Fandom:
Ludwig.
Rating:
Per tutti.
Personaggi/Pairing: Ludwig e Iedike.
Tipologia:
One-Shot
Lunghezza: 2579 parole.
Avvertimenti:
Nessuno.
Genere: Romantico, Malinconico.
Disclaimer:
Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama
ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi appartengono
ma sono di proprietà di Kaori Yuki che ne detiene tutti i
diritti. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro
e,
viceversa, gli elementi di mia invenzione, non esistenti in Ludwig,
appartengono solo a me.
Credits: La citazione iniziale è
presa dalla canzone "How would it be", di Lene Marlin.
Note
dell'Autore: Amo profondamente questo manga: adoro quello
screanzato di Ludwig, la stupenda Iedike, il bistrattato Wil,
Lisette, Dorothea... Per me era praticamente un obbligo tentare di
cavarci fuori qualcosa, ecco da dove è uscito questo
esperimento.
Introduzione alla Fan's Fiction: Scena finale
che chiude il sipario sul principe e la bella principessa.
[And
now
I won't see you again
The moment was there but we lost
it
Time changed it all
And we let it
We let it happen
And
now
I wonder how it would be
If things stayed the same and we
liked it
The end of a search 'cos we found it
How would it be?]
[E ora
Non ti rivedrò più
Il
momento era qui, ma l’abbiamo perso
Il tempo ha cambiato tutto
E
abbiamo lasciato
Abbiamo lasciato che accadesse
E ora
Mi
chiedo come sarebbe
Se le cose restassero così e ci
piacesse
La fine di una ricerca perché l’abbiamo
trovato
Come sarebbe?]
[How would it be - Lene Marlin]
The
Sleeping Beauty
«Ancora qui, o mio principe?»
Iedike
era sostanzialmente diversa da tutte le principesse che aveva avuto
modo di incontrare; irriverente, sarcastica, terribilmente
indisponente... Se qualcuno gliel'avesse descritta così
tempo
prima, sicuramente il giovane Ludwig non avrebbe neppure perso tempo
per cercare quella fanciulla che dormiva da ormai cento anni,
protetta dal suo fitto intrico di rovi, gli stessi che avvolgevano il
suo cuore e che lei stessa si era creata con la magia che scorreva
nelle sue vene.
Ma quell'incapace di Wilhelm si dimenticava sempre
di chiedere le informazioni più importanti. E la taglia del
seno rientrava ovviamente nella categoria.
Perché Iedike
era bellissima, ma non possedeva quei canoni ideali che ne avrebbero
fatta la moglie perfetta per il principe Louis. Ma nonostante tutto
ne era stato inevitabilmente attratto, sin dalla prima volta che
l'aveva vista in sogno; la principessa dai corti capelli argentei
l'aveva perfino preso a calci, scacciandolo dal suo giardino senza un
minimo di riguardo.
Eppure.
Eppure Ludwig era tornato di nuovo,
era riuscito ad attraversare il bosco di rovi, o meglio, era riuscito
a convincere Iedike a farlo entrare nel castello (nel cuore?) della
principessa, e l'aveva risvegliata con un bacio, come leggenda aveva
dettato.
Ma in quel momento il tempo aveva ripreso a scorrere,
unendoli per la prima e ultima volta.
Ludwig aveva continuato in
seguito il suo viaggio, ma non era mai riuscito a dimenticarsi di
quella ragazzina bisbetica e così poco femminile che l'aveva
conquistato. L'aveva odiata, nella stessa misura in cui ne era
rimasto affascinato; e dopo la ripresa della ricerca di una
principessa da sposare, tutti si erano convinti che stesse cercando
l'amore, quello vero.
Ma non era così.
Perché lui
l'amore vero l'aveva già trovato e perduto, ora doveva solo
recuperare una bella ragazza da mettersi al fianco, una bambolina da
sfoggiare nelle grandi occasioni, un bel corpo insomma. Non gli era
mai interessato combinare un matrimonio basato sui sentimenti, sapeva
che erano quanto di più utopistico potesse esserci nella
vita
di un reale; ma questa convinzione non aveva di certo alleggerito il
peso che sentiva dentro e che lo aveva reso ancora più
arrogante.
