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Autore: Meramadia94    30/04/2016    1 recensioni
Viene commesso un omicidio e non è una cosa insolita per il piccolo Conan, ma stavolta è diverso, in quanto ogni prova ed ogni indizio da come colpevole una persona molto importante per il detective Takagi.
Il piccolo detective dovrà dimostrare la sua innocenza, malgrado tutto converga contro di lei e nulla pare riuscire a scagionarla.
Genere: Angst, Generale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Miwako Sato, Nuovo personaggio, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Wataru Takagi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~~'' Dottore...''- fece Takagi quando il medico fu uscito dalla stanza della sorella -'' come sta?''
Nel frattempo anche Sato e Megure erano tornati dall'essere andati a prendere il caffè al bar di fronte all'ospedale ed adesso erano in fibrillazione per ottenere la tanto desiderata notizia che la giovane Sakura era fuori pericolo e sarebeb stata bene.
'' I parametri vitali sono nella norma e da un primo esame risulta che non ha riportato danni al cervello. E' solo molto debole: qualche giorno per medicazioni e controlli e potrà riportarsela a casa.''
In quel momento, forse per la prima vera volta dopo una settimana che era sembrata non finir più, il giovane agente riprese finalmente a respirare e la felicità di diffuse nei cuori dei presenti con la stessa rapidità della folgore.
Era finita. Il colpevole era stato assicurato alla giustizia, sua sorella era viva e sarebbe stata bene... ancora non ci credeva. Per una frazione di secondo, aveva persino temuto che fosse solo un bel sogno e che fosse ancora nel suo letto a dormire.
'' Solo le raccomando... la tenga sotto controllo una volta dimessa, e si assicuri che prenda le medicine che le sono state perscritte.''- e nel dir così gli porse un foglietto che somigliava ad una ricetta medica.
'' Certo, non c'è bisogno che me lo ricordi... non si preoccupi... posso vederla?''
Il medico parve pensarci un attimo e poi diede il suo consenso.
'' E sia. Ma le ricordo, sua sorella è ancora molto debole... non la faccia strapazzare e non si fermi per più di cinque minuti, è chiaro? Deve riposare.''
'' Certo, non si preoccupi...''- nel dir così entrò nella stanza della ragazza, seguito a ruota dai tre poliziotti suoi colleghi.
Sua sorella era sveglia, anche se molto pallida e con un'espressione stravolta in volto: evidentemente, ancora faticava a credere di essere sfuggita al suo possibile assassino per ben due volte nello stesso arco di tempo.
'' Ehy...come ti senti tesoro?''- fece il poliziotto sedendosi accanto a lei.
'' Mi fa un po' male la ferita, ma tutto sommato ho visto momenti peggiori...''
'' Tranquilla... adesso è finita.''- fece il poliziotto scompigliandole i capelli imperlati di sudore, sorridendo.
'' E' bello rivederti con gli occhi aperti piccola...''- fece l'agente Sato avvicinandosi alla parte inferiore del letto con un sorriso amichevole.
'' Agente Sato... felice di averla rivista mentre sono ancora su questa terra...''- fece con voce stanca la ragazza, per poi incupirsi nuovamente alla vista dell'ispettore Shiratori -'' Mi vuole arrestare un'altra volta?''- chiese con un tono che variava dallo scettico allo scherzoso.
'' No, tranquilla.''- fece Shiratori cercando di sorriderle -'' E' che non volevo perdermi il risveglio della bella addormentata per rivedere il suo bel musetto.''
I due fratelli lo fulminarono con lo sguardo.
Una per informarlo che ''purtroppo'' non era il suo tipo ideale, l'altro per rammentargli che era già fidanzato e che anche se così non fosse stato, era cortesemente invitato a non fare la corte anche all'altra '' donna della sua vita''.
'' Beh, volevo farti un complimento...''- si giustificò Shiratori, causando un coro di risatine sommesse.
Anche Sakura sorrise per poi abbandonarsi sul cuscino, come colta da un giramento di testa.
'' Taru, non voglio mandarti via, ma ti dispiacerebbe lasciarmi sola? Sono molto stanca, vorrei dormire un po'...''
'' Certo... tranquilla.''- fece l'interpellato sistemandole meglio la coperta, mentre gli altri si apprestavano ad uscire dalla stanza. Restò con la sorella per un'altra manciata di secondi, sino a quando la giovane non si rifugiò nuovamente nel mondo dei sogni.
Con la differenza che stavolta, si sarebbe svegliata da sola e molto più in salute di com'era quando si era addormentata.
Fuori dalla stanza era rimasta solo Sato ad attenderlo.
'' Io... non so come ringraziarti...''- fece Takagi -'' per non avermi lasciato solo...''
'' Io un'idea che l'avrei...''- e nel dir così gli si avvicinò ed una volta presogli il viso tra le mani gli diede un tenero bacio sulle labbra, facendolo diventare rosso come un semaforo.
