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Autore: ranyare    30/04/2016    7 recensioni
Ho avuto paura, per la prima volta, quando mi hanno detto che i mostri non potevano esistere, che erano solamente la personificazione dello sconosciuto, dell’alieno, del diverso. Ero soltanto una bambina ma qualcosa, dentro di me, comprese immediatamente che quella poteva essere soltanto una bugia o una prova di profonda ignoranza.
Genere: Angst, Dark, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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I mostri non esistono





Ho avuto paura, per la prima volta, quando mi hanno detto che i mostri non potevano esistere, che erano solamente la personificazione dello sconosciuto, dell’alieno, del diverso. Ero soltanto una bambina ma qualcosa, dentro di me, comprese immediatamente che quella poteva essere soltanto una bugia o una prova di profonda ignoranza.
Poi sono cresciuta, forse troppo, forse troppo in fretta, e ho conosciuto il mondo.
Non solco questa terra da così tanto tempo da poter affermare di aver visto tutto, eppure ho affrontato tanti ostacoli che la maggior parte della gente che si definisce normale non dovrà mai conoscere.
Ho affrontato i demoni della povertà, della sofferenza e del silenzio, ho superato crateri nel petto che parevano grandi quanto la Luna stessa, ho imbrigliato le ossessioni e le ho piegate al mio volere; ho imbracciato tutte le armi che ho potuto e mi sono ersa a protezione e baluardo dei deboli e dei miseri, ho assaggiato il sangue e ho incontrato la morte.
E poi ho conosciuto i mostri.
Combattendo le mie battaglie mi sono imbattuta in molti, troppi di loro: alcuni li ho riconosciuti, altri non sono stata capace di sconfiggerli, diversi li ho superati… ma quelle poche, orribili creature che mi hanno calpestata, troppo grandi e spaventose per una malsana ragazzina che voleva giocare a fare l’eroe, beh… loro sono diventate tutte parti di me.
Nel buio dei loro ventri putridi, annegata negli acidi che avrebbero per sempre sfregiato tutto ciò che ero stata, io ho ricordato quelle parole, dette da qualcuno che non avrebbe mai potuto prevedere in che baratro sarei andata a gettarmi.
I mostri non esistono… balle.
 Porto inciso nella carne e sulla pelle i segni che provano l’esistenza dei mostri, che dimostrano quanto profonda sappia essere la loro malvagità, la crudeltà che li anima quando si avventano su ciò che, più d’ogni altra cosa, desiderano spezzare, macchiare, rovinare per sempre.
Si sentiranno soli, forse? È per questo che deturpano anime innocenti, bianche – per renderle menomate, brutte e sole come devono sentirsi loro?
Non lo so. So soltanto che mi hanno insegnato più loro, con la punta affilata di un coltello, di quanto mai imparerò da qualsiasi insegnante… e so che mi hanno riconosciuta, in quel fatale incrocio di strade, per qualcosa di simile a loro.
Il marchio che mi porto dentro e fuori, che la crudeltà degli uomini ha inciso su di me, ha soltanto riempito un vuoto che ho sempre avvertito, che è sempre stato lì, a ricordarmi incessantemente che c’è sempre stato qualcosa di sbagliato, che non avrebbe mai funzionato bene.
Da bambina, però, è sempre stato facile far finta di niente, dare la colpa ad un carattere ombroso piuttosto che ad un meccanismo inceppato, ad un collegamento mai fatto o fatto troppo presto.
I mostri esistono.
Ci sono creature che nascono sbagliate, che hanno davanti soltanto due destini: l’ho capito molto presto e altrettanto presto ho imboccato la via che mi ha portato ad essere bizzarramente fiera di me stessa, dell’uso che sapevo fare di quella massa incancrenita che mi portavo nel cuore, dei sorrisi e della pace che sono stata in grado di portare sui volti dei miei cari e del mio prossimo.
Ho lottato contro me stessa, contro il desiderio incessante di abbandonarmi alle tenebre più fitte, e ho navigato invece in un’oscurità rassicurante, calda e vibrante di vita. La paura, compagna costante, mi ha mantenuto sana di mente e lontana dalle malie che tentavano di condurmi via.
Poi però i mostri mi hanno incontrata, e mi hanno cambiata per sempre.
Mi hanno ridotta a quella bestia che avevo sempre temuto di diventare, consumando nell’acciaio rovente tutti i miei ideali, i miei buoni propositi, i miei sogni; hanno sterminato ogni traccia di buonsenso, di amore e di legami, lasciando di me solamente quella purulenta, fetida creatura che tanto assomigliava a loro.
Mi sono serviti anni per recuperare le ceneri di ciò che hanno distrutto, e quello che ne ho fatto – ciò che ho ricostruito, piangendo sangue e strappandomi dalla pelle il loro passaggio – non è minimamente simile ad un intero: sono viva, sono ancora sulla mia strada, ma sono spezzata dove non è più possibile ripararmi.
Quella menomazione, quella spina dorsale irreversibilmente deviata, ha lasciato filtrare il marciume, insozzandomi la mente quando la ragione ha perso la sua battaglia, arrendendosi alla vendetta.
Mai avrei potuto pensare di provare piacere nel rivederli, nel riconoscere i loro occhi porcini e disgustosi, malvagi fino al midollo.
Mai avrei potuto pensare di sentire il veleno riempirmi la bocca e accecarmi la vista, mentre ogni particella di me urlava il suo sdegno e il suo desiderio di una giustizia che è soltanto apparente.
E adesso sono qui, in una stanza sudicia e davanti ad una vittoria che ha il sapore del sangue, e il mostro sono io.


























My space:
Non scrivevo qualcosa di introspettivo e un po' lanciato per aria da molto tempo, ma credo proprio che ne avessi bisogno.
Boh, però non so che cosa dire a riguardo... solo che, finalmente, è tornato un po' di angst!
E niente, spero di avervi inquietato un po', e che non sia quello che penso, ossia una serie di pensieri raffazzonati e sconclusionati.
Love you all,
B.
   
 
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