Ma c'era un momento in cui il principe riusciva a
trovare la pace: a volte, di notte, si ritrovava in un giardino a lui
già noto, e il cui profumo di erica lo faceva
sorridere.
«Ancora qui, o mio principe?»
Chiese
la ragazza, alzandosi in piedi e scrollandosi di dosso i numerosi
petali che le erano inevitabilmente finiti sul vestito.
«Sembra
proprio che io non riesca a stare lontano da te, dopotutto».
Quella
frase aveva per loro un significato amaro, che la principessa
riuscì
a cogliere.
«Vieni con me».
Il principe Ludwig si
lasciò prendere per mano e trasportare attraverso quella
selva
di innocui fiori rosa, così diversi dall'intricata siepe di
rovi da cui già una volta era stato punto...
Quel giorno
c'era qualcosa di diverso nell'aria, qualcosa che dava un tocco di
malinconia a qualsiasi cosa facessero o pensassero. C'era un preciso
motivo per cui tutto questo stava accadendo, ma non volevano
pensarci, rimandando il più possibile il momento. La
principessa Friederike si fermò davanti ad un piccolo rialzo
del terreno, facendogli capire di sedersi accanto a lei.
«Ma
qui l'erica è sempre in fiore?»
Domandò il
principe Ludwig, appoggiando la schiena contro la minuscola altura e
attirando a sé il corpo dell'altra.
«Sì...
Dopotutto, qui ogni cosa va come io programmo. L'erica è un
fiore meraviglioso, non trovi?»
«Non sono un
estimatore floreale e nemmeno un giardiniere, quindi non saprei
proprio dare un giudizio preciso...»
Iedike sospirò
scuotendo la testa, facendo aderire perfettamente il suo capo con la
spalla dell'altro.
«Sempre il solito, principe
Louis...»
«Sai come sono fatto».
«Sì,
lo so bene....»
Passarono molti minuti senza che i due
dicessero nulla, lasciando che i loro gesti comunicassero per
loro.
«Quindi?»
Il principe la guardò
dall'alto, continuando a giocherellare distrattamente con il lungo
laccio del mantello che aveva poggiato per terra.
«Che
brutto vizio per una principessa. Interrogare i propri ospiti come
dei comuni delinquenti da quattro soldi, quale onta sarebbe per il
tuo Paese se si venisse a sapere...»
Iedike
ridacchiò.
«Giusto. Di sicuro, tu sei un farabutto in
piena regola. Un assassino, un ladro, un bugiardo...»
L'altro
scrollò le spalle, chiudendo gli occhi e ripensando per un
attimo al suo servitore Wilhelm, a tutti i guai che era stato
costretto a sopportare per causa sua (del moro, ovviamente.
Il
principe non aveva mai e poi mai colpa di ciò che accadeva a
quell'imbecille). Della stupidità con la quale si era fatto
catturare più di una volta, delle volte che l'aveva dovuto
tirare fuori dai casini...
«Così mi lusinghi».
La
ragazza sorrise leggermente, con quella dolcezza che mostrava
raramente e solo a lui. Che non avrebbe mai più potuto
mostrare ad altri. Strinse di più la mano calda del
principe,
che tante donne prima e dopo di lei avevano toccato.
Era anche
vero però, che lei era stata l'unica dalla quale aveva fatto
ritorno.
«Louis...»
Del principe Ludwig si
poteva dire di tutto, veramente di tutto, ma non che fosse un
idiota.
«Non tornerò, questo lo sai».
«Non
voglio il tuo ritorno, non l'ho mai desiderato».
"Ah,
le donne", pensò sarcasticamente il principe. "Se
le consoli, ti insultano; se le metti davanti alla realtà,
fuggono".
«Allora», continuò,
«immagino che se me ne andassi ora, per te non cambierebbe
nulla...»
Sussurrò maligno al suo orecchio. La sentì
irrigidirsi immediatamente, e sorrise. Ma Iedike non era tipo da
lasciarsi confondere così facilmente. Si liberò
subito
dalla sua presa e si rizzò a sedere, girandosi poi a
guardarlo
con aria strafottente.
«Per me puoi andartene anche subito.
Dopotutto, sei tu quello che continua a tornare, non dico bene,
principe?»
Sembrò che Ludwig non avesse
raccolto minimamente l'ironia calcata sull'ultima parola, mentre
lasciava che una mano vagasse sulla schiena davanti a sé,
accarezzandola con desiderio.
