Nella
tana del nemico
“Diavolo, che
male!” questo è il primo pensiero che mi viene
in mente non appena riprendo conoscenza. Una fortissima fitta mi
attraversa il
capo da una tempia all’altra, facendo girare vorticosamente
il mondo intorno a
me e annebbiandomi
la vista.
“Dove
sono? E Kimmy?”cerco di mettere a fuoco gli oggetti attorno a
me ma mi risulta
impossibile, è come se fossi immersa nell’acqua,
vedo tutto sfocato e i confini
di ciò che vedo non sono ben delineati, così come
i colori.
“Patry?
Sei sveglia?” una voce ansiosa mi giunge dalla destra, una
voce familiare:
Karin
“Più o meno” mugugno
voltandomi verso la fonte di quella voce
“Mi fa male la testa e non ci vedo” mi
lamento cercando di muovermi
“Anche io quando mi sono svegliata! Dopo un
po’ passa però” sussurra
“Perché
non riesco a muovermi?” brontolo
“Forse
perché sei legata
come un salame?”ringhia
“Dove siamo?” chiedo fissando la mia
amica
“Non
ne ho idea, so solo che voglio andarmene immediatamente da
qui” risponde
“Ma
cosa stavamo facendo prima? Perché siamo legate?”
“Non ti ricordi?
Eravamo a casa tua e all’improvviso un bestione ci ha tirato
qualcosa in testa
e siamo svenute e ora siamo qui” dice sconsolata
“Un
bestione?” mi torna in mente tutto e il peso di quella
situazione mi crolla
addosso: siamo state rapite.
“Dobbiamo scappare! Dobbiamo toglierci lo scotch e trovare
una via di
fuga!” mi sibila Karin
“Io non riesco a muovere un solo muscolo” rispondo
io che avevo notato
lo scotch che imprigionava strettamente i nostri arti, solo pochi
istanti
prima.
“Bhè dobbiamo trovare un modo, anche
perché non siamo legate alla sedia,
dovremmo farcela se ci impegniamo.”
Faccio
una piccola prova, è vero non siamo legate alla sedia, ma lo
scotch è
legato talmente forte e posizionato sulle
articolazioni che mi impedisce di compiere qualunque movimento.
“Non ci riesco, è troppo forte, non
riesco a muovere nemmeno un muscolo”
frigno
“Gesù, lascia stare, provo a farlo
io”ringhia Karin cominciando a
dimenarsi. Improvvisamente un suono secco giunge da un punto
imprecisato
davanti a me. Come lo sbattere di una porta.
“Ben svegliate gattine!” una voce
profonda e roca giunge dallo stesso
luogo dal quale era giunto il rumore. Un’ondata di puro
terrore mi assale e
così penso sia pure per Karin, in quanto si è
bloccata improvvisamente.
“Ben
venute nella mia tana, signorine! Spero che vi sentiate a vostro
agio” conclude
lui sghignazzando
“Dove
siamo?” chiedo io flebilmente a causa del terrore. Un secondo
dopo avverto un
fortissimo dolore alla parte sinistra del volto, seguito da un sonoro
ciaff, e
poi sento uno strano sapore, simile a quello del ferro: sangue. Il
nostro
rapitore mi ha appena tirato un manrovescio.
“Qui
le domande le faccio io signorina!” ghigna avvicinandosi a me
e tirandomi un
leggero schiaffetto sulla guancia destra. Poi
si allontana, afferra una sedia e ci si
siede a cavalcioni poggiando i gomiti sulla spalliera.
“Allora signorine? Che ne dite di fare un
po’ di conversazione?” ghigna
lui tirando fuori un coltello e cominciando a giocherellarci.
È un coltello
dalla lama di 10 cm circa, uno di quelli la cui lama si inserisce in
una
fenditura del manico, il quale è di color oro.
“Bene
comincio io! Allora io sono Andrey! Ho 27 anni e vengo dalla Polonia! E
voi
bellezze? Come vi chiamate’” ghigna alzandosi e
avvicinandosi a Karin.
“Cominciamo
da te biondina!” sussurra inginocchiandosi di fronte a Karin
“K..K..Karin”
risponde terrorizzata. Chi mai avrebbe detto che Karin potesse essere terrorizzata,
ma d’altronde
nemmeno io avrei mai creduto di poter provare quel sentimento. Non so
perché ma
la mia attenzione è completamente rapita da
quell’arma che il bastardo tiene
tra le mani. Continuo a fissarlo ossessivamente quasi avessi paura che
possa
scomparire da un momento all’altro. Il cuore ha preso a
battermi a mille e
nonostante il luogo in cui ci troviamo sia ben riscaldato provo un
freddo
insopportabile e un’insopportabile senso di oppressione al
petto.
“Karin
eh? Carino! Non si direbbe però che tu sia Finlandese o
Svedese” sogghigna lui
divertito.
