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Autore: Ehyca    02/05/2016    2 recensioni
Minseok non è davvero bravo in cinese, Luhan è lo studente nuovo con dei segreti, Jongdae dà pessimi consigli, ma Kyungsoo no. Sehun apprezzerebbe davvero tanto se Kim Jongin smettesse di interessarsi a lui, Baekhyun e Chanyeol sono davvero sul confine del più-che-solo-amici, e niente, la loro vita si incasina giusto un po'.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Lu Han, Lu Han, Un po' tutti, Xiumin, Xiumin
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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“Ciao, Sehun-ah.”
Sehun fece l'errore di sollevare lo sguardo dal proprio pranzo e guardare il ragazzo sorridente di fronte a sé. Trattenne a stento un grugnito esasperato. Siamo sinceri, qualsiasi altra persona al mondo si sarebbe ormai resa conto che la propria presenza non sarebbe mai stata ben accetta per Sehun, ma Luhan no. A questo punto, Sehun non riusciva nemmeno più a capire se il ragazzo fosse semplicemente estremamente ottuso, o se si stesse illudendo che se avesse continuato a provare, allora Sehun avrebbe cominciato a tollerarlo.
La cosa terrificante era che Sehun cominciava a pensare di stare tollerando Luhan.
“Come è andato il tuo fine settimana?” chiese allegro Luhan, e Sehun poteva dire anche senza guardare il maggiore che più che aspettarsi una risposta era eccitato di raccontargli come fosse andato il suo. Il ragazzo, ovviamente, non si degnò di rispondere. “Il mio è stato fantastico. Davvero. Venerdì Minseok mi ha invitato alla festa di compleanno di Jongdae. Ero così sorpreso. Pensavo si fosse stufato di me ormai! Ero così felice. Oh! E Kyungsoo – il vicino di Minseok – mi ha chiamato hyung! E anche Jongdae! È stato piacevole.” Fece una pausa, poi aggiunse velocemente, “Minseok mi chiama semplicemente ‘Luhan’. Ma almeno ha smesso di chiamarmi ‘Luhan-ssi’, giusto?” Un piccolo sospiro, e poi, “Tu puoi chiamarmi hyung, okay Sehun? Se vuoi.”
Sehun assottigliò le labbra con decisione. Non aveva mai chiamato Luhan in alcun modo, men che meno hyung. Non sapeva cosa Luhan stesse cercando di tirargli fuori. Se lo chiedeva da tempo ormai.
Luhan annuì, poi continuò, come se non stesse parlando a quello che era essenzialmente un muro di mattoni. “Kyungsoo mi ha invitato ad andare a casa sua domenica. Non con Minseok o niente del genere. Solo io e Kyungsoo. Ero davvero eccitato, anche se ho dovuto cancellare qualche impegno per andare.” Rise piano, imbarazzato. Sehun finse di non star ascoltando. “Kyungsoo mi ha detto che raramente ha ospiti. Mi sono dovuto lavare le mani molto bene prima di poter entrare, per precauzione. Kyungsoo si ammala molto facilmente. Camera sua è figa, però. Visto che passa molto tempo da solo a casa, ha un sacco di hobby interessanti. Guarda le stelle, e dipinge, e ha un sacco di libri di scienze e modellini. Minseok mi ha detto che ormai non si preoccupa nemmeno più quando sente rumori provenire dalla stanza di Kyungsoo.” ridacchiò Luhan.
Sehun sentì una scintilla di interesse, ma la spense subito. Era un malfunzionamento del suo cervello, niente di più. Non era abituato ad affrontare situazioni del genere.
“Kyungsoo sembra davvero intelligente. Sembra capire molto bene le persone, e Minseok mi ha detto che parla con lui di tutti i suoi problemi. Volevo fare la stessa cosa, ma... beh. È molto amico di Minseok. Non volevo che Minseok scoprisse i miei problemi.” Luhan rise un po' tristemente. “Volevo chiedere di lui a Kyungsoo, ma ho pensato che potesse essere maleducazione o qualcosa del genere. Comunque, dopo sono andato da Minseok, per fare un po' di compiti. Sembrava un po' irritato, e mi sono sentito in colpa, ma avevo davvero bisogno del suo aiuto. Ma ho pensato che forse era irritato perché stava male, perché a metà pomeriggio ha cominciato a diventare pallido e a tremare, e mi ha suggerito di tornare a casa.” Sehun sollevò lo sguardo per un momento, contro la propria volontà, e vide che Luhan si stava mordendo nervosamente il labbro. “Dovevo comunque andare, ma... mi sono sentito in colpa. Ma è tutto okay, oggi sta bene.” Luhan annuì deciso, come per rassicurarsi, e Sehun distolse nuovamente lo sguardo.
