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Autore: Spettro17    08/05/2016    3 recensioni
La narrazione parte dagli eventi successivi alla 01x13, riusciranno i Malec a superare la loro prima crisi e a collaborare per salvare Jace, sconfiggere Valentine e recuperare la Coppa Mortale?
La storia nasce per dare continuità agli eventi conclusivi della prima stagione in attesa della seconda, con l'obiettivo di mantenere vive le emozioni trasmesse dai Malec e non solo.
Buona Lettura.
Genere: Angst, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Altri, Magnus Bane
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Everything for you


POV ALEC
Quella mattina non avevo alcuna intenzione di alzarmi da quel maledetto letto, volevo restare lì inerme e farmi assimilare dal vuoto, lasciarmi trascinare via senza alcuno sforzo, ero solo e perso.
Sentì bussare alla porta e automaticamente mi nascosi sotto il piumone bianco e caldo, era il mio unico alleato.
Dopo poco sentì la porta aprirsi.
-Alec cosa ci fai ancora a letto? - Era Isabelle e per risposta le riservai un mugolio.
-Alec forza- mi strappò le coperte e fui costretto ad abbandonare il mio nuovo rifugio -Abbiamo bisogno di te… Per Jace- Furono queste le paroline magiche, che mi fecero alzare dal letto e vestire in maniera più rapida che potessi, Isabelle mi guardò confusa.
-Stai bene? - mi chiese.
Evitai di guardarla negli occhi e risposi con un veloce –bene- Come avevo potuto dimenticarmi di Jace, troppi eventi, troppe emozioni e perdite.
Mi diressi nel centro di controllo dell’Istituto seguito da Isabelle, c’erano tutti, seduti intorno ad un tavolo in vetro, tranne chi speravo di vedere, mia madre, mio padre, Jocelyn, Clary, Simon e perfino Luke, a quanto pare Shadowhunters e Nascosti avevano tutta l’intenzione di collaborare per sconfiggere Valentine e per recuperare Jace. Velocemente presi posizione accanto a Isabelle e rivolsi un saluto ai presenti limitandomi ad un cenno del capo, quello non era un buongiorno per nessuno in quella stanza, accanto a me c’era Clary, era più pallida del solito e uno sconosciuto moto di preoccupazione per lei mi investì, eravamo stati tutti nemici in quella stanza ed adesso dovevamo essere amici.
Maryse prese la parola - Anche se manca qualcuno- mia madre mi stava rivolgendo un’occhiataccia terribile -dovremmo cominciare- Bene a quanto pare non solo io avevo notato l’assenza di qualcuno ma questo era prevedibile.
-Allora la priorità oggi è recuperare Jace e con lui la Coppa mortale- iniziò ma venne subito interrotta.
-Vuoi dire che il Clave ha finalmente riconosciuto che Valentine è tornato ed è di nuovo un pericolo per tutti noi? Ironia della sorte era solo necessario che iniziasse a decimare i Nascosti e rapire suo figlio- Tutti si voltarono verso la fonte della voce e io feci lo stesso, Magnus Bane se ne stava all’ingresso, nella sua ormai innegabile bellezza, sentì il sangue affluire alle guance ricordando che ora tra noi non c’era più nulla ma che nonostante ciò era lì quella mattina.
- Ben arrivato Magnus, perspicace come al solito- intervenne Maryse, si accomodò teatralmente su una sedia accanto a Jocelyn, era sempre uguale, in lui nulla era cambiato quel giorno, almeno fisicamente, quando incrociammo lo sguardo capì, che come me la sera prima, stava recitando, un moto di tristezza si impossessò di me e fui costretto ad abbassare gli occhi. Probabilmente tutti notarono il nostro scambio di sguardi perché la conversazione sembrò bloccarsi e mi sentì di nuovo come il giorno prima su quell’altare solo contro i miei sentimenti.
-Allora continuiamo- Ringraziai mentalmente mia madre, magari mi stava perdonando? Forse - Il Clave appoggia ogni nostra decisione ed è pronto a mandare rinforzi qualora saranno necessari- fece una pausa e riprese -Sappiamo tutti Valentaine cosa vuole, ossia creare un esercito di Shadowhunters al suo servizio, con lo scopo di eliminare chi ritiene indegno-
-Questa cosa fa molto Hitler- sussurrò Simon seduto accanto a Clary, che accennò un –si-
