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Autore: ___Page    04/05/2016    1 recensioni
-Gray…- lo chiamò Mira, cauta e un po’ incerta.
Gray si limitò ad osservarla, in disperata attesa che la maga dicesse quello che aveva da dire, purché gli dicesse dove diavolo era finita Juvia e cosa diavolo le era successo! Subito!!!
-Juvia non…- Mira si interruppe, puntando per un attimo gli occhi a terra -Lei se n’è andata- riprese, più sicura di sé e tornando a guardarlo mentre il cuore del ragazzo perdeva svariati battiti -Ha lasciato Fairy Tail tre settimane fa. È una maga di Mermaid Heel ora-
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gray Fullbuster, Kagura, Lluvia, Lyon Bastia
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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-Che cosa aveva da dirti quel tipo?- chiese quasi ringhiando il moro, mantenendo senza fatica il suo passo.
Chiunque gli avesse visti da fuori, senza conoscerli, avrebbe potuto scommettere che si trattava di una coppia intenta a litigare. Sfortunatamente solo la parte del “litigare” corrispondeva a realtà.
Juvia sbuffò senza preoccuparsi di mascherare il proprio fastidio, le guance ancora rosse per i complimenti che il commesso di quel negozio di abiti doveva averle fatto dal momento in cui aveva messo piede nel locale, anche se Gray aveva atteso fuori.
Aveva atteso fuori perché, in effetti, lui non sarebbe nemmeno dovuto essere lì. Juvia era uscita con Mirianna e Araña per comprare un regalo di compleanno a Kagura e poi la blu si era separata dalle compagne per andare a ritirare il proprio vestito prima di tornare alla gilda.
E Gray lo sapeva, avrebbe potuto descrivere per filo e per segno il pomeriggio di Juvia, perché l’aveva seguita. Erano cinque giorni che la seguiva ovunque e se non fosse stato troppo arrabbiato per l’atteggiamento di quel tipo che l’aveva fatta arrossire in continuazione, come se avesse avuto qualche diritto di farlo, probabilmente si sarebbe insultato da solo.
Di certo, nei momenti di calma si chiedeva come era arrivato a quel punto. Com’era possibile che ora fosse lui a seguire Juvia e a fare di tutto per attirare la sua attenzione?! Che fine aveva fatto la sua dignità?!
C’era da dire che quanto meno lui evitava il pedinamento a distanza. Non tentava di nascondersi, seguiva Juvia apertamente e la approcciava ad ogni occasione, finendo sempre per parlare di tutt’altro che del motivo per cui era andato fin lì e per cui, da una settimana, alloggiava in casa di Lyon. Non era ancora riuscito ad affrontare la questione “torna a Fairy Tail” perché, semplicemente, ogni volta finivano per litigare a causa dello stato di costante nervoso in cui Gray versava, causato dall’atteggiamento così anomalo della sua ex nakama, e perché Juvia non sembrava affatto incline a conversare con lui riguardo a nessun argomento.
Sembrava essere diventata immune al suo fascino e al richiamo delle buone maniere.
Si mostrava sempre infastidita della sua presenza, rispondeva laconica alle sue domande e lo ignorava non appena si presentava l’occasione, mollandolo nel bel mezzo delle loro discussioni – perché solo così sembravano diventati capaci di comunicare – per andare a parlare con qualcuna delle sue compagne o, peggio ancora, con quel deficiente di Lyon.
E Gray sapeva di non potersi lamentare, di meritarlo anche, e non si sarebbe neppure arrabbiato con lei per quella piccola rivincita se solo Juvia gli avesse fatto il favore di ascoltarlo e permettergli di scusarsi prima di cominciare a comportarsi così, dannazione!
-Non sono affari tuoi, Gray- gli comunicò glaciale, dopo avergli scoccato un’occhiata assassina e tornando poi a guardarlo subito, stavolta accigliata -Stai seguendo di nuovo Juvia?- s’informò.
