Ora che siamo stese e tu stai dormendo, sento le tue labbra premere sul mio collo.
Lo so che non è fatto apposta, lo so che ti sei mossa mentre eri ancora incosciente, ma non riesco a fare finta di niente quando succede.
Perché si, è successo anche altre notti.
Alicia, tu mi defibrilli. Come diavolo dovrei dormire?
E se non sposti l’orecchio dalla mia spalla, il mio cuore finirà per svegliarti.
Perché in questo momento lo sento battere così forte che se non avessi chiare le nozioni di anatomia del Liceo penserei di avere rinchiuso nel petto un piccolo omino che suona furiosamente un tamburo.
Quelle vibrazioni basse, roche e veloci danno il ritmo ai miei respiri e risuonano nella cassa toracica, scuotono lo stomaco come un terremoto fino ad arrivare al basso ventre..
Probabilmente morirei.
Sto morendo anche adesso ad immaginarlo.
Potrei venir fulminata dalla scarica elettrica che partirebbe dalla tua lingua sulla mia, che arriverebbe al mio povero cuore e lo farebbe esplodere.
O, se anche non dovesse succedere, se anche non mi uccidessi tu, se anche quella scarica mi lasciasse illesa, quel maledetto omino sfonderebbe la pelle del tamburo suonandolo con una furia e una disperazione che non ho mai provato prima.
Ti morirei tra le braccia con i nostri respiri ancora incatenati, con gli occhi ancora socchiusi, con le mie dita ancora tra i tuoi capelli.
Ti lascerei.
Perciò ti prego, non farlo mai.
Non baciarmi, non amarmi.
Morirei.
------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Angolo dell’Autrice:
questo mi è venuto fuori dopo aver letto il Capitolo 7 di A Lexark Story di NorthStar (anche se a differenza sua non riesco a non essere malinconica e drammatica, daann..).
Ci tenevo a precisarlo semplicemente perché quella fanfiction è maledettamente geniale e dovreste andare a leggerla.
E niente, questo.