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Autore: kleines licht    06/05/2016    2 recensioni
Dal testo: " [...]sinceramente non avevo idea di come cambiare le cose.
E avevo sicuramente paura di quel che eravamo, avevo paura di tutto quanto, sapevo che le cose continuando così sarebbero andate solamente i male in peggio ma non riuscivo a offrirle ancora quel che volevo. Mi sconvolgeva l’idea di volerle offrire davvero qualcosa ma forse dovevo imparare a conviverci."
DeanxJo
Written by: kleines licht & lastbreath
Genere: Drammatico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dean Winchester, Impala, Jo, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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Titolo: I may I look I'm crazy, I should know right from wrong.
Fandom: Supernatural
Rating: Giallo
Avvertenze: Probabili modifiche alla cronologia della trama
Beta: lastbreath.
Trama: Dal testo: " [...]sinceramente non avevo idea di come cambiare le cose.
E avevo sicuramente paura di quel che eravamo, avevo paura di tutto quanto, sapevo che le cose continuando così sarebbero andate solamente i male in peggio ma non riuscivo a offrirle ancora quel che volevo. Mi sconvolgeva l’idea di volerle offrire davvero qualcosa ma forse dovevo imparare a conviverci."
DeanxJo
 
Pov Jo
Non credevo che tornare umana, dopo una trasformazione, fosse così difficile. Quando avevo chiesto aiuto a Tom, il vecchio cacciatore, aveva subito cercato di darmi il rimedio adatto ma in realtà, tutto l'inferno che provai in quel momento non fece altro che fomentare il senso di paura e di sconfitta che sentivo dopo la telefonata con Dean. Mi aveva fatto male sentirgli dire che non potevo raggiungerlo: non riuscivo a spiegare quella sensazione, ma mi sentii davvero...gelosa, nel sentirgli dire che doveva rimanere con Sam. Per causa sua Dean si era allontanato da me, e lo sentivo sempre più distante da quando suo fratello ci aveva scoperti in macchina. Credeva davvero che io non mi fossi accorta che si stava allontanando sempre di più? Credeva di avere a che fare con una stupida? Quell'ennesimo rifiuto, sommato alle sparizioni sempre più frequenti, era stata una coltellata. Come se sottovalutasse anche quello che mi era successo.

Sapevo di non avere il diritto di lamentarmi, in fondo l'avevo scelta io quella situazione e sapevo a che cosa andavo incontro..ma mi aveva fatto male sapere che rischiavo sul serio la pelle, e lui aveva fatto finta di nulla. Mi ero scoperta gelosa di suo fratello, e anche sofferente perché gli avevo chiesto una mano e non me l'aveva data. E in tutto questo, mentre sentivo il mio corpo cambiare di nuovo e tornare umano, immaginavo Dean che se ne andava, lasciandomi nel mezzo dell'inferno che stavo provando, dopo avermi accoltellata al petto, ridendo sommessamente e voltandosi poco dopo, lasciandomi ovviamente tra le fiamme. Era tutto così reale che mi ero svegliata in preda alle urla, forse anche per la cura che stavo ricevendo. Fu difficile rimettersi in piedi dopo essersi svegliata, ma dopo una doccia mi sentii apparentemente meglio e decisi di rimettermi in macchina per tornare a casa. Avevo bisogno di un po' di pausa, e forse tornare alla Roadhouse era l'ideale.
Quando tornai nel cortile per prendere l'auto, mi ritrovai una sorpresa: Dean era lì ad attendermi e non appena mi vide, mi prese il polso con violenza. Come se avesse avuto ragione a dirmi che non poteva raggiungermi e dando quella motivazione del cavolo. Le avevo viste bene le abrasioni sul viso e sui vestiti, ma non potevo chiedergli in quel momento che cosa fosse successo. Doveva smettere di credere di avermi in pugno, e non mi sarei mostrata debole nel chiedergli cosa fosse successo durante un caso.
