CAPITOLO 6- LABIRINTO SOTTERRANEO
La stanza era stretta e lunga.
Lungo le
pareti, a intervalli regolari, si trovavano dei cilindri di vetro
dentro ai
quali erano conservati dei corpi.
Ma qualcos'altro aveva attirato
l'attenzione di Aya: una figura carponi, il camice bianco macchiato di
rosso.
-Papà!- urlò
correndo verso di lui.
Si bloccò ben presto,
non credendo ai
suoi occhi.
Il lungo vestito era squarciato, i
capelli spettinati, e il petto macchiato di rosso, ma era lei, sua
madre.
-M...mamma?- sussurrò
incredula -Sei
tu?-
Ma la donna afferrò
l'uomo per il camice
e si chiuse la porta di ferro alle spalle.
-Aspetta!!-
Ad Aya cedettero le ginocchia.
-E' impossibile... quella era
veramente
la mamma...? E' impossibile averla scambiata per qualcun'altro...
quella era la
mamma... Ma perché...? E' la maledizione, giusto?- chiese a
nessuno in
particolare.
Ma incredibilmente ricevette
risposta.
-Non l'hai notato?-
Era Ogre. Stavolta non portava il
suo
solito turbante.
-Questa tragedia è
iniziata tramite il
potere della maledizione di una donna. La malizia* per tuo padre...
questa
malizia ha creato una maledizione, alla ricerca della morte di tuo
padre-
-Quindi quella donna
è...-
-E così hai capito.
Sì, tua madre-
-Ma non può essere!-
urlò Aya alzandosi.
-Perché lo pensi?-
-Perché la mamma amava
papà!-** abbassò
lo sguardo -la mamma aveva capito il lavoro del papà...- si
interruppe un
momento -E il papà amava la mamma! Perché la
mamma non è felice? Non posso
credere che lei abbia un rancore verso papà...-
Sussultò.
-Ma... Forse alla mamma non piaceva
il
rapporto fra papà e Maria... Non voglio che sia la
verità, ma...-
Si voltò e fece un passo
verso la porta
di ferro, ma Ogre la fermò.
-Quindi andrai a cercare la
verità?-
Aya non rispose. Solo,
inforcò la porta.
La stanza successiva era enorme,
piena
di tavoli di legno coperti da teli.
Sotto i teli si trovavano dei
corpi, ma
Aya preferì non curiosare in giro.
Solo quando vide una testa dai
capelli
azzurri dovette fermarsi, terrorizzata.
-DOV'E' IL MIO CORPO?-
Aya indietreggiò
lentamente, ma sentì il
rumore di qualcosa che cadeva. Un corpo senza testa, che si
alzò e cominciò a
seguirla.
-S-stammi lontano!-
Ma quello non voleva farle del
male,
così Aya lo condusse verso la testa.
Il corpo la prese in mano.
-TROVATO-
Si piantò la testa sul
collo, e Aya
rabbrividì.
-GRAZIE... SIGNORA...-
E scomparve.
Aya uscì dalla stanza ed
entrò in quella
accanto, che era completamente immersa nell'oscurità.
Andò a sbattere contro
un barile, e
camminando tentoni trovò il bordo di qualcosa: una scaletta
a pioli.
Le venne subito in mente quella
mancante
nell'attico. Decise comunque di andare avanti, ma la strada era
bloccata da una
moltitudine di pesanti barili, così tornò
indietro, verso un altro corridoio,
che la riportò dritta nella Hall ad Est. Uscì
evitando i mostri ed entrò
nell'attico.
Posizionò la scala e
salì nel magazzino
del tetto.
Trovò un grosso vaso,
che doveva
contenere qualcosa di molto grande, ma non riusciva a tirarlo fuori.
Così lo
spinse giù facendolo fracassare sotto la scaletta.
Scese la scala a pioli e
trovò qualcosa,
fra i cocci del vaso.
-Questa è...-
Una piccola motosega.
-Che nostalgia...-
mormorò sorridendo
-Ricordo quando papà mi ha sgridata per averci giocato, una
volta...-
Aya
era in giardino e si divertiva a dare gas alla motosega, sentendone il
buffo
rumore.
