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Autore: telesette    06/05/2016    1 recensioni
Quasi gli avesse letto nel pensiero, Tonks parve indovinare il suono di quelle parole dagli occhi e dal modo in cui Lupin la stava guardando. I capelli le si tinsero di un biondo ramato acceso, mentre si illuminava tutta in volto, e per l'emozione si gettò tra le braccia dell'innamorato. Questi, anziché respingerla, la accolse a sé con trasporto socchiudendo gli occhi e respirando avidamente il profumo di lei, come limpida rugiada fresca in mezzo a un deserto...
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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A Tina, con amicizia
e tanto tantissimo affetto...
Buon Compleanno! 

Per poterti chiamare "amore"
immagini tratte da internet

Tonks abbracciò Remus, preoccupata nel vederlo barcollare dopo il violento scontro sostenuto, e subito dopo si accorse del lieve taglio rossastro sotto il suo sopracciglio destro.

- Dio, Remus - esclamò. - Stai sanguinando!
- No Dora, non è nulla... Davvero, lascia stare!
- Come sarebbe "lascia stare?" Guarda qua, sembra che tu abbia appena lottato con una tigre e...

Nel mentre che Tonks lo sfiorava, la mano morbida di lei sulla sua guancia livida e segnata, Lupin si concentrò su quei brevissimi istanti per poter assaporare quanto dolce e piacevole fosse il tepore di una carezza.
Quanto tempo era passato, dal giorno in cui si erano conosciuti.
All'epoca, pur sforzandosi di mantenere nascosta la sua triste condizione agli occhi del mondo, Remus era continuamente vessato dai dubbi e dalle paure con cui la gente era solita tenerlo a distanza. Se poi finiva per strapparsi una manica o macchiarsi accidentalmente, qualcuno sussurrava malignamente che doveva essersi appena rotolato nel fango contendendosi brandelli di cibo con i suoi simili...
E purtroppo, dato il suo udito sviluppatissimo, Remus sentiva perfettamente questo e ogni altro genere di commento nei suoi riguardi.
Chi mai si sarebbe sognato di avvicinare una bestia?
Fin da piccolo, Remus credeva che la solitudine fosse l'unico bene che la vita potesse concedergli. Nel silenzio, almeno, nessuno poteva offenderlo o criticarlo. E invece ben tre amici erano entrati d'un tratto nella sua vita. Con l'aiuto di James, di Sirius, e dell'allora giovane Peter Minus, per la prima volta, delle persone parevano accettare Remus Lupin come uomo tra uomini anziché vederlo come una specie di abominio vivente. Successivamente poi, conoscendo la storia nel dettaglio, il circolo degli affetti di Lupin prese sempre più ad arricchirsi di persone che non lo temevano. Silente fece carte false per difenderlo, soprattutto agli occhi dubbiosi degli altri insegnanti; Lily Evans lo aveva aiutato a ritrovare la fiducia negli altri, comportandosi come un'amica e quasi una sorella maggiore; e senza dubbio l'incontro con Tonks, da un'amicizia sincera a qualcosa di più intimo e profondo, era forse l'episodio determinante nella vita di Lupin.
Era come l'antica favola della Bestia che, vincendo la paura dell'aspetto fisico, fece innamorare di se la Bella fanciulla del destino.
Tonks si era innamorata di Remus, prima ancora che l'età le desse modo di comprendere tale sentimento, e se Lupin fosse stato un po' meno ottuso la loro storia si sarebbe potuta scrivere con un bel lieto fine.
Purtroppo quella non era una favola, e Remus non era il principe che la dolce Tonks meritava di avere al suo fianco.

- Sto bene - tagliò corto Lupin, scostando gentilmente la mano di Tonks prima che questa gli accarezzasse i capelli.

Lei lo guardò con occhi tristi.
Ogni volta, dietro quella apparente freddezza, Tonks percepiva chiaramente quanto malvolentieri Remus era solito adottare con lei quel suo brusco atteggiamento di distacco.
Nessuno avrebbe davvero potuto comprendere il conflitto di sentimento e ragione che affollava la mente di quel giovane uomo sfortunato: l'amore per una donna innamorata di lui a sua volta, il terrore di riversare su di lei parte dell'odio e della discriminazione che altri covavano verso di lui, e soprattutto il pensiero insopportabile ed agghiacciante di poterla ferire accidentalmente con gli artigli e le zanne di un mostro.
Questo perché Lupin non era completamente umano, bensì un licàntropo.
Era uomo solo per metà, un ìbrido per la precisione, e nonostante questo Dora lo amava teneramente.
Lo amava, certo, ed era così evidente che anche un cieco lo avrebbe capito.
Eppure Remus si ostinava nel tenerla lontano da sé, pretendendo forse di proteggerla da sé stessa, dimenticando che non si trattava certo di una giovane ragazzina alla sua prima cotta. Tonks era una donna, una donna dolce e sensibile ma, allo stesso tempo, forte e passionale. Mai e poi mai costei avrebbe accettato che fossero altri a decidere per lei, indipendentemente dal motivo, e finora Lupin non aveva fatto o detto nulla di esplicito per scoraggiarla.
D'altra parte, se lui le avesse detto di non provare assolutamente nulla, la soluzione sarebbe stata né più né meno che una bugia.
Qualunque altra donna avrebbe interpretato quel modo di fare scostante come un messaggio chiarissimo, come del tipo: "rinuncia, perdi solo il tuo tempo"... Invece Tonks non si scoraggiava mai, passando sopra anche agli atteggiamenti più irritanti, determinata com'era a battersi per vivere accanto all'uomo che desiderava.