-Sì!- rispose senza esitare e quasi con tono di sfida il mago.
-Ah- commentò Juvia, sollevando le sopracciglia -Inquietante- aggiunse in un soffio prima di riprendere a camminare, lasciandolo indietro.
 Gray sgranò gli occhi sconvolto.
-Cosa?!- gracchiò, prima di rimettersi a correre dietro la ragazza, per recuperare il terreno perso -Juvia, dannazione, vuoi rallentare?-
-Juvia deve arrivare presto al dormitorio-
-Se solo mi dessi retta mezzo secondo, magari smetterei di seguirti-
Juvia si strinse nelle spalle.
-Gray può fare ciò che vuole con il suo tempo. Non è un problema di Juvia-
-Sì ma io vorrei anche tornare a casa!- esclamò esasperato e stavolta la maga si fermò, voltandosi a guardarlo con uno sguardo che lo fece rabbrividire.
-Vai! Chi ti trattiene?- lo ammonì con voce tagliente.
Gray la fissò per un attimo e poi liberò un sospiro, passandosi stancamente una mano tra i capelli.
-Juvia non posso. Non è così semplice-
-Qual è il problema?- s’informò scettica la blu, incrociando le braccia sotto il seno.
-Fosse semplice da spiegare…-
Se Erza fosse stata presente, probabilmente la questione si sarebbe risolta in quel momento perché il problema era molto semplice da spiegare e con una lama alla gola se ne sarebbe accorto anche lui. Ma Gray non era mai stato bravo con le proprie emozioni e anni di inesperienza nell’esternarle ora si facevano sentire.
-Se è una cosa lunga, ora Juvia non ha tempo-
-No aspetta!- incespicò il ragazzo per correre davanti alla maga che si era girata per riprendere la propria marcia, sbarrandole la strada -Okay, se ora non hai tempo di ascoltarmi allora vieni a cena con me stasera! Concedimi due ore e poi me ne tornerò a Magnolia e smetterò di perseguitarti!-
Juvia tremò impercettibilmente, ma abbastanza perché Gray se ne potesse accorgere. I suoi occhi blu si sgranarono increduli un solo istante, le sue labbra si schiusero a immettere più aria in un moto di autentica sorpresa e Gray trattenne il fiato, speranzoso e quasi disperato.
E patetico. Spaventosamente patetico, sì, lo sapeva. Ma per una volta non gli importava.
-Gray sta chiedendo a Juvia di uscire?- s’informò la maga, senza riuscire a celare completamente l’emozione nella propria voce.
Gray annuì, cauto.
-Come… un appuntamento?- chiese conferma, aggrottando le sopracciglia.
Gray ghignò. Era fatta.
-Sì- soffiò, seducente.
Riusciva a vedere molto bene gli ingranaggi di quella testolina blu vorticare rapidi, producendo uno dei suoi soliti trip mentali che di solito finivano con lui che le chiedeva di sposarlo. Anche se, cosa strana, lei sembrava ancora presente a se stessa. Forse aveva imparato a rimanere impassibile quando fantasticava ma Gray era certo che da un momento all’altro sarebbe arrossita, avrebbe distolto lo sguardo e avrebbe mormorato un “Juvia lo adorerebbe Gray-sama” e quello sarebbe stato solo l’inizio.
Quella sera si sarebbe fatto perdonare tutto, l’avrebbe trattata come meritava, le avrebbe spiegato ogni cosa, chiesto scusa e forse a fine serata…
-Grazie ma stasera Juvia non può- lo informò lapidaria, passandogli accanto per tornare a Primrose Hill, lasciandolo di sasso.
Che… Cosa…
-Perché no?!- urlò esasperato, allargando le braccia e ruotando il busto -È solo una cena! Siamo stati nakama, te lo ricordi?!-  
Dannazione, era vero che con lei aveva commesso tanti errori ma non le aveva mai negato qualche ora del suo tempo, quello mai! Che fosse per chiacchierare o chiarire qualche incomprensione, era sempre stato disponibile in quel senso. In fondo le voleva bene da sempre.
