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Autore: Nisi    25/03/2005    18 recensioni
Chi di voi non ha avuto una compagna di classe ricca, bella, con un sacco di uomini ai suoi piedi e mortalmente stronza? Io sì! Se anche voi l'avete avuta in classe e l'avete detestata, leggete questa fiction. Se siete voi quelle belle, ricche e stronze, NON leggete questa fiction perchè vi succederanno delle cose davvero brutte. Dedicata a tutti coloro che pensano che crescere NON sia facile.
Genere: Commedia, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Premessa importante: per ballare non si va necessariamente in discoteca.

Nello scorso capitolo, il mio post scriptum non era un invito a sbronzarsi come delle scimmie – beh, se volete utilizzarlo come scusa da raccontare alla mamma, fate pure – ma in realtà era un indizio di quello che sarebbe successo nel presente capitolo.

Per cui, non indugiamo oltre: se siete seduti belli comodi su una bella sedia che non vi faccia venire il mal di schiena o la cellulite – se siete ragazze, direi che possiamo cominciare.

La macchina – si, insisto a chiamarla così – di Micro si ferma davanti alla di lui casa con un sinistro stridio di freni, che ricorda molto da vicino il gradevole rumorino del gesso sulla lavagna che il solito compagno di classe deficiente usa per farvi accapponare la pelle.

Sara si gira a guardare Micro:”Ma non mi avevi detto che mi avresti portato a ballare? Fai una festa a casa tua?”

Micro scuote la testa ed esce dalla carriola per aprire la portiera a Sara.

“Perché mi hai portato a casa tua? Hai dimenticato qualcosa?” insiste Sara che si sta incuriosendo.

Sembra uno di quei personaggini carucci carucci dei manga giapponesi che quando hanno dei forti dubbi, vengono disegnati con manciate di punti interrogativi attorno, peggio di Riddle di Batman.

“non ho dimenticato niente, Ala” risponde Micro impassibile mentre Sara esce dalla caffett… ehm, dalla macchina.

“E allora?”

“Hai bisogno di preparazione” le risponde sibillino Micro, mentre le prende il polso delicatamente nella sinistra e la porta dentro a casa sua.

Prego, accomodatevi: per farvi sentire più a vostro agio, vi racconto com’è l’ambiente: descrizione della casa di Micro. Più facile a dirsi che a farsi.

Per prima cosa, si può tranquillamente affermare che rispecchia in toto la personalità dei suoi abitanti.

a seconda delle stanze nelle quali ci si trova, la si può scambiare per la sede Milanese dei seguenti enti e/o negozi:

• Ufficio del turismo nord irlandese

• Ufficio del turismo toscano

• Ricordi/Feltrinelli.

• Librerie Paoline

Lo so che non avete capito niente, un attimo che vi spiego:

il corridoio è un po’ un mix: ci sono foto di Palazzo Vecchio, della veduta del duomo di Firenze da Piazzale Michelangelo, la foto della chiesa di Santa Croce, una riproduzione della Venere di Botticelli ed una della Primavera.

Quello che però salta maggiormente all’occhio è una stampa 30 x 50 che rappresenta il David di Michelangelo.

Fin qui tutto normale, senonchè si nota che il David non è nudo come Michelangelo l’ha scolpito: qualcuno, e precisamente Roisin, ha attaccato col biadesivo degli slip di color rosa fuxia sopra le vergogne del bel David.

No, Roisin non è una bigotta, tranquilli, e neanche una donnetta morbosa: questo gesto è stato compiuto per necessità: quando Micro era piccolo, Carlo e Roisin avevano avuto dei seri problemi a convincere il loro pargoletto che non era molto bello andare in giro nudo, soprattutto in presenza di ospiti.

Micro odiava semplicemente i vestiti, per cui non c’era verso di farlo rimanere vestito per più di 45 secondi, se andava bene.

Non vi dico, innumerevoli punizioni, pianti e strepiti fino a che un bel giorno il micro Micro aveva argomentato serafico alla madre, con logica assolutamente inattaccabile:”Ma se il David va in giro nudo, perché io non posso farlo?”

Da qui la necessità di dare l’esempio e la certezza che in effetti il David delle mutande ce le aveva.

Logicamente, Micro è cresciuto, ma quel pezzettino di stoffa fuxia è entrato di diritto nella famiglia, ormai ci sono affezionati e se capita loro di vedere un’immagine del David nudo, fa una strana impressione.

E comunque, Micro adora ancora togliersi i vestiti, in certe particolari occasioni.

Ci spostiamo ora nella cucina, regno più o meno incontrastato di Roisin.

