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Autore: Ciulla    25/04/2016    4 recensioni
Come ho conosciuto il negozio del signor Olivander, uno scritto in rima di Albus Percival Wulfric Brian Silente, pieno di fraintendimenti.
“La mia bottega è quanto mai perfetta
se sei un mago a cui piace la bacchetta”.
Genere: Comico, Demenziale, Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aberforth Silente
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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La tomba del vecchio padre di Garrick Olivander, fondatore del negozio di bacchette poi tramandato alla successiva generazione, era stata eccessivamente trascurata nel corso degli anni. Nessuno vi posava più dei fiori o gli rivolgeva un qualunque lieve pensiero, passandovi davanti. Nessuno rendeva a quel pover’uomo il credito che meritava per aver creato un’attività su cui tutti i maghi delle future generazioni facevano affidamento. 
Un giorno, però, tutto cambiò. Una particolare mattina, attratti da un particolare dettaglio, masse di curiosi si riversarono verso la lapide, leggendo le brillanti parole che un famoso fattucchiere aveva vergato su di una pergamena magicamente impermeabile.
Quel mago aveva deciso di togliere il pover’uomo dall’anonimato in cui era ingiustamente decaduto, raccontando al mondo intero di come avesse scoperto il suo negozio, nella piovosa Londra di oltre un secolo prima...

COME HO CONOSCIUTO IL NEGOZIO DEL SIGNOR OLIVANDER
Di Albus Percival Wulfric Brian Silente


Londra, nel 1890.
Sul vetro d’un negozio appena aperto,
c’è un foglio in bella vista che decanta
uno scenario equivoco e un po’ incerto.
La mia curiosità allora fu tanta,
per il nuovo negozio lì scoperto;
ma perché voi capiate il mio pensiero
riporto qui il messaggio per intero.

“Buongiorno a maghi puri o a sangue sporco,
buongiorno a voi, licantropi e vampiri,
buongiorno ad ogni troll, gigante od orco,
ed a qualunque essere respiri”.
(Vi prego, non prendetemi per porco,
suona male comunque la si giri).
“La mia bottega è quanto mai perfetta
se sei un mago a cui piace la bacchetta”.
 
Già lì il mio cuore fece un brutto salto,
ma il messaggio non era ancor finito!
Diceva poi: “Che tu sia basso o alto,
da noi sarai viziato e ben servito!
Ce n’è per ogni gusto ed ogni assalto,
non essere nervoso o intimidito!
Ti piace lunga? Corta? Nera? Bianca?
Siam ben forniti, sai? Nulla ci manca!”
 
Qui mi son detto, “Entro, provo e pago!”
Ma la mia mente andava troppo in fretta,
perché nascosta sotto a un po’ di spago
giaceva un’altra scritta stretta stretta.
“È la bacchetta, sai, che sceglie il mago!
Non il mago che sceglie la bacchetta.
Perciò non farti prendere da stizza
se tu la stringi in mano e non s’attizza”.

Certo allora del suo significato,
entrai impettito e certo di che fare;
urlai col volto rosso e imbarazzato:
”Mi piace lunga e nera da pigliare!”
Un uomo mi guardò un po’ sconsolato,
era Olivander, vecchio peculiare.
“Mi sa che ha già la sua bacchetta magica...”
Che figura di merda epico-tragica!

Da allora se incontravo quel buon vecchio
guardava in altro punto in imbarazzo,
evitò il mio sguardo per parecchio,
credendomi un maiale e pure pazzo.
La colpa non è mia se nello specchio
delle brame a volte vedo un... “razzo”!
Spero che non si sia capito niente...
Albus Percival Wulfric Brian Silente.

   
 
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