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Autore: HatsuneNMiku    04/05/2016    2 recensioni
Quando la pazzia divora il tuo essere, diventi un vero e proprio pazzo psicopatico.
E se questo pazzo fosse anche un padre?
Sarebbe... un padre pazzo.
Aya è una ragazzina di undici anni, che vive insieme al padre e la sua assistente in una grande villa. Una notte, un urlo disturba il riposo della piccola, e ad urlare era proprio suo padre.
~Un viaggio tra bambole che camminano, tizi senza un occhio, persone inquietanti che parlano da sole, corpi mutilati che ti inseguono,pazzi psicopatici, mogli gelose e molto altro ancora!
Divertitevi!~
||Versione scritta del gioco Mad Father di Sen||
Genere: Avventura, Drammatico, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alfred Drevis, Aya Drevis, Dio, Maria, Un po' tutti
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 6- LABIRINTO SOTTERRANEO

 

 

La stanza era stretta e lunga. Lungo le pareti, a intervalli regolari, si trovavano dei cilindri di vetro dentro ai quali erano conservati dei corpi.

Ma qualcos'altro aveva attirato l'attenzione di Aya: una figura carponi, il camice bianco macchiato di rosso.

-Papà!- urlò correndo verso di lui.

Si bloccò ben presto, non credendo ai suoi occhi.

Il lungo vestito era squarciato, i capelli spettinati, e il petto macchiato di rosso, ma era lei, sua madre.

-M...mamma?- sussurrò incredula -Sei tu?-

Ma la donna afferrò l'uomo per il camice e si chiuse la porta di ferro alle spalle.

-Aspetta!!-

Ad Aya cedettero le ginocchia.

-E' impossibile... quella era veramente la mamma...? E' impossibile averla scambiata per qualcun'altro... quella era la mamma... Ma perché...? E' la maledizione, giusto?- chiese a nessuno in particolare.

Ma incredibilmente ricevette risposta.

-Non l'hai notato?-

Era Ogre. Stavolta non portava il suo solito turbante.

-Questa tragedia è iniziata tramite il potere della maledizione di una donna. La malizia* per tuo padre... questa malizia ha creato una maledizione, alla ricerca della morte di tuo padre-

-Quindi quella donna è...-

-E così hai capito. Sì, tua madre-

-Ma non può essere!- urlò Aya alzandosi.

-Perché lo pensi?-

-Perché la mamma amava papà!-** abbassò lo sguardo -la mamma aveva capito il lavoro del papà...- si interruppe un momento -E il papà amava la mamma! Perché la mamma non è felice? Non posso credere che lei abbia un rancore verso papà...- Sussultò.

-Ma... Forse alla mamma non piaceva il rapporto fra papà e Maria... Non voglio che sia la verità, ma...-

Si voltò e fece un passo verso la porta di ferro, ma Ogre la fermò.

-Quindi andrai a cercare la verità?-

Aya non rispose. Solo, inforcò la porta.

 

La stanza successiva era enorme, piena di tavoli di legno coperti da teli.

Sotto i teli si trovavano dei corpi, ma Aya preferì non curiosare in giro.

Solo quando vide una testa dai capelli azzurri dovette fermarsi, terrorizzata.

-DOV'E' IL MIO CORPO?-

Aya indietreggiò lentamente, ma sentì il rumore di qualcosa che cadeva. Un corpo senza testa, che si alzò e cominciò a seguirla.

-S-stammi lontano!-

Ma quello non voleva farle del male, così Aya lo condusse verso la testa.

Il corpo la prese in mano.

-TROVATO-

Si piantò la testa sul collo, e Aya rabbrividì.

-GRAZIE... SIGNORA...-

E scomparve.

Aya uscì dalla stanza ed entrò in quella accanto, che era completamente immersa nell'oscurità.

Andò a sbattere contro un barile, e camminando tentoni trovò il bordo di qualcosa: una scaletta a pioli.

Le venne subito in mente quella mancante nell'attico. Decise comunque di andare avanti, ma la strada era bloccata da una moltitudine di pesanti barili, così tornò indietro, verso un altro corridoio, che la riportò dritta nella Hall ad Est. Uscì evitando i mostri ed entrò nell'attico.

Posizionò la scala e salì nel magazzino del tetto.