“
Non sono Finlandese!” balbetta lei tremando violentemente “ Sono
Italiana” aggiunge
“Originale
come nome” sogghigna alzandosi e voltandosi verso di me
“E
tu bella bimba? Tu invece non sembri Italiana. Sei Greca? Egiziana? O
magari
Spagnola! Perché no?”
“Sono
Italiana, del sud” riesco a biascicare terrorizzata. La mia
vista è molto
migliorata e ora riesco a vedere quasi perfettamente. E sinceramente
avrei
preferito non vedere: davanti a me è accovacciato un uomo
molto alto e dalla
corporatura robusta, anzi è più corretto dire un
super palestrato, la pelle
tanto bianca da sembrare trasparente, i capelli di un castano chiaro e
due
occhi verdi chiaro dal taglio obliquo, i lineamenti del volto precisi e
ben
marcati e un piccolo neo sotto l’occhio destro. La parte
superiore del corpo è
fasciata da una maglia senza maniche azzurra, le braccia sono muscolose
e piene
di peli chiari, le mani sono grandi, ha dita lunghe ed affusolate e le
unghie
mangiucchiate: un conato di vomito mi assale; mi ha sempre disgustata
vedere le
unghie ridotte in quello stato. Incredibile come io mi disgusti
all’idea delle
unghie quando invece dovrei essere letteralmente presa dalla situazione
in cui
mi trovo. L’uomo indossa dei jeans larghi color nero, tenuti
in vita da una
cintura di pelle marrone con la fibbia argentata.
Se non fosse che ha appena rapito me e la mia best e che
tiene un
coltellaccio in mano standomi a non più di 5 cm di distanza,
potrei anche dire
che è davvero figo.
“Non avevo pensato a
questa opzione” sghignazza lui.
“Strano però! Non ha per niente
l’accento polacco” penso io e dopo 2
secondi comincio a tirarmele dietro da sola “ Ma brutta
rimbambita che non sei
altro! Hai un maniaco a 5 cm di distanza e tu
ti preoccupi di che accento ha??”
“Non
mi hai ancora detto come ti chiami però” ribatte
lui appoggiando una mano sulla
mia gamba. Sento la parte su cui ha appoggiato la mano incendiarsi e da
quel
punto diramarsi tanti piccoli brividi. Comincio a tremare.
“P-
Patrizia”
“Pffff!
Banale! Credo che ti troverò un altro
nome……..” ribatte lui alzandosi e
ritornando a sederti sulla sua sedia. Nonostante si sia allontanato il
cuore
non accenna a decelerare i suoi battiti, anzi. Mi volto velocemente
verso Karin
e noto che anche lei mi sta fissando. Per un secondo le nostre iridi si
incontrano ed
entrambe leggiamo, in
quelle dell’altra, il terrore sempre crescente, la voglia di
scoprire che si
tratti soltanto di un terribile incubo e un breve barlume di sollievo,
quello
del sapere di essere almeno con la persona di cui si ci fida di
più al mondo.
Vana come speranza, forse anche patetica, ma presente.
“Che
ne dici di Rebecca? Non trovi sia carino?” chiede facendo
scattare la lama del
coltello fuori dal manico.
“Sì,
è carino!” balbetto e non è una
menzogna, Rebecca mi piace sul serio.
“Bene
allora! Passiamo alla prossima domanda. Conoscete qualche lingua a
parte
l’italiano e l’inglese?”
“
Ma che cazzo di domanda è? Ma che acido si è
calato questo?”pensiamo
all’unisono io e Karin
“Avanti
signorine,non siate timide. Coraggio!”
ghigna lui squadrandoci da capo a piedi. Non una sola
parola fuoriesce
dalle nostre gole, la paura è troppa e la domanda stupida.
“Allora? “ esclama nuovamente lui irritato. Con la
coda dell’occhio vedo
Karin scuotere energicamente la testa.
“Il
tedesco”rispondo io in un fiato. Improvvisamente gli occhi di
Andrey si piantano
su di me e sembrano come
illuminati da una strana luce, come se fosse contento.
“Tedesco?
Ma che piacevole sorpresa!” dice continuando a fissarmi
mentre un sorrisino
compiaciuto gli spunta sul volto.
“Dove
l’hai imparato?”
“Scuola”
rispondo con voce strozzata
“Questo
è buono! Vuol dire che sei intelligente e che sei abituata a
lavorare sodo. E
questo mi piace” ghigna
“Adesso
però basta perdere tempo! È ora di cominciare a
divertirsi. A voi piace
giocare?” chiede Andrey chiudendo di scatto il coltello e
fissandoci con lo
sguardo più cattivo che io abbia mai visto. Io e Karin
scuotiamo la testa , in
segno di diniego.
“Bene
bene, vediamo da chi comincio” ghigna alzandosi dalla sedia e
riponendo il
coltello nella tasca del pantalone.
Ci
fissa per qualche istante e poi sussurra
“Chi di voi due è più
grande?” . Un brivido freddo mi attraversa il
corpo.
“No, ti prego.” Penso cominciando a piangere.
