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Autore: AndreMCPro    30/04/2016    1 recensioni
E se gli anime, i manga, i libri e i videogiochi non fossero pura fantasia? E se i creatori di tutti questi fossero stati ispirati da qualcos'altro? Immaginate: se esistono infiniti universi, non potrebbero essercene alcuni in cui tutte queste cose, che secondo noi sono frutto della fantasia, esistono davvero? Ma questo vale anche per le fanfiction, milioni di mondi paralleli a quelli delle opere originali.
E se vi siete inseriti nella vostra stessa storia? Ecco cosa è successo a me...
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Alternative Dimensions'
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Alternative Dimensions
Il Diario della Profezia

Cap.61 Il Re degli Inferi
 
«Corri! CORRI!» Urla Massimo che cerca disperatamente qualche passaggio nascosto dove poterci nascondere e riorganizzare.
«E cosa sto facendo secondo te?» Gli rispondo urlando dal lato opposto della sala.
Il piano era semplice: ci dividiamo e attacchiamo a turno. Il problema è che il bastardo ha reagito di conseguenza e le due teste laterali hanno iniziato a sparare in direzioni diverse con una mira a dir poco spaventosa, mentre la terza -quella centrale- si diverte a vederci scappare e lascia come ricordo qualche bomba inesplosa lungo il suo cammino, come un contadino nell’orto, così da limitarci negli spostamenti.
«Attira la sua attenzione che provo una cosa» Dice Massimo. Mi fermo un attimo per caricare una palla di energia elettrica come al tempio ma un’esplosione mi fa sbalzare all’indietro.
«Che diamine ti salta in mente?» Urla mio fratello che un secondo dopo tira fuori tre cannoni, non so da dove, e li punta contro la parete accendendoli tutti e tre in sequenza.
«Presto alzati prima che ti faccia la pelle!»
Senza indugiare mi alzo e corro verso di lui. tre colpi di cannone a distanza ravvicinata aprono un passaggio sulla parete adiacente. Con lo scudo Massimo si protegge dai pezzi dell’esplosione mentre io evito alcuni pezzi di corsa mentre mi avvicino.
«Fuori presto!» Urla Massimo di nuovo e attende il mio passaggio piazzandosi a uno dei cannoni.
«Con te non è finita, è solo rimandata!» E spara un altro colpo che prende in pieno petto il mostro che indietreggia di qualche passo per l’impatto. E sì, passo, perché non è mica un Wither qualsiasi. È qualcosa di evoluto, con tanto di braccia e gambe scheletriche ma al contempo comunque capace di volare.
«Muoviti idiota!» Lo prendo per un braccio e lo strattono fuori dall’edificio, dietro la parete di roccia.
«Bene, e adesso?»
«Adesso niente» Gli rispondo. «Non possiamo tornare subito al portale: dobbiamo seminarlo, altrimenti più di qualcuno si potrebbe far male»
«Sì, giusto. Di qua» Risponde scattando d’istinto e iniziando ad arrampicarsi lungo una scogliera, senza far caso al mare di lava sotto di noi.
Un’altra esplosione gli fa’ perdere la presa con una mano ma estrae un pugnale che impianta sulla roccia come una piccozza e da li riprende imperterrito. Raggiunta la cima della scarpata ci voltiamo per vedere se il mostro ci segue, ma per il momento sembra non riuscire a trovare un passaggio. Troppo piccolo per lui, quello che abbiamo aperto, ma dalla confusone e dal rimbombo che si sente dubito seriamente che quel passaggio resterà così piccolo ancora per molto.
Massimo guarda verso l’alto e poi torna a fissarmi. Dopo una rapida sbirciata noto la ghiaia in sospeso sulle nostre teste. Ci allontaniamo di qualche passo e poi con una freccia a testa intacchiamo l’agglomerato che subito crolla. Il rombo viene attutito.
«Che dici, abbiamo guadagnato un po’ di tempo?» Chiede Max.
«Non lo so ma non voglio restare a scoprirlo. Meglio iniziare a correre»
Detto fatto ci avviamo velocemente in una direzione a caso purché non sia quella per il portale, e cosi facendo troviamo una fortezza. Ci nascondiamo in una delle torri più interne e protette e lì attendiamo il nostro nemico.
«Cavolo… siamo scappati come conigli»
«E cosa volevi fare? Tutto potevamo aspettarci ma quel coso non me lo sarei mai aspettato» Risponde Massimo che nel frattempo sta controllando il suo inventario: armi, scorte e anche le sue mappe»
«Che fai» Gli chiedo.
