Serie TV > Hélène e i suoi amici
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Autore: Magica Emy    01/05/2016    1 recensioni
Ricordate le vicende dei ragazzi di Hèléne e i suoi amici, simpatico telefilm andato in onda nell'ormai lontano 1995 per essere poi brutalmente interrotto solo poco tempo dopo? Bene, perchè in Francia invece non ha subìto alcuna interruzione bensì numerosi cambiamenti che lo hanno portato ad assomigliare a una specie di soap opera, con tanto di nuovi personaggi che mescolandosi agli storici si impegnano a vivere le proprie vite affrontando argomenti ben più seri di quelli a cui ci avevano abituati, poichè la storia continua 20 anni dopo. Attualmente in Francia sta andando in onda la settima stagione, ma gli attori son già pronti per l'ottava. Molte cose sono cambiate negli anni e questa fan fiction comincia proprio da qui... solo con qualcosa in più.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Quando il destino si diverte a prendersi gioco di te e della tua vita l’unica cosa che puoi fare è sederti e aspettare. Aspettare che i momenti bui passino presto, così come sono arrivati, per tornare finalmente a respirare. A volte però questo non succede e ci si accorge che starsene seduti e buoni ad aspettare non porterà mai a niente. Non basterà se quei brutti sogni, gli stessi che tanto temi si trasformano in veri e propri incubi, e gli incubi in realtà. Una realtà troppo dolorosa da accettare se a farne le spese sono coloro che ami. Questo Laly lo sapeva bene ora che il suo incubo peggiore si era appena materializzato davanti a loro, inglobandoli in un fitto vortice di disperazione dal quale sarebbe stato difficile, se non impossibile tirarsi fuori.

- Mi dispiace così tanto Hèléne, se solo ti avessi detto prima che tutto questo sarebbe accaduto, visto che per tutto il tempo la mia mente ha rivissuto quel terribile incidente ogni singola notte, forse avresti potuto evitarlo in qualche modo. Forse…

- Se lo sapevi già – la interruppe Benedicte, la voce aspra di chi sta per perdere la pazienza – perché accidenti non ce ne hai mai parlato?

- Sarebbe cambiato qualcosa se lo avessi fatto? No, non credo proprio, perché come tutte le volte avreste finito col prendermi per pazza. Sto sbagliando, forse? Non avete mai creduto alla mia capacità di prevedere il futuro, perciò per quale motivo avrei dovuto mettervi al corrente di qualcosa per la quale avreste finito per ridermi in faccia?

Replicò lei, punta sul vivo, asciugandosi con disperata rabbia le lacrime che le rigavano le guance.

- Non ha più importanza ormai, perché niente di ciò che è successo potrà mai essere cancellato. È semplicemente così che doveva andare, non c’è alcun perché, non si può sfuggire al proprio destino. Qualunque esso sia.

Sussurrò Hèléne, e tutte si voltarono a guardarla. Aveva gli occhi arrossati dal pianto e le unghie così affondate nei palmi delle mani che ben presto le sue nocche divennero bianche, anche se lei sembrò non accorgersene neppure. La sua mente adesso era da tutt’altra parte e lì, stancamente adagiata su quella che era sempre stata la sua poltrona preferita sembrava ora piccola e fragile, tanto che anche un minuscolo alito di vento avrebbe potuto ferirla o abbatterla. Laly annuì con convinzione, chinandosi su di lei per stringerle una mano tremante fra le proprie.

- È così, amica mia – disse sconsolata – è proprio come final destination, vero?

- Laly – la riprese subito Benedicte, incitandola a rialzarsi in piedi e a chiudere in fretta la bocca prima di pregiudicare ulteriormente quella già delicata situazione – credo che Hèléne abbia bisogno di riposare adesso, perciò è meglio se ci allontaniamo e la lasciamo un po’ tranquilla. Anche se saremo sempre qui – aggiunse più dolcemente, rivolgendosi all’amica che però non la stava neppure guardando – perciò qualunque cosa ti serva, non esitare a chiamarci. 

Le sfiorò la fronte con un bacio lieve e le due si ritirarono lentamente in cucina, parlottando concitatamente tra loro. Johanna fu l’unica a trattenersi ancora un po’ con lei, anche se non sapeva bene cosa fare.