Trovò un grosso vaso, che doveva contenere qualcosa di molto grande, ma non riusciva a tirarlo fuori. Così lo spinse giù facendolo fracassare sotto la scaletta.

Scese la scala a pioli e trovò qualcosa, fra i cocci del vaso.

-Questa è...-

Una piccola motosega.

-Che nostalgia...- mormorò sorridendo -Ricordo quando papà mi ha sgridata per averci giocato, una volta...-

 

Aya era in giardino e si divertiva a dare gas alla motosega, sentendone il buffo rumore.

Alfred uscì di corsa guardandola allibito.

-Aya! Cosa stai facendo oscillando quell'oggetto qui intorno?!- urlò sconcertato.

La corvina lasciò cadere l'attrezzo e indietreggiò abbassando il capo.

-Mi dispiace...-

-Questo non è un giocattolo! E' un oggetto veramente pericoloso! Hai capito? Non giocare con qualcosa come questo mai più!-

-M-mi dispiace, papà...-

-...menomale che non ti sei ferita. Che fortuna... pensavo di averla messa fuori dalla tua portata...Dove l'hai trovata, Aya?-

Invece di rispondere, lei si scusò nuovamente.

-...mi dispiace...scusa... papà...-

L'uomo sospirò.

 

Aya pensò ai sotterranei,dove avrebbe potuto sgomberare la strada con la motosega, mentre camminava in corridoio.

D'un tratto si sentì afferrare per la gamba e cadde sul pavimento.

-Qualcosa mi ha afferrato la gamba...!-

E cominciava a tirarla via.

-N-no...!-

Continuò a lottare contro questa forza invisibile.

-Sto per essere portata via...!-

Si dibatteva furiosamente artigliando il tappeto rosso. Dopo qualche secondo riuscì a liberarsi e corse alla velocità della luce lontano da quel qualcosa di invisibile.

Tornò nei sotterranei prendendo fiato.

Attivò la motosega rompendo i barili e finalmente entrò nella prossima stanza.

Salì molti scalini e scorse in un allungamento della stanza un vecchio uomo dalla pelle violacea, senza capelli e le mosche gli ronzavano intorno.

Si avvicinò a parlargli, ma scoprì che borbottava da solo.

-La maledizione...fa tutto....l'ha detto...e così deceived al... vera natura... il suo... ha creato un... Lei era matta come il dottore! Hmph... comunque... Cosa posso fare?-

Non capendo assolutamente nulla di quello che stava dicendo, Aya si allontanò ed entrò nella stanza successiva, che si dimostrò essere un corridoio formato da tante travi. La via ad est era bloccata da tanti sacchi di sabbia, così Aya andò a sinistra, arrivando in una grossa stanza dalla quale proveniva un suono davvero triste. Qualcuno stava piangendo.

C'era una grossa porta bianca e nera, al centro della stanza, ma era bloccata.

La corvina si avvicinò alla porta dalla quale proveniva il rumore, ma era chiusa dall'interno.

-NON CI VEDO... NON CI VEDO... NON VEDO NIENTE...  QUELL'UOMO HA PRESO I MIEI OCCHI!-

urlò una voce giovanile e femminile.

Aya rabbrividì e provò a pensare ad un modo per liberare la ragazza.

Tornò indietro non sapendo più cosa fare, pensando furiosamente.

Appena uscita dal laboratorio, notò che c'era una porta, proprio davanti a sé. Curiosa, entrò. Raccolse un secchio di legno nell'angolo, sicura che le sarebbe stato utile.

Avanzò di qualche passo ma una risata inquietante la fece spaventare. Cercò di non curarsene e curiosò tra gli scaffali. Vide dei barattoli. E qualcosa di veramente orribile dentro ognuno di essi.

-C-che schifo... Non so nemmeno cosa siano la maggior parte... -

C'erano corpi di bambini con due teste, cervelli e... altro.

Si allontanò rabbrividendo trattenendo conati di vomito quando uno di quei barattoli cadde dallo scaffale.

Aya si chinò a raccoglierlo. Conteneva... due bulbi oculari.

 

Note

Lasciando una gemma.

*Non credo sia proprio malizia, forse ho sbagliato a tradurre.

**Ne sei sicura, Aya??

Perdono perché a quanto pare EFP non mi vuole pubblicare tutto il capitolo. Mi trovate comunque su Wattpad mi chiamo HatsuneNMiku C:

Okay, sto divagando.

Alla prossima C:

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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