Amaranth dream
9.
Emma rimase in silenzio per qualche secondo,
giusto perché le sue guance andate a fuoco riprendessero la loro normale
tonalità. Sperò che Loki non si fosse accorto del brusco cambio di temperatura
del suo corpo, ma di certo la fortuna non era il suo forte.
-Buongiorno..- sussurrò, cercando di rendere la
sua voce quanto meno umana.
Loki alzò un sopracciglio. –Allora? Cosa c’è che
ti diverte tanto?-
-Nulla..- disse Emma alzando le spalle. –Pensavo
solo alla prima volta che ci siamo incontrati.-
-Lo ricordi?-
Lei annuì semplicemente, lasciandosi scappare un
sorrisino, che fece inarcare ancor più il sopracciglio del dio.
-Mi hai insultato più tu in quei due minuti che
Stark in tutta la sua vita.- disse, mentre un’espressione scontenta si formava
nel suo viso.
Emma scoppiò a ridere di gusto vedendo il broncio
che Loki aveva per una storia ormai passata da tempo, anche se, in effetti, era
stata parecchio interessante. –A proposito,-
aggiunse –ti ringrazio per questa notte. Non.. non credo ce l’avrei
fatta da sola.-
Loki distolse immediatamente gli occhi dai suoi e
si girò sulla schiena, sbuffando. Logicamente, Emma era sicura che non le avrebbe
risposto: dopotutto, qualche giorno prima, le aveva gridato quanto poco le
importasse di lei e non era da Loki rimangiarsi facilmente i suoi borbottii.
-Non significa niente.- disse, infatti, dopo
qualche minuto.
-Certo che no.-
Lui alzò un sopracciglio e si girò a guardarla.
–Noto dell’ironia nella tua voce.- sussurrò contrariato, ma Emma era convinta
di avere visto del divertimento in fondo ai suoi occhi.
-In ogni caso, credo che andrò a preparare la
colazione. Al Dio degli Inganni vanno bene dei pancake?-
In una situazione normale –se una qualsiasi delle
situazioni tra loro si sarebbe potuta considerare normale-, Loki l’avrebbe di certo presa per la vita e trascinata
nuovamente sul letto, sussurrandole all’orecchio che al Dio degli Inganni
sarebbe andato meglio fare dell’altro.
Al che, Emma sarebbe arrossita oltre ogni dire e gli avrebbe cercato di far
scomparire il sorrisino malizioso a forza di pugnetti sulla spalla.
-Non gradisco i pancake.-
La ragazza alzò un sopracciglio, ma decise di non
controbattere: la paura di rovinare la fragile stabilità che si era creata con
continue allusioni era troppa.
Uscirono dalla camera insieme ed Emma sperò che
nessuno li vedesse, onde evitare domande indiscrete e sin troppo curiose;
inoltre, era ragionevolmente convinta che il pettegolezzo sarebbe corso in
fretta tra gli Avengers e sentirsi osservata e imbarazzata come la prima volta
che aveva messo piede lì dentro non la entusiasmava per niente.
-Loki?-
sussurro, guardandomi intorno. –Ti stanno fissando terribilmente male. Ci stanno fissando terribilmente male.-
Conosco
queste persone per fama e so quanto possano odiare mio marito, ma accidenti,
dal vivo è tutt’altra cosa.
-Amici-
inizia Thor distogliendomi dai miei pensieri –mio fratello ci ha gentilmente
offerto il suo aiuto. Solo Odino sa che tutto ci è indispensabile tutto quello
possibile.-
Sento uno
sbuffo dal gruppo ed un uomo col pizzetto fa un passo avanti. –Aiuterà noi o
aiuterà i nostri nemici a sconfiggerci?- domanda, strafottente.
-Tony Stark
immagino.- dico, nascondendo il moto di stizza dietro un sorriso. –Mi aspettavo
domande più intelligenti da colui che dice di essere Iron
Man: è ovvio che se volesse tradirvi non lo verrebbe di certo a dire a lei.-
-Io sono Iron Man.
Piuttosto, non credevo che Loki arrivasse a portarsi dietro un cucciolo umano,
fiorellino.- sussurra sarcasticamente, dopo avermi squadrata dalla testa ai
piedi.
Sono sicura
che alluda ai miei pantaloncini: ero talmente tanto eccitata di poter tornare a
mettere i miei adorati pantaloni, che ho deciso di scegliere quelli più corti e
colorati che ho. L’adorabile fantasia a fiori è stata l’ovvia conseguenza.
