Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Robin92    09/05/2016    0 recensioni
Orion Black viene a patti con la sua coscienza. Rivive alcune parti della sua vita, e ne soffre. Avrebbe potuto fare molto di più...
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Orion Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
"Avevo generato due figli con mia moglie ed entrambi erano maschi per di più, un grande motivo d’orgoglio per tutta la famiglia avere due eredi. Ero convinto che sarei riuscito ad educarli perfettamente e senza problemi, che sarebbero stati due veri e propri Black, due fieri uomini purosangue, simili a me.
Sirius e Regulus, così li avevo chiamati, nomi ricorrenti nel nostro albero genealogico e degni di pieno rispetto; d’altronde era tradizione per noi dare ai figli nomi di stelle o costellazioni; insomma, noi siamo un’elite, la crema della società, la luce. Volevo che si rendessero conto fin da subito della loro privilegiata condizione di sangue, che capissero come noi fossimo veramente il meglio e non semplice feccia, ma più crescevano più mi deludevano combinandone di cotte e di crude, soprattutto Sirius che proprio non riuscivo a comprendere. Perlomeno Regulus, seppur fosse un mollaccione, eseguiva tutti gli ordini di sua madre, il che lo rendeva più o meno insignificante ai miei occhi, non degno di nota, e, di conseguenza, non mi disturbava troppo. Il mio primogenito però riusciva ad irritarmi: non mi dava mai ascolto e cercava in tutti i modi di sbaragliare la mia autorità. Era assolutamente sfacciato e spavaldo, oltre che impulsivo e testardo; non mi stupii troppo quando venne smistato a Grifondoro, quasi me lo aspettavo, il suo primo grande gesto anticonformista. Era proprio questo che era, uno sfacciato anticonformista deciso a vedermi perdere il controllo, cosa che non era più successa da quando avevo compiuto tredici anni.
Ovviamente fece amicizia con persone poco raccomandabili, babbanofili della peggior specie, come quel Potter, ma ancora non volevo lasciargli la soddisfazione di vedermi totalmente ed incondizionatamente adirato.
Avrei voluto che fosse insignificante come suo fratello, ma ogni sua azione mi infervorava sempre più e la mia rabbia risultava quasi incontenibile, ma non avrei mai infangato il mio nome, Orion Black, a causa di un giovane insolente, mai e poi mai. Eppure sembrava non darsi per vinto, continuava per la sua strada, sembrava che questa sua ‘missione’ fosse questione di vita o di morte, perché dava tutto se stesso per infrangere le mie regole.
Poi, da perfetto degenerato qual era, scappò di casa. Avrei voluto poter giurare che di lui non mi importasse più niente, ma non sarebbe stato vero e mai lo sarà.
Cercai Sirius e mi accertai delle sue condizioni, anche se evitai ogni contatto diretto, il mio orgoglio me lo impediva. Non riuscivo a capire la sua nuova felicità, era semplicemente pieno di vita, come non lo era mai stato prima. Sorrideva sempre, nel suo viso così simile al mio non vi era più l’ombra di tristezza ne di lacrime e sembrava quasi circondato da un’aura gioiosa, come se nessuno avvicinandosi a lui potesse essere triste. Riuscì a risollevare il morale anche a me, che ero distante.
E poi finì ad Azkaban, cosa di cui non mi capacitai. Ero assolutamente certo che lui non fosse un Mangiamorte, anche perché la cosa mi avrebbe compiaciuto, lui non aveva mai fatto niente per il mio piacere. Eppure tutti dicevano che era stato lui a tradire i Potter, ma lui non era capace di tradire le persone che amava, non lo avrebbe mai fatto, troppo fedele ai suoi ‘ideali’. Se c’era una cosa di cui ero certo riguardo Sirius era proprio questa sua assoluta dedizione e lealtà, non avrebbe mai infranto quelle che per lui erano due colonne portanti per una buona società.
Avrei voluto denunciare la cosa al Ministero, ma l’improvvisa scomparsa di Regulus mi impegnò a lungo, la cosa aveva distrutto Walbulga a tal punto che morì pochi mesi dopo, lo sfinimento per le ricerche e il profondo dolore le erano stati fatali e, nonostante il nostro matrimonio fosse solo un arrangiamento di famiglia, la sua perdita non mi lasciò del tutto indifferente come credevo.