“Oh!” esclamò all'improvviso Luhan, spaventando leggermente Sehun. “Mi sono dimenticato che dovevo dirti una cosa. Ho osservato Kim Jongin—”
A questo punto, Sehun non poté trattenere il suono contrariato che gli uscì dalla bocca. Luhan non sembrò notarlo.
“—E ho chiesto ai ragazzi alla festa se sapessero qualcosa su di lui. Ma nessuno sembrava sapere molto,” continuò Luhan.
Ti prego ti prego ti prego fa che non vada a finire come Sehun immagina andrà a finire.
“Ti sta di nuovo guardando,” affermò Luhan. “Penso che andrò a parlare con lui.”
Senza pensare, la mano di Sehun afferrò il suol polso quando il ragazzo cercò di alzarsi. Sentì Luhan sussultare per la sorpresa. “Non farlo,” disse Sehun, così piano che Luhan faticò a sentirlo.
“Ma voglio fargli qualche domanda,” disse Luhan.
La presa di Sehun si rafforzò leggermente, gli occhi fissi sul tavolo. “Non farlo,” disse ancora, poi strinse i denti e aggiunse, “Per favore.” Quelle parole erano amare e velenose sulla sua lingua. Sehun non pregava nessuno da anni. Si ricordava distintamente l'ultima volta che l'aveva fatto, e non era un ricordo piacevole.
Luhan rimase immobile per un momento, poi si risistemò sulla sedia. Sehun allentò la presa sul suo polso ma non lo lasciò andare. “D'accordo,” disse Luhan, piano, come se stesse parlando con un animale volubile. “Però devi rispondere ad alcune mie domande.”
“Cosa?” chiese incredulo Sehun, socchiudendo gli occhi.
Luhan annuì compiaciuto. “Non parlerò con Jongin, ma in cambio, risponderai alle mie domande. O l'una o l'altra.”
Era un ricatto? Brontolando piano, scelse la meno peggio. “Va bene,” ruggì. “Fai le tue stupide domande.” Lasciò andare il maggiore e incrociò le braccia.
Se Luhan si era reso conto che Sehun gli stava parlando in modo informale, non ne fece parola. “Perché sei così contrario all'idea che parli con Kim Jongin?” chiese, la voce ancora debole e gentile. Non aiutava a fatto.
“Perché sì,” disse impassibile.
“Devi rispondere onestamente,” lo rimproverò Luhan. “Questa non è nemmeno una risposta.”
Sehun sospirò, forse un po' troppo drammatico. “Perché,” cominciò, “Non voglio che pensi a me.”
“Sembra che stia già pensando a te,” gli fece notare Luhan, guardando oltre la spalla del più piccolo, probabilmente verso il ragazzo in questione.
“Già, magari la smetterà se non lo calcolo,” Sehun ruggì. Non che stesse funzionando con un certo qualcuno.
“Perché non vuoi che pensi a te?” chiese poi Luhan, posando il mento sulla mano.
Sehun fece un gran respiro. “Non voglio che nessuno pensi a me,” rispose.
“Perché no?” lo incoraggiò Luhan.
Perché,” disse frustrato Sehun. “Non voglio e basta. Finisce sempre male.”
Luhan rimase in silenzio per un lungo momento, e quando Sehun lo guardò, il più grande lo stava osservando con occhi gentili. Poi disse, “Perché hai cambiato scuola?”
Sehun venne preso in contropiede per l'improvviso cambio di argomento. “Io—mi hanno trasferito. In una nuova casa.”
“Cosa?” chiese Luhan, confuso. “Intendi dire che hai traslocato?”
E Sehun non sapeva perché lo stesse facendo, dato che ogni campanello di allarme nel suo cervello gli stava dicendo di non farlo, ma scosse la testa e disse, “Mi hanno trasferito in una nuova casa famiglia.”
Luhan rimase in silenzio per un attimo, poi disse piano, “Oh.” Sehun distolse lo sguardo, con la rabbia che gli saliva in corpo, era arrabbiato con se stesso per aver detto qualcosa, disgustato e frustrato, ma poi Luhan chiese, “Che cos'è?”
Sehun rise, amaramente. “Significa che i miei genitori non possono tenermi e nessun altro mi vuole,” mormorò. “Lascia perdere. Vai via. Non voglio rispondere ad altre domande.”
Sorprendentemente, Luhan si alzò lentamente, e Sehun non lo guardò. Un momento dopo, sentì una mano posarsi sulla propria spalla, e Sehun non si disturbò a scacciarla. “Mi dispiace,” disse Luhan, e anche se non era sicuro di volerlo fare, Sehun gli credette. “Vorrei comunque diventare tuo amico, però.”
Sehun grugnì debolmente. “Io non ho amici.”
“Potresti,” fu tutto quello che disse Luhan prima di allontanarsi, tornando da Minseok.
Per qualche strana ragione, Sehun sentì freddo nel punto in cui la mano di Luhan era scivolata dalla sua spalla.


