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Autore: Meramadia94    30/04/2016    1 recensioni
Viene commesso un omicidio e non è una cosa insolita per il piccolo Conan, ma stavolta è diverso, in quanto ogni prova ed ogni indizio da come colpevole una persona molto importante per il detective Takagi.
Il piccolo detective dovrà dimostrare la sua innocenza, malgrado tutto converga contro di lei e nulla pare riuscire a scagionarla.
Genere: Angst, Generale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Miwako Sato, Nuovo personaggio, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Wataru Takagi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~~Non riusciva a smettere di fissare quella foto, nemmeno ormai fosse diventata parte integrante di quello che le si presentava sotto agli occhi.
Quella bella foto, l'avevano scattata le e Yuky circa tre anni prima, quando avevano legato durante una gita scolastica.
O almeno credeva che avessero legato... all'inizio pareva andar tutto bene, ma dopo quasi sei mesi erano cominciati i problemi: Yuky che troppo spesso le prometteva di andare assieme da qualche parte e poi disdiva, magari all'ultimo momento, commenti poco carini o indelicati specie quando le raccontava le cose che faceva con suo padre, di quanto erano uniti ed affiatati tra loro e del loro rapporto quasi da compagni di squadra pur essendo a conoscenza del fatto che lei era rimasta orfana di padre quando era piccola... e poi il suo atteggiamento da first lady che le faceva pretendere di mettere le sue esigenze ed i suoi bisogni prima di quelli degli altri...
Avrebbe voluto che qualcuno le insegnasse che la terra girava attorno al sole e non attorno a lei... ma non a questa maniera.
Non le avrebbe mai augurato di essere presa di mira ed uccisa da un pazzo vendicatore... non era giusto.
'' Perdonami se puoi...''- fece la giovane mentre una lacrima solitaria le cadeva dagli occhi per finire proprio sulla faccia di Yuky -'' è successo tutto per colpa mia.''
Niente le toglieva dalla testa che era stata sua la responsabilità di quanto era accaduto... non l'aveva mandata nel vicolo dove avrebbe incontrato il suo assassino, non era stata lei a ferirla mortalmente... ma era altrettanto colpevole.
L'aveva lasciata sola. Era andata con lei per impedirle di cacciarsi nei guai... e per uno stupido attacco di rabbia l'aveva lasciata sola ed aveva così permesso che venisse uccisa. In fin dei conti c'era abituata ai suoi capricci... perchè diavolo non aveva lasciato correre?
'' Ti starai vergognando di me, papà...''- borbottò tra le lacrime.
Lacrime che asciugò prontamente quando sentì la porta dell'appartamento aprirsi.
Subito andò all'ingresso per vedere chi fosse e la sua sorpresa fu immensa quando vide che il fratello era già a casa.
Erano solo le cinque del pomeriggio in fondo, anche se non conosceva a menadito tutti gli orari ed i turni lavorativi del fratello, le pareva strano che avesse già smesso di lavorare per quel giorno.
'' Ciao Taru...''- fece la ragazza andando incontro al fratello -'' come mai sei già a casa?''
'' L'ispettore Megure mi ha dato qualche giorno di ferie.'' - spiegò il poliziotto -'' Ho sbrigato le ultime formalità ed eccomi qui.''
Sakura sorrise quasi punzecchiando il fratello -'' Appuntamento con Miwako?''
Takagi dissentì con la testa.
'' No, ho appuntamento con te.''
'' Con me? Ma non sono troppo giovane per uscire con te?''
'' E' un modo gentile per darmi del vecchio, ragazzina?''- le rispose con aria falsamente imbronciata -'' ad ogni modo... hai bisogno di uscire. E' da quando hai messo piede a Tokyo che non esci dal posto in cui ti trovi... è ora di rimediare.''
'' Ma... veramente io...''
'' Niente ma. Ho prenotato un tavolo da Denny's. Vai a prepararti, su.''
Niente da dire... suo fratello in genere era una persona paziente e remissiva, ma se faceva uscire allo scoperto il lato da sbirro che voleva costringere qualcuno a confessare un delitto... era molto meglio obbedire, per non farsi male.

Dopo un'ora erano tutti e due pronti per uscire. Sakura aveva indossato una camicetta bianca, una minigonna verde-acqua e degli stivaletti marroni con il tacco. Doveva ammetterlo, la fidanzata del fratello aveva davvero buon gusto in fatto di vestiti ed accostamento di colori ed andarono al ristorante in cui il fratello aveva prenotato un tavolo.
Era un posto semplice ma il personale ed il servizio erano davvero impeccabili. In fin dei conti, c'era un motivo se la gente arrivava dal Kansai e dagli USA per mangiare lì.
Per poche ore quindi, Takagi era riuscito a far dimenticare alla sorella il terribile perso che si portava nel cuore e che si ostinava a voler portare da sola.
Per fortuna, non era la serata al ristorante il piano che il poliziotto aveva architettato per aiutare Sakura ad uscire dal baratro.