Cercai quantomeno di distrarmi durante il viaggio con un po' di musica, ma in realtà più trovavo delle nuove stazioni radio, più beccavo canzoni romantiche. L'avevo spenta per la disperazione, alla fine, e solo dopo un po' di ore arrivai a casa. Ero così stanca che non calcolai neanche quanto ci misi, perché avevo solo bisogno del mio letto. Feci un leggero saluto a mia madre, che mi guardò abbastanza curiosa, e pensai che fosse semplicemente per il mio arrivo. Quando però salii nella mia stanza e aprii la porta, mi trovai quel maledetto cacciatore steso comodamente sul mio letto.
-E tu che accidenti ci fai qui?!- sbuffai, buttando per terra il borsone, completamente sorpresa anche del suo gesto. Ma evitai di guardarlo troppo: in fondo, molto in fondo, ero felice che mi avesse aspettato lì. Evidentemente voleva chiarire in qualche modo, o roba del genere.
-Ti aspettavo. E poi qui i letti sono molto più comodi di quelli dei motel- mi disse con la sua solita faccia da schiaffi. Mi tolsi le scarpe, nel frattempo, e lo guardai ancora freddamente, nervosa e comunque dimostrandomi non molto felice della sua presenza. Provavo ad essere credibile, per lo meno.
-Mi fa piacere. Eppure credevo di essere stata chiara: volevo rimanere da sola. E tu avresti bisogno di una sistematina: forse Sam sarebbe in grado di darti una mano. Vai da lui, ti starà aspettando- sussurrai velenosa, per poi spingerlo un po' dal letto per mettermi stretta in un angolo, senza toccarlo. Gli avevo dato comunque l'idea che mi fossi accorta di quanto successo. Bene, perfetto: purtroppo non ero riuscita a frenare la lingua. E avevo anche parlato come una cavolo di bambina gelosa.
-Smettila. Ho fatto una corsa per raggiungerti e non ho bisogno di sentire anche queste lagne- mi disse lui, stavolta lasciando che il suo tono si mostrasse nervoso e teso. Bene, avremmo litigato per tutto il tempo.-Nessuno ti ha chiesto di lasciare il tuo motel, raggiungermi da Tom e poi aspettarmi qui. Se vuoi dormire fallo. In fondo sei venuto per questo, no?- gli risposi a tono, incrociando i suoi occhi dopo essermi girata e, vedendoli fiammeggianti, mi voltai e gli diedi le spalle. E poi ero cosi stanca che, nonostante lo spazio minimo in cui mi ero stretta, mi addormentai. Stavolta molto più tesa di qualsiasi altra volta.
 
Pov Dean
Non ero una di quelle persone che si sforzava particolarmente per le persone, non ero sicuramente una di quelle persone che faceva così tanto persone, e per quel che pensavo io era qualcosa che avrei fatto solamente con Jo. Era strano dirlo ma in effetti non mi era mai capitato di muovermi così in fretta per una persona, o ancora peggio di abbandonare mio fratello per qualcun altro. Soprattutto in un momento come quello.
Semplicemente non faceva per me, non pensavo nemmeno che sarei mai stato in grado di farlo per qualcuno. Non si trattava certo di sottovalutarmi piuttosto mi conoscevo abbastanza bene da sapere ormai i miei limiti e le mie idee. Non avevo nemmeno idea di come avesse fatto Jo a convincermi a fare qualcosa del genere, e razionalmente pensandoci non aveva fatto proprio niente.
Il solo fatto che se la fosse presa con me, ignorando largamente lo sforzo che avevo fatto per raggiungerla, mi aveva infastidito: forse non avevo avuto un comportamento meraviglioso e probabilmente avrei potuto risponderle diversamente, ma infondo avevo cercato almeno di rimediare e nonostante tutto avevo provato a raggiungerla.
Non avevo mai detto di essere una persona perfetta, non avevo mai detto di poter diventare una persona meravigliosa e non avevo mai nemmeno nascosto i miei difetti e non l’avevo illusa al riguardo. Avevo sempre messo in chiaro quanto Sam per me fosse importante eppure avevo cercato di non dimenticarmi completamente di lei per colpa sua. Stavo cercando di fare del mio meglio ed evidentemente non bastava.
