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Autore: Robin92    09/05/2016    1 recensioni
I Malandrini sono sempre stati famosi per le loro "opere", ma nessuna ha mai superato questa. Nick se la ricorda davvero bene, e sicuramente anche Minerva...
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: James Potter, Minerva McGranitt, Remus Lupin, Sir Nicholas, Sirius Black
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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I Malandrini erano storia ad Hogwarts.
Non c’era studente, professore o fantasma che non li conoscesse, erano così celebri che anche gli acari della polvere ricordavano i loro nomi. Le loro imprese, poi, erano leggenda e ovunque si andasse si sentiva parlare di loro, per un motivo o per un altro. Belli, intelligenti e simpatici, nessuna ragazza poteva resistere loro, tranne a Peter: nessuno capiva cosa ci facesse un ragazzino basso e tarchiato all’interno del gruppo. Anche i professori li amavano, nonostante ne combinassero di tutti i colori; ne avevano fatte persino a Pix!
Non saprei dire quale tra i loro colpi fosse il migliore, perché tutti mi facevano morir dal ridere, e io ero già morto da anni. Ricordo chiaramente però una cosa che rimarrà per sempre negli annali e che probabilmente entrerà nel libro “Storia di Hogwarts”.
Era una tranquilla mattina di Maggio e, come ormai mi ero abituato da qualche anno, seguii James e Sirius alle loro lezioni, che ovviamente erano le stesse. Quei due non si mollavano mai, una delle amicizie più forti che io abbia mai visto.
Ad ogni modo mi rivolsero la parola solo dopo l’ora di Pozioni, in cui si erano divertiti a sabotare la pozione di Mocc…ehm…di Severus Piton.
<< Allora Nick, ti è piaciuta la piccola esplosione?>> chiese James divertito, mentre Sirius doveva appoggiarsi alla sua spalla per non cadere a terra dalle risate.
<< Sicuramente divertente, ma sbaglio o lo avete fatto anche due settimane fa?>>. Odiavo quando si ripetevano, ma con Piton sembrava non volessero mollare l'osso, chissà perché.
<< Ripetitivi? >> chiese il giovane Black con tono offeso. << Allora vedrai mio caro cosa ti tiro fuori tra poco, non riuscirai a riprenderti per settimane >>.
<< Vogliamo scommettere? >> chiesi al ragazzo che non si tirò indietro.
<< Tutto quello che vuoi, ma io ho un’idea geniale... >>. Sirius era stranamente eccitato.
James dal canto suo sembrava preoccupato. << E hai intenzione di attuarlo con la McGranitt? >>.
Black rise di gusto. << Sai che con la dolce Minnie mi diverto cento volte di più. Ora vieni che ti spiego tutto >> disse tirando l’amico.
Sospirai e mi diressi subito verso l’aula, trapassando i muri distrattamente.
Minerva era alla cattedra, seria e concentrata come al suo solito. Chissà se immaginava cosa sarebbe accaduto di lì a poco.
Pian piano gli studenti riempirono l’aula, lasciando i primi due banchi liberi ai Malandrini.
Varcarono la soglia prima Peter e Remus: posso giurare che il primo rideva come un idiota, cercando di contenersi, mentre il secondo scuoteva la testa allegramente.
James e Sirius entrarono subito dopo entrambi con chitarra alla mano e rosa in bocca. Mi stavo già per coprire gli occhi aspettandomi una catastrofe naturale di dimensione apocalittiche.
Il giovane Black precedette Potter dentro l’aula.
<< Questa è per te, mia dolce Minnie >> disse consegnando la rosa alla professoressa, mentre James faceva lo stesso con Lily Evans, ma con dolcezza, a differenza della sfacciataggine dell’amico.
<< Black, torna subito al tuo posto o giuro che sarai in punizione fino alla fine dei tuoi giorni >> esclamò alzandosi Minerva cercando di mantenere la calma.
<< Non se ne parla, mia adorata, siediti, questa è per te >>
Subito James raggiunse Sirius e i due cominciarono a cantare una serenata.
La classe era esplosa in grosse ristata e giuro di poter dire che la professoressa McGranitt stesse facendo fuoriuscire fumo dalle orecchie.
<< Potter, Black! Ma come osate…presidenza…impertinenti… >>. La donna non riusciva a comporre una frase di senso logico tanto era l’imbarazzo.
I due continuavano a cantare a squarciagola fissandola con i loro occhi vispi, tanto che la donna decise di uscire dall’aula; ma le due pesti non si arresero, così la seguirono e dietro di loro si andava formando piano piano una gran quantità di studenti, che uscivano dalle rispettive aule incuriositi da quello che stava accadendo. Un enorme corteo nacque dietro quei due personaggi e, come aveva detto Sirius, probabilmente non mi sarei ripreso per settimane, perché stavo ridendo scompostamente come se fossi stato colpito da un Rictusempra 
I professori se la stavano rivendendo sotto i baffi, convinti che quello fosse solo l’inizio di una grandiosa performance.
