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Autore: MapleLeaf    07/04/2009    1 recensioni
Cosa succede se un prof tutto matto insegna in una delle classi più indisciplinate di Tokyo? E cosa accadrà se una ragazza asociale, scontrosa, viene a trovarsi in una situazione difficile?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Jessie uscì dall'aula e ritornò a casa tutta infuocata per quello che era successo. In realtà aveva timore che potesse mettersi nei guai con quel prof...specie dopo quello che aveva fatto...magari mandava a chiamare i genitori...oddio che timore. Cazzo...dovrò ricordarmi che non devo dare problemi alla mia famiglia... già i rapporti non sono idilliacci.. ah... Entrò in casa senza far notare la sua presenza. La "mamma" non c'era e il papà dormiva ancora, oggi aveva il turno dalle 8alle 6...pover'uomo... che vita atroce pensò jessie... Amava il suo papà adottivo. Peccato non lo vedesse quasi mai. Entrò in cucina per bersi un succo e vi trovò Lee con 2 amici che giocavano alla playstation... ovviamente nessuno dei due, nè lee nè Jess salutò l'altro... si parlavano solo per litigare, per il resto, lo odiava e la cosa era reciproca... Ohi Ciao! Lee, ma lei è tua sorella? Ciao! Aspetta, mi presento, non scappare... sono Iroshi, incantato. Jessica. piacere jessica... ti va una partita con noi? No grazie. Lee diglielo tu, dai... Lee la guardò senza dir nulla... Era il classico giapponese nei tratti,ma di un'altezza non tipica ad un giapponese, era altissimo, magro, capelli brillanti e corvini, e occhi profondi nerissimi. Era statuario. Studiava medicina e aveva un carattere molto freddo. Lei non sa giocare. Tzè... Cos'è non è vero? E dimmi che ci fai a casa a quest'ora? Non dovresti essere a scuola? Hai marinato? La aggredì tutto d'un fiato, senza controllarsi. Ma vai a giocare ai videogames! Lee le si avvicinò alzando la voce e inarcando il sopracciglio... Guarda bene di non rispondere con quel tono quando parli con me, stupida poppante! Cazzo, Lee. Tu sì che sei... un mostro... vaffanculo!! Stronzo!!! Ehi ragazzi ora basta dai... Lee lascia la stare dai, tua sorella è piccola inf ondo non sa quel che dice. Lei non è mia sorella. Infatti. Non sono proprio nessuno. Basta,.Stà zitta, non è luogo questo per litigare. Lo guardò con gli occhi velati dal pianto, e se ne andò in camera sua... chiuse la porta con la serrattura rotta che non aveva fatto riparare perchè il papà non c'era, e si buttò tra il cuscino piangendo. Cazzo pensò. perchè deve andare tutto sempre male? A scuola, a casa... perchè? Cos'ho di sbadigliato...? Cazzo Lee, non ti sembra di aver esagerato? Non ti riconosco più...cosa ti ha fatto quella ragazza per provocarti tanto odio? Iroshi, non è come credi tu.. è che ogni volta che ci vediao litighiamo, ma in fondo sono stronzate... non mi interessa... Si, ma lei è sensibile comunque tu la ferisci. Quella è dell'alaska, è un orso. Non ha sentimenti credimi. La conosco fin troppo. vabbè Lee..pensiamo alle cose serie... quando ti calmi, verrò a cena da te per conoscerla un po' di più... ok? Cooosa? Sei matto? Cazzo Lee, è una bonazza da far paura, con tutto il rispetto, tua sorella è davvero bellissima. Ma che dici? Oh andiamo Lee che ti costa? Ora consola la sorellina, e servimela per la prossima volta, ok? Io vado. a domani Tu sei matto...credimi se stai lontano da quella è meglio... Intanto Jessie, finite le lacrime, si affacciò alla finestra...aveva cominciato a piovere... si ricordò che doveva andare a lezione di danza, e si asciugò il viso, iniziando a prepararsi. Scese le scale dalla sua camerà e si trovò Lee appogiato in cucina, che guardava nella sua direzione senza dire nulla. Ciao Jessie, come stai piccola? Era il papà che