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Autore: wangiebaexo    29/04/2016    1 recensioni
Non aveva idea di quanto si stesse sbagliando, di quante volte gli avesse mentito attraverso quelle parole. Chan Yeol non aveva idea di quanto l'instabilità mentale di Baek Hyun fosse più grande di lui e di quello che potesse fare per aiutarlo.
E, agonizzando, si stavano mandando a fondo, stringendosi la mano per salvarsi a vicenda. Ma nessuno dei due aveva la forza per poterlo fare, nessuno dei due ne aveva la capacità.
[ChanBaek/BaekYeol]
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Baekhyun, Baekhyun, Chanyeol, Chanyeol, Sehun, Sehun, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Waiting For You — IX

 

 

 

 

 

 

05 Marzo 2014.

 

 

 

 

 

Baek Hyun sentì una forte e pungente fitta al petto, all'altezza del cuore. Era così dolorosa da fargli mancare il fiato per qualche secondo, quasi si sentì svenire. Si colpì il torace più volte, con quella poca forza che aveva, per calmare il fuoco che ardeva dentro di lui, bruciando tutto quello che trovava davanti al suo passaggio. Stava peggiorando di giorno in giorno e ne era pienamente consapevole. Ma cosa poteva fare per poter fermare tutto quel dolore?

Il suo dottore non ne capiva la causa e Baek Hyun non sapeva come poterla definire a parole. Così, semplicemente, gli aveva prescritto degli antidolorifici che sembravano avere effetto, ma solo temporaneo. Una volta aveva descritto, al suo psichiatra, quel malessere come una serie continua di aghi appuntiti che gli venivano confiscati nella pelle fino a farlo urlare, tant'era insopportabile. Un'altra volta ancora, l'aveva definito come un martello che lo colpiva con violenza, ripetitivamente. E ancora, come tanti pugni scagliati senza precisione, ma con forza.

Non sapeva come spiegarsi e il tutto rimaneva avvolto in una nuvola di mistero, quasi da far credere al suo psichiatra che quel tanto chiacchierato dolore, non esistesse per niente e che fosse tutto frutto della sua immaginazione. Probabile, aveva pensato Baek Hyun, senza giustificarsi.

Infilò la piccola mano tremolante nell'enorme tasca del suo giubbotto nero ed afferrò con forza, poiché aveva paura di farla cadere a terra, l'oggetto della sua ricerca. Aprì il piccolo barattolo trasparente di plastica, su cui era attaccata l'etichetta del nome del farmaco, che conteneva le sue familiari pillole per il dolore. Subito ne ingoiò due, in un colpo, tutto d'un fiato, vorace, per poi rimettere al suo posto la custodia, al sicuro da occhi indiscreti e curiosi. Sospirò, sentendo il bruciante dolore, che fino a poco prima gli attanagliava il petto, lentamente svanire, lasciando il posto al sollievo. Si sentiva decisamente meglio. Chiuse gli occhi, inspirando profondamente e si fece cullare dal quel momento di serenità, di leggerezza e di pace, come se fosse una dolce melodia.

Nonostante tutta la sua attenzione nel cercare di nascondere quelle pillole, non poté immaginare che proprio in quel momento, Chan Yeol arrivò con qualche minuto di anticipo. La sua giornata universitaria si era accorciata all'improvviso, per la mancanza di numerosi professori.

Chan Yeol aveva pensato di fargli una grande - per così dire - sorpresa, ossia, di portarlo da qualche parte a pranzare, ma, quando, l'aveva visto ingerire quelle piccole pillole, tutto il suo entusiasmo era svanito come polvere nel vento e il suo cuore si era fermato per un millesimo di secondo nel petto, stretto nella gabbia toracica.

In quel momento, osservò attentamente il maggiore con gli occhi vigili, per la prima volta, e notò alcuni piccoli dettagli che prima gli erano sfuggiti, o, che, invece, aveva deliberatamente ignorato. Baek Hyun non indossava scarpe, ai suoi piedi portava un semplice paio di ciabatte color blu e malmesse. Chan Yeol si chiese se li avesse sempre portati e come aveva fatto ad non accorgersene. Il polso destro era avvolto da un braccialetto color giallo ocre, sul quale era inciso un numero di serie, probabilmente, il suo. Riuscì anche a distinguere il leggero tic, quasi impercettibilmente, che faceva con la spalla destra: la sollevava di scatto senza rendersene conto - così pensava - per più di tre volte almeno in un'ora.

Chan Yeol si domandò dove fosse stato fino a quel momento, cosa avesse guardando e come avesse fatto ad ignorare tutti quei piccoli segnali che sembravano invece lampeggiare come cartelloni pubblicitari. Ma l'amore l'aveva accecato, rendendo tutto ottenebroso, tutto più bello e meno problematico. Si era costruito una favola da solo ed era andato tutti in pezzi in un solo istante di lucidità.