Minseok non era sicuro di cosa provare vedendo Luhan osservare Oh Sehun dall'altra parte della mensa. Non era nemmeno sicuro di come sentirsi su molte cose che riguardavano Luhan, ma questa cosa di Sehun era la più importante al momento.
“Cosa ha detto oggi?” chiese Minseok masticando il proprio pranzo.
“Huh?” disse Luhan, voltandosi verso di lui. “Oh. Uh…non molto. Penso sia personale.”
Il naso di Minseok si arricciò involontariamente. “Non sapevo foste così in confidenza,” disse.
Luhan annuì vagamente. “Non lo siamo,” disse, un po' triste. “Ancora.”
Minseok si accigliò, ma non sapeva come rispondere. Invece, disse, “Allora, come sta venendo il tuo progetto?”
“Il mio progetto?” gli occhi di Luhan si offuscarono all'improvviso. “Oh, quello. Ho ancora solo due foto - quella che hai fatto in aeroporto, e quella che mi ha fatto Kyungsoo sabato alla festa.”
“Quale hai scelto?” chiese Minseok. Sapeva che Kyungsoo ne aveva fatto un paio lungo tutta la giornata.
“Quella con tutti noi che esultiamo dietro Jongdae, mentre soffia le candeline sulla torta,” disse Luhan con un sorriso caldo. “È davvero una bella foto, e ci vediamo chiaramente io... e te.”
Minseok riuscì a fare un sorriso imbarazzato. “Cosa scriverai nella didascalia?” chiese, per distrarsi da altri sentimenti strani.
Luhan aggrottò leggermente le sopracciglia. “Stavo pensando, forse…‘Più che il luogo, sono le persone in Corea che cominciano a farmi sentire a Seoul come a casa.’” Guardò Minseok, gli occhi spalancati e sinceri. “È buona?”
Minseok annuì stupidamente, la mente leggermente offuscata sotto quello sguardo. “Sì, è buona,” disse. Poi si schiarì la gola e continuò, “Comunque, possiamo fare qualche altra foto, se vuoi. Magari a scuola? In fondo passi molto tempo qui.”
Luhan sorrise, annuendo. “È una buona idea,” disse. “Ma mi piacerebbe fare foto in diversi posti di Seoul, prima o poi. Come un vero tour della città, o qualcosa del genere.”
“Posso portarti,” biascicò Minseok senza nemmeno rendersene conto. “Voglio dire, visto che comunque dovrei fare le foto, ti ci posso portare.”
Luhan si illuminò. “Grazie, Minseok,” disse, con voce calda.
Minseok aprì la bocca per dire qualcosa – non era sicuro cosa – ma prima che potesse farlo, Jongdae apparve al loro tavolo, sorridendo. “Oh, ciao Jongdae,” disse Minseok sorpreso.
“Hey,” rispose l'amico, ma stava guardando Luhan. “Ho chiesto un po' in giro di Kim Jongin.”
“Cosa?” chiese Minseok, ma venne ignorato.
“Oh, grazie Jongdae!” disse Luhan, sorridendo. “Non mi aspettavo facessi così in fretta.”
Sedendosi accanto al ragazzo cinese invece che al solito posto vicino a Minseok, Jongdae si sporse e abbassò leggermente la voce, “Beh, la maggior parte sono solo pettegolezzi, ma da qualche parte dovranno pure arrivare, no? Comunque, ho sentito che non è il massimo a scuola, ma solo perché passa molto tempo a ballare. Ho ricevuto risposte contrastanti circa che tipo di danza, però. Ma sì, questo supporta tutta la teoria bi—”
Minseok si sporse oltre Luhan e colpì leggermente Jongdae. “Non fare stereotipi sui gay,” disse severo.
Jongdae gli fece una smorfia. “Bene. Comunque, non sembra essere coinvolto in nessuna attività extracurricolare a scuola, probabilmente per le sue cose di danza. E a quanto pare ha due sorelle maggiori, e lo sfondo del suo telefono sono i suoi cani.” Si interruppe all'improvviso. “Oh mio Dio, sembro uno stalker.”
Luhan rise, ma prima che qualcuno potesse dire altro, una voce profonda disse, “Hey, stiamo di nuovo parlando di Kim Jongin?”
Sollevarono tutti lo sguardo su Chanyeol che stava tirando via Baekhyun dal loro solito tavolo. Luhan si illuminò. “Sì, Jongdae stava raccogliendo informazioni per me.”
“Baek conosce Jongin,” disse Chanyeol, e Baekhyun annuì.
“Stavo dormendo quando ne stavate parlando,” disse Baekhyun. “Ma mio fratello ha frequentato sua sorella per un po' di tempo. Quindi ho sentito parlare di lui qualche volte. Da una fonte certa.”
Minseok rimase seduto in silenzio mentre tutti cominciavano a parlare a bassa voce di Kim Jongin, del quale lui aveva a malapena sentito parlare prima.