«Il punto della situazione, e dovresti farlo anche tu. Per fortuna che avevo quei tre cannoni con me altrimenti eravamo in trappola»
«Sì, è una fortuna, ma come mai li avevi?»
«Li volevo portare a un villaggio che ho trovato in riva al mare, vicino Atlantis… Ha dei problemi con degli spawner e dato che non sono riuscito ancora a trovarli ho pensato intanto di dargli modo di difendersi»
«A colpi di cannone?»
«Sì, per quanto sia sono a grande gettata. Ricarica semplice e materiali facilmente reperibili. L’addestramento non ne ho avuto modo, e altri armi…»
«Meglio di un cannone al plasma sicuro… Comunque qui nessuno in vista, forse siamo riusciti a seminarlo quindi possiamo tornare a casa»
«Sì, peccato che non so dove andare» Risponde con un sorriso.
«Persi, fantastico. E adesso perché sorridi?» Ma il suo sorriso scompare.
«Ciao ragazzi, vi è piaciuto il mio nuovo amico?»
Una voce da fuori attira la nostra attenzione. Diamo un’occhiata e davanti a noi, seduto su uno sperone con la schiena poggiata alla parete adiacente una nostra vecchia conoscenza ci osserva con aria divertita.
«Scappati come bambini davanti al loro primo zombi. Vergognoso… mi aspettavo qualcosa di più dai famosissimi fratelli di Enderia»
«Richard?» Mormoro spiazzato, per poi gridare: «Proprio tu parli? Avevi detto di esserti pentito, e invece sei tornato dalla parte di Herobrine! La tua mania di potere prima o poi ti porterà alla morte, o peggio!»
Mentre parlo Massimo estrae la sua ascia e lo scudo.
«Chi ha mai detto che è tornato dalla mia parte?» Risponde lui, e i suoi occhi di colpo si illuminano.
«Cavolo, quello è Herobrine!» Esclama, ma nessuno dei due reagisce in tempo e con un fulmine si piazza tra noi due, generando un esplosione che ci catapulta esattamente agli opposti e lasciando un buco al punto di partenza.
«Questa volta sarà diverso. A nostro primo incontro mi avete sorpreso, ma questa volta non resterà nemmeno la polvere, di voi due!»
Si volta verso mio fratello, incastrato nella netherrack che tenta di divincolarsi. È visibilmente stordito dall’esplosione, come me, e disorientato incrocia gli occhi luminoso di Herobrine e lo fissa con aria di sfida.
«Tutta quella grinta nonostante la tua inferiorità non ti servirà a molto» Gli da’ poi le spalle e si volta a guardare me. «Ma prima mi occuperò di tuo fratello. Con te mi divertirò dopo»
Si avvicina lentamente a me. Io come Massimo tento di divincolarmi, ma la mia armatura si è disattivata all’impatto e mi complica ulteriormente la vita impedendomi di muovermi.
«Cosa c’è, senza il tuo giocattolino non sei capace di far nulla? Essere inferiore, hai osato prendere i miei poteri, e ora pagherai con la vita»
Intrappolato e senza via di fuga guardo in faccia il mio nemico. Sento l’energia crescere dentro di me ma non riesco a sprigionarla, come se con la sua sola presenza mi impedisse di farlo. Sono ancora troppo debole per reggere il confronto ma stavolta non ci sarà un’altra occasione.
«Adesso muori!»
Una sfera elettrica di un bianco accecante si genera tra le sue mani, ma un urlo lo distrae.
«Stai lontano da mio fratello!»
Lo scudo di massimo arriva roteando come un frisbee, ma Herobrine lo blocca con una mano.
«Prevedibile» Risponde, ma quello che succede dopo sorprende entrambi. Vedo mio fratello catapultarsi contro il dio, lo sguardo pieno di rabbia come un toro quando vede il mantello rosso del torero. A due passi da lui Herobrine tenta di colpirlo e stenderlo con il suo stesso scudo, ma Massimo non solo non tenta di schivare il colpo ma addirittura lo supera come le nuvole con un grattacelo: gli passa intorno… il suo corpo si comporta come fumo e il colpo del dio va a vuoto lasciandolo scoperto. Gli occhi di Massimo diventano viola per qualche istante e un sogghigno stravolge il suo volto. Un gancio sinistro colpisce Herobrine alla bocca dello stomaco sollevandolo da terra, mentre il destro successivo lo colpisce in volto catapultandolo oltre il lago di lava, contro la parete opposta, creando una voragine e facendo sparire ai nostri occhi il dio in una coltre di fumo.