'' E se ci vedono?''- fece Takagi quando la donna si staccò per un attimo dal viso del poliziotto.
'' Vorrà dire che hanno vista buona e gioiremo per loro di questo.''- spiegò la donna con un candore tipico di un bambino, prima di ricominciare a baciarlo.

Malgrado ormai il caso che l'aveva vista coinvolta prima come sospettata, poi vittima e testimone chiave per diventare di nuovo sospettata, fosse chiuso, l'ispettore Megure aveva chiesto a Sakura di trattenersi in città ancora per un po' dopo la sua dimissione dall'ospedale, in quanto le sarebbe stato certamente chiesto di ripetere la sua testimonianza in tribunale.
Malgrado il contesto non fosse esattamente piacevole, Takagi si mostrò entusiasta del sapere di poter godere per un po' della sorellina, vedendo finalmente l'occasione di mantenere la promessa di mostrarle un po' la città in cui si era trasferito a causa del lavoro e le aveva già assicurato che sarebbe potuta rimanere a casa sua.
Aveva parlato con la madre e dopo averla del tutto tranquillizzata le riferì anche che Sakura avrebbe dovuto trattenersi a Tokyo ancora per un po', assicurandole che era finita e che adesso si trattava di una pura formalità da sbrigare.
Sulle prime anche Sakura si era dimostrata felice di poter stare per un po' con il suo amato fratellone senza dover essere messa sotto protezione e di poter conoscere un po' meglio i suoi amici, Miwako... e sì, doveva ammetterlo, nemmeno l'ispettore Shiratori le sembrava più così antipatico.
I problemi iniziarono dopo che la giovane venne dimessa dall'ospedale.
Anche se i dottori le avevano detto che ormai stava bene, che non aveva riportato danni celebrali, che aveva dimostrato delle capacità di recupero straordinarie raccomandandole il riposo assoluto, la ragazza era totalmente cambiata da come suo fratello la conosceva.
Come si conveniva ad una ragazza che condivideva il suo stesso sangue, Sakura era sempre stata una ragazzina vivace, allegra, simpatica, piena di vita e progetti.
Tutti e due si erano mantenuti così, malgrado avessero dovuto sopportare il dolore della morte del padre, in maniera inaspettata e tremenda.
Ma ultimamente era diventata triste e taciturna... ogni tanto la sorprendeva anche a piangere. Soprattutto la notte.
La mattina dopo, era palese che non avesse chiuso occhio, malgrado si sforzasse di fargli credere che scoppiava di energia e si alzasse prima di lui per preparargli la colazione.
Incredibile a dirsi ma era più pimpante durante quelle ore terribili in cui era certa che sarebbe finita in prigione.
'' Ma perchè ti comporti così piccola...?''- pensava quando la vedeva sconsolata.
Aveva persino provato a chiederle cosa ci fosse che non andava, ma lei o cambiava discorso o si chiudeva a riccio.
'' Mi chiedo cosa le sia preso, tutto in un colpo...''- aveva confidato una mattina alla fidanzata sorseggiando un po' di caffè -'' pensavo che trovare l'assassino di Yuky e scagionarla dall' accusa di omicidio l'avrebbe aiutata a sentirsi meglio invece... mi sembra più disperata di prima.''
Sato annuì comprensiva.
Effettivamente aveva notato anche lei questo dettaglio, ma francamente non ne era stupita: prima Sakura aveva un sacco di cose a cui dar peso e preoccuparsi, tra le accuse pronte sempre a saltare fuori, il rapimento e la paura che quell'uomo venisse a cercarla pur avendola liberata. Quando avevano scambiato qualche parola in centrale, prima che l'assassino fosse preso, Sakura aveva parlato anche di Yuky oltre che di Wataru e malgrado i cari alti e bassi... Sakura pareva molto dispiaciuta del fatto che la ragazza fosse stata assassinata.
Non aveva avuto nè tempo nè modo di piangere la morte dell'amica... era perfettamente normale che passata l'adrenalina e la caccia allo spietato assassino terminata, la ragazza si sentisse molto triste e malinconica per l'accaduto.
'' Sta solo metabolizzando la scomparsa di Yuky... quella è la parte più difficile da affrontare.''- e lei ne sapeva qualcosa.
Sapeva bene che per mettersi in testa come si deve che una persona che in un modo o nell'altro si era rivelata importante per la proria vita, mancava per non tornare mai più, ci voleva molto tempo, molto dolore e molte lacrime nella stragrande maggioranza dei casi.
Ma di una cosa era certa.
'' Ma come ti ho già detto... Sakura ti somiglia in maniera impressionante, ed anche se da fuori non sembra... ha a sua disposizione una forza fuori dal comune. Ce la farà. Non sarà semplice... ma ce la farà.''
Takagi sospirò, leggermente più sollevato -'' Mi piacerebbe poterla aiutare... ma non so come.''
'' Non c'è molto che tu possa fare... devi solo permettere al suo dolore di fare il suo corso e starle vicino.''
'' Ma...''