“Non posso dirti con sicurezza se sia bi o meno,” disse Baekhyun, poggiandosi al tavolo e arricciando il naso pensieroso. “Ma non ne sarei troppo sorpreso. All'altra sua sorella piacciono le ragazze, quindi ovviamente la sua famiglia non ha problemi al riguardo. Ma non ho mai sentito niente circa sue passate relazioni. Balla, però. Danza classica, penso, ma forse anche hip-hop. O forse lo fa solo per divertirsi. Comunque, mio fratello è stato a casa sua qualche volta, e una volta è tornato e mi ha detto che aveva sempre pensato che Jongin fosse figo e tutto, ma invece è un po' impacciato e goffo.”
Luhan annuì in modo pensieroso, voltandosi, e Minseok seguì il suo sguardo, posato sul ragazzo in questione che era seduto con altri ragazzi, e sorrideva per qualcosa. Non solo sembrava l'esatto opposto di impacciato, ma era anche dannatamente bello, e Minseok ebbe l'improvviso istinto di dire a Luhan di smettere di guardarlo
“È gentile, però?” chiese Luhan, rivoltandosi verso Baekhyun. “Devo sapere se è gentile.”
Minseok aprì la bocca per chiedere perché dovesse saperlo, ma Baekhyun stava già parlando, dicendo, “Mio fratello non ha mai detto niente di male su di lui. Sua sorella è super gentile, però, e adora Jongin. Parlava di lui tutto il tempo, sai, come fanno le sorelle. Voglio dire, per come ne parlava lei, penseresti sia la persona più dolce del mondo. Ma sono sicuro che fosse lei di parte.”
Luhan sorrise e annuì, apparentemente soddisfatto da quella risposta.
Sbuffando leggermente, Minseok riuscì finalmente a prendere parola, “Perché chiedi a tutti di Kim Jongin?”
Luhan sembrò pensarci un momento, guardando ancora il ragazzo dall'altra parte della stanza. “Sono interessato a lui,” disse, e Minseok sapeva che poteva semplicemente significare che trovava Jongin interessante, ma questo non lo fermò dal saltare ad un centinaio di conclusioni possibili, e tutte lo facevano stare leggermente male.
“Capisco,” fu tutto quello che disse, e si voltò nuovamente verso il proprio pranzo mentre Luhan continuava a guardare Jongin con occhi che lo valutavano. All'improvviso si pentì di avergli chiesto qualcosa.


Era la fine del giorno successivo, durante l'ora di studio e proprio prima che suonasse la campanella, che Luhan si voltò verso Minseok all'improvviso e sussurrò, “Posso farti una domanda?”
Distogliendo lo sguardo dai suoi compiti di matematica solo per un secondo, Minseok annuì, cancellando un numero. “Certo,” sussurrò in risposta. Luhan gli faceva sempre domande durante l'ora di studio, quando aveva bisogno di chiarimenti (cosa che accadeva spesso).
Ci fu un breve silenzio, e poi il ragazzo disse, “Come sviluppi delle foto?”
Minseok si voltò verso di lui sorpreso, un sopracciglio alzato incredulamente. “Non lo sai?”
Luhan si grattò il collo imbarazzato. “Beh, so come farlo in Cina. Ma vivevamo in una cittadina davvero piccola... dovevamo farlo di persona... e io non l'ho mai fatto…” Sembrava vagamente a disagio. “Come fate in Corea?”
Minseok non poté trattenere un piccolo sorriso per l'imbarazzo del ragazzo. “Ci sono diversi posti in cui farlo,” disse. “Vai in un negozio dove ci sono diverse macchine, inserisci la scheda della macchina fotografica, scegli le foto da stampare…” Si interruppe quando Luhan lo guardò spaventato. “Okay, ti spiego passo per passo. Prima devi—”
“Ti aiuto io!” disse all'improvviso una voce, e Minseok e Luhan si voltarono e videro la ragazza seduta dietro di loro che sorrideva vincente. Minseok sbatté le palpebre. “Vuoi qualcuno che ti aiuti a sviluppare delle foto, vero? Posso aiutarti!”
Luhan si immobilizzò, tornando automaticamente alla modalità 'non ho idea di cosa stai dicendo' davanti al viso della ragazza, e nemmeno Minseok sapeva cosa dire.
“Possiamo andare dopo la scuola, hmm?” disse la ragazza, attorcigliandosi un ciuffo di capelli attorno al dito e sbattendo le ciglia. “Conosco un posto dove puoi andare, se Minseok non lo sa.”
Luhan aprì finalmente la bocca per rispondere, ma prima che potesse farlo, Minseok biascicò, “Lo porto io!”
Sia Luhan che la ragazza lo guardarono sorpresi. Minseok si sentì avvampare. “Posso portarlo io,” mormorò più piano. “Non devo fare niente dopo la scuola. Ti accompagno a sviluppare le foto.”