-Stasera c’è la festa di compleanno di Kagura-san- si limitò a ribattere la maga, anche lei ad alta voce per compensare la distanza che aveva già messo tra loro.
Gray lasciò ricadere le braccia lungo i fianchi, svuotato e stanco. Non aveva più nemmeno la forza per inseguirla ma non significava che si sarebbe arreso.
Prese un profondo respiro, cercando di calmarsi.
La festa di Kagura.
Okay, c’era la festa di Kagura.
Ma certo! La festa di Kagura!
Quella era l’occasione perfetta!
Contro ogni pronostico lui e Lyon erano stati invitati a partecipare e Gray ghignò, più agguerrito che mai. Era deciso. Quella sera avrebbe trovato il modo di parlare con lei, che a Juvia piacesse o meno.
-E dovresti rimettere almeno i pantaloni!- lo raggiunse ancora la voce della ragazza, sempre più lontana.
-Merda!-

 
§

 
Gray si districò dall’ennesimo capannello di maghe, sistemandosi la camicia e la giacca che si erano un po’ sgualcite a causa di tutte le carezze non richieste di cui quelle ragazzine in piena tempesta ormonale lo stavano omaggiando dall’inizio della serata.
Smosse le spalle, mentre sistemava il colletto e lisciava le maniche a palmo pieno, e il suo disagio aumentò ulteriormente quando si scoprì felice nell’individuare Lyon in un angolo del salone della gilda, decorato a festa.
Magnifico! Era così disperato da volere la compagnia di Lyon!
Soffiando dal naso il proprio fastidio, Gray diede ancora un’occhiata intorno a sé e con disappunto appurò che Juvia continuava a non esserci da nessuna parte, almeno non all’interno del suo campo visivo, e si rassegnò a raggiungere suo fratello, bisognoso di un attimo di tregua.
-Buonasera- lo salutò l’albino.
-Ehi Lyon- rispose atono il moro, lanciando furtive occhiate da sopra la propria spalla -Sono spaventose- sussurrò poi, a mo’ di giustificazione, tornando a voltarsi verso di lui.
E detto da Gray, era un’affermazione non da poco, dal momento che lui aveva una stalker personale. O meglio, aveva avuto.
Ma se si fosse trattato di Juvia non lo avrebbe trovato così spaventoso perché Juvia sapeva quando fermarsi, perché il modo in cui Juvia lo perseguitava era comunque dolce, perché Juvia era innamorata di lui, di ogni sua sfaccettatura, e non lo vedeva semplicemente come un bel faccino su un fisico scolpito.
Perché Juvia era Juvia.
La risata sommessa di Lyon interruppe le sue riflessioni. Gray si girò di scatto verso l’altro mago che si era avvicinato e stava allungando le braccia verso di lui.
-Non spogliarti- lo ammonì, riallacciando i bottoni che Gray aveva già slacciato.
Il moro abbassò le mani, stranamente docile, e lo lasciò fare, cercando di rilassarsi.
-Sai per loro non sei semplicemente uno dei vincitori dei Dai Matou Embu- mormorò Lyon, in modo che solo lui potesse sentirlo, lanciando un’occhiata oltre la spalla di suo fratello e salutando un paio di maghe con un galante cenno del capo -Queste ragazze non vedono un uomo dal vivo da chissà quanto tempo. E di tutti i possibili candidati gli capita proprio un esibizionista che è anche uno dei maghi più famosi e forti di questa epoca. Cerca di metterti nei loro panni-
Gray sgranò gli occhi, colpito dal tono gentile e comprensivo di Lyon.
-Com’è che a te non ti inseguono?! Sei altrettanto famoso!- protestò a sopracciglia corrugate, ricordandosi appena in tempo di non aggiungere “e forte”.
Lyon spostò le mani sulle sue spalle, strisciando i palmi come per pulirgli la giacca da uno strato di polvere immaginaria.