Un bollitore

Un tostapane

Riproduzioni del ponte di corda di Carrick-a-Rede, della distilleria di Bushmill, delle rovine del Castello di Dunluce decorano i muri della cucina in arte povera di Roisin.

Al posto d’onore, l’ingrandimento di una foto che rappresenta una veduta del Bogside presa dal Butcher’s Gate, a Derry.

La parete opposta ospita i mobili della cucina, quella a destra la porta ed due bersagli di freccette: gli irlandesi ne vanno pazzi.

I due bersagli, sono un po’ particolari: uno rappresenta Margaret Thatcher (il suo naso è crivellato dai buchi delle freccette) e l’altro Tony Blair.

La parte crivellata di Tony Blair è quella che in teoria dovrebbe vedere solo sua moglie Cherie. Dai, un piccolo sforzo, l’avete capito.

L’ultima parete, invece, ospita “solamente” dei poster: uno di Giovanni Paolo II, una foto del santuario di Knock (che è la Lourdes irlandese) accanto a quella di Padre Pio ed infine un poster del cantante Christy Moore.

Ci spostiamo ancora con la telecamera e finiamo nella camera di Micro.

Una comunissima cameretta da ragazzo, se si eccettuano le 4 torri porta CD dell’Ikea che offrono alloggio e riparo a 453 Compact Disc.

Una foto di Micro che lo ritrae assieme a Sara fa bella mostra di sè sulla scrivania.

C’è uno stereo di ultima generazione ed un PC ultimissimo modello, dono dell’amministrazione comunale grata per i suoi servigi.

Un bel poster che rappresenta la vignetta di Silver, quella della mucca che tiene in… zampa un barattolo di vernice a spruzzo e che scrive su un muro:”Legalizzate l’erba”

Nel cestino per la carta straccia vari incarti di preservativi.

Sul balcone, la piantagione un po’ particolare del nostro Micro, che tiene per sue necessità personali.

Usciamo dalla camera di Micro ed andiamo in quella di Carlo e Roisin. Anche qui niente da segnalare, tranne una riproduzione del Giant’s Causeway sopra il letto e la foto del matrimonio dei due sposi, insieme ai testimoni.

Il testimone di Carlo era suo fratello Lorenzo, la damigella d’onore di Roisin era la sua amica Mairead, la quale, sotto la gonna invece della giarrettiera, aveva una bomba a mano.

C’è il soggiorno, e sul divano siedono i genitori di Micro.

E poi una stanza vuota.

Non appena entra, Sara sente un profumino buonissimo provenire dalla cucina.

E non appena Roisin vede Sara entrare, scatta dal divano come se qualcuno avesse attaccato un’enorme molla sotto il sedere più bello della contea di Derry e di tutto l’Ulster messo assieme e l’avesse lasciata andare all’improvviso

“Saraaaa (Roisin lo pronuncia Seeerraaa), come staiii?” tuba Roisin avvolgendola in un abbraccio anacondesco.

“Ah, bene bene, grazie Signora e lei” cerca di biascicare Sara, non appena riesce a riprendere un minimo di fiato.

“Benissimo! E’ arrivata la mia alunna!!” esclama entusiasta la madre di Micro battendo le mani, felice.

“What?” si domanda il cervello di Sara “Mi vuol fare lezione di inglese?”

blink blink.

Altri punti interrogativi escono dal cervelletto di Sara.

“Vieni, honey” e quel ciclone travestito da donna, la trascina nella stanza vuota.

Che non è del tutto vuota.

Infatti ad un lato della parete è addossato uno stereo piuttosto vecchio ed una pila di CD.

Micro le ha seguite ed anche Carlo, deciso a non perdersi lo spettacolo per niente al mondo.

Sara comincia a nutrire dei forti sospetti quando vede i CD e pensa all’altra cosa che insegna Roisin oltre all’inglese.

E comincia a sudare freddo. Con vocetta tremante, senza rivolgersi a nessuno in particolare, Sara implora:”Qualcuno di mi dice cosa ci sto facendo qui?”

Micro e Roisin si scambiano lo stesso sorriso smagliante che li identifica inequivocabilmente come madre e figlio.

E’ Micro a rispondere, aspirando una bella boccata dalla canna che si è appena acceso:”Sara, mi sai dire che giorno è oggi?”

“venerdì, perché?” ora Sara è completamente circondata dai punti interrogativi.

“No, honey, la data” sorride Roisin.

“E’ il 17 Marzo…” questa data comincia a parerle famigliare.

“E’ San Patrizio, Ala e stasera ti porto a festeggiare” spiega gentilmente Micro.

