05/05/2016
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Christine Lewis era una ragazza normalissima.
Frequentava il suo quarto anno ad Hogwarts, poteva dire con fierezza di essere Portiere della squadra di Tassorosso, faceva parte di un gruppo di amiche a cui voleva un bene dell'anima e quel giorno, il 5 Maggio 1995, compiva quindici anni.
Con tutta sincerità, la ragazza non si aspettava una giornata speciale. Erano ormai anni che i suoi compleanni finivano in catastrofe e non sarebbe stata sorpresa se in quel momento il terreno sopra la quale era seduta fosse franato, facendola finire nello stesso lago in cui si specchiava. Un sorriso le comparve lieve sulle labbra rosee quando un altro volto si affiancò al suo in quello specchio argenteo e Neville Paciock le si sedette affianco.
Il biondo le posò un delicato bacio sulla guancia, sperando con tutto se stesso di non arrossire, come invece aveva fatto la ragazza. Stavano insieme da ormai qualche mese, ma nessuno dei due poteva fare a meno di ritrovarsi con il viso paonazzo ad ogni minima effusione, per via della loro timidezza.
-Come va quindicenne?- Le domando Neville prendendole la mano, Christine si appoggiò alla sua spalla chiudendo gli occhi, sospirò,concertandosi sul battito del suo cuore. Aveva accelerato il ritmo non appena aveva avuto un contatto con lui e rallentava, tornando pian piano alla solita velocità, grazie ai movimenti circolari, rilassanti, sul suo palmo.
-Per ora bene, ma non credo che questa pace possa durare tutto il giorno.- Confessò lei riaprendo gli occhi per guardare quelli verdi di Neville. Erano luminosi, pieni di imbarazzo, ma anche di gioia e dolcezza.
-Perché dovrebbe essere una brutta giornata? A me sembra bellissima, perché quindici anni fa sei nata tu.- Christine si staccò di colpo dal ragazzo, guardandolo sorpresa. Anche il Grifondoro sembrava stupito di ciò che aveva detto, le parole gli erano uscite dalla bocca quasi da sole, senza che potesse controllarle. -I... Io...- Iniziò a balbettare, con il viso più arrossato di prima, timoroso di essere andato troppo avanti, di aver superato il limite, che fosse troppo presto per dirle quanto ci teneva a lei. Ma Christine lo abbracciò. La Tassorosso seppellì il volto nell'incavo del collo del Grifondoro, un leggero profumo di bucato appena fatto la invase, insieme ad un senso di familiarità, di affetto e calore. Neville esitante la strinse a sé, accarezzandole la schiene, ripetendo i movimenti circolari di poco prima.
-Grazie di tutto... Ti amo...- Bisbigliò lei. E forse era vero. Forse stavano davvero esagerando, due quindicenni erano troppo giovani e inesperti per comprendere l'amore, ma non era proprio per questo che potevano comprendere la purezza e la sincerità di quel sentimento? Avevano una lunga vita davanti e la ragazza voleva gustarsi quell'attimo di totale libertà, senza dover pensare al peso di quelle parole ormai consumate dalle labbra della gente.
Si inginocchiò e continuando a tenergli le braccia al collo lo baciò dolcemente sulle labbra e Neville le mise le mani sui fianchi, avvicinandola a lui e facendola sedere sulle gambe. I due non si accorsero però, che il ragazzo si era spostato leggermente e il peso dei due, insieme, li fece sbilanciare e finirono entrambi nel Lago Nero.
Si guardarono e scoppiarono a ridere.
Restarono nel lago schizzandosi e ridendo, godendosi quel pomeriggio, che sarebbe diventato una vita.