All'improvviso, sentì il mondo sprofondargli sotto i piedi, per risucchiarlo, e un profondo buco aprire la sua voragine, alla bocca del suo stomaco, che si chiuse in una stretta morsa a causa dei sensi di colpa. L'unica cosa che la sua mente lucida - per quanto potesse esserlo - si domandò, fu a cosa servissero quelle medicine e perché Baek Hyun le prendesse.

La sua mente capì, però, di avere una grande paura, terrore, di chiederglielo, perché aveva come la sensazione, che se l'avesse fatto, che se glielo avesse chiesto, poi tutto sarebbe potuto cambiare, in peggio. Pensò che il loro rapporto, la loro ambigua relazione, probabilmente, sarebbe diventata piena di complicazione, del tutto instabile, fragile. Il suo cuore aveva estremamente timore che i sentimenti dell'altro potessero cambiare o, addirittura, spegnersi sotto i suoi occhi, senza poter fare niente. O, ancora, che i suoi sentimenti si rivelassero completamente falsi, finti, che si fosse innamorato dell'idea di poter amare qualcuno e non di Baek Hyun. Ma quello di cui aveva più terrore, che lo spaventava fino a fargli mancare anche il respiroera di poter perdere quel loro strano legame che si erano costruiti con fatica e sudore, di poter perdere Baek Hyun e se stesso completamente, perdere loro.

Chan Yeol cercò di reprimere e scacciare quell'immagine dalla mente, che gli sembrava fin troppo reale, vivido, dietro a quel muro che si era creato da solo, dove nascondeva tutti gli evidenti atteggiamenti del disturbo mentale di Baek Hyun. Questi sembrava, però, spingersi sempre più avanti prepotente, come se stesse urlando a Chan Yeol di accorgersene, di aprire gli occhi, di aiutarlo e di non lasciarlo andare alla deriva, almeno, non da solo.

Per la prima volta, diede retta alle parole del suo migliore amico e nella sua mente collegò le parole di Kyung Soo a quello che aveva visto, rabbrividendo di nuovo. Si chiese di cosa soffrisse Baek Hyun: probabilmente di un disturbo mentale. Non aveva ancora avuto il coraggio di confessarglielo e, sperava, che gliene parlasse in futuro.

La realtà era un'altra, completamente differente e meno splendente da come immaginava fosse. Era più oscura, piena di segreti inconfessabili e di un fiume di bugie che scorreva imperterrito sotto i suoi piedi.

Ma questo Chan Yeol non lo seppe mai, prima della sua morte, ebbe solo piccolo dubbi sulla verità nelle parole rivelate del più grande. Starà dicendo la verità o mi sta mentendo?, pensava spesso, prima di sorridere e sperare fosse tutto vero quello che Baek Hyun diceva.

Il maggiore si girò di scatto, come se avesse percepito qualcosa. In realtà, si guardò intorno, per vedere se il più piccolo fosse arrivato. Vide l'altro, che non si accorse di niente, assorto nel suo mondo con lo sguardo perso nel vuoto. Sorrise addolcito da quella visuale e camminò fino ad arrivare di fronte a lui, per poi stringergli una mano dolcemente. Chan Yeol, a quel piccolo tocco, reagì immediatamente, rimanendo sorpreso e spaesato, lo guardò per qualche istante, prima di sorridergli.

«Baek», lo chiamò leggermente confuso, mentre cercava di scacciare i suoi pensieri. Decise che ci avrebbe riflettuto per bene più tardi, lontano dal maggiore, perché aveva paura che lui, potesse confonderlo. «Buongiorno».

«Che hai, Yeol?», chiese l'altro, notando la preoccupazione negli occhi del minore. Sperava che quest'ultimo non avesse visto niente di strano, eppure sentiva una strana ansia nel petto che sembrava non volersene andare facilmente.

«Niente», sussurrò in un sospiro, sorridendogli con gentilezza, per rassicurarlo. «Vuoi una tazza di cappuccino?».

Baek Hyun annuì ancora un po' scettico ma sorrise felice di quelle piccole attenzioni da parte di Chan Yeol. Si sedette sulla panchina e rimase lì ad aspettarlo. Quando il più piccolo tornò, consegnando gli la sua bevanda, rimasero nel più pacifico silenzio a contemplare l'un l'altro.

Tuttavia, Chan Yeol sentiva il cuore pesante, si sentiva impotente, mentre osservava l'edificio scialbo di fronte a se.