- Remus, aspetta!

Non volendo dare spettacolo dinanzi ad amici e compagni, Tonks riteneva che quella faccenda andasse chiarita tra loro e loro due soltanto.

- Sono stanco, Dora - sospirò appena Lupin. - Non sono ferito, si tratta solo di un semplice graffio...
- Guarda che non stai parlando con una povera imbecille - replicò lei offesa. - Pensi di poter evitare sempre i discorsi così, squagliandotela al momento buono?

Lupin si voltò a guardarla ma, non sapendo cosa replicare, le parole gli morirono sulle labbra.

- Anch'io sono stanca, Remus: stanca dei tuoi silenzi, delle tue fughe, del tuo voltarti sempre dall'altra parte e... Cristo, insomma, è veramente tanto difficile per te?
- Dora, ti prego...
- Eh, no, così è troppo comodo - questa volta Tonks era decisa ad affrontare la questione direttamente. - Tu forse ti aspetti che io possa capire e comprendere tutto, magari anche accettare le tue ragioni senza discutere, ma la verità è che non ne abbiamo mai parlato veramente sul serio!
- Perché non c'è nulla di cui parlare - osservò lui gravemente. - Tu sai già tutto, sai chi sono e soprattutto che cosa sono... Non c'è nulla da aggiungere, semplicemente non può funzionare e basta!
- No Remus, non basta affatto!
- No?
- No!

Davanti all'apparente calma seràfica di Lupin, resa ancora più insopportabile dal modo in cui questi evitava accuratamente di rispondere alla domanda, Tonks sentiva montare addosso una rabbia addirittura più forte del sentirsi chiamare Ninfadora.

- Se ci fosse un'altra donna, lo capirei; o se fossi io a non piacerti, ancora più semplice, non insisterei oltre; mi vanno bene anche frasi del tipo "non voglio legarmi" o quel che ti pare... Basta dirmelo, Remus, essere chiari: tu dimmi una sola parola, qualcosa di autentico, e io la accetterò come tale!

Remus si morse le labbra.
Poteva mentire, certo, ma sapeva di essere un pessimo attore. Dora non l'avrebbe bevuta, se lui stesso non avesse mostrato di crederci fino in fondo nella sua bugia, e la verità era l'unica cosa che non poteva assolutamente dirle se non a costo di rovinare lei e tutta la sua vita futura.

- Non posso - sussurrò. - Te l'ho detto, non posso!
- Non è una risposta questa, lo sai - osservò lei.
- Non si tratta solo di me, ma di te, della tua famiglia... In nome del cielo, Dora, possibile che tu non ti renda conto!
- Stai ancora girandoci attorno!
- "Se solo potessi dirtelo" - pensò Remus. - "Poterti stringere a me, dire quanto ti amo, e ciò che desidero più di ogni altra cosa"...

Quasi gli avesse letto nel pensiero, Tonks parve indovinare il suono di quelle parole dagli occhi e dal modo in cui Lupin la stava guardando. I capelli le si tinsero di un biondo ramato acceso, mentre si illuminava tutta in volto, e per l'emozione si gettò tra le braccia dell'innamorato. Questi, anziché respingerla, la accolse a sé con trasporto socchiudendo gli occhi e respirando avidamente il profumo di lei, come limpida rugiada fresca in mezzo a un deserto.

- Finalmente - sussurrò Tonks. - Ti sei deciso a dirlo, brutto testone che non sei altro!
- Veramente - fece notare lui, senza smettere di abbracciarla. - Io non ho detto niente...

Subito Tonks gli serrò un braccio attorno al collo, guardandolo di traverso, e premendogli minacciosa la punta della bacchetta contro il petto.

- Ti conviene dirlo allora - intimò. - Non intendo aspettare i capelli bianchi, per poterti chiamare "amore", mi sono spiegata ?!?

Lupin sorrise.

- Perfettamente - concluse baciandola. 

FINE

   
 
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