Per come ero fatto non ero sicuramente tipo capace di sopportare una soluzione del genere, e sapevo bene che se le cose fossero continuate in quel modo non avrei sopportato tutto quello a lungo. Avevo una pazienza piuttosto limitata per quelle cose e sicuramente non ero una di quelle persone che stringeva i denti per qualcosa del genere, non ci avevo mai perso troppo tempo o speranze.
Pensavo semplicemente che le cose sarebbero tornate semplicemente all’origine, che tutto avrebbe ritrovato semplicemente il suo dannato equilibrio. Avrei trovato il mio modo di farcela, come sempre. Nel frattempo non  avevo intenzione di  dargliela vinta e di lasciarla semplicemente a sé stessa: prima di tutto perché non intendevo fare tutta quella strada per niente, e poi perché non mi aveva ancora spiegato il motivo di quella telefonata.
Giocai d’anticipo, non facendo altro che prendere una scorciatoia per arrivare prima alla Roadhouse. Non avevo troppi dubbi che Ellen mi avrebbe lasciato fare, dopo averle spiegato a grandi linee la situazione. Mi importava poco di quel che in quel momento voleva Jo, del fatto che potesse essere contrariata dalla mia presenza: se ne sarebbe fatta una ragione perché non intendevo sicuramente andarmene prima di aver fatto quel che volevo.
Raggiunsi velocemente la sua stanza e mi rilassai sul letto, finalmente con la possibilità di chiudere per un attimo gli occhi. Conoscendomi non sarei riuscito a prendere sonno ma le mie ossa supplicavano da ore di trovare un posto per riposarsi qualche istante.
Avevo semplicemente bisogno di una pausa, che ovviamente non feci in tempo a concedermi. Prima ancora di potermi seriamente rilassare sentii dei passi pesanti salire le scale. Aprii gli occhi, costringendomi a tornare improvvisamente nuovamente vigile e non feci altro che fingere di essere arrivato lì da secoli, di essere riposato e lucido.
Sentii la porta aprirsi e mi voltai noiosamente verso di essa, godendomi lo stupore e il finto fastidio che Jo cercò di dipingersi in volto. Lei per prima sembrava stanca e anche se non lo avrei mai dato a vedere avrei comunque cercato di evitare una vera e propria discussione quella sera. Avremmo avuto altro tempo utile, per il momento potevamo semplicemente evitare.
Lasciai che mi dicesse quel che voleva, senza farmi mettere i piedi in testa: non mi sembrava il caso di prendere anche una sfuriata e non dire nulla, quello sarebbe stato impossibile anche per uno come me, decisamente. Potevo provare comunque a essere gentile, ma debole e accondiscende no.
Alla fine non feci altro che lasciare che si addormentasse, provando a fare lo stesso. Non che fosse particolarmente facile, per quanto provai a mettermi comodo: non avevo al momento tempo e possibilità di curarmi ogni singola ferita, ma mi liberai almeno dei vestiti, rimanendo semplicemente in boxer. Coprii entrambi con il lenzuolo e dopo averla stretta leggermente a me –e al diavolo quelle cavolate infantili che aveva detto poco prima- provai quantomeno a rilassarmi abbastanza da trarne qualche beneficio.
Non mi sorpresi più di tanto di essere già sveglio all’alba e mi alzai, cosciente che non sarei più riuscito a prendere sonno. Andai quindi a farmi una veloce doccia, contando i danni della caccia del giorno prima e provando almeno a porre rimedio alle ferite più preoccupanti.
Non ci impiegai molto ma quando uscii dal bagno, con addosso ancora solamente l’asciugamano trovai Jo già sveglia. Per quanto potesse essere ancora nel dormiveglia sembrava che non le fosse troppo passata: da quel che sembrava ce l’aveva ancora con me, per motivi che personalmente trovavo particolarmente stupidi. Non ero riuscito a raggiungerla quando mi aveva chiamato ma dannazione lo avevo fatto appena aveva potuto.
