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Autore: Soly_D    08/05/2016    2 recensioni
[Fanfiction scritte per il gruppo Facebook We are out for prompt]
#01. Di quella volta che Naruto offre davvero il ramen a Sakura. [NaruSaku]
#02. «Hai qualcosa sulla guancia, Hinata, proprio qui...». [KibaHina]
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Kiba Inuzuka, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno | Coppie: Kiba/Hinata, Naruto/Sakura
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Fanfiction scritta per il gruppo di Facebook We are out for prompt.
Event:
Drabble Weekend 6-8 maggio 2016
Prompt
: Di quella volta che Naruto offre davvero il ramen a Sakura.


’Cause our ship is sunk 
[but we learnt to breathe underwater]




#01. Un ramen per due [NaruSaku]


Naruto le camminava così vicino che Sakura non poteva fare a meno di fissarlo con la coda dell’occhio.
Era diventato alto, così alto che lei a malapena gli arrivava al petto. Le sue spalle si erano fatte più ampie, le sue braccia più muscolose, il suo viso più adulto. Era bello, Naruto, decisamente bello, e non sembrava essersene accorta solo lei: da quando era finita la guerra e Naruto era diventato l’eroe del mondo ninja, le ragazzine di Konoha avevano formato un fanclub solo per lui, per Naruto-senpai, e lo fermavano continuamente per strada riempiendolo di regali e complimenti.
Non che Sakura fosse gelosa, comunque. Perché mai avrebbe dovuto esserlo? Naruto era solo un amico, il suo migliore amico.
«Tu non hai fame, Sakura-chan?».
«Sì, un po’».
«Ti andrebbe di mangiare all’Ichiraku?».
Sakura lo guardò di sottecchi. La richiesta sembrava innocua − in fondo avevano cenato insieme tante altre volte, da soli o in compagnia − tuttavia volle accertarsi che per Naruto si trattasse solo di un’uscita tra amici e che dopo non ci sarebbero stati sfioramenti di mani, dichiarazioni al chiaro di luna ed eventuali sbaciucchiamenti. Il solo pensiero la imbarazzava terribilmente.
«Mi stai proponendo un appuntamento, Naruto?».
«No se non vuoi».
Naruto sorrise in quella maniera così radiosa e sincera che Sakura, ignorando lo sfarfallio allo stomaco, non poté non credergli. Sorrise a sua volta.
«E ramen sia».


Naruto poteva essere cresciuto, maturato, diventato più bello, più forte, ma a tavola era rimasto il solito maleducato. Divorò ben tre scodelle di ramen con una voracità tale che sembrava a digiuno da una settimana. «Gli allenamenti con Kakashi-sensei mi sfiancano, Sakura-chan! Ho sempre tantissima fame», si giustificò, e Sakura non poté che dargli ragione, avendo assistito ad una sessione di allenamento intensivo in cui Naruto aveva combattuto corpo a corpo contro il maestro (e lei non aveva assolutamente fissato per tutto il tempo gli addominali scoperti di Naruto che si contraevano e distendevano ad ogni mossa, certo che no...!).
Quando anche Sakura finì la sua scodella di ramen, infilò una mano in tasca per tirare fuori i soldi, ma inaspettatamente Naruto la bloccò.
«Pago io», annunciò tirando fuori il suo borsellino verde a forma di rana.
Sakura lo fissò con sospetto. «Mi avevi assicurato che non era un appuntamento».
«E infatti non lo è, ma ti devo questo ramen».
Sakura colse al volo il concetto. Da ragazzini, quando andavano a mangiare da Teuchi, Naruto si dimenticava spesso i soldi a casa e alla fine era sempre lei a pagare per entrambi. Ed ora Naruto voleva in qualche modo sdebitarsi.
«Okay, te lo concedo, ma solo per questa volta», si affrettò a precisare.
Naruto annuì e fece scivolare sul bancone qualche moneta, per poi salutare Teuchi e alzarsi dallo sgabello.
Sakura lo seguì fuori dal locale. Si era fatto buio, era ora di tornare a casa.
«Mi accompagni?», chiese a Naruto, dondolandosi sulle punte dei piedi.
Il giovane ninja inarcò un sopracciglio con aria sorpresa. «Avevi detto niente appuntamento, Sakura-chan», le ricordò.
Sakura arrossì appena sulle guance.
«Oh, andiamo! Farsi riaccompagnare a casa da un amico non significa proprio nulla! È solo che non mi va di tornare da sola a casa».
«Per quanto ne so, Sakura-chan, sei l’ultima ragazza che ha bisogno di essere protetta dai malintenzionati. Te la sai cavare benissimo da sola».
Sakura lo colpì alla spalla, facendolo gemere di dolore. Certo che era perfettamente in grado di difendersi − non per niente era stata l’allieva di Tsunade-sama! − ma una strada da percorrere sola e al buio non era piacevole per nessuno.
Naruto, a volte, era un vero insensibile. «Brutto idiota, non capisci niente! Volevo solo un po’ di compagnia lungo il tragitto!», esclamò offesa e così dicendo partì a passo di carica, lasciando Naruto indietro.
Fatti pochi passi, però, se lo ritrovò nuovamente al proprio fianco.
«Scusa, Sakura-chan», le disse dispiaciuto. Sakura continuò a guardare davanti a sé. Sapeva che se si fosse voltata a guardarlo, l’espressione da cucciolo sul volto di Naruto le avrebbe fatto passare il nervoso.
«E dai, Sakura-chan... », si lamentò ancora il ragazzo poggiandole una mano sulla spalla.
Pessima mossa. Sakura gli rivolse un’occhiataccia, sollevò una mano e afferrò il polso di Naruto, riabbassandolo e tenendolo fermo lungo il fianco cosicché lui non la toccasse di nuovo. Senza che se ne accorgesse, però, alla fine il palmo della mano le scivolò su quello di Naruto e le loro dita si intrecciarono.
«Se volevi tenermi la mano, Sakura-chan, bastava chiederlo», le disse Naruto scherzosamente.
Sakura arrossì e ritirò la mano come scottata. Quello sì che era un gesto da appuntamento, ma il loro non era affatto un appuntamento...!
«Zitto e cammina», gli ordinò perentoria e Naruto eseguì.


