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Autore: formerly_known_as_A    26/04/2016    3 recensioni
Hajime conosce ormai Tooru così bene da non sorprendersi affatto quando se lo ritrova accanto, nel letto, a rubargli le coperte nel pieno della notte.
Sospira soltanto, spostandosi per fargli spazio nel letto singolo che sembra minuscolo, occupato dai corpi di due atleti in piena crescita. Tooru si rannicchia, occupando molto più spazio di quanto dovrebbe e Hajime può solo sbuffare, lasciandolo incastrarsi contro il suo petto.
"Ti ho svegliato?"
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hajime Iwaizumi, Tooru Oikawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hajime conosce ormai Tooru così bene da non sorprendersi affatto quando se lo ritrova accanto, nel letto, a rubargli le coperte nel pieno della notte.

Sospira soltanto, spostandosi per fargli spazio nel letto singolo che sembra minuscolo, occupato dai corpi di due atleti in piena crescita. Tooru si rannicchia, occupando molto più spazio di quanto dovrebbe e Hajime può solo sbuffare, lasciandolo incastrarsi contro il suo petto.

"Ti ho svegliato?" chiede, la voce debole, un sussurro pieno di sensi di colpa. Se fosse sveglio e fosse un'altra notte, Hajime lo lancerebbe giù dal letto con una spinta delle braccia, insultandolo. Un'altra notte e probabilmente tornerebbe a dormire, stanco morto com'è per la doppia dose di allenamenti serali, lasciando che Tooru occupi l'intero materasso e una parte del suo petto.

Ad essere sinceri, è questo che succede più spesso, perché Hajime fa fatica a scacciarlo, da un po' di tempo.

Non c'è niente di male, in fondo, a starsene un po' così, soprattutto se significa che Tooru si sveglierà pimpante e pieno di energie come sempre, invece di non chiudere occhio dopo un incubo e arrivare a scuola con la faccia di chi sta per commettere un omicidio, rendendo Hajime arrabbiato di riflesso e finendo inevitabilmente per farli litigare.

"Non stavo dormendo." risponde, lasciando che il ragazzo posi le mani sulle proprie, palmo contro palmo come a volerle confrontare. Non le sta guardando, per metà nascosto nel cuscino e spunta con un occhio solo a fissare Hajime con lo stesso senso di colpa, le sopracciglia aggrottate che nulla fanno per nascondere l'agitazione che non lo fa dormire.

Se fosse un'altra notte, Hajime si accontenterebbe di portarselo addosso, lasciarsi stritolare fino a farsi male e riaddormentarsi. Non stanotte.

"Mi dispiace." sussurra Tooru, nascondendo il resto del viso. Le dita si intrecciano sul cuscino e Hajime libera invece la mano destra, andando a toccare uno dei ciuffi impazziti dell'altro ragazzo. È buffo, così, ma è anche vulnerabile, la mano stretta nella sua che trema in un modo che non può ignorare. Non riesce a prenderlo in giro, anche se vorrebbe con tutto se stesso fargli una foto e spacciarla al resto della squadra.

Non è così stronzo. Non ancora e non stanotte.

"Dormirò domani." risponde, con un'alzata di spalle. Tooru volta la testa così velocemente da fargli temere che si sviti e voli dall'altra parte della stanza come nell'ultimo film stupido che gli ha fatto vedere, la sera prima. Un film per allentare una tensione non dichiarata, ma palese nel modo in cui Tooru si era comportato per tutta la serata.

Incredibilmente appiccicoso, gli era rimasto attaccato al fianco, sul divano, anche quando la madre di Hajime era rientrata tardi dal lavoro ed era andata a salutarli. Non si era mosso da lì, le mani sinistre strette una all'altra sopra la coperta di pile che si erano buttati addosso, l'altra arpionata al pigiama di Hajime, sul fianco, come se temesse di vederlo scappare via.

Una cosa stupida che avrebbe dovuto pensare Hajime, al massimo, con una stretta al cuore che gli aveva impedito di seguire il film, se non per quelle due o tre scene così fuori dal mondo da fargli riconsiderare le proprie scelte di vita.

La madre di Hajime li aveva fissati con un sorriso preoccupato e, passando dietro al divano per riscaldare la cena in cucina, aveva scompigliato loro i capelli.

"Domani pomeriggio." lo rassicura Hajime, alzando gli occhi al cielo. Tooru si imbroncia, facendolo ridacchiare. È incredibilmente carino, così, anche se sa che non dovrebbe prenderlo troppo in giro.

Non è bravo a rassicurare le persone, non quando si tratta di cose del genere, allora cerca di comportarsi in modo normale, riducendo gli insulti al minimo indispensabile, ma non prendendolo in pietà.