«Hai ragione, sei fortunata.
Ancora non ho intenzione di lasciarti. Non fa parte dei miei piani,
per ora».
Iedike sorrise incredula e con una lieve scrollata
tornò ad accoccolarsi fra le sue braccia.
«Sai, i
capelli così ti donano. Anche se per me rimangono comunque
troppo lunghi».
«Sei tu che non hai mai sopportato la
mia splendida chioma, principessa. Dissi che così ti davo
fastidio... Ammettilo, era solamente invidia».
La
principessa rise forte, senza guardarlo.
«Che insopportabile
borioso... La tua vanità supera di certo quella di cento
cortigiane reali tutte insieme!»
«Perché
nessuna donna può superare la mia bellezza... Anzi, forse
qualcuna c'è».
«Davvero?»
La ragazza
si strinse di più a lui, posandogli una mano sul
petto.
«Davvero», confermò il principe,
guardandola serio. Per un istante la principessa trattenne il
respiro, in attesa.
«Ah, tranquilla. Tu di certo non rientri
nella categoria, quindi non ci sono problemi. Mi chiedo se possa
considerarti addirittura una donna, a questo punto».
Iedike
si girò di scatto e alzò la mano, cercando di
colpirlo,
ma il principe riuscì a bloccarle il polso prima che l'altra
lo abbattesse contro il suo splendido ed intoccabile corpo. Si
guardarono per qualche istante, mentre una brezza leggera spuntava da
chissà dove e li faceva rabbrividire impercettibilmente.
Ludwig le passò una mano dietro alla nuca, facendola
scendere
contro di sé e baciandola dolcemente, facendosi trasportare
da
quel sentimento che li inebriava sempre.
«Ti amo»,
asserì lei, con la sicurezza che mostrava solo a lui, con
quella luce abbagliante che la rendeva bella, così
bella, "la più bella di tutte, anche se è piatta
come una tavola", come aveva più volte pensato il
principe Louis.
«Mi amano tutti», sentenziò con
un mezzo sorriso, mentre lei sbuffava ed alzava gli occhi al
cielo.
«Possibile che tu non riesca mai ad essere serio?
Neppure ora...»
Non terminò la frase. Non ne avevano
mai parlato sul serio, non fino in fondo perlomeno. Lei ormai non
faceva più parte di quel mondo, e le occasionali visite di
Ludwig erano del tutto casuali: non sapevano neppure loro come
facesse ad entrare in quel giardino senza l'orologio che collegava le
due dimensioni. Iedike aveva azzardato l'ipotesi di una nostalgia
più
acuta da parte dell'altro nei suoi confronti, e lui aveva ribattuto
che probabilmente era la volontà della principessa dal
sangue
di strega a riportarlo là nei momenti più
inaspettati
ed imprevisti. Avevano vissuto così il loro amore, senza
alcuna ufficializzazione (a cosa sarebbe servito, ormai? Ma
soprattutto, chi sarebbe stato in grado di celebrarla? Chi, oltre a
loro due, era in grado di accedere a quella meravigliosa collina
piena di fiori d'erica?) e senza che alcuno venisse a sapere
nulla.
Forse Wilhelm aveva sospettato qualcosa, ma non si era mai
azzardato a chiedere alcunché. Forse Dorothea ne era al
corrente, ma in fondo non era così
masochista da
approfondire quelle supposizioni. Anche lei amava il principe, per lo
stesso motivo della bella principessa non più addormentata:
era l'unico con il quale riusciva a mostrarsi per ciò che
era
veramente, provando piacere per la prima volta di possedere
quell'anima che giudicava sporca e rea.
Ludwig era un donnaiolo
incallito, un sadico, perfino un necrofilo in un tempo ormai finito:
ma era migliore di qualsiasi altro uomo, principe, re o plebeo che
fosse, che avessero mai incontrato. Spudoratamente sincero, non si
curava poi molto dell'effetto che le sue parole producevano negli
altri.
Una sola volta l'aveva fatto. Ed era stato con
Iedike.
Le lacrime della principessa l'avevano colpito, più
di quanto non avessero fatto i pianti isterici e le minacce di tutte
le donne che aveva abbandonato in vita sua. Aveva disprezzato la sua
lingua tagliente, il suo maledetto vizio di essere schietto e
crudelmente diretto.
