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Autore: Spensieratezza    07/05/2016    5 recensioni
“Mi hai trovato!” gli disse commosso.
“Io ti troverò sempre. Dovunque andrai, io ti troverò sempre.” Gli disse Jared commosso a sua volta.
Genere: Romantico, Science-fiction, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jared Padalecki, Jensen Ackles
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Soulmates - un sogno d'amore'
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Era tutto finalmente pronto. Sam teneva in mano il bicchierino con la pozione scintillante.

Jensen glielo prese dalle mani e glielo fece bere dolcemente dalle sue mani.

E Sam accettò, più sereno, perché si fidava totalmente di Jensen.

“Com’è?” chiese subito Jensen.

“Mmmm…amara…ma anche dolce…” disse Sam un po’ confuso, poco prima di cadere in ginocchio in preda alle vertigini.
 
Per Jensen era difficile guardarlo senza stringerlo a sé, ma non poteva fare altrimenti. Bobby gli aveva consigliato di non toccarlo perché Sam sentendosi protetto da lui, avrebbe potuto bloccare la trasformazione.
 
Nel frattempo, Sam cominciò a rivivere vari flashback.
 
 
Jared aveva 15 anni ed era seduto in un angolo appartato e nascosto del cortiletto della scuola.

Si avvicinò una ragazzina chiedendogli:

“Jared, perché stai qui da solo?”

“Sto bene qui…è tranquillo.” Rispose lui.

In realtà spesso Jared non si ricordava neanche come ci arrivava in certi posti, ma ormai aveva sviluppato una sorta di istinto. Quando intuiva che rischiava di estraniarsi dal mondo, si isolava, per non farsi vedere dagli altri che restava con lo sguardo fisso nel vuoto.

“Cosa c’è che non va in me?” si chiedeva.

Non ricordava cosa succedeva durante i suoi momenti di vuoto.

E aveva paura di parlarne con gli altri per timore che dicessero che era pazzo e da rinchiudere.
 
 
Sam ebbe un altro flashback. Questa volta erano sempre a scuola ma con lui c’era anche Jensen, che faceva un castello di sabbia accanto a lui. Sam aveva sei o sette anni.

“Jensen, perché non vai a giocare con i tuoi amici? Finisco io il castello di sabbia.” Disse Sam dolcemente.

“Non dire sciocchezze. Se qualcuno si accorgerà che il castello si costruisce da solo..”

“Jensen, le persone non trovano strano neanche se si muovono le foglie o se cade un oggetto senza toccarlo! Neanche se spariscono le cose e poi dopo una settimana le ritrovi dove le hai già cercate, figurati questo!”

Jensen lo guardò strano.

“Pensi che le cose che si perdono vanno in luogo specifico per poi tornare in questo?”

Sam scrollò le spalle. “Forse è lì che vado anch’io quando sparisco.”

Jensen lo guardò. “Sarebbe terribile se fosse così. Se ti facessero del male in questo luogo, io non potrei proteggerti. Promettimi che me lo dirai se fosse così.”

Sam si era commosso e aveva detto di sì, ma, se anche se lo fosse ricordato, non l’avrebbe detto, per non far soffrire il suo amico.
 
 
Pensieri di Sam:

Le persone quando vengono al mondo, non sanno niente della loro nascita o dello scopo della loro esistenza ma almeno hanno i ricordi dei loro anni passati e possono contare sulla famiglia. Io no. Forse non ricordo niente perché sono un fantasma…forse è Jensen a tenermi ancorato qui e se lui si stancherà di me, io scomparirò.  Pensava Sam tristemente.
 
 
 
Restavamo sempre insieme. Sempre. E nel frattempo crescevamo.

Crescevamo e il nostro corpo cambiava. Io dormivo sempre nel letto di Jensen, ma non nascondo che a volte sentivo un po’ di imbarazzo.

Non era più come quando eravamo bambini. Jensen aveva bisogno a volte di privacy. Come tutti i maschi, a volte si toccano. C’ero io e non poteva.

Sentiva caldo, ma restare in mutande nel letto con me sembrava imbarazzante.

E man mano che Jensen cresceva, io notavo quanto bello e forte diventava.

Le sue braccia erano forti e muscolose. Mi piaceva sentire la consistenza sotto le mie dita.

E a lui piaceva che lo toccavo.

Me ne accorgevo da come mi sorrideva.
 