- Mi sembra chiaro che noi abbiamo due cose che lui vuole o almeno speriamo che voglia, ossia Clary e Jocelyn, la nostra proposta è usarle per catturarlo-
-Non riuscirete a sconfiggere Valentaine, puntando sulla compassione- intervenne Jocelyn, era la prima volta che sentivo la sua voce quel giorno e un moto di dispiacere mi attraversò nel pensare a cosa quella donna aveva vissuto, abbandonare il suo mondo, perdere un figlio, averne un altro, dall’uomo che aveva decimato la popolazione dei nascosti e non solo, crescendolo e proteggendolo dal suo mondo, probabilmente solo il tempo potrà o meno dimostrare se le sue scelte sono state giuste.
-Non rischieremo le loro vite per il Clave Maryse- intervenne Luke.
-Non si tratta più del Clave Luke, qui si tratta di proteggere noi e il mondo dei mondani, faremo in modo di non mettere le loro vite in pericolo, abbiamo già dimostrato che potete fidarvi di noi proteggendo Clary- concluse Maryse.
-Possiamo? - intervenni senza rendermene conto
-Che cosa intendi Alexander? - mi stavo per giocare il suo probabile perdono, ignorai gli occhi puntati addosso e un brivido troppo conosciuto che mi attraversò il corpo e continuai - Siete stati membri del Circolo, tutti voi, chi ci assicura che non confondiate più le due parti? - Isabelle mi diede un calcio sotto il tavolo, riuscì solo a mimare un Ahia in risposta.
- Alexander Gideon Lightwood- mi apostrofò mia madre - Non puoi mettere in dubbio la nostra parola, erano tempi e situazioni diverse, quando abbiamo capito, come la situazione che Valentine stava creando si sarebbe risolta, tutti noi siamo tornati sui nostri passi- concluse risoluta rivolgendomi uno sguardo di pura minaccia, la ignorai e continuai- Certo ma nessuno si sacrificherà per i  vostri errori del passato, Clary compresa- Quest’ultima si girò e mi lanciò uno sguardo sconvolto come il resto dei presenti - Per quanto il mio legame parabatai con Jace stia perdendo forza, posso dire che Jace è vivo, e fin quando lo sarà io potrò raggiungerlo, posso sapere dove è e posso sfruttare questo a mio vantaggio-
- Che cosa vuoi fare? - mi chiese Clary, mi votai e la guardai negli occhi.
- Lo localizzerò e lo raggiungerò anche se non in maniera corporea, lo metterò al corrente dei nostri piani e mentre lui cercherà un modo per recuperare la Coppa, noi organizzeremo un’imboscata quando Valentine sarà più debole, ossia quando non avrà più la Coppa- Era fatta avevo parlato, restava a loro decidere.
-Colui che non può essere nominato- mormorò Simon, gli lanciai uno sguardo truce e si azzittì, mentre i presenti lo ignorarono.
- Troppo pericoloso- mormorò Magnus, era rimasto in silenzio ad ascoltarci e in quel momento mi stava lanciando uno sguardo furente.
 -Valentine non ha idea di quanto sia forte il mio legame con Jace, non è la prima volta che comunichiamo in questo modo, è comunque qualcosa da sfruttare a nostro vantaggio- Ero convinto della mia decisione e neanche Magnus mi avrebbe dissuaso.
-E’ necessario che questo vostro legame venga rafforzato- Intervenne mio padre.
-Di questo posso occuparmene io, tenete però conto che anche la mia magia è limitata- intervenne Magnus e continuò -Alexander, sai che se il legame venisse interrotto, la tua coscienza potrebbe restare bloccata fuori dal tuo corpo vero? - Mi guardò più intensamente.
-E’ la cosa meno rischiosa che possiamo provare, procediamo con questo piano, se ci saranno problemi avanzeremo altre idee, per ora atteniamoci a questo- Conclusi risoluto.
Mia madre accennò in sì con il capo e prese la parola - Confidiamo nella tua idea, naturalmente saremo pronti con un secondo piano, nel frattempo dobbiamo organizzarci per lo scontro, sarà frontale quindi avremo bisogno di tutti i nascosti…- Non so esattamente come la discussione proseguì, so solo che avvertì un improvviso dolore acuto all’addome, era Jace gli stava succedendo qualcosa, non so se urlai o meno ma in un attimo il mondo intorno a me si spense.
 
