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Autore: Mary Black    09/04/2009    11 recensioni
Un nuovo bacio le frustò le guance e le labbra, costringendola al contrattacco.
Lo scaraventò a terra e gli scivolò sopra, intrecciando una mano tra i suoi capelli di platino e mordendogli il collo, con passione. Con rabbia.
"Ti amo… senza infamia e senza lode."
Il respiro della strega si disintegrò in un singhiozzo represso a viva forza.
"Ti amo e basta, mezzosangue…".
Questa storia si è classificata prima al "Contest delle 6 ore" indetto da demebi.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Questa storia si è classificata prima al "Contest delle sei ore" indetto da demebi.

 

Ultimo rintocco

 

Frasi d’amore mormorate piano si confondono nell’oscurità.
Le parole si perdono nel vento, come indistinti e annebbiati respiri.
La voce svanisce, inghiottita da una tempesta elettromagnetica, vorticante d’argento.
Gli occhi si chiudono, stanchi, cercando una scusa per non riaprirsi mai più.
Le labbra serrate, secche, friabili a contatto con il sussurrare gelido della notte.
I riccioli sciolti nel sangue.
E il suo cuore che batte quell’ultimo, fatale rintocco.



***


Aveva salito le scale senza guardarsi intorno, consapevole che quella sarebbe stata l’ultima volta. Aveva percorso quei pochi scalini a testa alta, fiera come sempre. Non si era guardata indietro, non aveva esitato, aveva continuato imperterrita per la sua strada, lo sguardo pregno d’orgoglio puntato davanti a sé.
Oltre il dolore, oltre la rabbia e, infine, anche oltre la morte.

[Mai.]


Mai avrebbe chinato il capo in segno di sottomissione. Mai si sarebbe abbassata a tanto.
Sarebbe morta per i suoi ideali. Anzi, no, meglio ancora. Sarebbe morta per una cosa, una persona, a cui teneva troppo per badare a stupidaggini quali la sua vita.
Sarebbe morta per salvare lui e tanto bastava.

[Vulnerabile, amore mio.]


Varcò la soglia della Torre di Astronomia con un’espressione così risoluta da scontrarsi con quella tormentata del ragazzo che l’attendeva.
Lui sembrava stanco, stremato, diviso tra sopravvivenza e amore, desiderio di rivalsa e illusione.

[Ti amo, mezzosangue, ma per me è difficile.
Perché non lo capisci?]


Hermione si avvicinò al parapetto, appoggiandovi le mani pallide, guardando lontano con quelle sue iridi calde e nostalgiche. L’aria notturna le carezzava il volto splendido, le spettinava ambiguo i capelli, le scivolava tra le vesti con il desiderio di levargliele.

[Persino il vento si sente attratto da te.
Cosa devo fare, mezzosangue? Cosa?]


Voltò il viso nella sua direzione, verso quell’uomo biondo, bello e freddo che le stava accanto, appoggiato ad una colonna. L’aria di avere in pugno la situazione, ma con un retrogusto di impotenza. Poco celato, mal mascherato.

[Esposto, Draco.]


La Grifondoro sorrise leggermente, un cenno lieve, vagamente sprezzante. Lo scrutò inclinando il capo, socchiudendo le palpebre nella riflessione della contemplazione di quei lineamenti che le rubavano il sonno e che, presto, le avrebbero tolto anche la vita.

[Mi guardi come se sapessi già che non lo farò e vi porrai rimedio.
Ti è naturale salvarmi, vero?]


Si avvicinò appena a lui, con qualche passo di debole audacia.
“Qui abbiamo fatto l’amore per la prima volta, ti ricordi?”
Una domanda sussurrata, ma non con implorazione. Solo pura constatazione, fredda e disillusa verità. Tormento fisico e gelo mentale, brividi a non finire.
“Ti sbagli” obiettò lui aspirando piano una boccata di fumo perlaceo, “Allora era ancora sesso.”

[Scusami se sono sempre così bastardo.
O, forse, solo realista.]


Hermione accennò un ghigno vissuto, assottigliando gli occhi chiari.
“Come siamo cinici” commentò irridente.
Draco abbozzò una risata tintinnante, profonda e meravigliosa, inarcando le sopracciglia dorate in un’espressione ingenua.
“Immagino di sì.”

[Pungente, Draco.]


Restarono qualche attimo in silenzio. Lui a fumare, lei a guardare il panorama. Consapevoli, ma taciturni. Restii ad affrontare una realtà troppo crudele persino per i canoni della stessa.
Malfoy si scostò dalla colonna che gli aveva fatto da blando appoggio e si diresse sicuro verso di lei, appoggiando una mano oltre la sua, per bloccarle ogni via di fuga.
Accostò la bocca al suo orecchio, sfiorando appena i lunghi riccioli bruniti.
“Perché sei venuta?”

[Perché me ne dai la possibilità?
Sai che non lo farò. Sai che
non posso.]


Hermione sospirò impercettibilmente, abbassando gli occhi su quelle dita pallide e regali che, spesso, si era sentita addosso. Con fin troppo piacere.
“Perché lo dovevo fare.”
Una risata spenta la raggiunse tra la giungla della sua chioma, scuotendole l’anima.
“Il tuo maledetto orgoglio?”
“No, più che altro il mio maledetto senso della giustizia.”
Quella volta ridacchiarono entrambi, mentre lei si girava lentamente, affrontando il suo sguardo di diamante.
Brillante, prezioso. Freddo e tagliente come nient’altro.

[Solo un tuo bacio mi scalda, mezzosangue. Solo il tuo sorriso mi fa vivere.
Questa sera morirò con te.]


