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Autore: sweetlady    26/04/2016    0 recensioni
A poco più di un mese dalla fine della scuola dell'obbligo, ho bisogno di mettere in ordine la mia vita, partendo dalle persone che mi hanno distrutta in mille pezzi e arrivando fino a quelle che hanno saputo raccoglierli e ricompormi. Tra le mura del mio liceo è successo di tutto, dall'amore, alle prime delusioni, alle grandi amicizie, alla disperazione. Ma sono ancora qui, pronta per affrontare quest'esame che, in qualunque modo vada, non indicherà quanto valgo o quanto sono matura. Pronta ad affrontare tanti nuovi inizi. Ma prima ho bisogno di riflettere sulle cose che sono andate storte e su quelle che voglio portare con me. Per non sbagliare più, per non fare giudizi affrettati. Per essere una persona migliore.
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate
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“Caro diario la mia vita è fantastica”. Quanto mi piacerebbe prendere un foglio qualsiasi e mettere nero su bianco queste semplici sette parole, che di semplice hanno ben poco. La mia breve vita non ha niente di fantastico. E’ monotona,ma frenetica, sempre piena della stessa gente, sempre delle stesse maledette abitudini che mi appiattiscono la vita. Per anni mi sono scervellata su come cambiarla in meglio, ma alla fine mi sono rassegnata al pensiero consolante di un futuro glorioso. Da quando ho iniziato le superiori non ho fatto altro che sognare il futuro, non accorgendomi che il presente mi stava sfuggendo dalle mani. Tra poco più di un mese finirò le superiori, dopo sedici maledetti anni di scuola dell’obbligo. E mi viene spontaneo chiedermi: “Cosa racconterò quando mi chiederanno della mia vita al liceo? Che mi sono divertita? Che sono stati gli anni più belli della mia vita? O gli anni da cancellare al più presto?”. Non ho idea di cosa rispondere. Sono successe così tante cose che la mia mente è incasinata. Ma di una cosa sono certa: non butterei niente, perché tutto ciò che è stato mi ha reso la persona che sono. Né tantomeno farei tutto da capo. Mai sia. Le superiori sono stati il mio primo campo di battaglia. Alle medie sei ancora troppo piccolo per renderti conto di come funziona veramente il mondo. Alle superiori non puoi più nasconderti dietro mammina, né raccontarle tutto quello che ti succede. Ci sono cose che devi tenere per te e basta. Quando ho varcato le soglie del liceo ero piena di sogni, di speranze, che sono servite ad alimentarmi per i primi due anni. Poi si è rotto l’idillio. Mi sono accorta tutto d’un tratto di non avere più 13 anni ma 16, ed è stato traumatico. Un giorno a parlare di bambole, il giorno dopo di ragazzi. Poi ho incontrato lui, la prima persona che mi ha cambiato la vita. E’ stato un fratello, un amico, un compagno di classe, tutto per me. Ma poi l’amore ha rovinato tutto e me l’ha portato via. Mi incolpo ancora per quel giorno che gli dissi di essermi innamorata. Lui aveva già capito tutto. Non si presentò all’appuntamento, e glielo dovetti dire addirittura per messaggio. Immaginate la delusione di essere scaricata per messaggio dal proprio migliore amico-fratello che da quel momento non vi parlerà più per mesi. Le vacanze tra primo e secondo anno sono state un inferno. Volevo morire. Lui aveva fatto in modo che io fossi solo sua, e lui solo mio. Studiavamo insieme, mangiavamo insieme, uscivamo insieme. Dove c’ero io c’era lui e viceversa. Poi d’un tratto mi hanno privato della mia parte migliore, del mio sole, e io sono sprofondata nelle tenebre del mio caratteraccio. Era lui che mi aiutava ad essere solare, lui che mi aiutava a sorridere, lui che mi faceva essere migliore con gli altri. Dopo che lui mi ha chiuso le porte in faccia io non ho mai smesso di amarlo, di includerlo nelle mie preghiere, di pensarlo, e nonostante tutto il male che mi ha fatto non posso che augurargli ogni bene. Quella sera stessa che litigammo, venni a sapere che suo padre era malato. Molto malato. Non superò quell’estate, e quando ci lasciò a settembre io ero comunque lì con lui perché, nonostante tutto, non si abbandona mai un amico in difficoltà. MAI. Saltai due giorni di scuola per stare con lui, l’ho consolato in ogni modo possibile, abbiamo pianto insieme un morto che non era mio. Ma eravamo di nuovo insieme, dopo mesi. Mi è mancato come l’aria. Tempo qualche giorno, avevo di nuovo abbandonato ogni speranza. Lui ha sempre preferito altre ragazze a me, forse perché ero troppo poco, forse perché ero troppo. E anche ora a distanza di anni mi tormenta il tarlo: e se…. E se cosa? Se avesse ricambiato? Le cose non sarebbero andate diversamente. Avrei sofferto di più vedendolo fare gli occhi dolci ad un’altra mentre stava con me. Perché lui è così: incostante. Negli ultimi anni i rapporti tra di noi sono molto migliorati. I primi tempi è stato difficilissimo, saperlo a pochissimi metri da me e non poterlo neanche guardare. Poi le urla, gli antagonismi, i pianti in bagno.. non è stato facile. Eppure ce l’ho fatta. Anche questo è un altro motivo che mi fa esultare per la fine delle superiori: non dovrò rivederlo. Non dico mai più, ma almeno non tutti i giorni a tutte le ore. Quest’anno ho notato un atteggiamento diverso da parte sua, più positivo, più caloroso. E ho ricominciato a sperare. Di riavere il mio migliore amico, la parte migliore di me indietro. Non mi faccio più illusioni d’amore perché sia io che lui abbiamo incontrato persone splendide che hanno saputo risollevarci dalle difficoltà della vita e valorizzarci nei nostri punti migliori. Oggi è il suo compleanno, e non faccio che fissare insistentemente il telefono. Gli scrivo o non gli scrivo? In classe gli ho fatto gli auguri, ma ho bisogno di sapere: lui mi pensa? Mi vuole bene nonostante tutto? Ci tiene a riprendere la nostra amicizia dove l’avevamo lasciata? Ho paura di un altro rifiuto, di altre parole dure. Non le reggerei, pongo ancora tante speranze in lui, forse l’unica esperienza liceale positiva, l’unico vero amico che abbia mai incontrato. Ma la nostra storia è tutto un capitolo a parte. 
  
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