Non mi era rimasto più nessuno, non che ne avessi bisogno, ma sentii la necessità di allontanarmi dal luogo che per anni era stata la mia casa, la casa della mia famiglia, casa Black.
Cominciai un lungo viaggio senza meta, lasciando che la sensazione di perdizione mi invadesse. Molte domande si insinuarono nei miei pensieri: perché mio figlio mi voleva così male? Perché in tutta la sua giovinezza aveva cercato di irritarmi?
Io, anche se non avrei mai potuto ammetterlo, in fondo al mio cuore, sentivo per lui un profondo amore, che riecheggerà in esso fino alla fine dei miei giorni, ormai vicina.
Il mio orgoglio continuava a prevalere su ogni altro sentimento, tanto che non provai nemmeno a chiedere di poter andare a trovarlo in carcere, nonostante ne sentissi un’incessante necessità.
Quanto avrei voluto vederlo nuovamente, anche per un solo istante, ma la verità è che ero troppo codardo per affrontarlo. Sapevo che avrei trovato un uomo, migliore e superiore ad ogni mia aspettativa, migliore di me. Non avrei potuto guardarlo negli occhi.
Poi arrivò la notizia: Sirius Black evade da Azkaban!
Non potevo crederci, mio figlio aveva compiuto la più grande delle imprese, evitando pure le guardie di Azkaban, i temuti Dissennatori. Non sapevo come avesse fatto, ma ero fiero di lui. Di nuovo, avrei voluto trovarlo, parlargli, aiutarlo… Per due anni interi combattei con il mio odioso orgoglio, ma la paura del confronto ancora mi bloccava e ogni volta che cercavo di avvicinarmi non facevo che allontanarmi inesorabilmente da lui. Facevo un passo verso di lui, ma, come un meccanismo di autoconservazione, i miei piedi mi portavano indietro di due, a volte anche tre, e così non riuscivo a vincere quell’ostacolo così intensamente stupido su cui continuavo a puntare.
E così, come evase, morì, scomparso dietro quella specie di velo rinchiuso in un arco nell’Ufficio Misteri.
Per l’intera nazione era diventato un paladino e la verità era uscita a galla: altro che Mangiamorte, si era fatto dodici anni in carcere da innocente, da eroe. Ero così fiero di lui, ma la notizia che a ucciderlo era stata sua cugina Bellatrix, mia nipote, mi distruggeva nel profondo. Come aveva osato quella sgualdrinella anche solo a toccare mio figlio, il mio Sirius?

Oggi il dolore per la sua perdita è ancora forte e l’orgoglio che non mi permetteva di rivederlo ora sembra una sciocchezza che porta con sé enormi sensi di colpa.
Nonostante l’età la stoltezza ha continuato a colpirmi, finendo per sprecare tutto il tempo che mi era stato donato per sistemare il mio rapporto con lui.
Ormai non riesco neanche più a guardarmi allo specchio: sono solo un vecchio corroso dall’odio e dalle discriminazioni, oltre che completamente oppresso dal dolore.
Ho bisogno di Sirius, questa è la verità, e, ora che non c’è, più che mai, ho bisogno di quella costante irritante che sconvolgeva la mia vita.
Ed è per questo che ora sono qui, davanti a questo malefico arco, pronto a seguire mio figlio.
Spero di riuscire a dirti quanto mi dispiace Sirius. Aspettami, figlio mio, arrivo.”

Orion stava lì, di fronte al velo, fissandolo, odiandolo per ciò che gli aveva tolto, ma pronto ad affidarsi ad esso con la speranza nel cuore. Con gli occhi chiusi si diresse lentamente verso la grande voragine invisibile; solo quando percepì il dolce funesto velo li riaprì.
<< Papà >>. Sirius sorrise a suo padre, gli prese la mano, lo accompagnò. Gli occhi grigi erano colmi di lacrime. Nulla più lo spaventava, tutto era più sereno e il passato non era altro che quello: passato.
Poche altre parole uscirono dalle labbra del vecchio Orion.
<< Sirius, figlio mio, ti amo >>.
  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Robin92