“Draco, devi farlo.”
La sua espressione mutò in un battito di ciglia e venne ridisegnata dalla disperazione, dalla sofferenza. Dalla furia.
Una mano fredda le si appoggiò sulla gola e strinse.
“No, che non devo.”

[Idiota, Draco.]


Per tutta risposta, Hermione lo afferrò per la camicia, traendolo a sé. La sua espressione rimase ferma, dura, piena di disprezzo anche quando lui rafforzò la presa, mozzandole il respiro.
“Non stiamo scopando, Malfoy... è inutile che mi levi il fiato” lo provocò con un tono di voce sprezzante, freddo.
La gettò a terra, spingendola con forza sul pavimento, irritato da tutta quella strafottenza.
Così tipicamente sua.

[Stai esagerando, mezzosangue.
Non cercare di farti ammazzare. Lo sai che non ci casco.]


Lei rimase ferma a terra, il sapore acre e dolcissimo del sangue che le deliziava le papille gustative, riversandosi nella sua bocca morbida.
Si girò, issandosi appena su un gomito.
Sorrise, o meglio, ghignò. E, tra le ombre della notte, quel gesto risultò terribilmente inumano.
“Codardo.”
Soffio di morte.

[Sei soltanto una stupida bambina.
Non ho intenzione di assecondare i tuoi capricci.]


Lui strinse i denti e serrò la mascella, cercando di controllarsi.
Lo sapeva che lo faceva apposta, lo sapeva che lo stava provocando. Con il suo maledetto orgoglio, il suo veleno così puro.
Con il suo aureo amore.
Ma non avrebbe raccolto inviti, di nessuna sorta. Non quella notte.
Non con lei così vicina.

[Oh, così nobile, Draco.]


Hermione si alzò lentamente da terra, le vesti che frusciavano stridendo in quel silenzio ottenebrato dal dolore, appesantito da un destino già scritto.
Gli si avvicinò, sfidando con circospezione quel suo sguardo così duro e funesto.
Pietra e acciaio, ferro e luce pura. Cupo, perverso. Innaturale.
Gli afferrò la manica, lo trasse a sé con rabbia. I loro sguardi si intrecciarono con furore e le sue labbra voluttuose si chiusero passionali e feroci su quelle sottili del suo assassino.

[È un addio, vero, mezzosangue? Già...
e fa un male che non ti immagini nemmeno.]


Fu un bacio rude, cruento ed estremamente possessivo.
Draco la strinse tanto da farle male, sbattendola con forza contro una colonna, mentre le unghie di lei segnarono quella pelle d’avorio in molti punti. Troppi.

[Si chiuderanno questi squarci? E quelli del mio cuore, Hermione?
Smetteranno mai di bruciare?]


Si scostarono e si squadrarono con odio allo stato puro, consci di commettere un efferato crimine con quegli sguardi frementi, vogliosi e strazianti.
Si desideravano, ma non c’era tempo.
E lei non gli avrebbe mai fatto tanto male solo per togliersi uno sfizio così leggero.

[Debole, Draco.]


“Ascoltami bene, Malfoy.”
Calcò il suo cognome con tanta enfasi da provocargli uno scatto d’ira.
Dita lunghe, violente, da pianista, affondarono nei suoi polsi, stringendoli con troppa forza.
Non hai mai saputo toccare una donna, mai.
“E non fare il coglione, per una volta.”
La voce le uscì stridula, acuta, ma non avrebbe mai ammesso che le stava facendo male.
La presa si allentò all’istante.

[Scusami. Col sesso ci so fare, ma...
Lo sai che non sono bravo a fare l’amore.]


Un nuovo bacio le frustò le guance e le labbra, costringendola al contrattacco.
Lo scaraventò a terra e gli scivolò sopra, intrecciando una mano tra i suoi capelli di platino e mordendogli il collo, con passione. Con rabbia.
“Ti amo... senza infamia e senza lode.”
Il respiro della strega si disintegrò in un singhiozzo represso a viva forza.
“Ti amo e basta, mezzosangue...”.

[Ti ho fatta piangere.
Me lo perdonerai mai, Hermione?]


La Grifondoro scattò in piedi, felina e celere.
In un secondo, danzò fino al parapetto, aggrappandovisi con le mani per trattenere la sofferenza negli argini della sua mente, impedendole di dilagarle nell’anima.
“Sei uno sciocco sentimentale, Malfoy...” ansimò distrutta, senza più un briciolo di contegno.
È... orribile che io debba morire per salvarti. Così ti sto ammazzando e non posso fare altro.
“Ti amo così tanto che devi uccidermi ora*” recitò piano, appena udibile.
Fece forza sulle braccia e si sedette sul cornicione, voltandosi a guardare Draco, steso e spaventato sul pavimento, immobilizzato dalla consapevolezza.

[Impreparato, amore mio.]


Le lacrime proruppero dagli occhi dorati della strega, che alzò il viso con superbia, sorridendo senza gioia tra quelle stille arroventate.
“Perdonami...”.
Un secondo dopo, il suo corpo sparì oltre il parapetto della torre, nel buio della notte.
Senza un rumore, mai più un suono se non il sibilo d’amore con cui il vento le sferzò i riccioli.


Frasi d’amore muoiono nell’oscurità.
Le parole si trasformano in vento, debole e sofferente.
La voce si spegne, assorbita da ricordi di stelle brillanti, d’argento puro.
Gli occhi si chiudono, felici, e non si riapriranno mai più.
Le labbra segnate si piegano in un sorriso ricolmo di dolcezza e sentimento.
I riccioli si lisciano nel sangue.
E il suo cuore che batte quell’ultimo, fatale rintocco.

 

  
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