stava uscendo per andare a lavoro. Oh Lee ti prego accompagna tua sorella a danza, o si bagnerà tutta. Non c'è bisogno papà. Preferisco andare a piedi. No jess, ho detto che Lee t'accompagnerà. Allora Lee? Si papà. Ora scappo, a domani ragazzi. Dobbiamo parlare Jess. Ancora? Non basta quello che ci siamo detti? E ora dove vai? Cazzo rispondi almeno!!! jess uscì non curante della pioggia e iniziò a correre, borsa da danza in spalla. Jess avrebbe voluta seguirla, prenderla e dirle qualcosa, qualsiasi cosa ma non riuscì... così decise che sarebbe andato a riprenderla almeno. Per farsi perdonare, dopotutto non era mai arrivato a dirle che non era sua sorella. Era proprio una brutta cosa, quella che aveva detto, ora se ne rendeva conto. Jess arrivò a lezione tutta bagnata, gli altri ballerini la guardarono con occhi languidi, sorridendo sotto i baffi. Ma jess non se ne rese conto. Si asciugò e entrò in sala. L'insegnante era severissima, e iniziarono subito con le piroette, spaccate e poi con la musica... jess ne aveva bisogno. Era la sua valvola di sfogo. Lee, non sapendo cosa e avrebbe detto, arrivò alla scuola di danza, e senza farsi notare, spiò dalla finestra per vedere qualcosa. E vide Jesse. capelli racconti, con degli shorts e un top, femminile e sexy come non l'aveva mai vista. E' bellissima, pensò. La lezione continuò per altri 10 minuti, e per tutto il tempo Lee rimase lì a guardare nella sala da ballo. Non aveva mai visto Jess così...vestiva sempre con dei jeans larghi e mai in vita sua l'aveva vista ballare... ma dovette ammettere che era davvero brava. La lezione finì, e Lee aspettò senza farsi vedere da Jess, fuori dagli spogliatoi... poi Jess uscì e finalmente lo vide. Tu. Che vuoi?E lo sguardò si incupì. Non sapeva cosa dirle. Ti accompagno a casa. Detto ciò si caricò il suo borsone, le si avvicinò e aprì l'ombrello porgendoglielo e le disse "andiamo". La macchina è laggiù. jess non disse niente. Era sbigottita, non sapeva cosa pensare. Che dire. Lo seguì, senza dire nulla ed entrò in macchina, Lee al volante. La pioggia non cessava, Jess guardava fuori dal finestrino... Ascolta... mi... dispiace per quello che ho detto prima. Sul fatto che non sei mia sorella... ho esagerato... E' la verità dopotutto. Non hai detto che la verità. jess, cazzo. Ti ho detto che mi dispiace e cazzo, guardami almeno. "Jess". Da quanto tempo non la chiamava per nome? Wow. Cosa? Allora lo sai il mio nome? Lee accostò e fermò l'auto. Le prese il volto, obbligandola a voltarsi verso lui. Guardami. Mi dispiace, Jess. Ok. Ok? Cazzo, potresti sforzarti un po'... lo vedi? Se si litiga mi parli, sennò taci... Ora non poteva nascondere le lacrime, gli occhi le si velarono di pianto... lì in quell'auto, conLee che le mostrava un lato quasi umano, dopo tutto ciò che le aveva detto... jess... Lee la vide emozionarsi x la prima volta... e la guardava da così vicino per la prima volta... cazzo pensò...non so proprio nulla di lei...e altro non riusciva a pensare, che era davvero bellissima. jess si voltò dall'altro lato, mentre Lee le andò incontro, avvicinadola a sè, stringendola forte. per la prima volta. Forse iniziava a capire cos'è che non sopportava di lei... non voleva fosse sua sorella... voleva fosse sua. se prima non voleva ammetterlo, ora capiva, che fin da quando l'aveva vista, era stato sempre attratto. il vederla tutti i giorni, il rimproverarla, era perchè voleva allontanare la possibilità di starle vicino, o di abbracciarla per non compromettersi, ora vedeva. Stringendola un po' più forte pensò" no jess, tu non potrai mai essere una semplice sorella" E senza più dire nulla, sciolse l'abbraccio, rimise in moto e tornarono a casa.
  
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