“ Per favore no!” non so per quale motivo ma fin da
piccola ho sempre
detestato essere l’ultima a fare le cose: interrogazioni, le vaccinazioni a scuola
ecc… e così è anche
questa volta. Non credo di sopravvivere aspettando che quel bastardo
Polacco
finisca di divertirsi con la mia migliore amica e poi torni per
concludere il
suo stupido gioco con me, preferisco essere io la sua prima vittima e
come dice
mia mamma, tolto il dente tolto il dolore.
“Anche
Karin ci starebbe male se toccasse prima a te! Non credi?”
sussurra una vocina
nel mio cervello, una vocina che non avevo mai sentito in vita mia.
Possibile
che stia diventando matta?
“Ne
ho sparate tante di cazzate in vita mia, una in più o una in
meno cosa vuoi che
conti? E poi questa
è a fin di bene!
Metti che mentre il bastardo è con me, Karin riesca a
liberarsi,scappare e a
salvarsi? Sarebbe grandioso!”
Sto per
aprir bocca per dire che la più grande sono io ma non faccio
in tempo a muovere
un muscolo che sento provenire dalla mia destra un flebile e
terrorizzato:
“Sono
io”
“Perché?
Perché l’hai detto? “ penso disperata
voltandomi verso Karin che tiene lo
sguardo fisso su un punto imprecisato del pavimento.
“Molto bene!” ghigna lui avvicinandosi
a lei, la fissa per qualche
secondo poi afferra lo scotch che tiene legati i polsi, la solleva
dalla sedia
facendola cadere per terra e la trascina di peso, incamminandosi verso
l’uscita
“
NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO” urlo ricominciando a piangere e
invocando il nome
della ragazza. Per la prima volta in 13 anni e passa in cui ci
conosciamo
ognuna delle 2 vede l’altra piangere, cosa che fino a qualche
ora prima
entrambe pensavamo fosse qualcosa di irrealizzabile.
“tu
sta buona! Tra qualche ora vengo a prendere anche te” ribatte
il bastardo
fissando negli occhi e facendomi l’occhiolino, poi riprende
la via della porta
e sparisce dalla mia visuale.
E’ passata circa una
mezzoretta da quando Andrey si è
portato via Karin e la casa, o qualunque cosa sia quella in cui siamo
prigioniere, è immersa in un silenzio tombale e per me
questo silenzio è
assolutamente sfibrante. Non so perché ma avrei preferito
sentire delle urla,
le avrei trovate molto
più…..”rassicuranti” Improvvisamente
un urlo straziante squarcia il silenzio. Un’ondata di paura
mi assale
prepotente e si impadronisce completamente di me, facendomi perdere
quasi
completamente la padronanza del mio corpo, calde lacrime cominciano a
scorrere
copiose dagli occhi, i singhiozzi rimangono bloccati in gola: in quel
momento
avrei veramente desiderato morire più di ogni altra cosa. Le
urla vanno avanti
per un tempo indefinito, ore, forse giorni non so e ogni tanto esse
sono
accompagnate da strani rumori, rumori raccapriccianti. Improvvisamente
così
come tutto era cominciato finisce. Il silenzio regna nuovamente
sovrano. Pochi minuti
dopo la porta della stanza si apre con un cigolio sinistro e oltre essa
appare
la figura imponente di Andrey. Ghigna malignamente avvicinandosi verso
di me. Solo
allora noto che indossa un camice bianco imbrattato di sangue; un
conato di
vomito mi assale.
“Sono
venuto a prenderti miele” sogghigna tendendo la mano verso di
me
“Dio ti prego, fa che finisca presto”
penso chiudendo gli occhi
Ringrazio le 3 persone che hanno recensito
Ka93: ciao more mio! Ma la smetti di lamentarti? Vuoi insinuare che tu non sei bella?? Guarda che mi arrabbio! Per il resto ho inventato un pochino, però sono sicura che mi perdonerai^^Grazie 1000 per la recensione e per averla messa tra i preferiti! E poi sì! La mia topina è sempre in mezzoXD un bacione tvtrb
_gettina_: Mi fa piacere che ti piaccia! Sinceramente fino all’ultimo credevo anche io di far essere colpevole la coniglietta ma poi la storia sarebbe finita lì e invece io volevo continuarla e quindi ho messo nel finale un colpo di scena! E poi la coniglia non avrebbe mai potuto buttar giù la pianta
Shari92: Grazie per la recensione! Quella dell’intruso è stata una decisione presa all’ultimo momento. Teoricamente la ff sarebbe dovuta finire che le protagoniste scoprivano che a fare tutti quei casini li aveva combinati la coniglietta. Ma poi rileggendola mi sono resa conto che la coniglia non avrebbe mai potuto buttare giù la pianta e poi nonvolevo finisse così, quindi… Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto.
E le 4 che hanno messo la ff nei preferiti:
BloodyRose00
Ka93
Shari93
_gettina_
E grazie anche a chi ha solo letto!
Un bacione alla prossima
P.s BUONA PASQUA!!