Ci fu un lungo momento di silenzio dove Minseok voleva nascondere il viso sotto il banco, ma poi Luhan disse, “Okay.”
Minseok si sforzò di guardare il ragazzo e lo vide sorridere. “Huh?”
“Lo apprezzerei,” disse Luhan piano, improvvisamente timido. “Se mi aiutassi.”
“Oh.” un sorriso stirò le labbra di Minseok, anche se era ancora imbarazzato per l'improvvisa esclamazione di prima. “Okay.” La campanella suonò, e Minseok finse di non vedere la ragazza dietro di loro che si imbronciava delusa. “Andiamo, allora.”
Luhan sorrise e annuì, raccogliendo i libri da portare a casa. “Grazie, Minseok.”
Fu solo quando arrivarono agli armadietti, prendendo i loro zaini, che Minseok si rese conto di una cosa. “Aspetta, Luhan. Non hai solo tre foto da sviluppare?” C'era quella dell'aeroporto, quella della festa di Jongdae, e ieri dopo le lezioni Minseok gli aveva fatto una foto in uniforme, davanti all'uscio della classe vuota, come se si stesse preparando ad entrare e sedersi al proprio posto. Perché Luhan avrebbe dovuto sviluppare tre foto?
Luhan sollevò lo sguardo da dove stava chiudendo lo zaino. “No, ne ho diverse. Non per il progetto, però. Solo per me. E Kyungsoo mi ha chiesto di svilupparne alcune per lui.”
“Oh. Okay allora.” Ora che Minseok ci pensava, aveva visto il ragazzo armeggiare con la fotocamera qualche volta, durante il pranzo e alla festa di compleanno. Aveva sempre pensato che stesse solo cercando di capire come usare la marea di impostazioni diverse, o esercitandosi per il suo progetto.
Quando uscirono da scuola e arrivarono sul marciapiede, Minseok svoltò a sinistra. “Conosco un posto dove puoi sviluppare le foto,” disse, facendo un cenno verso la direzione in cui stavano camminando. “Stai attento, così saprai come arrivarci in futuro.”
Luhan annuì, stringendo la macchina fotografica che aveva in mano. Camminarono in silenzio per uno o due minuti, e poi Minseok vide il ragazzo sollevare la fotocamera all'improvviso, inquadrare e scattare una foto velocemente. Poi la abbassò, guardò l'anteprima e sorrise. Minseok si chiese se l'avesse fatto spesso prima, senza che lo notasse.
“Allora…” disse Minseok dopo qualche minuto passato a guardare Luhan che faceva foto. “Quel Sehun... sembrava piuttosto incazzato oggi a pranzo.” Aspetta, perché stava parlando di Oh Sehun? Non gli piaceva nemmeno pensare a Oh Sehun. Quando Luhan gli lanciò uno sguardo confuso, però, Minseok si dimenticò automaticamente di quello e cambiò parola. “Agitato. Sembrava agitato.”
Luhan annuì, aggrottando le sopracciglia e lasciando che la fotocamera gli pendesse dal collo. “Sì. Penso sia arrabbiato con me.”
Ora fu lui ad accigliarsi. “Perché?” chiese, sembrando più offeso di quanto non avesse voluto.
Luhan giocherellò con il bottone della propria giacca, mordendosi il labbro. “Penso di avergli fatto troppe domande ieri.”
“Allora perché non lo lasci da solo?” chiese Minseok, aggrottando le sopracciglia. “Se si arrabbia con te solo per questo…”
Luhan scosse la testa velocemente. “No, non posso smettere di tentare ora. Significherebbe che ho fallito. Voglio aiutarlo, non peggiorare le cose.” Guardò Minseok, sorridendo leggermente. “Kyungsoo è d'accordo con me.”
Minseok cercò di non pensare al fatto che Luhan avesse discusso di queste cose con il suo vicino. Invece, scrollò le spalle e disse, “Immagino sia così, se lo dici tu…” I due si fermarono ad un incrocio.
Luhan canticchiò piano, guardando la città affollata che lo circondava. “Continua a non piacermi girare per la città,” disse casualmente. “È così diverso da dove sono cresciuto. Mi spaventa, a volte.”
“Ho vissuto in città per tutta la mia vita,” disse Minseok, guardando le macchine che gli scorrevano davanti. “Non riesco nemmeno a immaginare come sarebbe vivere altrove.”
“Le piccole città sono molto più tranquille,” disse Luhan, gli occhi fissi sul semaforo. “Oh, possiamo andare?” Fece un passo sulle strisce.
La mano di Minseok scattò d'istinto, afferrando la prima cosa che riuscì a raggiungere, e tirò Luhan indietro, esclamando, “Aspetta!” Una macchina suonò il clacson, mancando il piede di Luhan di pochi centimetri. Minseok fece un sospiro di sollievo e disse, “Controlla sempre due volte prima di attraversare una strada a Seoul. Le persone infrangono le regole della strada più volte di quanto le rispettino.”