-Mi chiamo
Emma Foster, sono la sorella di Jane. E lei è davvero molto maleducato e
villano, signor Stark.-
La donna dai
capelli rossi, la Vedova Nera, da quanto ne so, scoppia a ridere di gusto,
mentre Bruce Banner –Hulk- annuisce. –E’ quello che diciamo sempre anche noi.-
-Che lingua
biforcuta.- commenta lui, incrociando le braccia e alzando un sopracciglio. –Mi
piaci, fiorellino.-
Ridacchio,
mentre Loki mi posa una mano sulla spalla. –Non troppo, Stark.- sussurra
minaccioso, e io gli sfioro la gamba con una mano.
-Invece, tu
non mi piaci per niente.-
Emma ridacchiò, ripensando a quell’episodio, ma si
bloccò appena fuori dalla porta della sua camera facendo sbattere Loki sulla
sua schiena. –Emma?- domandò lui, causandole un brivido –come sempre faceva la
sua voce-.
Lei scosse la testa. –Non senti quest’odore… come
di…-
-Bruciato.-
-Oddio!- sussurrò, scattando verso il piano
inferiore, già pronta a cercare un estintore per soffocare le fiamme. O per
darlo in testa a qualcuno, nel caso avessero dato fuoco al bellissimo tavolo di
ciliegio della cucina.
Tuttavia, non appena arrivarono nei pressi della
stanza, delle urla li fecero rallentare ed Emma si rese conto che probabilmente
l’unica cosa che era bruciata era la colazione.
-Non è ammissibile!-
-Con tutto il rispetto, ma cosa diavolo potete
saperne voi di cosa è ammissibile?-
-Per favore, il linguaggio!-
-Oh, ma sta zitto Cap!-
L’appena interpellato Captain America uscì
irritato dalla stanza, bloccandosi solo alla vista di Emma e Loki. Il dio lo
guardò con un sopracciglio alzato. –Cos’è tutto quel fracasso?- domandò, lanciando
un’occhiatina dietro le sue spalle –cosa che si poteva permettere, perché era
abbastanza alto ed Emma era troppo bassa-.
-E me lo chiedi anche?- domandò retoricamente,
lanciando ad Emma uno sguardo di rimprovero. –Sono tutti in visibilio per
quello che vi è successo ieri sera.-
Il volto di Steve era diviso tra l’irritazione per
il litigio in corso e la preoccupazione per ciò che stava succedendo: l’insieme,
completo di sopracciglio alzato e labbra strette, era quasi buffo ed Emma pensò
che, tutto sommato, era molto strano che fosse ancora single.
-Uh.. e io che speravo che Jane non avesse
approfondito troppo la questione.- si bloccò. –E’ un urlo di Sif quello che ho appena sentito?-
Steve annuì e alzò le spalle. –Continua a dire che
a Thor e a Loki serve l’aiuto dei tre Guerrieri e il suo. Credo che anche Thor
stia perdendo la pazienza; quella di Stark se ne è già andata da un pezzo.-
-Wow, Thor che perde la pazienza con Lady Sif. Jarvis, ti prego, filma la scena!- disse divertita,
superando l’amico ed entrando nella stanza.
-Non credo
che sarebbero d’accordo, signorina Emma.-
-No,
probabilmente no..- sussurrò, facendo capolino nella stanza. Si pentì quasi
subito e il desiderio di fare dietro front, prendere Loki per un braccio e
tornare sotto le coperte le fece tremare i muscoli.
Fece un cenno a sua sorella e quella, dalla sua
postazione spiaccicata alla parete, le restituì uno sguardo che ad Emma sembrò
terrorizzato. E a ragione: Lady Sif stava sbraitando
contro Tony e Bruce –Emma non si prese nemmeno la briga di ascoltare su cosa
vertessero le sue proteste- e sembrava talmente tanto coinvolta nella
conversazione da non rendersi conto della presenza di Thor, il quale, allibito,
girava la testa prima verso l’Asgardiana e poi verso i due scienziati, probabilmente
a corto di paroloni e frasi complesse che li avrebbero fatti calmare.
Fu solo quando si accorse che il colorito di Bruce
stava diventando verdognolo –e sicuramente se ne accorse anche Nath, poiché gli
corse accanto e gli afferrò un braccio- che Emma si sentì in dovere di
intervenire.