Arrivati a casa Haruno, Sakura si ritrovò a fronteggiare nuovamente Naruto prima di entrare.
«Sei ancora arrabbiata con me, Sakura-chan?».
«Io sono sempre arrabbiata con te, Naruto».
Il ninja si grattò la nuca, imbarazzato, poi il suo sguardo si illuminò. «So io come farmi perdonare!».
Sakura sgranò gli occhi. Stava forse parlando di...?
Immaginò Naruto che, dall’alto del suo ormai metro e ottanta, la baciava contro la porta, tenendola stretta per i fianchi, e le diceva che la amava e voleva stare con lei. Il volto, a quel pensiero, le andò letteralmente in fiamme.
«Ti avevo detto che questo non era un appuntamento e non so quante altre volte devo ripetertelo, Naruto!», urlò stringendo i pugni lungo i fianchi.
Naruto indietreggiò, sventolando le mani come per proteggersi. «Ma no, Sakura-chan, hai frainteso! Intendevo che mi sarei fatto perdonare aiutandoti con i bambini in ospedale!».
Sakura lo sentì forte e chiaro, il morbo della vergogna che le saliva lungo il petto, raggiungendo le guance già rosse e arrivando fino agli occhi improvvisamente lucidi. Per tutta la sera non aveva fatto altro che interpretare in maniera sospetta ogni singolo gesto di Naruto, credendo che lui potesse considerare quella loro uscita un vero appuntamento, ma la verità era che lei stessa non riusciva più a vedere Naruto solo come un amico. Non le bastava più passare semplicemente il tempo con lui, voleva che Naruto la toccasse, la abbracciasse, la baciasse come una fidanzata.
Voleva che Naruto fosse suo, suo e di nessun’altra.
Istintivamente lo afferrò per il colletto della maglia e lo tirò verso di sé, facendo cozzare le loro labbra. E forse quel bacio non fu perfetto come se l’era immaginato, ma avvertire Naruto rispondere con lo stesso ardore e avvolgerle le braccia intorno alla schiena fu la cosa migliore che potesse desiderare.
«Allora mi ami, Sakura-chan?».
«Sì, idiota, e se non vuoi che domani ti lasci, fatti trovare puntuale alle otto in ospedale».
«Agli ordini, amore».










Note dell'autrice:
Come dice il titolo (una citazione che ho letto qui su efp da qualche parte), questa raccolta è per coloro che ancora credono, come me, nelle coppie NON CANON. Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto, era da tanto che non scrivevo NaruSaku e temo di essermi un po' arrugginita XD fatemi sapere cosa ne pensate! Alla prossima ♥

Soly Dea



  
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