-Era un complimento quello?- domandò, fingendo un’espressione sorpresa per prenderlo in giro.
-Forse…- concesse il moro, ghignando sghembo e facendo sorridere Lyon di rimando.
Si rese conto in quel momento che buona parte della tensione lo aveva abbandonato, grazie al comportamento rassicurante di suo fratello.
-Comunque dico sul serio. Perché a te ti lasciano in pace?- tornò alla carica dopo qualche istante Gray, portandosi di fianco all’albino.
Lyon si strinse nelle spalle.
-Non saprei…- mormorò ma una luce strana attraversò per un attimo i suoi occhi, stranendo Gray.
-Gray! Gray Fullbuster!-
Una voce proruppe, nella loro direzione e il mago in questione si irrigidì, stringendo i denti e strabuzzando gli occhi mentre una giovane ragazza, che non poteva avere più di sedici anni, gli correva incontro sbracciandosi. Carnagione olivastra, occhi verdi, capelli scuri e un vestito color pesca che la facevano quasi risplendere nella sera.
Eppure tutto ciò che quella visione suscitava in Gray era panico. Non ne poteva più e, non fosse stato che la ragazza lo aveva già chiaramente individuato, si sarebbe nascosto persino sotto a un tavolo pur di sfuggire alla sua ennesima ammiratrice.
Per un attimo l’allettante idea di trasformarla in ghiaccio gli attraversò la mente ma non osava pensare alle conseguenze se avesse rovinato la festa di Kagura, aggredendo una sua compagna.
-Eccone un’altra- mugugnò disperato e non gli sfuggì la divertita occhiata che Lyon gli lanciò con la coda dell’occhio.
Stava già per ringhiargli contro qualcosa che la sua ammiratrice lanciò un urlo, mentre scivolava e cadeva di schiena con un tonfo sordo, ritrovandosi subito circondata da un folto gruppo di compagne che la coprirono alla vista dei due maghi.
Gray si girò di scatto verso Lyon.
Da come la ragazza aveva dimostrato di saper correre sui tacchi, non sembrava avesse incespicato nella gonna del vestito e basta. Era più come se avesse slittato su qualcosa di scivoloso che ricopriva il pavimento.
-Sei stato tu?- chiese piano ma l’albino sembrava sorpreso quanto lui dell’improvvisa caduta.
-No! Per chi mi hai preso?- ribatté quasi offeso.
-Scusa tanto- mormorò Gray, sollevando le mani ai lati del viso in segno di resa.
In effetti, a pensarci bene, una lastra di ghiaccio per quanto sottile si sarebbe vista. Il ghiaccio era trasparente ma in un modo diverso rispetto a, per esempio, una pozza d’acqua e…
Gray si voltò veloce non appena il pensiero attraversò la sua mente.
Acqua!
Non era stato Lyon a far scivolare quella ragazza ma era stato comunque qualcuno. E Gray aveva la sua personale idea su chi fosse quel qualcuno.
Scrutò febbrile intorno a sé, alzandosi sulle punte e allungando il collo e, proprio quando stava per rassegnarsi e arrendersi all’evidenza che la sua supposizione doveva essere sbagliata, un fluido movimento di ciocche blu entrò nel suo campo visivo.
La vide uscire dalla gilda, con passo sostenuto, quasi stesse scappando via, e sorrise, non sapeva se per essere riuscito finalmente a individuarla o se perché il suo comportamento confermava la propria convinzione che Juvia avesse fatto scivolare di proposito quella ragazza prima che potesse raggiungerlo.
Senza pensare e senza una parola di congedo, Gray si lanciò al suo inseguimento, gli occhi fissi sulla propria meta, scartando tra le invitate, determinato come non mai.
Era talmente concentrato su Juvia e sull’obbiettivo che si era prefissato per quella sera che non si accorse nemmeno di Lyon che sussurrava un “Vai a prenderla, tigre” alle sue spalle. 
  
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