-Ancora qui? Il fratellino non ha fatto pipì a letto stanotte?- domandò con il solo intento di punzecchiarmi e non feci altro che fulminarla con lo sguardo. Non me la prendevo per troppe cose, ma quando si toccava la mia famiglia, e soprattutto Sam, sapevo diventare la peggiore versione di me stesso.
- Stava male Jo. Non so se hai notato, mentre eri così tanto impegnata a prendertela con me, che la caccia di ieri non è andata troppo bene, e Sam non è messo meglio di me- le feci notare piccato, senza avvicinarmi e fermandomi semplicemente in mezzo alla stanza. Non intendevo, sinceramente, fare molto altro: se era partita così lo aveva fatto sicuramente nel modo sbagliato.
-Beh non hai pensato che anche la mia caccia potesse essere andata male? Ah no giusto il fratellino ha qualche graffio e io passo in secondo piano!- continuò imperterrita. In quel momento mi resi conto che Jo non aveva la benché minima di che diavolo stesse facendo, oppure lo sapeva più che bene e aveva deciso che quella sarebbe stata semplicemente la fine di tutto.
- Non ho messo nessuno in secondo piano, Jo! E vorrei anche farti notare che mi hai sbattuto il telefono in faccia, e che  non mi hai fatto finire di parlare. Non mi hai nemmeno detto che diavolo stesse succedendo eppure sono comunque qui! – le feci notare, con un tono stranamente basso ma non per questo più tranquillo.  Stavo male, ero sinceramente incazzato e se non fosse stata Jo e non fosse stata una donna l’avrei presa a pugni.
Pensavo di non fare altro che finire di litigare e andarmene, non avevo molto altro da dire o fare sinceramente e non pensavo nemmeno ne valesse a pena. Non volevo altro, non volevo pensare a niente di quel che sentivo in quel momento e pensavo semplicemente che non fosse il caso di pensarci in quel momento.
Sospirai profondamente, passandomi una mano tra i capelli umidi. –Sono diventata un vampiro Dean, e tu non c’eri!- mi fece notare semplicemente, non facendo altro che sputarmi in faccia la realtà. Mi fermai per qualche istante non facendo altro che concentrarmi sull’immagine di Jo che beveva sangue umano, Jo la sanguinaria, Jo come una delle creature che avrei dovuto uccidere.
La guardai piuttosto sorpreso e sospirai pesantemente. Sì era una cosa grave, aveva ragione, ma non sapevo cosa farci: avevo delle responsabilità e non potevo pensare solamente a lei. L’avevo raggiunta appena possibile, e mi dispiaceva non averla affiancata nel modo migliore. Mi dispiaceva ma non sapevo cosa farci,e non potevo prometterle che non sarebbe successo. Né lei né Sam potevano capire: dannazione io stavo vivendo una situazione che non avrei augurato a nessuno e loro due si lamentavano se mi allontanavo dall'una o dall’altro.
-Senti mi dispiace okay? Avrei dovuto esserci. Ma non so come fare, non ho la più pallida idea di che cosa dirti a riguardo. Ho cercato di fare quel che potevo, ho provato a venire qui il prima possibile ma non ho la più pallida idea di che cosa dirti e di che cosa farci. Non è così tanto facile dividersi tra voi due e non posso garantirti niente per il futuro. E’ ovvio che io voglia provare davvero  ad esserci ma non so cosa fare.- ammisi semplicemente, provando a farle capire quanto quella situazione mi stesse mettendo in difficoltà. Lei la faceva facile e sinceramente mi sentivo piuttosto in colpa per tutto quello che aveva passato da sola.
Mi ero ormai convinto che  fosse finita, che avrei dovuto andarmene, quando sentii semplicemente delle braccia calde ed esili intorno  a me. Sospirai profondamente e lentamente, non riuscendo a fare altro che stringerla a me, seppur debolmente.
   
 
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