Luhan lo fissò con gli occhi sgranati, sbattendo le palpebre un paio di volte, prima che il suo sguardo scendesse sul braccio di Minseok, il quale seguì il movimento e si rese conto che stava stringendo la mano di Luhan. Deglutendo a fatica, la lasciò andare come se si fosse scottato. “Scusa,” mormorò. “Io – non volevo che ti investissero.”
Gli occhi di Luhan tornarono al suo viso, ancora vagamente scioccato. “Grazie.”
Minseok scosse la testa velocemente, imbarazzato, e cominciò ad attraversare la strada. “Andiamo,” disse. “Il posto è proprio qui davanti.”
Qualche minuto dopo, si ritrovarono di fronte a una macchina che stampava fotografie, e Minseok spiegò la differenza tra foto lucide e foto opache. Quando Luhan dovette scegliere le foto da stampare, però, il ragazzo si posizionò in modo che Minseok non potesse più vedere lo schermo. Luhan gli lanciò uno sguardo leggermente imbarazzato e Minseok capì cosa stesse cercando di dirgli.
“Vado a, uh…guardare un paio di cose,” disse Minseok, e Luhan gli sorrise grato prima di voltarsi nuovamente verso lo schermo.
Dopo qualche minuto in cui Minseok vagava senza scopo per il negozio e Luhan sceglieva le foto, il ragazzo cinese chiamò Minseok per aiutarlo a completare l'operazione. “Ora tutto quello che devi fare è pagare, e poi le foto saranno pronte per il ritiro tra un'ora o due,” disse, indicando il prezzo sullo schermo.
“Okay,” disse allegro Luhan, tirando fuori il portafogli e aprendolo. “Kyungsoo mi ha dato i soldi per le sue, oh, e questi sono per te—” Minseok saltò per la sorpresa quando sentì Luhan premere qualcosa nella sua mano. Abbassò lo sguardo e vide una banconota stropicciata da 5,000 won. “Per il tuo aiuto oggi,” disse Luhan, con voce nervosa. “Sono sicuro che questa conti come sessione di aiuto.”
Minseok aprì la bocca per dire qualcosa, le dita attorno ai soldi, ma non uscì alcun suono. Prima che potesse anche solo capire cosa fosse successo, però, Luhan fece un piccolo suono.
“Oh,” disse piano, guardando il portafogli. “Non mi bastano.”
Minseok guardò in silenzio il ragazzo voltarsi verso lo schermo, il dito puntato contro il pulsante indietro per deselezionare qualche foto.
“Aspetta.” La parola uscì dalle labbra di Minseok prima ancora che decidesse di dirlo. Sentendo di non avere più il controllo del proprio corpo, Minseok prese gentilmente la mano di Luhan, come aveva fatto lui un momento prima. Gli restituì la banconota da 5,000 won. “Tieni,” disse, la gola secca sotto lo sguardo spalancato di Luhan. “Io—puoi tenerli. Compra le tue foto. Lo sto facendo solo... per aiutarti. Perché voglio farlo. Non c'è bisogno che mi paghi.”
Luhan lo fissò per un altro momento, gli occhi sospettosamente lucidi, come se stesse per mettersi a piangere, ma fortunatamente non lo fece. Sbatté velocemente le palpebre, chiudendo le dita attorno ai soldi, e per il più breve dei secondi, strinse la mano di Minseok nella propria. Minseok non era sicuro del perché quel piccolo gesto sembrasse significare così tanto.
Dopo che Luhan ebbe pagato, avevano un po' di tempo da ammazzare, fino a che le foto non sarebbero state pronte. Onestamente, a questo punto Minseok sarebbe potuto tornare a casa e lasciare che Luhan gestisse il resto da solo, ma... non lo fece. Invece, disse, “Andiamo in giro per negozi fino ad allora.”
Luhan sembrava piuttosto sorpreso dalla proposta, ma acconsentì prontamente. Finirono in un negozio di cappelli lì vicino, e Luhan cominciò subito a provarsene diversi, controllando il suo riflesso nei diversi specchi, aggiustandosi attentamente la frangetta che fuoriusciva dal cappello. Ad un certo punto, provò un cappellino peloso a forma di koala, e si voltò verso Minseok, chiedendo, “Come mi sta?”
Minseok sorrise per il cappello infantile. “Carino,” disse automaticamente, poi abbassò il viso per nascondere il leggero rossore quando si rese conto di cosa aveva detto.
“Prova questo,” gli disse all'improvviso Luhan, distraendolo dal proprio imbarazzo.
Il ragazzo aveva in mano un cappello con la pelliccia, e Minseok lo fissò per un momento prima di dire, “Ma non è inverno.”
“Ma lo sarà,” puntualizzò Luhan.
Minseok rise. “Penso che questo sia più il mio genere.” Afferrò uno snapback e lo indossò, mettendosi in posa.