James e Sirius mi avevano detto tempo prima di voler diventare immortali, e mi chiesi se sarebbe stato quello il colpo che li avrebbe resi tali.
<< Oh Minnie, mia dolce amata,
prendi il mio cuore
perché d’amore ti ho già circondata
e non posso fare a meno di pensare a te a tutte le ore… >>
Tutti potevano sentire le loro voci intonate, nonostante le risate fossero sonore, e loro continuavano imperterriti.
Vidi Remus che iniziava a cantare con loro, abbandonando timidezza e pudore; sapevo che in altre situazioni non lo avrebbe mai fatto, ma quella era una giocata epocale e lui non aveva intenzione di rimanerne fuori, dopotutto anche lui era un Malandrino. Peter invece era ancora troppo impacciato ed introverso, quindi decise di seguirli semplicemente, ridendo delle nuove ed improvvisate rime dei due amici, che avevano iniziato a cantare un verso a testa, risultando come un’unica mente.
Ad un tratto arrivò il Preside, deciso a sistemare la confusione che si era creata, ma, come tutti gli altri, quando sentì Sirius Black, James Potter e Remus Lupin cantare non potè che ridere. Era sinceramente divertito per quello che stava accadendo ed, inoltre, non aveva mai sentito nessuno chiamare la professoressa “Minnie”.
Quei due erano assolutamente geniali, su questo non vi era dubbio, e questa sceneggiata decisamente troppo simpatica era riuscita ad unire tutti. Grifondoro, Corvonero, Tassorosso e Serpeverde inneggiavano i tre ragazzi, tutti insieme come mai era stato prima d’ora. I ragazzi si abbracciavano e ridevano unitamente.
Nel frattempo la comitiva arrivò nel cortile dove finalmente i ragazzi smisero di cantare. James continuò a suonare la chitarra, mentre Sirius, levatosi la sua di dosso, si inginocchiò sorridendo sfacciatamente.
<< Oh mia dolce, dolcissima, adorata Minnie, vuoi tu sposarmi? >>.
Udire quelle parole fu sconvolgente. Nessuno, e dico nessuno, riuscì a trattenersi dallo scoppiare palesemente a ridere. Qualcuno cadde per terra dalle risate, qualcuno dovette riprendersi per la saliva andata di traverso, qualcun altro dovette addirittura allontanarsi per evitare di svenire dal ridere. Io ero per terra (cosa abbastanza strana, visto che a noi fantasmi piace fluttuare), sicuro che sarei morto una seconda ed una terza volta contemporaneamente a causa delle risate che quel divertentissimo scherzo mi stava procurando.
Ma non era ancora finita. Mentre Minerva era rimasta paralizzata davanti al ragazzo, questo, con un incantesimo non verbale, trasformò tutte le foglie al suolo in splendide rose rosse. Si tirò i capelli indietro e prese la mano della McGranitt tra le sue.
<< Vuoi concedermi il grandissimo onore di essere mia moglie? >>.
Albus Silente aveva perso ogni compostezza come del resto tutto il corpo docenti, i fantasmi, gli studenti e qualsiasi altra creatura vivesse nel castello. Sono quasi sicuro di aver sentito ridere pure i centauri dalla Foresta Nera, ma quello che so per certo è che pensandoci ancora oggi non riesco a non schiattare a terra dalle risate.
Minerva era paonazza e pensavo volesse tirare un bel ceffone a quell’impertinente di Black; dopotutto, quella era l’ennesima bravata che il ragazzo le combinava. Già il fatto che la chiamasse Minnie era imbarazzante, ma quello l’aveva veramente sconvolta.
Non riuscì nemmeno a punirlo, perchè Silente ritenne la cosa troppo divertente per meritare un castigo; in fin dei conti non aveva fatto male a nessuno, anzi, aveva riportato il buonumore in tutta la scuola.
Ricordo con gioia quel giorno. Avevo perso l’ennesima scommessa con quei ragazzi, ma poco importava, perché riuscivano sempre a ridarmi la vitalità che avevo perso da tempo e quella volta erano riusciti quasi a riportarmi in vita.
Sarò pure immortale ora nel mio stato di fantasma, ma, con quell’azione, i Malandrini erano riusciti ad assicurarsi un posto nella memoria di tutti coloro che avrebbero voluto farsi una bella risata. Erano diventati molto più che Immortali. Sarebbero diventati Leggenda.
  
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