Cominciai ad accorgermi che qualcosa stava cambiando, dai sorrisi che faceva quando lo toccavo o quando incrociavamo lo sguardo.

Lui mi aveva sempre sorriso, ma in quel modo lo faceva da poco.

Quando mi appoggiava la mano sulla gamba, sentivo un tocco più ricercato e più caldo.

Quando mi toccava il collo, sembrava che mi stava facendo una carezza.

I nostri occhi tendevano a incrociarsi un po’ troppo spesso…

Le sue labbra finivano un po’ troppo spesso vicino alla mia guancia.

E notavo anche quante volte si perdeva a fissare le mie labbra…
 
Avevo sedici anni, e Jensen non si sarebbe mai approfittato di quello che finora considerava come il suo fratelino…a meno che non avessi preso io in pugno la situazione…

Ammetto di avere trovato una scusa per baciarlo…

Non mi aspettavo però la sua dichiarazione dolcissima.

Quella venne proprio inaspettata.

“Credo di amarti” 
 e li mi sciolsi proprio come burro.
 

Lo baciai, perché sapevo che era quello che voleva anche lui.

Ed è stato meraviglioso quando Jensen ricambiò, tenendomi una mano sul viso e guidando lui il bacio.

“Si, baciami, Jensen.” Pensavo.
 
 



Jared si risvegliò dal suo stato di trance. Stava facendo i compiti alla sua scrivania, quando si era assentato di nuovo.

Ho i brividi…e sento le guance in fiamme pensò Jared toccandosele.
 



Jared andò in cucina a piedi nudi e bevve latte freddo dal cartone.

John lo guardò e ridacchiò.

“O hai la febbre, o sei innamorato, giovanotto.”

Jared lo guardò andare via, scioccato.

Innamorato?
 
 
 
 

*

“Jared, devo parlarti, ma non è niente di grave, eh, stai tranquillo.”

Jared ovviamente si preoccupò subito.

“Qualche delinquente ti sta dando fastidio?” chiese Jared protettivo.

“No, no, figurati. Non c’entro io, ma te.”

Jared lo fissò.

“Non è facile per me da dire…di solito queste cose le fanno le giovani donne…le madri…insomma, la questione sul sesso.”

Jared era subito avvampato.

“Non parlerò con te di questo. Non sono una femmina.”

“Ma un adolescente arrapato sì!”

“Cosa??”

John cercava di trovare le parole giuste.

“Hai portato qualche ragazzina a casa? Perché se è così, spero che tu abbia usato il preservativo.”

“COSA? Io non ho…non ho fatto sesso!” disse Jared. In realtà ricordava di avere avuto molti sogni bagnati ma…

“Oddio, aspetta..tu…tu sei entrato nella mia stanza e…” spalancò la bocca Jared.

John si torturò i capelli ma sembrava più rilassato.

“ Sì, insomma…ho visto che hai macchiato il letto…ma Jared,è normale!”

“Diosanto…”

“Stà tranquillo, lo fanno tutti i ragazzi…chiaramente un padre preferirebbe non vedere ma…sono più rilassato ora, sapendo che era solo…ehm…”

“Mast..”

“Sì, sì, quello.. non c’è bisogno che finisci la parola. Volevo solo dirti che, insomma, se sei così attivo…d’ora in poi le lenzuola le lavi a parte tu, eh?”

Jared si sentiva sprofondare e annuì senza guardarlo.

“Sei ancora troppo giovane per il sesso.” Disse John andando via cercando di sorridere.
 


Jared sospirò, buttandosi nel letto. Faceva sogni bagnati spesso ma non riusciva mai a ricordarli. Ricordava solo due grandi braccia che lo sostenevano e si aggrappavano a lui e lo cullavano.

Il piacere ma anche il dolore.

E i primi giorni si sentiva anche un po’ indolenzito.
 


Diosanto…sto facendo l’amore con un fantasma? Un fantasma che viene a molestarmi durante la notte? Si chiedeva Jared preoccupato.

Ma poi pensava:

Però almeno non sembra cattivo. Forse gli piaccio pensò sorridendo.
 
















Note dell'autrice: 

lo so raga...speravo di cavarmela con un capitolo solo ma la cosa si prolunga..voglio fare davvero le cose per bene visto che è una cosa importante...soprattutto più scrivo e più mi trovo in difficoltà poi con l'html staccando il testo...spero vi piaccia cmq <333 

ps il titolo del capitolo è preso dalla canzone "non sarà un'avventura" xd
   
 
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