Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: murdershewrote    30/04/2016    1 recensioni
Cinque shinigami, da semplici colleghi d'ufficio, si ritrovano, per un curioso scherzo del destino, a vivere sotto lo stesso tetto.
Scorci di una quotidianità che non prevede solo scartoffie da scrivania ma cinque teste diverse alle prese con le più comuni faccende domestiche.
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Alan Humphries, Eric Slingby, Grell Sutcliff, Ronald Knox, William T. Spears
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Spazio vitale

 

I nuovissimi alloggi resi disponibili dalla Shinigami Dispatch Association consistevano in una serie di casette a schiera, adornate ognuna sul davanti con un piccolo giardino attraversato da uno stretto vialetto di ghiaia. Sebbene all’esterno apparissero minute, esse erano abbastanza ampie da ospitare una camera per ciascun inquilino e le altre stanze necessarie, distribuendo il tutto su un pianoterra e un piano superiore adibito a zona notte.
William, essere solitario e diffidente per natura, non poteva essere più soddisfatto di così. Il suo prezioso spazio vitale non sarebbe stato violato, almeno non più di quanto lo fosse già in ufficio. Una magra consolazione, questo pensava. Eppure già dai primissimi giorni seguenti al trasferimento definitivo nella nuova dimora William non poté fare a meno di notare certi comportamenti sospetti e decisamente inopportuni.
Non era raro, infatti, che Eric migrasse dalla sua camera a quella di Alan per, a detta sua, assicurarsi che stesse bene. Ronald, nonostante i primi sforzi per dare una frenata alla sua indole da giovane sciupa femmine, era difficile che passasse le sue notti da solo. E poi c’era Grell, che semplicemente seguiva William come un’ombra ovunque andasse, qualunque cosa facesse.
Spazio vitale, come no. Quale spazio vitale?

William sbuffò sonoramente contro le carte che aveva davanti.
Quella giornata sembrava interminabile. Certo, se qualcuno avesse svolto il proprio lavoro William avrebbe evitato di fare tutte quelle ore di straordinario. Sospirò esausto quando finalmente appose l’ennesima firma sull’ultimo foglio. Pose la penna nel vasetto che teneva sopra la scrivania e si stropicciò a lungo gli occhi.
Strano a dirsi ma voleva davvero andare a casa a dormire.

Appena rientrato notò subito la luce del salotto accesa così vi entrò, curioso. Eric se ne stava sdraiato sul divano intento a leggere un libro. William lo salutò ma l’altro rispose con un cenno del capo e portandosi un indice alle labbra, segno che non doveva fare rumore. Il moro non capì e solo quando Eric gli fece un altro cenno con la mano si accorse dell’altra presenza nella stanza: alla prima occhiata distratta non lo aveva notato, ma incastrato tra lo schienale del divano e il corpo del collega c’era Alan beatamente addormentato e cullato dai respiri dell’uomo. William annuì e silenzioso li lasciò.
Salì le scale e si diresse verso la sua stanza, l’ultima in fondo al corridoio. Sorpassò quella di Ronald, dalla quale provenivano risate sommesse e dai toni decisamente femminili. Superò poi quelle di Eric a Alan e raggiunse quella di Grell. Dalla base non filtrava alcuna luce e sembrava incredibilmente silenziosa. Non volle indagare oltre ma, non appena aprì la porta della propria camera, comprese subito il perché di quella strana quiete.
Fece qualche passo nella stanza abbandonando la giacca della divisa su una sedia e si fermò a osservare la losca figura che stava dormendo occupando il suo letto. Grell si era raggomitolato su se stesso sotto le coperte, i capelli scompigliati a coprirgli il viso e gli occhiali stretti in una mano. William valutò a lungo l’ipotesi di cacciarlo via e infine prese una decisione. Silenzioso, si avvicinò a lui e gli sistemò meglio la trapunta addosso, poi fece il giro del letto e, dopo essersi sfilato le scarpe, si sdraiò sul materasso con le braccia incrociate dietro la testa e le spalle contro la testiera. Il rosso, sentita la sua presenza, si mosse appena e sussurrò un flebile “Will...?"
“Sì, Grell” confermò William.
Era come se stesse rispondendo a se stesso, al suo costante dubbio se fosse il caso o meno di lasciarlo dormire con lui. Era una scelta rischiosa ma era abbastanza sicuro che ritrovarsi un Grell sveglio e pimpante nel proprio letto sarebbe stato molto più pericoloso.

 

   
 
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