Alfred
uscì di corsa guardandola allibito.
-Aya!
Cosa stai facendo oscillando quell'oggetto qui intorno?!-
urlò sconcertato.
La
corvina lasciò cadere l'attrezzo e indietreggiò
abbassando il capo.
-Mi
dispiace...-
-Questo
non è un giocattolo! E' un oggetto veramente pericoloso! Hai
capito? Non
giocare con qualcosa come questo mai più!-
-M-mi
dispiace, papà...-
-...menomale
che non ti sei ferita. Che fortuna... pensavo di averla messa fuori
dalla tua
portata...Dove l'hai trovata, Aya?-
Invece
di rispondere, lei si scusò nuovamente.
-...mi
dispiace...scusa... papà...-
L'uomo
sospirò.
Aya pensò ai
sotterranei,dove avrebbe
potuto sgomberare la strada con la motosega, mentre camminava in
corridoio.
D'un tratto si sentì
afferrare per la
gamba e cadde sul pavimento.
-Qualcosa mi ha afferrato la
gamba...!-
E cominciava a tirarla via.
-N-no...!-
Continuò a lottare
contro questa forza
invisibile.
-Sto per essere portata via...!-
Si dibatteva furiosamente
artigliando il
tappeto rosso. Dopo qualche secondo riuscì a liberarsi e
corse alla velocità
della luce lontano da quel qualcosa di invisibile.
Tornò nei sotterranei
prendendo fiato.
Attivò la motosega
rompendo i barili e
finalmente entrò nella prossima stanza.
Salì molti scalini e
scorse in un
allungamento della stanza un vecchio uomo dalla pelle violacea, senza
capelli e
le mosche gli ronzavano intorno.
Si avvicinò a parlargli,
ma scoprì che
borbottava da solo.
-La maledizione...fa tutto....l'ha
detto...e così deceived al... vera natura... il suo... ha
creato un... Lei era
matta come il dottore! Hmph... comunque... Cosa posso fare?-
Non capendo assolutamente nulla di
quello che stava dicendo, Aya si allontanò ed
entrò nella stanza successiva,
che si dimostrò essere un corridoio formato da tante travi.
La via ad est era
bloccata da tanti sacchi di sabbia, così Aya andò
a sinistra, arrivando in una
grossa stanza dalla quale proveniva un suono davvero triste. Qualcuno
stava
piangendo.
C'era una grossa porta bianca e
nera, al
centro della stanza, ma era bloccata.
La corvina si avvicinò
alla porta dalla
quale proveniva il rumore, ma era chiusa dall'interno.
-NON CI VEDO... NON CI VEDO... NON
VEDO
NIENTE... QUELL'UOMO
HA PRESO I MIEI
OCCHI!-
urlò una voce giovanile
e femminile.
Aya rabbrividì e
provò a pensare ad un
modo per liberare la ragazza.
Tornò indietro non
sapendo più cosa
fare, pensando furiosamente.
Appena uscita dal laboratorio,
notò che
c'era una porta, proprio davanti a sé. Curiosa,
entrò. Raccolse un secchio di
legno nell'angolo, sicura che le sarebbe stato utile.
Avanzò di qualche passo
ma una risata
inquietante la fece spaventare. Cercò di non curarsene e
curiosò tra gli
scaffali. Vide dei barattoli. E qualcosa di veramente orribile dentro
ognuno di
essi.
-C-che schifo... Non so nemmeno
cosa
siano la maggior parte... -
C'erano corpi di bambini con due
teste,
cervelli e... altro.
Si allontanò
rabbrividendo trattenendo
conati di vomito quando uno di quei barattoli cadde dallo scaffale.
Aya si chinò a
raccoglierlo.
Conteneva... due bulbi oculari.
Note
Lasciando
una gemma.
*Non
credo sia proprio malizia, forse ho sbagliato a tradurre.
**Ne
sei sicura, Aya??
Perdono perché a quanto pare EFP non mi vuole pubblicare tutto il capitolo. Mi trovate comunque su Wattpad mi chiamo HatsuneNMiku C:
Okay,
sto divagando.
Alla
prossima C: