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Autore: Meramadia94    30/04/2016    1 recensioni
Viene commesso un omicidio e non è una cosa insolita per il piccolo Conan, ma stavolta è diverso, in quanto ogni prova ed ogni indizio da come colpevole una persona molto importante per il detective Takagi.
Il piccolo detective dovrà dimostrare la sua innocenza, malgrado tutto converga contro di lei e nulla pare riuscire a scagionarla.
Genere: Angst, Generale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Miwako Sato, Nuovo personaggio, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Wataru Takagi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~~Non riusciva a smettere di pensare al contenuto della lettera che aveva trovato in camera della sorella e che aveva letto.
Ma come si faceva ad essere così crudeli e così poco empatici con una persona che nel giro di una settimana aveva vissuto l'inferno?
Le parole che aveva letto gli ronzavano ancora in testa...
Quella lettera era stata scritta dai genitori di Yuky, i quali dopo aver espresso alla giovane i loro migliori auguri di pronta guarigione le avevano praticamente detto che trovavano quasi irreale che Yuky non ce l'avesse fatta mentre lei era uscita indenne dalle mani di un pericoloso assassino.
Era come se le avessero detto '' Se proprio era destino che una delle due trovasse la morte a Tokyo... forse saresti dovuta morire tu.''
Più o meno, era quello il sugo di quel biglietto.
Non osava immaginare come si fosse sentita la sua povera Sakura nel leggere quella missiva che era partita con l'obiettivo di far sentire alla ragazza la vicinanza di qualcuno e che si era trasformata in una terribile arma.
Un coltello piantato nel cuore che non riusciva a rimuovere in alcun modo e che come tentava di togliere, questo pareva essersi calcificato dentro di lei, causandole ancora più male.
E la cosa che più temeva... era che la sorella riteneva di meritarsi quel macigno sul cuore, altrimenti non sapeva trovare altra spiegazione per cui la giovane si ostinasse a leggere e rileggere quella lettera.
'' Ma perchè devi sopportare tutto questo? E perchè vuoi sopportarlo da sola?''
'' Prego?''- fece l'ispettore Megure distraendosi un attimo dal leggere il rapporto sul caso che il suo sottoposto gli aveva consegnato non più tardi di quindici minuti prima.
'' Oh, mi scusi...''- fece il giovane agente sfiorandosi la testa per l'imbarazzo -'' ero... sovrappensiero.''
'' Capisco, non ti preoccupare...''- e nel dir così mise la firma sul rapporto. E con quella firma, il caso dell' Aggressore della Buonanotte poteva dichiararsi chiuso.
Difficilmente avevano avuto per le mani un caso così solido. Dubitava dal profondo del cuore che quell'uomo sarebbe riuscito a salvarsi.
'' Ottimo lavoro, Takagi... puoi andare.''
'' Perfetto...''- fece Takagi allontandosi -'' Vado di pattuglia...''
'' No... che hai capito...''- fece Megure richiamandolo alla sua scrivania -'' Puoi andare. Va a casa e prenditi qualche giorno di ferie, te li sei meritati.''
'' Ma, signore...''
'' Hai passato un brutto momento, e non so davvero come tu abbia fatto a gestire così bene il tutto senza dare di matto... adesso stacca la spina per qualche giorno e riprenditi.''
Il giovane agente annuì.
Sì, in effetti forse quello di cui aveva bisogno era proprio qualche giorno di stacco per stare vicino a Sakura ed aiutarla a capire che non era sua la responsabilità di quanto era accaduto... non era stata lei a trascinare Yuky in un agguato mortale, e non era stata lei a piantarle un tagliacarte nello stomaco stroncandole la vita.
C'era una sola persona da incolpare per quella terribile tragedia... solo che negava qualunque responsabilità e continuava a scaricarla sulle vittime che aveva creato.
Il colpevole che si auto riteneva vittima e la vittima che si riteneva colpevole... se solo avesse potuto fargli tutto il male che lui aveva fatto a sua sorella...
