essere una la famiglia dell’altra, non trovi?- si rigirava tra le mani un fermaglio a forma di farfalla poi iniziò ad acconciarsi i capelli. Il silenzio che si era venuto a creare era pesante e non seppi come romperlo se non cambiando del tutto argomento.
-Il signor Sesshomaru dov’è? Cosa fa durante il giorno?- ero estremamente incuriosita dalla sua figura, soprattutto perché l’avevo visto solo per una mezz’ora la sera prima. L’argomento sembrò rinvigorirla, si accese in volto e si preparò ad affrontare l’argomento.
-Non sappiamo che cosa fa Sesshomaru-sama durante la giornata, lo vediamo solo la sera durante la cena e poi basta.- Non so come, la cosa non mi stupiva più di tanto. L’avevo capito da subito, che il signore del villaggio era un tipo solitario: l’unico a stare al suo fianco era il piccolo kappa verde che avevo visto la sera prima accanto a lui. I servi e le altre dieci ragazze si erano limitati a guardarlo affascinati. –Ho notato che ieri ti osservava, e non sono stata l’unica, eh- mi fece l’occhiolino.
-Beh, mi sembra ovvio visto che sono appena arrivata, ero l’unica che non aveva mai visto prima- spiegai, ritrovandomi a pensare a come facesse a sapere quali ragazze fossero state in punto di morte e poi si fossero salvate.
-Chissà- sospirai. –Di che parlate?- Yura si sedette accanto a me sul bordo della fontana, in testa aveva una coroncina di margherite che le aveva dato Hazuka.
-Di Sesshomaru-sama e di come passa le sue giornate- la aggiornò Kairi.
-Oh, ora si che parliamo di cose interessanti, ragazze!- si sedette a cavalcioni sul bordo della fontana, abbassando il kimono che si era leggermente alzato sulle gambe per il movimento brusco. Risi per la sua sbadataggine e nel vederla risedersi normalmente.
-S-siete arrivate a qualche conclusione al riguardo?- chiese, cercando di spostare l’attenzione da se all’argomento.
-Si, che nessuno lo sa.- sospirai, abbassando lo sguardo ai miei piedi. –Invece perché porta qui le ragazze? Insomma…. Non si starà mica costruendo un harem?!- Kairi e Yura scoppiarono a ridere, attirando anche l’attenzione di Izumi, che era arrivata in quel momento nel cortile. –Perché ridete?-
Yura le scompigliò tutti i capelli. –Perché la piccola Rin ha pensieri sconci- mi fece l’occhiolino e io mi ritrovai ad arrossire violentemente. –Ma che dici?!-
-Che cosa sono i pensieri sconci?- chiese Izumi, fulminai Yura con lo sguardo.
-è quando pensi troppo a qualcosa- un altro occhiolino. Izumi sembrò soddisfatta dalla risposta e si allontanò, unendosi a Hazuka e Yuuki.
-Sei una persona orribile- le disse Kairi, guardandola con disappunto e scuotendo la testa. Sembrava essere la sorella più grande e responsabile, sempre pronta a sgridare la più piccola e incosciente.
-Tornando all’argomento di prima- le interruppi – Secondo voi perché il signor Sesshomaru ci ha salvate?-
-Perché in qualche modo ci siamo salvate da morte certa, perché sennò?- disse Yura, sostenuta da Kairi.
-Si, ma perché tenerci nel suo castello? A che scopo?- non mi ero accorta che Yuuki si era avvicinata a noi, tenendo tra le mani una coroncina di margherite. Sembrava una fata, per quanto era bella. Papà mi raccontava sempre che le fate, creature bellissime, se nasceva loro un figlio malato, entravano nelle case degli esseri umani nella notte e scambiavano il bambino sano con quello malato, così che la madre potesse comunque crescere un figlio, anche se non il proprio. Poi quando il bambino diventava abbastanza grande da poter decidere da sé, avrebbe potuto scegliere se diventare egli stesso una fata o tornare a vivere con gli umani. Al costo di uccidere il bambino malato che era stato scambiato con lui alla nascita.
Quella storia mi spaventava sempre e da quando l’avevo ascoltata la prima volta avevo iniziato a dormire sempre imbacuccata sotto le coperte fino alla testa, e dormivo ancora così.
-Ci pensi troppo, Rin- Yuuki mi sorrise dolce e delicata, poi mi poggiò la coroncina in testa.
 