Luhan sorrise e annuì. “Stai bene con i cappelli,” disse, con voce casuale, prima di voltarsi per provarne un altro.
Minseok sbatté le palpebre un paio di secondo prima di ricordarsi di togliersi il cappello e continuare a guardare. Un momento dopo, prese un berretto alla Sherlock Holmes e se lo mise, voltandosi verso Luhan che stava provando un cappellino blu, e disse, “Che ne dici di questo? Come mi sta?”
Luhan lo guardò e rise. Minseok scoprì che gli piaceva far ridere Luhan.
“Che ne pensi di questo?” divenne il tormentone di quell'ora, con Minseok che si provava i cappelli più ridicoli, solo per far ridere ancora Luhan. Da quello di Sherlock Holmes a un fedora viola, da un cappello da cow boy a una bombetta verde, da un berretto nero con i pompon rosa ad un colorato cappellino con le eliche, ma il più magnifico di tutti era quello giallo acceso con qualche spruzzatina di fiori rosa. Luhan fece una foto di Minseok che posava con quell'ultimo cappello, il quale lo minacciò che se qualcun altro oltre loro avesse visto quella foto sarebbe stato in Guai Davvero Seri. Luhan rise ancora un po', e Minseok non riuscì a stare serio.
Quando uscirono dal negozio, Minseok si ritrovò immerso nell'odore di qualcosa di saporito e delizioso. Stava per voltarsi nell'altra direzione, ma poi vide Luhan fissare tristemente la bancarella di udon lì vicino, e si ricordò del suo povero portafogli vuoto, e prima di accorgersene, si ritrovò a dire, “Ne vuoi un po'?”
Luhan lo guardò sorpreso. “Non ho più soldi,” disse, sembrando desolato
“È tutto okay,” disse Minseok, tirando fuori il proprio portafogli. “Offro io.”
Sul viso di Luhan passarono una serie di emozioni diverse, a partire dalla gioia e finendo con la preoccupazione. “Ma tu non puoi mangiare, vero?”
Ad essere sinceri, Minseok era sorpreso che Luhan se ne fosse ricordato. Cercò di scrollare la spalle con nonchalance. “No, ma non ho fame comunque.” Questa era una bugia bella e buona. “Facciamo così, mi devi un favore, okay?” Sorridendo, si avvicinò alla bancarella e ordinò prima che Luhan potesse protestare. Cercando di placare il ruggente vuoto del suo stomaco, portò il vassoio a Luhan, il quale sembrava alle stesso tempo eccitato e indeciso. Prima che potesse dire qualcosa, però, Minseok spinse il cibo nelle sue mani, sorridendo rassicurante. “Mangia,” gli ordinò.
Mettendo da parte l'esitazione, Luhan prese un morso e sorrise. “È buono,” disse, e Minseok annuì prima di distogliere lo sguardo, perché stava davvero morendo di fame e guardare Luhan mentre mangiava peggiorava soltanto le cose. Doveva davvero andare a casa a mangiare qualcosa.
Continuarono a passeggiare lungo le strade di Seoul mentre Luhan mangiava, guardando le vetrine ed entrando nei negozi di tanto in tanto, per vedere se c'era qualcosa di interessante. Luhan aveva l'abitudine di indicare qualcosa e dire, “Guarda!” per attirare l'attenzione di Minseok, solitamente per mostrargli qualcosa che trovava divertente o carino o esorbitantemente caro. Una volta, però, quando Minseok era impegnato a frugare tra una pila di CD in un negozio di seconda mano, la stessa voce lo chiamò, “Seok-ah!”
La testa di Minseok scattò in un istante. Nessuno lo chiamava mai ‘Seok-ah’. Aveva sentito una serie di nomignoli nel corso della propria vita, dai suoi genitori ai compagni di classe, ma nessuno lo aveva mai chiamato così, e Luhan—che lo aveva sempre e solo chiamato ‘Minseok’—sicuramente non lo aveva mai chiamato così. Si voltò, pronto a dirgli che non era mai successo che lo chiamassero in quel modo, ma si bloccò quando vide che Luhan lo stava fissando con gli occhi spalancati. Minseok aprì la bocca, ma l'unica cosa che uscì fu, “Sì?”
Luhan sbatté le palpebre un paio di volte, visibilmente imbarazzato, poi balbettò, “Scusa, non volevo dirlo—”
Minseok rise, divertito dal fatto che Luhan pensasse fosse un gran problema. “Va tutto bene,” disse. “Non mi dispiace.”
E davvero, non gli dava fastidio. Anzi, pensò che non gli sarebbe affatto dispiaciuto se Luhan fosse stato l'unico a chiamarlo così.


Minseok e Luhan stavano uscendo dal negozio di fotografia, una piccola pila di foto nelle mani di Luhan, il ragazzo stava raccontando a Minseok dei suoi vecchi compagni di scuola quando svoltarono l'angolo e Luhan smise di parlare all'improvviso, facendo un passo indietro. Guardandolo incuriosito, Minseok inarcò un sopracciglio.