'' So che sembra inverosimile... ma l'unica cosa che puoi fare per lei è starle accanto.''
Takagi annuì.
Starle accanto ed essere pronto ad accogliere la sua richiesta d'aiuto quando e se questa glil'avesse chiesto.
Questo poteva farlo.
Non era mai stato un peso per lui.

 Quella sera, circa un'ora dopo aver finito di cenare con del riso alle mandorle con contorno di verdure, Sakura poggiò sul tavolo una tazza di caffè fumante, richiamando così l'attenzione del fratello intento ad esaminare le scartoffie che si era portato a casa dal lavoro.
E non erano scartoffie qualunque: era il caso Sakuragi.
Megure aveva deciso, dato che il suo giovane subalterno conosceva quel caso meglio di chiunque altro, era giusto che fosse lui a redigere il rapporto, ed aveva portato tutto a casa per lavorare con calma, tenendosi però sempre pronto a coprire quanto scriveva con l'altro braccio quando pensava che la sorella stesse per avvicinarsi.
Voleva impedire a tutti i costi che la sorella rivivesse un solo momento di quei giorni di terrore, nemmeno per sbaglio.
'' Oh, ti ringrazio... ci voleva.''- fece Takagi sorseggiando la bevanda che la sorella gli aveva preparato dopo averci soffiato un poco sopra.
Malgrado si fossero rivisti in una situazione da schifo, e che in quel momento il cuore della sorellina fosse attanagliato dal dolore, le cose non erano cambiate.
Quando doveva studiare fino a tardi per un compito in classe particolarmente difficile o per l'esame di diploma, prima delle nove di sera, ora che stando ai loro genitori era l'ora di infilarsi sotto le coperte, la sorellina entrava nella sua stanza con una tazza contentente a volte latte, altre tè, cioccolato caldo e quando la situazione era particolarmente critica stando a Wataru gli portava anche del caffè.
'' Io vado a dormire... non lavorare fino a tardi, d'accordo?''- si raccomandò la ragazza -'' non oso immaginare cosa potresti combinare se vai al lavoro mezzo morto di sonno.''
'' Sì, mammina...''- la prese in giro il fratello per poi ritornare serio -'' Sakura...?''
'' Sì?''
'' Lo sai vero, che sarò sempre pronto ad aiutarti ed ascoltarti, sempre e comunque?''
'' Certo... ovvio che lo so.''- fece Sakura tornando indietro per dare al fratello un bacio sulla fronte, per poi rintanarsi in camera.
Takagi sospirò.
Sì, doveva lasciare che la sorella superasse quel dolore lancinante con le sue forze e sapeva a colpo certo che ce l'avrebeb fatta... ma era una sofferenza essere tenuto a distanza proprio da lei e vederla negare persino a sè stessa il bisogno di avere accanto a sè qualcuno che l'aiutasse a sopportare quel colpo.

La mattina dopo, fu Wataru ad alzarsi per primo e quindi a preparare per la sorella qualcosa da mangiare.
Prima di uscire passò nella stanza di Sakura per assicurarsi che stesse bene.
Forse avrebbe dovuto svegliarla, dirle che stava uscendo ma erano solo le 07.09 del mattino. Preferì dunque passare solo nella sua stanza, con passo felpato e lasciarla riposare in santa pace.
E poi era un peccato svegliarla, data l'espressione di serenità che aveva in volto.... doveva star facendo un bellissimo sogno.
Le carezzò i capelli, stando attento a non far avvertire troppo la sua presenza ed evitarle un risveglio improvviso.
'' E questa cos'è?''- pensò tra sè e sè notando una busta sul piccolo scrittoio.
Una lettera che veniva da Kyoto ed indirizzata alla sorella. La carta era stata piegata e ripiegata più volte, segno che la sorella aveva letto quel biglietto più di una volta.
Chissà cosa diceva quel biglietto di tanto interessante... forse era la lettera di un amico a cui sua sorella era particolarmente legato.
Venne colto dalla curiosità di sapere chi fosse il mittente di quel biglietto... certo che se sua sorella avesse scoperto che aveva ficcanasato tra le sue cose e nei suoi affari privati, forse non l'avrebbe ammazzato... ma di certo l'avrebbe pestato.
Ma in fin dei conti era suo fratello ed era anche un poliziotto... curiosità al quadrato dunque.
Si voltò un secondo. La sorella stava ancora dormendo.
'' Darò solo una scorsa... non se ne accorgerà mai.''- nel dir così aprì il foglio e lo lesse.
Quando finì di leggere la lettera aveva gli occhi sgranati dalla sorpresa.
Finalmente sapeva quale fosse realmente il fardello che angustiava la sorella, oltre al dolore per aver perso una persona a cui, tutto sommato, era affezionata.
La sorella era divorata da un mostro ancora peggio della rabbia e del desiderio di vendetta. Un mostro a cui se si cedeva e si negava il voler essere aiutati, distruggeva la vita pezzo per pezzo.

  
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