-Scusante l’intromissione, gente.- esordì, mentre
il cuore le sussultava nel petto: dove aveva trovato quel desiderio di essere
al centro dell’attenzione, solo Odino lo sapeva. –Credo sia inutile continuare
a litigare per una questione che si potrebbe facilmente risolvere con toni
leggermente più.. pacati.-
Lady Sif si voltò di
scatto verso di lei e le lanciò l’occhiataccia peggiore del suo repertorio.
Emma ricordava che, in quando sorella di Jane e successivamente compagna di
Loki, non si era mai azzardata a rivolgersi a lei irrispettosamente, sebbene i
suoi occhi mandassero ondate di fastidio ogni volta che la vedeva.
-Siete tutti in errore!- esclamò, evidentemente
irritata. -Voi dovete..-
-Mi spiace deludervi, Lady Sif,
ma questa non è Asgard, ne tanto meno casa vostra. Sono convinta che sareste
molto più utile seduta su quella sedia e con la bocca chiusa.-
Non sapeva dove aveva trovato la faccia tosta, ne
il tono, per dire una cosa del genere, ma il risultato fu immediato: Sif ammutolì all’istante e con lei tutti gli Avengers
presenti nella stanza.
Wow, epico.
-Il fiorellino ha ragione!- esclamò Tony,
lanciando uno sguardo compiaciuto ad Emma, che arrossì di botto. Forse vivere
tanto tempo a palazzo le aveva insegnato ad essere più autoritaria, ma parlare
a quel modo ad una guerriera –che avrebbe potuto ucciderla in mezzo secondo-
era stato troppo anche per lei.
-Certo che ha ragione. La questione è delicata, ma
come vedete siamo entrambe sane e salve. E Lady Sif,
sono sicura che se avessimo bisogno del vostro aiuto, Thor e Loki non
esiterebbero a chiamarvi: persino noi conosciamo la vostra forza e le vostre
prodezze e loro due più di tutti.-
Wow, più che
epico! Alla faccia della diplomazia gente, ho una sorella mitica!
Emma vide, con la coda dell’occhio, Thor guardare
la sua fidanzata con tanto d’occhi e Jane ricambiare lo sguardo soddisfatta. E
anche Tony, probabilmente, se ne accorse, perché rivolse ad Emma uno sguardo
malizioso, accennando alla coppietta: la ragazza era sicura che stesse pensando
a qualcosa di talmente tanto malizioso che avrebbe fatto arrossire
immediatamente Jane.
-Se questa è la vostra decisione, principi,- disse
Sif, trattenendo visibilmente la rabbia. –torno ad
Asgard e completerò il mio compito di fronte al Padre degli Dei.-
Thor fece un passo avanti, cercando di recuperare
la sua compostezza, e annuì. –Certo, Lady Sif, ti
ringrazio per l’aiuto. Porta i nostri saluti a nostro padre.-
-Oh, stanne certo.- ribatté quella, prima di
uscire di gran carriera dalla stanza, seguita dallo sguardo smarrito di Thor e
dal sopracciglio alzato di Loki.
Foster 1, Sif 0.
Emma si trattenne dal dare il cinque a sua
sorella.
-L’avete zittita. Insegnatemi il vostro segreto.-
borbottò ironica Nath, guardando con apprensione Bruce che, tuttavia, stava
finalmente tornando al suo normale colorito.
Jane fece spallucce. –Mesi di allenamento.-
-Non dire sciocchezze, Jane.- ribatté la sorella,
visibilmente soddisfatta. –Riesci a zittire Thor: credo che l’impresa più ardua
tu l’abbia superata da un pezzo.-
-Ehi! Come osi?- sbottò il suddetto, facendo
scoppiare a ridere la fidanzata. –Nessuno riesce a zittirmi!-
-Oh, sta
zitto, fratello.-
Angolino dell’autrice: Buonasera a tutti, gente! Chiedo umilmente scusa per tutto il tempo che è passato dal mio ultimo aggiornamento, ma come i mesi passati sono stata presa con le bombe. Questo capitolo è un po’ di passaggio, ma spero vi abbia strappato un sorriso.
Come al solito, ringrazio coloro che hanno recensito e che hanno inserito questa storia in una delle liste: grazie infinite!
Alla prossima, con la speranza di fare un pochino più in fretta.
Sami