Ora Sara capisce: è festa nazionale in Irlanda e quel giorno, dovunque si trovino, gli irlandesi vanno a fare bisboccia tutta la notte.

“Beh, allora tanti auguri” cerca di tagliare corto Sara.

“Andiamo, allora?”

“Oh, no, da-aling” le sorride Roisin in un modo che fa accapponare la pelle a Sara “non è ancora il momento! Stasera si balla ed io ti devo insegnare”

Sara comincia a sentirsi come l’agnello a Pasqua, il tacchino nel giorno del Ringraziamento, il capitone a Natale, il soldato inglese nelle mani di Roisin, insomma, lievemente minacciata.

Le esperienze danzerine di Sara si limitano ad imbarazzanti ancheggiamenti e dimenamenti del sedere tondo tondo in discoteca a ritmo di tecno, underground, house… insomma tutta quella musica con il ritmo che fa umpse umpse.

E la cosa non la diverte particolarmente.

Scordatevi a priori, quindi, Dirty Dancing, Ballroom, Save the Last Dance, A Time For Dancing e Shall We Dance… niente di tutto ciò.

In genere le sue amiche in disco ci vanno per la fauna. Lei per la compagnia delle sue amiche.

Non riesce a capire come si possa rimorchiare uno straccio di ragazzo in mezzo a quell’insieme di corpi stillanti sudore, anche perché la musica è talmente alta che ci si potrebbe capire solo

con il linguaggio dei segni o al limite con l’alfabeto muto. A meno che si sia fautori della teoria universalmente conosciuta come quella del”basta che respiri”.

Se avete capito almeno un pochino come è fatta Sara, avrete anche capito che quella teoria non annovera Sara tra i suoi fan.

Sara è romantica, sogna di baciare il ragazzo dei suoi sogni su una spiaggia (possibilmente sgombra da rifiuti vari), mentre le onde si infrangono sulla battigia (basta che le stesse non portino a riva colonie di meduse…), con un tramonto romantico ad illuminare un cielo (senza smog, per una volta).

Infatti l’unica esperienza del genere, Sara l’ha avuta con uno scenario più o meno simile, peccato che il ragazzo che per primo aveva posseduto le labbra virginali della dolce Sara, era già fidanzato, cosa che si era premurato di NON far sapere a Sara.

Eh, l’amore….

Però, vi prego non pensate a Sara come ad una a cui non piace la musica moderna, per esempio, le piacciono tanto i Franz Ferdinand, i REM ed i Pearl Jam, che Sara conosce grazie all’onniscenza musicale di Micro.

Sara ama, insomma, il rock melodico, canzoni che può canticchiare a mezza voce mentre gira per la casa oppure aiuta Roberta a fare qualcosa.

Certo è che quando cresci a pane, burro e Leonard Cohen, non è facile farti piacere la musica da discoteca.

Giovanni e Roberta, quando Sara era piccola non le cantavano le ninne nanne. Preferivano Leonard Cohen: Giovanni faceva la voce solista, mentre Roberta si occupava dei cori.

Per cui, il ricordo più vivido che Sara ha di suo papà è di lui chinato sul suo lettino che con Roberta le canta “So Long Marianne” per farla addormentare.

Non che Sara richiedesse il coro della Scala per dormire.

Semplicemente, Giovanni e Roberta si erano conosciuti quando Roberta, trascinata per i piedi dalla sua amica Maria Dolores, era entrata nel locale coro di polifonia del rinascimento.

Le opere di Luigi da Palestrina erano state galeotte, ma più galeotto ancora era stato il bel sorriso di Giovanni ed i suoi occhi azzurri, per cui Roberta, in men che non si dica, aveva ammainato bandiera bianca ed aveva detto addio per sempre alla sua verginità ed alla casa dei genitori - proprio in questo ordine - per convolare a giuste nozze con l’aitante Giovanni.

Per cui per i due innamorati, cantare assieme era come rivivere i primi tempi della loro storia d’amore.

Adesso, però, che non vi salti in mente di attaccarvi alla rete e di cercare tutti i cori di polifonia del rinascimento della vostra zona, all’uopo di rimorchiare un cantante figo.

Sforzo inutile, ora sono tutti vecchi, sopra i 60.

Lo so perché ci ho provato prima io.

All'epoca, avevo abbassato l'età media di almeno 20 anni.

A meno che vi piacciano gli uomini… ehm… con esperienza, vi consiglierei di lasciar perdere.

Chiusa la parentesi, ritorniamo alla nostra storia.

Sara ama le cose semplici.