-Stupido Shadowhunter testardo e fuori di testa- sentì urlare mentre un calore innaturale mi avvolgeva, chi era con me sembrava davvero arrabbiato, infatti continuò a ripetere quella frase ancora e ancora fino a quando per me non divenne una ninna nanna e mi addormentai e sognai un modo pieno di demoni, un mondo in cui Shadowhunter e Nascosti non esistevano, c’erano solo demoni.
Mi svegliai nel tepore della mia stanza, cosa era successo? Ero svenuto, cercai di alzarmi, ancora quel dolore, mi scappò un gemito, era orribile, raggiungeva la colonna vertebrale e si irradiava per tutto il mio corpo, non avevo mai provato nulla del genere.
-Fermo lì- Una voce mi raggiunse da un angolo della stanza, mi voltai per capire chi fosse, Magnus Bane era lì seduto su una sedia con un librone sulle gambe mentre le sue dita emettevano delle lucine blu.
-Che ci fai qui? - riuscì a dire prima di costringermi a coricarmi di nuovo.
-Che ci faccio? Bene sembra che uno stupido Shadowhunter testardo e fuori di testa- la mia ninna nanna, era lui - si sia beccato l’effetto del Karma per i suoi piani stupidi ed insensati- rimasi un attimo interdetto e lui dovette capirlo dal mio sguardo perché continuò -E’ stato Jace, probabilmente è stato ferito gravemente e naturalmente tu hai provato lo stesso-
-Oh Mio Dio Jase- scaraventai le coperte giù dal letto e mi alzai ignorando il dolore, traballai un secondo giusto per rendermi conto di avere addosso il pantalone del pigiama ed essere a petto nudo, chi mi aveva spogliato?
In un attimo Magnus mi sorresse, invitandomi a sedermi.
-No Magnus, devo… Jace… Non capisci- biascicai, il dolore era troppo forte.
- Si certo, tutto quello che vuoi ma adesso ti devi riprendere, non pensavo di dirlo in questo contesto ma forza a letto- lo guardai di traverso ma il dolore mi costrinse a fare quello che mi diceva e sentire il suo tocco era ancora più doloroso, lo guardai negli occhi e lui dovette capire la mia sofferenza tanto da accompagnarmi nei movimenti fino a trovarmi disteso con Magnus accanto, che iniziò ad emettere bagliori dalle dita e a muoverle su e giù lungo il mio corpo, una sensazione di pace mi attraversò era bellissimo, tanto da costringermi a chiudere gli occhi per bearmi del dolore placato.
Dopo minuti che mi sembrarono ore, sentì la mano di Magnus accarezzarmi il volto, istantaneamente aprì gli occhi e lo ritrovai a pochi centimetri dal mio viso, averlo così vicino era come riascoltare le parole che mi aveva detto ore prima, i sentimenti si manifestano come sintomi; ti tolgono il respiro, aumentano i battiti del cuore e la pelle diventa vulnerabile al respiro di chi ti è accanto. Per un attimo mi persi nei suoi occhi nocciola beandomi dell’assenza di dolore ma c’era qualcosa che non andava lo sentivo, quando iniziai a domandarmi mentalmente cosa c’era che non andasse lui mi lasciò un bacio veloce sulla fronte e si allontanò.
-Dove vai? - riuscì a dire e la mia voce sembrò roca.
Lui mi guardò per alcuni secondi, come se volesse fissare la mia immagine nella sua mente.
-Lontano da te Alexander- così dicendo uscì dalla porta chiudendola piano alle sue spalle.
Lontano da me, lontano da quello che provava, lontano da noi, un dolore nuovo si aggiunse a quello fisico, il dolore dell’abbandono.

Eccovi il secondo capitolo, spero che la mia storia sia minimamente riuscita a coinvolgervi, sto cercando di restare legata alle informazioni della serie senza sconvolgere troppo la storia originale dei libri ma discostandomi comunque, cercando di renderla una storia nuova. Fatemi sapere cosa ne pensate, nell'attesa ringrazio chi ha speso pochi minuti per recensire il capitolo precedente, Grazie.

 
  
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