 

 

 

 

 

|| || || 

 

 

 

 

 

05 Marzo 2015.

 

 

 

 

 

«Quest'anno fa più freddo dell'anno precedente», affermò Baek Hyun in un piccolo sospiro, mentre con gli occhi osservava le nuvole di condensa che si creavano contro il suo respiro.

«Non credi?». Se Hun sorrise cinicamente e annuì lentamente, come assorto nei suoi pensieri; lui considerava qualsiasi inverno eccessivamente freddo e ne soffriva tremendamente.

«Allora, dovresti coprirti di più», affermò leggermente imbarazzato. Aveva l'impressione di comportarsi come una madre con il proprio figlio.

Si sfregò le mani arrossate tra loro, cercando calore, poi ci alitò sopra, senza ottenere risultati. Se Hun pensò, che si sarebbe pure quasi congelato.

«Sennò ti ammalerai, come succede spesso a me». Baek Hyun emise una risata strozzata simile a un rantolo, che sembrò spezzare rumorosamente il silenzio di quella notte. Il minore fece un piccolo sussulto, quando lo sentì e il cuore tremò timidamente.

«Non mi ammalerò mai», rispose il maggiore con la voce rauca e impastata della sua stessa saliva. Io ho Chan Yeol che mi protegge, pensò Baek Hyun.

«Se lo dici tu».

Se Hun non aggiunse nient'altro: calò il silenzio tra i due e nessuno osò pronunciarsi di nuovo. Non aprirono bocca e non emisero il minimo rumore, mentre il Sole calava all'orizzonte, la notte assieme alla Luna li avvolgeva velocemente. A tenerli compagnia era solo il suono delle autovetture che percorrevano la strada principale e il chiacchiericcio delle persone che li superavano come se fossero invisibili. Tutto sembrava apparentemente tranquillo e desolato, ma dietro quella facciata, si nascondevano tutti i segreti che Baek Hyun negli anni si era portato avanti, sulle spalle.

«Sai, credo che Chan Yeol lo sapesse». Baek Hyun spezzò, ormai innervosito da quel silenzio agghiacciante, la magia - se così si poteva definire - di quel momento. Si osservò le mani rosse e fredde come il ghiaccio, mentre contemplava il cielo terso.

«Cosa sapeva?», domandò Se Hun, non capendo l'affermazione improvvisa del maggiore. I suoi occhi lo guardarono interrogativo, aspettando una risposta, che non tardò ad arrivare.

«Quello che sai anche tu», rispose l'altro in un sibilo quasi impercettibile, rivolgendogli lo sguardo, per la prima volta in quella giornata. Se Hun ebbe paura in quell'istante, un brivido percorse tutto il suo corpo. Si chiese se la sua espressione facciale lo stesse tradendo, e, se era così, cosa Baek Hyun stesse vedendo.

«Di cosa parli?», domandò di rimando, facendo finta di niente, ignorando la sua coscienza, che sembrava urlargli contro con prepotenza. Lasciò la voce vibrare leggermente per la tensione, ingoiando la sua stessa saliva.

«Del fatto che sono un paziente della clinica», rispose Baek Hyun, mettendolo davanti alla brutale ed orrenda verità di cui era già a conoscenza. Se Hun rimase in silenzio, cercando di elaborare e metabolizzare quelle parole così semplici e coincise: l'aveva detto senza peli sulla lingua, senza esitazione, senza paura del suo giudizio. Come se niente fosse, come se non fosse importante e fosse chiaro a tutti.

«Capisco...». Non ebbe neanche il coraggio di chiedergli quando l'aveva scoperta e come aveva fatto. «E perché pensi che Chan Yeol lo sapesse?».

«Perché mi ha visto ingoiare le pillole, ne sono sicuro: il suo sguardo non mentiva. La sua faccia trapelava desolazione e tristezza, ma nonostante questo non mi ha chiesto niente. È rimasto in silenzio e mi ha offerto un cappuccino». Baek Hyun sentì una piccola fitta al petto, al cuore. Sembrava quasi quel suo vecchio dolore, quasi come se fosse ritornato a tormentarlo anche in quel momento della sua vita, in un momento in cui si sentiva, almeno, un po' in pace.

«Quindi, le opzioni erano due: o lo sapeva, ma non mi ha chiesto niente per rispetto. O lo sapeva e non gliene fregava niente di me».

Il silenzio calò per qualche secondo intorno a loro, mentre il più grande cercava di elaborare la frase. La sua mente sembrava star vacillando lentamente, lasciandolo alla deriva, solo e abbandonato. In quel momento pensò, che Chan Yeol non glielo avrebbe mai permesso.

«Quindi preferisco optare per la prima scelta: lo sapeva ma non mi ha chiesto niente per rispetto. Credo sia la scelta migliore per la mia sanità mentale. E per il mio fragile cuore».

 

 

 

 

 

  
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