No.
Doveva allontanare da sè quel pensiero: lui era un poliziotto. Non un giustiziere e nemmeno un vigilante.
Inoltre quell'uomo non si meritava uno solo dei suoi pensieri, così come non si meritava che Sakura si sentisse colpevole della morte di Yuky al posto suo.
Doveva concentrarsi su Sakura in quel momento.
Avrebbe approfittato di quei giorni per aiutarla a rimettere a posto le cose nella sua vita.
Rivoleva indietro la sua Sakura. O Saku-chan come la chiamava da piccola.
Rivoleva indietro quella dolce ed amabile ragazzina a cui si illuminavano gli occhi al solo pensiero di entrare in una libreria o di passare anche solo per poche ore sulla spiaggia. Quella bimba dolce e sognatrice, ma che allo stesso tempo non si perdeva d'animo... gli mancava terribilmente quel sorriso che malgrado ormai appartenesse ad una giovane donna adulta, conservava ancora il candore e l'innocenza di una bambina.
'' Mi manchi piccola... sei qui, ma mi manchi...''
Una tazza di caffè fumante gli apparve all'improvviso sotto agli occhi, riscuotendolo dai pensieri.
'' Dai bevi...''- fece Sato sorridendo -'' Hai una faccia... non dirmi che sei rimasto sveglio tutta la notte per redigere il rapporto.''
'' Macchè...''- fece Wataru sorseggiando lentamente il contenuto della tazza per evitare di bruciarsi la lingua.
In breve, narrò alla poliziotta più corteggiata della prima sezione investigativa quanto aveva scoperto quella mattina e quasi per caso, rivelando così qual'era il terribile fardello che opprimeva la sua sorellina.
'' Hai aperto una busta che non era indirizzata a te?!?''- fece Sato sbigottita -'' sai che tua sorella ha mille motivi per denunciarti per violazione della privacy se lo scopre?''- lo prese in giro la fidanzata.
'' Appunto.
SE lo scopre.''- e con quell'espressione imbarazzata aveva fatto capire alla vice ispettrice che contava sulla sua discrezione riguardo alla confidenza appena fattale. Sapeva anche lui che era sbagliato leggere la posta degli altri, ma era troppo curioso di scopre cosa ci fosse su quel biglietto per far si che la sorella lo leggesse in continuazione. E forse avrebbe preferito preoccuparsi di qualcuno che stava un po' troppo intorno alla piccola di casa, per essere un semplice amico. Almeno sua sorella non avrebeb avuto quella morsa di sensi di colpa serrarle il cuore -'' Tecnicamente era stata già aperta, e già che ci siamo quel biglietto è stato letto e riletto non so quante volte...''- come se Sakura pensasse di meritarsi l'essere additata come un'assassina ed avesse deciso di punirsi per qualcosa che riteneva una sua colpa -'' e poi tecnicamente parlando, curiosare sarebbe il mio lavoro.''
Sato soffocò una risata per poi ritornare seria.
Non osava nemmeno immaginare come si stava sentendo quella povera ragazza... il senso di colpa era un mostro senza cuore che si nutriva dell'anima delle persone migliori e che non avevano nulla di cui doversi pentire o vergognarsi.
E tra quelle persone, purtroppo, prima c'era stato proprio Takagi per poi passare '' il testimone'' a sua sorella.
Ricordava ancora il terribile senso di colpa che l'aveva attanagliato, tempo prima, quando si era ritenuto responsabile di non aver potuto impedire che la fidanzata del suo amico e mentore si togliesse la vita. Vero, Takagi non aveva riferito a Natalie la terribile sorte toccata al suo amato, ma era anche vero che Natalie aveva già al corrente di quanto era accaduto e si era tolta la vita perchè l'unico modo per stare insieme era la morte.