Luhan non disse niente, facendogli cenno di indietreggiare, e Minseok fece un passo indietro. Quando fu al sicuro dietro di lui, Luhan si avvicinò al muro e sbirciò oltre l'angolo, e Minseok si accigliò confuso fino a che Luhan non sussurrò, “È Kim Jongin.”
“Huh?” Avvicinandosi, Minseok sbirciò a sua volta, e vide il più piccolo camminare nella loro direzione, con le cuffie attaccate all'iPod che teneva in tasca. Era da solo, e trasportava quello che sembrava un borsone da palestra, e mentre si avvicinava, Luhan afferrò la spallina dello zaino di Minseok e tirò entrambi nel negozio più vicino, in modo che quando Jongin avesse svoltato l'angolo non avrebbe visto nessuno. Minseok e Luhan guardarono il ragazzo oltrepassare la vetrina, e quando fu a una distanza sicura, Luhan uscì dal negozio e lo fissò.
“Um,” cominciò Minseok, perplesso. “Cosa sta succedendo esattamente?”
Senza avvisarlo, Luhan cominciò a seguire Jongin, gli occhi fissi sulla sua schiena. “Lo sto osservando,” disse semplicemente.
Minseok corse per tenere il passo, sentendosi molto confuso e leggermente a disagio. “Perché?” chiese.
“Perché sono interessato a lui,” disse ancora Luhan, esattamente come il giorno prima, e Minseok fece una smorfia.
“Quindi lo seguirai per tutte le strade di Seoul?” chiese Minseok, sollevando le sopracciglia.
Luhan annuì leggermente. “Non lo seguo,” disse. “Lo osservo solo per un secondo.”
“Questa è—” Minseok venne interrotto dalla risata di Luhan, il quale disse, “Guarda.”
Minseok posò lo sguardo su Jongin a qualche metro da loro, e sbatté le palpebre quando il più piccolo sollevò le braccia, ignaro delle persone intorno a lui, e fece un piccolo salto lungo il marciapiede. Mentre Minseok e Luhan lo osservavano, il ragazzo fece qualche passo, un altro salto e poi una pirouette. Poi abbassò le braccia e continuò a camminare come se non fosse successo niente.

Luhan ridacchiò leggermente, mormorando, “Ke ai.” A Minseok piacque tanto quanto la volta che glielo aveva sentito dire nei confronti di Sehun, ovvero poco.
“Hai finito?” chiese Minseok, forse un po' troppo burbero. Sarebbe potuto essere perché era incredibilmente affamato ormai.
Luhan scosse la testa. “Voglio parlare con lui.”
Minseok sbuffò piano, incrociando le braccia. “Fallo, allora,” disse. “Io devo andare a casa. Sono già in ritardo, sarei dovuto essere a casa mezz'ora fa.”
Luhan si voltò verso di lui, con gli occhi spalancati. “Puoi andare,” disse. “Posso trovare la strada di casa da qui.”
Minseok cercò di non fare troppo il broncio. “Bene,” disse.
Non accorgendosi del suo improvviso cambio di umore, Luhan sorrise allegro. “Grazie per essere venuto con me, Seok-ah,” disse, e la spiacevole sensazione nello stomaco di Minseok si placò un attimo al suono del nomignolo. “Lo apprezzo davvero. E mi sono divertito tanto.” Abbassò la testa, imbarazzato. “E grazie per avermi comprato da mangiare... e tutto. Davvero.”
Minseok mosse leggermente i piedi, gli angoli della sua bocca si sollevarono contro la sua volontà. “Non c'è problema,” disse. “Io—mi sono divertito anche io.”
Luhan si illuminò, e Minseok si sentì piacevolmente caldo per un momento, ma poi il ragazzo guardò sopra la propria spalla e disse, “Oh, lo sto perdendo. Ci vediamo, Minseok!” E senza un'altra parola, si voltò e cominciò a correre per raggiungere Kim Jongin, lasciando Minseok da solo sul marciapiede.
Sarebbe potuto rimanere lì per un tempo indefinito, ad osservare il punto in cui Luhan era svanito in mezzo alla folla, se il suo stomaco non avesse borbottato forte, seguito dalla vibrazione del suo telefono. Lo prese, sapendo già chi poteva essere.
Kyungsoo: Hey, dove sei? Non ti sei presentato per il controllo.
Facendo una smorfia, Minseok scrisse una risposta veloce, assicurandogli che era per strada, poi si voltò e cominciò ad incamminarsi verso casa, sentendosi nauseato. Non era sicuro se fosse perché non mangiava da ore o perché continuava a pensare a Luhan che diceva, “Sono interessato a lui.”
Era abbastanza sicuro che fosse per il primo motivo.

  
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