E non è per niente semplice trovarsi in una stanza con una ex terrorista dell’Ira che pretende di insegnarti a ballare le danze irlandesi, con suo figlio cannaiolo erotomane dagli impulsi simili a quelli dei conigli, potenzialmente sovversivo che le da ragione ed il padre di quest’ultimo che non ha la benché minima intenzione di alzare un’unghia (un dito sarebbe troppa grazia!) per aiutarti.

Micro bastardo!

Lo sa benissimo che uno dei punti deboli di Sara è la quasi totale incapacità di pronunciare quella parolina corta corta che è “NO!”

Approfittando del fatto che Roisin si è girata per scegliere un CD, Sara indirizza a Micro un’occhiata incendiaria, ed apre pollici ed indici delle mani ad angolo retto davanti a sé nel gesto convenzionalmente noto come:”ti faccio un culo così”.

Micro annuisce e le sorride incoraggiante, mentre Roisin abbranca la mano sinistra di Sara, che si arrende al suo infausto destino, pronta all’ennesima figuraccia.

“Sei pronta?” le sorride Roisin.

“’nsomma…” la guarda incerta Sara, mentre Roisin scoppia a ridere.

Ritornata seria Roisin si cala nei panni dell’insegnante di danze.

“Allora, cominciamo con i reel. Il ritmo è one-two-threeee, one-two-three. Facile. Ripeti, Seerraaa”

“one-two-threeee, one-two-three”

“Very good! Adesso punta il piede destro davanti a te, così, brava. Destro sinistro destroy, sinistro destro sinistro al tempo di one-two-threeee, one-two-three. Oh, great! Great Seeeerra!!!”

Sara si permette il solito sorrisino torredipisesco.

“Fai un po’ di esercizio… one-two-threeee, one-two-three.

one-two-threeee, one-two-three. one-two-threeee, one-two-three. Ora metto la musica. one-two-threeee, one-two-three one-two-threeee, one-two-three”

nel frattempo, appoggiati allo stipite della porta, Carlo e Micro osservano le due donne saltellanti.

“Mica male la figliolina…” osserva Carlo ridando la canna al figlio.

“E’ amica mia…” risponde Micro a quell’ovvietà.

Roisin è deliziata:“Bravissima. Ora però devi piegare bene I polpacci all’indietro, come se ti dessi I calci nel sedere da sola”

Sara esegue pensando che già ci pensano gli altri a prenderla a calci senza che ci si metta anche lei stessa a farsi del male fisico.

“Braccia lungo i fianchi, honey…”

Dopo mezz’ora, Sara comincia a divertirsi e dopo un’oretta Micro e Sara lasciano la casa satolli di Beef in Guinness cucinato per l’occasione e della fantastica torta di mandorle e pere di Roisin.

Sara stringe tra le mani un foglietto scritto personalmente dalla mamma di Micro con un’elenco di balli che è in grado di eseguire senza sfigurare troppo.

Sara sorride, ha l’impressione che la serata che l’attende non sarà poi così male.

Micro se la ride sotto i baffi che non ha.

Uno sguardo enigmatico come quello della Gioconda gli accende gli occhi.

* * *

grazie a tutti, sono commossa dalle vostre recensioni.

Maho: spero che anche questo ti piaccia. buona pasqua, a presto!

Chloe90: eccoti l'aggiornamento. mi hai fatto venire l'ispirazione per una cosa che succederà il prox capitolo. grazie grazie.

Pepero: Non so se uno come Micro esiste. ho fatto un'insalata delle qualità migliori che ho trovato in uomini diversi. però se lo trovo, un fischio te lo faccio!

_Umi_: piacere di conoscerti! diciamo che quello che succederà non è molto diverso da quello che tu hai fatto alla dolce Alessia. Forse un pelino peggio...

Mewina:Ciao! mi piace un sacco il termine gigoso. posso utilizzarlo?

Sindi90: piacere di fare la tua conoscenza. per il ballo, la prossima volta, intanto leggiti questo capitolo sul pomeriggio della ragazza normale di 17 anni!

Lulumyu: C'è soltanto un modo per scoprirlo, che è leggere quello che succederà poi. sono contenta che questa storia ti faccia ridere....

Kannuki: Hey, che si dice? vedi un po' questo... ora, invece che coi libri, me la prendo con il povero David... non ho rispetto per nessuno....

Driger: ciao! in effetti, Mean Girls avrei voluto vederlo, se non altro per farmi quattro risate, ma purtroppo, come altri film che avrei voluto vedere, me lo sono perso... peccato, secondo me avrebbe potuto essere divertente, anche se credo che la storia fosse un tantino diversa rispetto a quella che sto scrivendo io. a presto

   
 
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