Per la prima volta, aveva desiderato una
donna per fini che superavano la sfera sensuale della sua esistenza.
Voleva lei, voleva la sua anima. Si era immediatamente reso conto di
ciò che provava, ed aveva deciso di affrontarlo, nonostante
sapesse a cosa stava andando incontro.
Ed ora era tutto finito,
erano giunti al capolinea. Il principe aveva continuato la sua
ricerca, e aveva finalmente trovato una principessa da sposare,
dovendo così lasciare definitivamente il suo passato e i
loro
incontri tanto desiderati quanto, nel mondo reale, inconsistenti,
alle spalle. Non tanto per il rispetto che doveva alla nuova dama,
più per il fatto di non voler contaminare Friederike con il
suo spirito che giudicava malvagio. Lei non se lo meritava, ma
soprattutto era troppo orgogliosa per poter accettare un compromesso
del genere. Orgogliosa come lui, era per questo che riusciva a
capirla così bene.
«Cosa faremo ora?»
«Me
ne andrò, domani prenderò possesso del regno e
non ci
vedremo più, semplice».
E di nuovo, di nuovo quella
stramaledetta sensazione nel petto. Iedike aveva stretto la sua mano
con forza, frustrata da quel vecchio sentimento di impotenza che si
rifaceva ancora una volta largo dentro di lei. Solo che questa volta
non c'era più una realtà a cui dover sfuggire,
questa
volta Iedike aveva imparato ad affrontare le difficoltà a
testa alta, senza curarsi delle ferite che riceveva ad ogni passo,
continuando solo a camminare serenamente, senza mai smettere, senza
mai voltarsi indietro. Fino ad allora, c'era sempre stato lui a
camminarle accanto, senza guardarla, mentre lei, in bilico su quella
fune sottile, riusciva ad avanzare senza più precipitare a
terra.
Era diventata ancora più forte, la piccola
principessa che non credeva in sé stessa. Ma questo non le
inaridiva il cuore, non le rendeva il dolore della separazione meno
straziante, non le permetteva di ignorare la gelosia nei confronti di
quella sconosciuta, sentimento che le rodeva l'anima.
Per Ludwig,
Iedike era un libro aperto. Lesse chiaramente tutti i pensieri che
attraversavano quel dolce viso, e l'abbracciò stretta,
facendola sussultare. Piegò il capo fino a sfiorarle la
spalla, e baciò piano il suo collo. Probabilmente, un'altra
ragazza sarebbe scoppiata a piangere a quel punto. Ma quella che era
stata la Bella Addormentata non era "un'altra ragazza".
Lei si voltò e gli accarezzò il viso con occhi
pensosi,
mentre Ludwig la scrutava con il suo sguardo d'acciaio.
«È
giusto così. Dopotutto, non puoi rimanere attaccato per
sempre
ad un sogno».
Portò le sue mani vicino alla bocca, e
le baciò piano.
«È stato il sogno più
bello di tutta la mia vita, principessa».
La cullò
ancora un po', senza dar segno di volersi muovere. Carezzò
di
nuovo con le labbra i capelli argentei che non avrebbe mai
dimenticato, scendendo poi fino a sfiorarle la bocca, stranamente
gentile. Iedike sentì il cuore intrappolato in una solida
morsa di ferro, mentre ricambiava quel bacio. Sospirò quando
appoggiò le mani sul suo petto, allontanandolo da
sé.
«È
ora, principe».
Louis la guardò così
profondamente che si sentì tremare. E di nuovo, il senso di
oppressione che le lacerava l'animo si fece più potente e
dovette combattere per far apparire un lieve sorriso sulle sue
labbra.
«Non vorrai fare tardi proprio il giorno del tuo
matrimonio, spero!»
Si alzò, spolverandosi con gesti
leggeri l'abito bianco, voltandosi per non dargli modo di vedere quel
lieve sorriso tramutarsi in una smorfia amara.
«Un principe
non è mai in ritardo, semmai sono gli altri ad essere in
anticipo».
«Che sbruffone!», esclamò lei.
Era abituata alle uscite decisamente poco modeste del suo amato, ma a
volte sapeva decisamente superare ogni limite.