- Vuoi davvero rimanere da sola?

Le chiese con tatto, e per la prima volta da quando tutto aveva avuto inizio la vide incrociare il suo sguardo. Questo le provocò una violenta stretta al cuore che però si sforzò di ignorare mentre la ascoltava riprendere a parlare.

- Mi sembra tutto così irreale – disse con voce stanca – così terribilmente assurdo. Non ho mai meritato un uomo come lui, Johanna, così come non merito la sua fortuna, la sua azienda, questa stessa casa…e vuoi sapere perché? Semplicemente perché avevi ragione tu, io non lo amavo. Per lui provavo solo affetto e gratitudine, che ora si sono trasformati in senso di colpa. Per tutto il tempo, mentre vestita di bianco mi avviavo lentamente verso di lui ho sperato che per un qualche strano,  magico meccanismo sconosciuto il tempo si fermasse, anche solo per pochi attimi, così da dare a Nicolas la possibilità di fermare tutto. Per tutto il tempo della cerimonia, mentre vi davo le spalle e ascoltavo il prete parlare del sacro vincolo del matrimonio ho sperato che lui si alzasse in piedi e si ribellasse a quello che stava accadendo sotto i suoi occhi, che mi corresse incontro e mi dicesse che mi amava e che non dovevo sposare un altro uomo, se non lo desideravo. Ma niente di tutto questo è accaduto, e io ho pronunciato la mia promessa. Alla festa in giardino sono persino andata a cercarlo, offrendogli la mia amicizia quando in realtà avrei solo  voluto…

Si interruppe bruscamente, trattenendo a stento le lacrime.

- Sapevo quanto stesse soffrendo – proseguì dopo qualche secondo, un po’ più padrona di se stessa – eppure ho portato avanti questa assurda farsa, mentendo persino a me stessa. Gli ho rovinato la vita, l’ho rovinata a entrambi, e ora Peter non c’è più. Non meritava che gli mentissi sui miei sentimenti, non meritava di morire in questo modo…è colpa mia, è soltanto colpa mia!

Esplose in un dirotto pianto che l’amica non potè che provare a consolare abbracciandola stretta.

- Non dire così, non è affatto colpa tua.

Continuò a ripeterle per un tempo che le sembrò interminabile, sforzandosi il più possibile di comprendere la sua disperazione. Era perfettamente normale che si sentisse così, i funerali erano stati strazianti per tutti, figuriamoci per lei che aveva appena seppellito suo marito. Era stanca e spossata e ora cominciava a dare di matto, anche se non credeva le avesse mentito in merito ai sentimenti che provava per Nicolas. Comunque stessero le cose, però, ora avrebbe davvero avuto bisogno di riposare. L’accompagnò così in camera sua, aiutandola a distendersi sul letto prima di prendere posto accanto a lei, che adesso le stringeva il polso come se avesse ancora voluto comunicarle qualcosa.

- Come stai Johanna, come ti senti? Non abbiamo ancora avuto modo di parlare dell’intervento, e di tutto il resto.

- Non preoccuparti di questo, amica mia. L’intervento è perfettamente riuscito e io mi sento bene, ma anche così tutto ciò che posso fare adesso è…aspettare. Non c’è niente di certo, lo sai, e io e Christian ne siamo perfettamente consapevoli e pronti ad affrontare qualunque cosa ci riserverà questo percorso. Se nonostante tutto non accadrà nulla, sarò comunque pronta ad accettarlo.  

Disse con semplicità, lasciando la mano dell’amica quando il suo cellulare cominciò a vibrare. Ne fissò il display con aria grave, rabbuiandosi in volto.

- È di nuovo lui, non è vero?

Le chiese Hèléne, sospirando con forza quando la vide annuire lentamente.

- Devi liberartene una volta per tutte, non puoi continuare così. Licenzialo, fai ciò che devi, non permettergli mai più di insinuarsi nella tua vita. Allontanalo per sempre, solo così sarai finalmente libera e serena. Fallo per te stessa, ma soprattutto per Christian. Lui ha davvero bisogno di un po’ di stabilità, specialmente dopo quello che ha passato…

 

   
 
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