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Autore: barbyg90    07/04/2009    3 recensioni
Chi di voi non ha mai sognato di poter leggere New Moon dal punto di vista di Edward? Io ho provato a scrivere quello che, secondo me, è accaduto aggiungendo, ogni tanto, parti nuove! Spero vi piaccia!!! Buona lettura!! :D
Genere: Romantico, Triste, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Ecco il primo capitolo della mia prima fan fiction!!! Spero vi piaccia!!! Buona letturaa!!!

Decisione Indiscutibile

Ormai avevo deciso, ne ero convinto: non potevo più rimanere, le sarebbe costato troppo!

Ripensai al giorno prima, durante la nostra ultima riunione a Forks,nel salone della nostra casa che, da quando Bella era entrata nella mia vita, non avevamo mai usato così tanto.

Tutti avevano espresso giudizi negativi a riguardo, soprattutto Alice.

<< Bella non ci cadrà mai , Edward, lo sai com’è fatta, cerchi ancora di cambiare il futuro ma lei ha già deciso! >>. << Io non la priverò della sua anima >> le ringhiai.

<< Ma Edward, lei ha bisogno della tua protezione, potrebbe non reggere all’abbandono. La conosci meglio di me e sai quanto è emotiva… potrebbe capitarle qualcosa di brutto >>.

Questa frase mi diede da pensare, avrei architettato un modo, avrei fatto di tutto per tenerla al sicuro… anche per questo me ne stavo andando! Mi venne un’idea: sapevo quanto fosse leale, manteneva sempre le sue promesse, l’avrei costretta a promettere. Si avrebbe funzionato! Potevo vederlo nella visione di Alice! Mi avrebbe dato ascolto nonostante la sua testardaggine, me l’avrebbe promesso!

<< No Alice >> le risposi. Capii dai suoi pensieri che aveva compreso e che non avrebbe interferito.

Va bene Edward ma sappi che se le capita qualcosa non te lo perdonerò mai… anche io le voglio bene.

<< Edward, quando vuoi noi siamo pronti >>.

<< Grazie Carlisle >>. Fatti coraggio! Pensò Esme.

E così partirono lasciandomi solo in quella casa che non mi era mai sembrata tanto grande e vuota.

Dopo la scuola le avrei parlato, non potevo più tirarmi indietro, lo avevo capito la notte della sua festa, dopo il tremendo incidente a cui l’avevo sottoposta. Volevo più tempo, qualche altro istante ma non potevo, non più!

Era strano il modo in cui Bella riusciva a condizionare anche il mio tempo.

Ricordavo perfettamente i minuti e le ore interminabili che mi separavano da lei, soprattutto quando ancora non sapeva che l’amavo.

Ora era come se il tempo si prendesse gioco di me, in tutti i miei anni di vita, quelle poche ore non mi erano mai sembrate così corte e veloci. Ogni minuto , ogni secondo che mi divideva da ciò che più mi avrebbe fatto soffrire, compreso il dolore causato a Bella, scorreva inesorabilmente come a darmi prova che tutto, prima o poi, sarebbe accaduto, tranne la mia morte.

Ripensai a tutti gli eventi che mi avevano convinto, anche se a malincuore, a separarmi da lei.

Ricordavo come se fosse successo pochi attimi prima il giorno in cui le stetti vicino per la prima volta.

Il bruciore provato, gli istinti messi a tacere grazie a tutto l’autocontrollo accumulato in novant’anni. Il mostro malvagio dentro di me si era trasformato: da maligno e assassino era diventato un essere pieno d’amore che richiamava alla mente, giorno dopo giorno, tutti gli atteggiamenti umani più belli e potenti, come la passione e l’amore per quella ragazza; ma il flashback che più mi faceva rabbrividire era lo scontro con James nella stanza da ballo a Phoenix. Quel ricordo bruciava ancora nella mia mente come un acido che ti consuma la pelle fino alle ossa.

Portai alla memoria quegli attimi di agonia allo stato puro in cui Bella stava per trasformarsi. Non avrei mai lasciato che la sua vita finisse in quel modo, a causa dell’essere più spietato e orrendo che avessi mai conosciuto, in preda a un dolore che tutti noi vampiri, tranne Alice, avevamo scolpito nella memoria come una statua di Adolfo Wildt.

La sua salvezza dipendeva da me e ancora non riuscivo a capacitarmi del fatto che le avevo succhiato via tutto il veleno senza ucciderla. Era stata pura fortuna, c’erano state nove probabilità su dieci di non resistere al suo sangue ma chissà come, ce l’avevo fatta.

Avevo dei progetti per dopo, dopo averle detto addio. Nonostante forse Victoria rappresentava un pericolo, anche se in fondo lei e James non sembravano molto legati, non potevo lasciarla a piede libero, poteva farle del male, mi sarei occupato di tutto, consentendole di vivere una vita serena e felice.

Era assurdo il modo in cui la sfortuna premesse su Bella : dall’incontro con uno degli unici clan di vampiri che si stanziavano, all’incidente col furgoncino, a James e Victoria e a come, per una minima ferita al dito, un giorno importante come il suo compleanno fosse stato rovinato.

L’avevo messa in pericolo un’altra volta, l’avevo scaraventata dall’altra parte del salotto per proteggerla dalla nostra natura ma l’avevo fatta sbattere contro il pianoforte e pezzi di vetro, veloci e appuntiti le si erano conficcati addosso creandole ferite profonde che, nello stesso istante ferivano me stesso. Nonostante il ringhiare avevo sentito ogni singolo frammento che le si era incuneato nel braccio e sul suo fragile corpo e che provocava lo stesso dolore al mio cuore.

Era questo il motivo che mi aveva spinto a lasciarla pur di farla stare al sicuro.

Una piccola parte del mio essere, così piccola che non avrebbe mai prevalso sulle altre, sperava che Bella si rifacesse una vita, incontrasse un bravo umano che si prendesse cura di lei e che la proteggesse da tutti quei piccoli incidenti che erano parte del suo essere e della sua vita; certo, dopo la mia partenza non ci sarebbe stato nient’altro di catastrofico a sconvolgere la sua esistenza perché ero io la causa di tutti i suoi mali, il suo vaso di Pandora, ma per come era goffa Bella, un piccolo aiuto non guastava.

Ero orrendamente disgustato da me stesso perché speravo che tutto ciò non accadesse mai ma non avrei interferito con le sue scelte.

Dopo il mio gesto, il più atroce che avessi mai compiuto, lei avrebbe capito quanto ero pericoloso per lei e se ne sarebbe fatta una ragione, avrebbe sicuramente ringraziato il cielo per quel mio atto e avrebbe certamente capito che era stato un bene darle la possibilità di vivere a pieno la sua vita, sposarsi, avere dei figli, insomma, restare umana e al sicuro.

Al solo pensiero il mio stomaco si contrasse, da tempo immaginavo quel giorno: io e lei… lei vestita di bianco… No! Non potevo permetterlo!

Il momento era arrivato, non potevo più tirarmi indietro.

   
 
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