Ecco il primo capitolo della mia prima fan
fiction!!! Spero vi piaccia!!! Buona letturaa!!!
Decisione Indiscutibile
Ormai avevo deciso, ne ero convinto: non potevo più rimanere,
le sarebbe costato troppo!
Ripensai al giorno prima, durante la nostra ultima riunione a
Forks,nel salone della nostra casa che, da quando Bella era entrata nella mia vita,
non avevamo mai usato così tanto.
Tutti avevano espresso giudizi negativi a riguardo,
soprattutto Alice.
<< Bella non ci cadrà mai , Edward, lo sai com’è fatta,
cerchi ancora di cambiare il futuro ma lei ha già deciso! >>. << Io
non la priverò della sua anima >> le ringhiai.
<< Ma Edward, lei ha bisogno della tua protezione,
potrebbe non reggere all’abbandono. La conosci meglio di me e sai quanto è
emotiva… potrebbe capitarle qualcosa di brutto >>.
Questa frase mi diede da pensare, avrei architettato un modo,
avrei fatto di tutto per tenerla al sicuro…
anche per questo me ne stavo andando! Mi venne un’idea: sapevo quanto
fosse leale, manteneva sempre le sue promesse, l’avrei costretta a promettere. Si avrebbe funzionato! Potevo vederlo nella visione di Alice! Mi
avrebbe dato ascolto nonostante la sua testardaggine, me l’avrebbe promesso!
<< No Alice >> le risposi. Capii dai suoi pensieri
che aveva compreso e che non avrebbe interferito.
Va bene
Edward ma sappi che se le capita qualcosa non te lo perdonerò mai… anche io le
voglio bene.
<< Edward, quando vuoi noi siamo pronti >>.
<< Grazie Carlisle >>. Fatti coraggio! Pensò Esme.
E così partirono lasciandomi solo in quella casa che non mi
era mai sembrata tanto grande e vuota.
Dopo la scuola le avrei parlato, non potevo più tirarmi
indietro, lo avevo capito la notte della sua festa, dopo il tremendo incidente
a cui l’avevo sottoposta. Volevo più tempo, qualche altro istante ma non
potevo, non più!
Era strano il modo in cui Bella riusciva a condizionare anche
il mio tempo.
Ricordavo perfettamente i minuti e le ore interminabili che mi
separavano da lei, soprattutto quando ancora non sapeva che l’amavo.
Ora era come se il tempo si prendesse gioco di me, in tutti i
miei anni di vita, quelle poche ore non mi erano mai sembrate così corte e
veloci. Ogni minuto , ogni secondo che mi divideva da ciò che più mi avrebbe
fatto soffrire, compreso il dolore causato a Bella, scorreva inesorabilmente
come a darmi prova che tutto, prima o poi, sarebbe accaduto, tranne la mia
morte.
Ripensai a tutti gli eventi che mi avevano convinto, anche se
a malincuore, a separarmi da lei.
Ricordavo come se fosse successo pochi attimi prima il giorno
in cui le stetti vicino per la prima volta.
Il bruciore provato, gli istinti messi a tacere grazie a tutto
l’autocontrollo accumulato in novant’anni. Il mostro malvagio dentro di me si
era trasformato: da maligno e assassino era diventato un essere pieno d’amore
che richiamava alla mente, giorno dopo giorno, tutti gli atteggiamenti umani più
belli e potenti, come la passione e l’amore per quella ragazza; ma il flashback
che più mi faceva rabbrividire era lo scontro con James nella stanza da ballo a
Phoenix. Quel ricordo bruciava ancora nella mia mente come un acido che ti
consuma la pelle fino alle ossa.
Portai alla memoria quegli attimi di agonia allo stato puro in
cui Bella stava per trasformarsi. Non avrei mai lasciato che la sua vita
finisse in quel modo, a causa dell’essere più spietato e orrendo che avessi mai
conosciuto, in preda a un dolore che tutti noi vampiri, tranne Alice, avevamo
scolpito nella memoria come una statua di Adolfo Wildt.
La sua salvezza dipendeva da me e ancora non riuscivo a
capacitarmi del fatto che le avevo succhiato via tutto il veleno senza
ucciderla. Era stata pura fortuna, c’erano state nove probabilità su dieci di
non resistere al suo sangue ma chissà
come, ce l’avevo fatta.
Avevo dei progetti per dopo, dopo averle detto addio.
Nonostante forse Victoria rappresentava un pericolo, anche se in fondo lei e
James non sembravano molto legati, non potevo lasciarla a piede libero, poteva
farle del male, mi sarei occupato di tutto, consentendole di vivere una vita
serena e felice.
Era assurdo il modo in cui la sfortuna premesse su Bella :
dall’incontro con uno degli unici clan di vampiri che si stanziavano,
all’incidente col furgoncino, a James e Victoria e a come, per una minima
ferita al dito, un giorno importante come il suo compleanno fosse stato
rovinato.
L’avevo messa in pericolo un’altra volta, l’avevo scaraventata
dall’altra parte del salotto per proteggerla dalla nostra natura ma l’avevo
fatta sbattere contro il pianoforte e pezzi di vetro, veloci e appuntiti le si
erano conficcati addosso creandole ferite profonde che, nello stesso istante
ferivano me stesso. Nonostante il ringhiare avevo sentito ogni singolo frammento
che le si era incuneato nel braccio e sul suo fragile corpo e che provocava lo
stesso dolore al mio cuore.
Era questo il motivo che mi aveva spinto a lasciarla pur di
farla stare al sicuro.
Una piccola parte del mio essere, così piccola che non avrebbe
mai prevalso sulle altre, sperava che Bella si rifacesse una vita, incontrasse
un bravo umano che si prendesse cura di lei e che la proteggesse da tutti quei
piccoli incidenti che erano parte del suo essere e della sua vita; certo, dopo
la mia partenza non ci sarebbe stato nient’altro di catastrofico a sconvolgere
la sua esistenza perché ero io la causa di tutti i suoi mali, il suo vaso di
Pandora, ma per come era goffa Bella, un piccolo aiuto non guastava.
Ero orrendamente disgustato da me stesso perché speravo che
tutto ciò non accadesse mai ma non avrei interferito con le sue scelte.
Dopo il mio gesto, il più atroce che avessi mai compiuto, lei
avrebbe capito quanto ero pericoloso per lei e se ne sarebbe fatta una ragione,
avrebbe sicuramente ringraziato il cielo per quel mio atto e avrebbe certamente
capito che era stato un bene darle la possibilità di vivere a pieno la sua
vita, sposarsi, avere dei figli, insomma, restare umana e al sicuro.
Al solo pensiero il mio stomaco si contrasse, da tempo
immaginavo quel giorno: io e lei… lei vestita di bianco… No! Non potevo permetterlo!
Il momento era arrivato, non potevo più tirarmi indietro.