Io ancora incastrato assisto alla scena con gli occhi sbarrati. Poi quella stessa energia che prima sembrava non rispondere ai mie comandi torna a fluire e subito do’ una scarica al diamante energetico sul petto per riavviare i sistemi. In un attimo sono libero e subito mi avvicino a mio fratello che sembra essere in uno stato di trance. Il suo corpo ha una sorta di alone nero che lo avvolge.
«Massimo?» Lo chiamo, ma lui sembra non sentirmi. Provo a toccarlo sulla spalla ma la mia mano va a vuoto. Lo attraversa.
«Massimo!» Lo richiamo, tentando di toccarlo una seconda volta. Stavolta riesco a sentire la spalla. Lo scuoto. Lui si volta, gli occhi ancora viola.
«Andrea…»
I suoi occhi tornano normali, e lui sbilanciato ancora in avanti sviene e crolla. Lo prendo di istinto, con l’armatura ancora in riavvio.
«Cavolo, ma quanto pesi?»
Lo reggo con un braccio, giusto il tempo di dare una scossa alle braccia e attivare i pistoncini di emergenza per potenziare la mia forza. Faccio per sdraiarlo a terra ma un’ esplosione e un urlo mi fanno cambiare idea. Non è finita.
«Maledetto… Ti distruggero! È la seconda volta che osi toccarmi! Ora devi pagare!»
Il fumo si dirada, e da lì Herobrine con i suoi occhi più bianchi e lucenti che mai ci guarda furioso e pieno di collera. Un arto alla volta si sta liberando dalla netherrack in cui è rimasto incastrato.
«Massimo, svegliati!» Ma lui sembra non reagire. «Oh, ma proprio adesso dovevi crollare?» Faccio qualche passo nel tentativo di allontanarmi, ma un’esplosione alle mie spalle mi fa capire che Herobrine ci è di nuovo addosso. L’esplosione però fa’ cedere i pilastri del ponte che tentavo di superare e adesso tutto sta andando giù a pezzi nel mare di lava. Noi compresi.
«Questa è la vostra fine!» Grida il dio, e la sua risata rimbomba in tutto il Nether rimbalzando sulle pareti e propagandosi per tutto quel mondo, a chilometri di distanza.
Sbilanciato e senza un appiglio mi tengo stretto Massimo, tentando inutilmente di accendere i mie razzi che sembrano essersi danneggiati all’impatto. Impreco e osservo l’aria divertita di Herobrine che ci guarda finire nel vuoto. Mi volto nella direzione opposta e osservo il piazzale alla fine del ponte
«Se solo…»
Stendo il braccio come per afferrare la sporgenza, a circa duecento metri di distanza, e all’improvviso un lampo rosso mi acceca e mi ritrovo aggrappato a quella sporgenza tanto desiderata.
«Ma che…?»
Senza indugiare oltre lancio mio fratello sopra il piano, e con uno slancio lo raggiungo per poi raccoglierlo nuovamente sotto braccio come un sacco e mi volto per vedere dove si trova Herobrine.
Dall’altra parte lui è rimasto a osservare la scena, e da come si muove cerca di capire cosa è successo. Poi alza lo sguardo e un attimo dopo con un altro lampo fa’ capolino alle mie spalle.
«Non so come hai fatto ma non riuscirai a scapparmi, infedele!»
«Ne sei sicuro?»
Guardo dietro di lui: un altro ripiano. Stendo la mano e un attimo dopo sono lì con mio fratello «Sì, ci sono riuscito! Teletrasporto alla velocità del fulmine!»
Ma un attimo dopo la gamba destra cede e finisco in ginocchio. Il bracciale dei comandi segna l’armatura scarica e la presenza di Herobrine mi impedisce di ricaricarla a pieno regime. Come se non bastasse da dietro il burrone si eleva il Wither, che con una risata prepara le sue bombe per finirmi. Dietro di me appare Herobrine, che osserva la sua creatura divertito.
«Non potevi scappare in eterno. La tua fuga finisce qui» Replica il dio preparando nuovamente la sua sfera elettrica.
In tutta quella confusione Massimo sembra riprendersi e borbotta qualcosa.
«Che stai dicendo?» Faccio, confuso. Di tutta risposta lui alza a fatica il braccio e posa le mani sul mio bracciale.
«Sì, lo so, energia al limite. Non riesco più a muovermi, mi spiace Massimo… non dovevamo partire da soli»
Ma lui sta bellamente ignorando le mie parole, e digita qualcosa, un codice, e dalle sue labbra si capisce un’ultima parola, prima che prema il pulsante di avvio: “Casa”.
Delle particelle iniziano ad avvolgerci, e sotto gli occhi increduli di Herobrine scompariamo nel nulla. Un istante dopo in tutto quel mondo si percepisce solo l’urlo del dio che rivendica la sua vendetta.
  
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