Aveva seguito alla lettera il suggerimento di Conan.
Ogni volta che si era sentito triste, solo, disperato, c'era una sola cosa che lo aiutava a sentirsi meglio.
Soprattutto perchè in quel posto, anche se aveva quasi trovato la morte una volta, aveva cominciato ad avere speranza per la cosa più bella che gli fosse mai capitata nella vita.

'' Wow....''- fece Sakura affacciandosi per vedere il panorama che si poteva godere dalla torre di Tokyo -'' è una vista magnifica!!!''
Ed era vero. Vista dal punto in cui si trovavano, Tokyo somigliava ad un'immensa distesa di lucciole di vari colori.
Takagi sorrise. Finalmente rivedeva quel bel sorriso che sapeva ancora del candore dell'infanzia ma che apparteneva ad una bellissima giovane donna.
Lo stesso sorriso euforico che aveva quando cavalcava... gli occhi luminosi quasi come se fosse sotto l'effetto di qualche sostanza, proprio come quando metteva piede in libreria o quando le si proponeva di fare una gita al mare.
Sapeva di aver avuto una buona idea. Sato aveva ragione. Lui e Sakura erano uguali. E quando lui si sentiva affranto, la miglior cosa che potesse fare era andare in cima alla torre di Tokyo ed ammirare quella vista meravigliosa, meglio se notturna. Gli faceva un bellissimo effetto, sempre.
'' Sapevo che ti sarebbe piaciuto...''- fece Takagi avvicinandosi a lei.
'' E' un posto stupendo....''- fece Sakura mentre ammirava il panorama sottostante. Un po' la inquietavano tutti i metri d'altezza che stavano tra loro ed il suolo, ma ciò non sminuiva affatto la bellezza del panorama.
Takagi annuì. In effetti, quel posto era l'ideale per starsene soli con i propri pensieri e magari riuscire a far la pace con sè stessi ed il resto dell'universo... quando non era preso di mira da un bombarolo pazzo che si divertiva a piazzare bombe pronte ad esplodere alla minima vibrazione.
'' Perchè mi hai portato qui?''- fece Sakura girandosi verso il fratello.
Takagi inspirò profondamente.
Si aspettava quella domanda, ma in fin dei conti... era anche quello il motivo per cui l'aveva portata lì quella sera.
'' Che cosa sai dell'incidente dell'agente Wataru Date?''- le chiese il fratello mentre fissavano il panorama che si vedeva dalla torre.
'' Beh...''- fece Sakura non comprendendo bene lo scopo di quella domanda -'' quello che ho saputo dai giornali... è stato investito da un automobilista ancora mezzo addormentato.'' - quando suo fratello era tornato a casa dopo quell'incidente, per passare un po' di tempo in famiglia aveva avuto sempre un'aria molto triste ed assorta e non aveva mai detto nulla riguardo all'incidente. Per lui era troppo doloroso ricordare la morte improvvisa di quello che non esitava a definire una sorta di fratello maggiore.
'' Già, ma quello che non sai... è che in parte è stata anche colpa mia.''
'' Come sarebbe a dire? Non l'hai investito tu.''
'' Vero ma... l'ho lasciato solo. Era mattina presto, il sole era sorto sì e no da un paio di ore. Dovevamo passare in centrale a fare rapporto prima di potercene tornare a casa a goderci qualche ora di sonno. Date era molto assonnato e ridendo e scherzando disse di aver come la sensazione di addormetarsi nel taxi. Gli proposi di bere un caffè, giusto per svegliarci un po'. Lo lasciai sul marciapiede, per prendere due caffè forti al chioschetto poco distante dalle strisce pedonali... non ho fatto in tempo ad ordinare che ho sentito il rumore delle ruote di un'auto stridere sull'asfalto, l'auto che colpiva qualcuno... e quel qualcuno cadeva a peso morto.''
'' L'agente Date.''- fece Sakura. I giornali non rendevano bene l'idea di come fosse realmente avvenuto un fatto così tragico.
Per niente.
'' Esatto... ha detto che voleva mostrarmi una cosa che teneva nella sua agenda. Probabilmente gli era caduta e chinandosi per raccoglierla... è uscito dalla visuale dell'automobilista che in preda ad un colpo di sonno ha sbandato e l'ha colpito. Da allora... anche se chi era responsabile della sua morte è stato punito... non posso fare a meno di pensare che se avessimo fatto subito ritorno al Quartier Generale ed avessimo preso il caffè alle macchinette... tutto ciò che ne è conseguito, si sarebbe benissimo potuto evitare.''
'' Ma non è stata colpa tua... è stata una disgrazia, non potevi sapere quello che sarebbe successo...''
'' Già... questo l'ho capito solo dopo molto tempo...''- fece il fratello carezzandole una guancia -'' a volte, purtroppo, succedono cose che non possiamo controllare... sarebbe bello poter controllare ciò che circonda ed impedire che succedano cose spiacevoli... ma non si può.''