«Non è
forse per questo che mi ami?»
Domandò indifferente
lui, scrollando le spalle. Iedike lo fissò con tristezza,
prima di mormorare:
«Sì, è per questo che ti
amo...»
Ludwig alzò un braccio, fino a toccarle
l'ovale del volto.
«Addio, principessa Friederike. Spero che
prima o poi, in una vita o nell'altra, avremo modo di incontrarci
nuovamente».
La ragazza inclinò il capo, portando le
sue mani sulla destra di Ludwig, baciandogliela
teneramente.
«Arrivederci, principe Louis. Sono sicura che
ci rivedremo ancora. E non fare impazzire quella povera donna di tua
moglie, qualsiasi pena commessa è sempre poca cosa di fronte
alla tua insolenza».
Il principe sorrise, ritirando la sua
mano. Si girò e cominciò ad incamminarsi verso il
limitare di quel giardino, di quel sogno, per l'ultima volta. Iedike
fu tentata seriamente di richiamarlo indietro, di implorarlo di
rimanere con lei, di non andarsene via, ma si morse le labbra con
rabbia.
Lei faceva ormai parte del mondo dei morti, e lì
sarebbe rimasta confinata per sempre. Ma riusciva a vedere l'aura che
si sprigionava da Louis, che le ricordava spietatamente come il suo
principe azzurro fosse arrivato troppo tardi per
lei.
«Ah,
principessa! Pensa a farti crescere un po' di seno, perché
la
prossima volta che ci vedremo non voglio trovarti ancora
così
piatta!»
Iedike boccheggiò a vuoto per alcuni secondi
oltraggiata, prima di urlargli dietro:
«Scemo di un
principe! Pensa a trovarti una buona scusa per la prossima volta,
perché giuro che non avrò pietà per te
e
quell'orribile faccia da demonio!»
Il principe Ludwig
ghignò, mentre salutava senza girarsi e spariva
così
come era apparso. E fu allora che la principessa Iedike si
lasciò
andare ad un grande sorriso, bagnato dalle lacrime che non aveva
voluto versare prima, ma che ora le sembravano meno amare.
Ci
sarebbe stato un modo per tornare a vedersi, ormai ne era certa, e
lei lo avrebbe aspettato. Lo aveva atteso per cento anni, qualche
lustro in più di sicuro ormai non faceva più
alcuna
differenza. Non così tanta, perlomeno.
Non
sempre nella realtà le storie finiscono con un "E
vissero per sempre felici e contenti". Ma esistono finali che
ci si avvicinano molto, e questa storia lo sta ancora aspettando.
Ma
non temete, arriverà sicuramente; se non qui, almeno nei
vostri cuori.
Prima
Classificata - Lely1441
The sleeping beauty
Voto:
8,32
Grammatica
e sintassi: 9
Capacità espressiva: 8,5
Capacità argomentativa: 8,2
Capacità critico-rielaborativa: 8,2
Originalità e Creatività: 7,7
Quando
ormai è riuscito a trovare una principessa
da sposare per ereditare il trono, Ludwig continua i suoi incontri in
sogno con Idike, un sogno senza possibilità di realizzazione
nella realtà.
E’ una fic che lascia l’amaro in bocca,
quasi più pessimista del manga, dove Ludwig va' per la sua
strada senza rimpianti, accontentandosi della prospettiva di
rivedersi, un giorno.
Questo aspetto della sua caratterizzazione
nella fic l’ho trovato stridente rispetto
all’originale, uno
strascico di rimpianto a cui un orgoglioso come Lui non avrebbe mai
ceduto, ma mi rendo conto che dipende dalla personale concezione del
personaggio che mi sono creata, anche se partendo dalle tue stesse
basi.
D’altronde, nel giudizio c’è per forza
una buona
parte di opinione soggettiva.
Mi è piaciuta di più
Idike invece, pungente e orgogliosa anche lei, a volte quasi
antipatica, senz’altro una principessa degna di cotanto
principe
XD
Qui il bando del concorso.
Un ringraziamento va quindi a Fantafree, la giudice XD E alla mami, che ci ha creato dei bannerini fantasticosi *______* Complimentissimi anche alle altre partecipanti *_________*
P.S. Primo esperimento su Luddie... Commentino? XD