 
Un suono acuto e stridulo uscì dalla lunga canna che tenevo in mano e Yura, accanto a me, si coprì le orecchie con le mani. –Sei pessima!- si lamentò e io la guardai in cagnesco.
-Grazie per il sostegno, è la prima volta che suono uno strumento- la informai, piccata.
-Non te la prendere! Dico solo la verità- si difese lei. –La prossima volta ti dico che sei bravissima- in tutta risposta soffiai nuovamente nella canna, producendo un suono ancora più acuto e fastidioso, stavolta accanto al suo orecchio.
-Delizioso- mi canzonò lei, incrociando le braccia al petto.
Le stavo per rispondere, quando notai un movimento dietro la porta shoji*:una figura piccola e tozza che si allungava e diventata fina, camminava velocemente e io agii allo stesso modo. Imboccai la porta e insegui la piccola-alta figura. Girai l’angolo –Hey!- gridai, contro la mia volontà. Anche la piccola-alta figura gridò, rivelandosi il piccolo kappa verde, che la sera prima stava accanto a Sesshomaru, e la cosa alta e fina si rivelò un curioso bastone: nella parte alta erano incise la facce di un’uomo vecchio e di una donna, i cui capelli si arrotolavano intorno all’asta.
-C-che vuoi? Mi hai spaventato!- il piccolo kappa si portò una mano a tre dita vicino al cuore, sulla fronte gli pulsava una vena. Probabilmente non avevo iniziato col piede giusto.
-S-scusami, non volevo- mi sentii le guance andare a fuoco, cosi come le punte delle orecchie. Cercai una qualche scusa per cui stavo parlando con quello che doveva essere il vassallo del signore: non me ne venne neanche una, per i kami. –C-che s-stai facendo?- sperai con tutto il cuore che mi semplicemente rispondesse alla mia domanda e poi iniziasse a conversare con me, come se niente fosse.
-Che t’importa?-
No,eh? –Ehm… I-io… ero solo curiosa…-  
-Jaken- una voce profonda, glaciale oltre ogni immaginazione ma che alle mie orecchie suonò come il suono più caldo del mondo. Alzai lo sguardo dal kappa, Jaken, e lo fissai in uno ambrato e bellissimo, che mi fissava da infondo al corridoio dove avevo intrapreso la conversazione.
Sesshomaru stava lì, alto e fiero, che osservava la scena. Sentii i suoi occhi su di me e fui costretta a distogliere lo sguardo, puntandolo sui miei piedi.
 –Andiamo- disse semplicemente lui, rivolgendosi a Jaken che lo raggiunse, guardandomi di sottecchi. Li guardai girare verso la terrazza e decisi di seguirli  non appena furono fuori dalla mia vista.
Non c’erano più.
-Eccoti! Ma dove sei andata cosi di corsa? E poi con il flauto! Speriamo solo che Sesshomaru-sama non ti abbia sentito!-Yura mi aveva raggiunta e poi ritornò da dove era venuta. La seguì in silenzio.
 
 
Eravamo di nuovo tutte nella stanza da letto.
Il signor Sesshomaru non si era presentato alla cena e scoprì che era la prima volta che succedeva, nessuno aveva idea di dove fosse. Notai che anche Jaken mancava.
Ripensandoci bene, quel nome non mi sembrava così nuovo, eppure non sapevo spiegarmi il perché. Come non sapevo spiegarmi perché, non appena il signor Sesshomaru aveva detto “Andiamo” avevo come sentito l’impulso di andare con lui, come se fosse la cosa più naturale del mondo e quella che sapessi fare meglio: seguirlo.
-Ah! Rin sta avendo dei pensieri sconci!- gridò Izumi, indicandomi.
Scoppiarono tutte a ridere.
 
 
*porta scorrevole di carta tipica delle abitazioni giapponesi
 
Angolino autrice
Holaaaa, come va??
Finalmente eccomi con un nuovo capitolo! Come sempre: scusate per il ritardo e per eventuali errori.
Adesso entriamo nel vivo della questione con la nostra Rin. Chissà perché le sta succedendo tutto questo (ehehhe sono malvagiaaaa! Okay no, in realtà sono un cupcake e in questo momento sto ascoltando Total Eclipse of The Heart quindi sono anche qui dolce del solito).
Spero di aver conquistato la vostra curiosità, spero anche di leggere cosa ne pensate!
Alla prossimaaaa.
;)
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inuyasha / Vai alla pagina dell'autore: Nogistunefan