"Sarai con me quando mi sveglierò?" domanda Tooru, come se quella non fosse una cosa ovvia. Dove potrebbe andare Hajime durante la sua operazione? A festeggiare con il resto della squadra? Anche se si tratta di un'operazione di routine, è normale essere preoccupati.

Sbuffa e lancia la testa in avanti per dargli una piccola testata.

"Eh già, suona proprio vuoto." risponde, facendolo imbronciare ulteriormente. La presa sulla sua mano si intensifica al punto da quasi fargli male e Hajime la ricambia per un momento. Basta a fare allentare la pressione sulle sue dita, ma non a spianare le rughe tra le sopracciglia di Tooru.

Vorrebbe dirgli che così sembra un uomo di mezza età, ma si trattiene.

"Per forza." aggiunge solo, prima di decidere che non basta, non stanotte. "Metti che Ushijima pensa di approfittare della morfina per farti firmare qualche contratto esclusivo. Non solo per la pallavolo."

Ammicca eccessivamente e Tooru scoppia a ridere, dandogli un pizzicotto sul fianco. "Ne approfitterai per farmi domande scomode e filmarmi, vero?" chiede, facendolo ridere di rimando.

"Ovvio."

Trascorrono i cinque minuti successivi a ridacchiare nel cuscino, cercando di attenuare il più possibile i suoni nell'imbottitura e, quando riemergono, Tooru ha di nuovo la solita luce negli occhi ed un sorriso sulle labbra.

È il sorriso di Hajime, quello. Il sorriso naturale che mostra appena i denti ma raggiunge anche gli occhi con una luce divertita, diverso da quello strafottente in campo o quello seducente che indossa quando incontra le sue fan. È quello più prezioso, che riduce i suoi occhi a fessure, quasi.

Il sorriso che Hajime adora e custodisce gelosamente.

"L'ultima volta non è andata così male." sussurra Tooru, scivolando con la mano lungo il suo braccio e prendendogli la mano rimasta sulla sua vita. La porta al proprio viso e ce lo nasconde dentro, gli occhi chiusi e il sorriso che non abbandona le sue labbra, se non per posare un bacio nel centro del palmo.

"No, non è stato male. Un po' quando è entrata tua madre e ti sei sentito in dovere di dirle quanto mi ama... Amas..."

Hajime voleva prenderlo in giro, ma ripetere la scena lo manda nell'imbarazzo più totale. Tooru resta testardamente nascosto nella sua mano, bollente e lui può andare a fuoco senza paura di mostrarsi.

L'ultima volta che Tooru è finito in ospedale, per l'appendicite, al risveglio era così pieno di morfina che, vedendo Hajime, l'unica cosa intelligente che fosse riuscito a dire era stata:

"Ti amo, Hajime."

Se potesse, nel risentirlo, detto con voce più sicura, eppure ancora una volta emozionata, la presa sulla sua mano che si fa più forte, mettersi a gridargli qualcosa di tremendamente offensivo, lo farebbe.

Ma, esattamente come in ospedale, la prima volta, ammutolisce.

"Sei la cosa più bella che potesse capitarmi." aggiunge Tooru, meno sicuro. Non potrebbe farlo se non si stesse autocitando. Hajime lo sa, perché le frasi romantiche, da seduttore incallito, riesce a pronunciarle con sicurezza alle fan, magari allegate ad un occhiolino che fa venire voglia ad Hajime di tirargli la cartella, ma non a lui.

"Non posso dire lo stesso." ribatte, spostando la mano dal suo viso per guardarlo.

"Non andava così. Devi ammutolire e fissarmi come un ebete per dieci minuti buoni mentre io ti dico... Ti dico..." sussurra Tooru, arrivando al punto in cui è troppo in imbarazzo per continuare.

"Maledetto Oikawa, quando devi dirmi che sono io quello bello, tra i due, non te lo ricordi?!" sbotta Hajime, prendendolo per le spalle e voltandolo sulla schiena. Gli sale a cavalcioni sopra, non lasciandogli via di fuga e il ragazzo teme di aver esagerato quando Tooru sembra sull'orlo del pianto isterico, rosso in volto nonostante il grigiore in cui è immersa la stanza.

Posa la fronte sulla sua con un toc sonoro e chiude gli occhi, infilando le braccia dietro la sua schiena e stringendolo.

"Andrà bene." gli promette, prima di ributtarsi sul fianco, portandoselo dietro.

"Mhm." è l'unica risposta vocale di Tooru, mentre ricambia la stretta.

Se fosse un'altra notte, si vanterebbe di averlo zittito, per una volta.

Per stanotte si accontenta di ascoltare il silenzio finché non si riempe del suo respiro regolare, segno che è riuscito a farlo addormentare.

Per ogni evenienza dell'indomani, ha comprato un registratore portatile.

   
 
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