'' Ma perchè mi stai dicendo tutto questo...?''- fece Sakura ripensando a Yuky ed alla sua fine ingiusta.
'' Piccola, ascolta...''- fece Takagi sorridendole fraternamente -'' Ti conosco da quando eri uno scricciolo, e ti posso assicurare che a parte quando papà se n'è andato, non ti ho mai vista così triste e disperata... e so anche perchè sei così triste. Ti capisco e lo condivido perchè ci sono passato anch'io.
Ma nella tua vita... avrai altro dolore, altra sofferenza ed altre prove difficili da superare.''- non avrebbe mai voluto che la sua sorellina soffrisse ancora. Quando era morto suo padre, aveva avuto paura oltre a provare un gran dolore ed una profonda tristezza per quel genitore perso troppo presto... ma sul letto di morte gli aveva fatto una promessa: proteggere la piccola Sakura da qualsiasi cosa potese minare la sua serenità.
Se solo avesse potuto... l'avrebbe protetta persino da un raffreddore... ma alla fine, come tutti, avrebbe avuto i suoi guai.
'' Perciò, adesso... non soffrire inutilmente. So che ti senti in colpa per l'accaduto, ma non l'hai uccisa tu. Il destino di quella ragazza era segnato fin dall'anno scorso. Tu non hai colpa.''
Gli occhi di Sakura iniziarono a tremare. Aveva il dubbio che suo fratello avesse aperto la lettera che i genitori di Yuky le avevano scritto quasi per chiederle '' Come mai Yuky è morta e tu sei viva?'', ma non le importava molto di indagare, e lo abbracciò piangendo silenziosamente e sfogando così il dolore che si portava dentro.
Lo abbracciò fortissimo, come se avesse paura che qualcuno portasse via anche il suo adorato Wataru, come era accaduto prima con suo padre e poi con Yuky. Aveva già perduto un genitore, non avrebbe sopportato nemmeno per un secondo di perdere anche la persona che per tanti anni era stato un sostituto genitore perfetto... a ben vedere, sarebbe stato molto più facile di tante altre persone... malgrado l'avesse sostenuto con la madre e fosse orgogliosissima di poter dire alle sue amichette di scuola che suo fratello era un poliziotto, ogni tanto aveva paura che gli accadesse qualcosa di brutto e pregava il suo papà di proteggerlo da lassù.
Non poteva perdere nessun'altro.
ll poliziotto ricambiò l'abbraccio.
Era improbabile che la sorella superasse il tutto in poco tempo, ma di una cosa era certo.
Non avrebbe lottato da sola.

'' Non dovrai superare tutto e subito...''- fece Takagi mentre guidava sulla via di ritorno a casa, accortosi che la sorella fissava meditabonda le macchine e gli edifici fuori dal finestrino senza però guardarli realmente -'' ma promettimi che penserai a quello che ti ho detto. Va bene?''
Sakura annuì distrattamente.
'' Non sei stata tu. Non ce l'hai portata tu in quel vicolo.''
In quel momento Sakura s'illuminò quasi -'' A proposito... ora che ci penso... se non erro nè il detective Mouri nè il signor Sakuragi hanno spiegato come Yuky è finita a morire proprio lì.''
Takagi ci pensò un attimo, ripercorrendo mentalmente tutti i passaggi e gli sviluppi di quel caso che aveva visto protagonista sua sorella. In effetti era stato spiegato chi era l'assassino e come mai aveva agito nel modo in cui ormai era noto... ma nessuno era a conoscenza del motivo per cui Yuky fosse nel vicolo.
'' Magari Sakuragi l'ha attirata lì con una scusa.''- certo gli sarebbe piaciuto sapere come aveva fatto a convincerla ad andare lì. Arrogante e capricciosa, ma a sentire Sakura, la vittima non era un'inetta.
'' Forse, ma un membro dello staff quando è stato interrogato, non avrebbe dovuto dire che Sakuragi le aveva parlato forse per darle un appuntamento o dato un biglietto? Qualcuno avrebbe dovuto ricordarsi di questo dettaglio...''- invece, dagli interrogatori condotti dai suoi colleghi non risultava niente di tutto questo.
Ed ora che la sorella glielo aveva fatto notare... c'era un'altra cosa che non quadrava.
Sakuragi era pazzo, disturbato e non era affatto il tipo da assumersi le sue responsabilità, ma c'era da riconoscergli che non era stupido, anzi: una mente strategica e calcolatrice seppur nel male.
Era troppo furbo per farsi avanti di persona con la vittima, con il rischio che qualcuno vedesse e magari ricordasse un dettaglio così pericoloso quando e se interrogato.
Non c'era che una cosa da pensare a quel punto.
Sakuragi aveva un complice, complice che era ancora a piede libero.
Fece marcia indietro con l'auto e si diresse al quartier generale di polizia per informare immediatamente l'ispettore Megure.

  
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