Ma prima di questo, Takagi si era sentito in colpa per un altro motivo, che erano in pochi a conoscere... la mattina del giorno in cui Date aveva avuto quell'incidente, i due poliziotti stavano rientrando alla centrale per stilare un rapporto dopo un appostamento. Prima di andare però, Takagi aveva proposto di prendere un caffè assieme. Era stato proprio lui ad andare al chioschetto che distava una ventina di passi dalle strisce pedonali...
Ma mentre andare sentì il rumore delle ruote che stridevano sull'asfalto e di una persona che cadeva a peso morto sull'asfalto.
Istintivamente si era voltato, temendo il peggio. Che purtroppo si era avverato: il suo amico era disteso a terra con la testa insanguinata e malgrado avesse prontamente chiamato un'ambulanza e tentato di soccorrerlo al meglio delle sue capacità, il suo amico spirò durante il trasporto in ospedale.
Per molto tempo, dopo quel tragico incidente, si era chiuso a riccio ritenendosi responsabile di quella morte così assurda e allo stesso tempo terribilmente ingiusta malgrado i suoi superiori gli avessero detto e ripetuto che non era stata sua la colpa di quanto era accaduto.
'' Non le fa bene colpevolizzarsi in questo modo... non è colpa sua se Yuky è morta.'' - fece il poliziotto con aria triste e sconsolata in volto... era proprio vero. Non c'era sofferenza peggiore che vedere una persona amata soffrire e non sapere cosa fare per alleviarle il dolore.
'' Hai ragione... anche perchè non ne ha motivo...''- fece Sato appoggiandolo immediatamente -'' Non l'ha uccisa lei. E' morta nel momento in cui Sakuragi l'ha presa nella sua rete... inoltre ti faccio notare che Sakura nemmeno ci sarebbe dovuta venire a Tokyo. Lei era lì come guardiano. Non era lei la vittima designata.''
In un certo senso, anche se non era una cosa carina da pensare nei confronti di una vita finita prima ancora che potesse davvero iniziare, si poteva dire che fosse stato proprio l'atteggiamento altezzoso ed abituato ad avere tutto quello che desiderava senza remore a condurre Yuky alla sua tragica fine.
Con questo non voleva dire che Sakuragi avesse avuto ragione di fare quel che aveva fatto o che la ragazza si era meritata quello che le era successo... Sakuragi aveva commesso il peggiore dei reati e si rifiutava di ammettere il suo sbaglio, e Yuky pur avendo avuto un atteggiamento sbagliato era pur sempre una ragazzina e non avrebbe mai dovuto pagare il prezzo che una mente disturbata aveva deciso di farle pagare... ma nemmeno Sakura si meritava di scontare un senso di colpa grande come il Giappone, soprattutto dopo quello che aveva sopportato.
'' Lo so che non ha motivo di punirsi in questo modo...''- fece Takagi finendo il suo caffè -'' vorrei poter fare qualcosa per lei...''
'' Perchè non provi a immedesimarti in lei?''- fece la voce di un bambino alle spalle dei sue poliziotti.
Takagi si voltò e si ritrovò davanti il piccolo Conan.
'' Ma tu guarda chi si vede, la nostra migliore risorsa...''- fece Sato accucciandosi di fronte al bambino scompigliandogli i capelli -'' che ci fai tu qui?''
'' Ho accompagnato Goro che doveva dare la sua deposizione sul caso e mi annoiavo... così ho pensato di venirti a chiedere come sta Sakura.''- e dal proposito di chiedere era passato alla decisione quasi inconscia di origliare, scoprendo così che anche dopo la tempesta, la sorella di Takagi non se la passava per niente bene.
'' Prova a pensare se tu fossi Sakura... cosa ti farebbe essere di nuovo in pace con il mondo e con te stesso?''- fece di nuovo Conan.
Takagi riflettè.
Ora che ci pensava... forse c'era un modo per far tornare sua sorella quella di sempre. Ok, forse esagerava, il ricordo di quel che era accaduto l'avrebbe accompagnata per sempre... ma a costo di giocarsi il distintivo l'avrebbe tirata fuori dal baratro in cui era caduta grazie anche ai genitori di Yuky.
  
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