Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
Segui la storia  |       
Autore: _Greta98_    10/05/2016    0 recensioni
È vero che il destino è già scritto? Eppure siamo noi ad avere le redini della nostra vita in mano eppure per Luce non è così.
Sono appena trascorsi tre mesi di vacanze estive ed è ormai ora di tornare alla solita noiosa vita scolastica eppure non sembra essere più così, il destino ha in serbo qualcosa per Luce, iniziano ad accadere eventi strani che le incutono terrore, lei non sa cosa sta succedendo e soprattutto chi sono Alex e Daniel entrati inaspettatamente a far parte della sua vita, e perché Marco, una sua vecchia fiamma, è tornato in città? Che cosa vogliano da lei? Presto capirà che qualcosa sembra essere cambiato in lei, intuirà che c'è qualcosa che la tiene legata ad Alex e a Daniel, saprà capire cosa e scegliere?
Un turbine di sentimenti: odio, amore e paura la travolgerà, si troverà coinvolta in qualcosa più grande di lei, avrà il coraggio di mettersi in gioco e combattere per tornare ad avere quella vita normale che tanto amava o rischierà il tutto per tutto per scoprire che cosa sta succedendo?
Luce deve scegliere che strada proseguire con sicurezza perché una volta intrapresa non potrà mai più tornare indietro.
Una vita piena di scelte.
Genere: Fantasy, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il suono di quel dannato aggeggio è insopportabile, siamo nel ventunesimo secolo e ancora non hanno inventato una sveglia che invece di un assordante “Driiiiiiin”, ti sveglia con il suono di arpe suonate da angeli? Non capirò mai questa tecnologia.
Mi alzo controvoglia, sono solo le 8 del mattino, per una che è abituata ad alzarsi alle 12 è una bella gatta da pelare.
Cerco di tirarmi in piedi e di stirare ogni muscolo per svegliarmi meglio, ma non funziona, sembra che tutto il mio sistema muscolare abbia deciso di abbandonarmi, di restare a letto mentre io devo alzarmi per accompagnare Elena a fare shopping, o come lo definisce lei “Shopping pre-scuola”.
Voglio morire.
Non mi sembra vero che i tre mesi di vacanza a nostra disposizione siano già finiti e che dopodomani si ritorna a scuola.
Lascio lì i miei pensieri depressivi e mi dirigo in bagno continuando a sbadigliare come se non ci fosse un domani. Appena arrivo mi spoglio di ogni cosa e mi tuffo sotto il getto dell’acqua calda, mi lascio trasportare come una barca alla deriva in mezzo ad un oceano.
<< Signorinaaaaa! Non stia troppo sotto la doccia! >> Oddio, Maddalena, la cameriera tuttofare, ora posso giurare di essere sveglia, la sua voce stridula ti entra dentro la testa e difficilmente ne esce, però, dopotutto è adorabile e mi vuole bene.
Appena esco dalla doccia mi avvolgo in un caldo asciugamano, guardo lo specchio pieno di condensa, trascino la mano sopra per togliere quella che basta per darmi una specchiata.
Inizio a fare facce buffe tanto per far passare un po’ di tempo.
Ad un certo punto sorrido e mi deprimo un’altra volta, ho impiegato 3 mesi per far passare le occhiaie formatesi lungo il periodo scolastico e adesso che il mio viso è più che riposato, bello e asciutto dovrò tornare ad essere quella sottospecie di zombie!? Dio, no ti prego.
Mi rassegno e vado nella mia stanza, con mio stupore noto che il letto è già fatto, ma quanto tempo sono stata sotto la doccia? Ringrazio mentalmente Maddalena, anzi, glielo strillo come lei fa con me!
<< Maddalenaaaaaa! Grazie per il letto! Ma non c’era bisogno!! >>
Non mi giunge risposta ma sono sicura che mi ha abbia sentito.
Mi siedo sul letto e inizio ad asciugarmi i capelli, marroni e lisci, fin quando non sono sicura che sono tutti ben asciutti non mi alzo.
Prendo lo specchietto piccolo e tondo che si trova sul comodino, i motivetti color oro lo rendono antico ma in realtà è reduce da un regalo di Natale, cerco di vedere meglio i capelli, non saranno mai perfetti ma mi accontento, faccio uno chignon per il momento, dopo che mi sarò vestita e avrò fatto colazione li slegherò, forse.
Lascio cadere l’asciugamano a terra e apro le ante dell’armadio, visto il caldo opto per un pantaloncino nero a vita alta e una canottiera rossa con qualche stella nera qua e là, ci abbino un paio di converse rosse.
<< Et voilà! >>
Ruoto davanti lo specchio dell’armadio.
Prendo la borsa appoggiata sulla sedia e ci butto tutto il necessario: cellulare, chiavi, portafogli, soldi, lucidalabbra e occhiali da sole, la tipica borsa di un’adolescente.
A volte penso che se mi servisse qualcosa di fretta dovrei assumere una squadra di ricerca dotata di cani, caschetti con la luce e, non si sa mai, di picconi.
Scendo di sotto e vado in cucina, trovo seduta la mamma che beve una tazzona di caffèlatte mentre legge le notizie dal computer, e Maddalena che appena mi vede sprigiona il suo sorriso del “buongiorno”, mi chiedo come sia possibile che una donna così bella non abbia trovato un uomo.
Escludendo la voce un po’ stridula è veramente bella, i capelli castani legati in una coda di cavallo alta che le arriva alle spalle, e quegli occhioni verde scuro che quando ti si posano addosso è impossibile dimenticarli.
Mi avvicino alla mamma e le do un leggero bacio sulla guancia, a parte qualche ruga qua e là è sempre bella anche al mattino, forse, anzi probabilmente, anche se ci fosse una tempesta di sabbia lei si sveglierebbe sempre così bella.
Mugugna un “Mh” è il suo modo per darmi il buongiorno, deve essere impegnata per lavoro... effettivamente è sempre impegnata per il lavoro, non c’è un solo giorno che lo passiamo insieme, la cosa mi logora l’anima, vorrei che a volte stesse più tempo con la sua unica figlia.
Istintivamente guardo l’orologio appeso al muro.
<< È tardissimo! >> cerco di non farmi sfuggire l’imprecazione che avevo sulla punta della lingua, non accetterebbero mai un linguaggio simile.
Prendo un croissant e corro fuori, mangio velocemente.
Pochi minuti dopo sono al parco della libertà.
Mi siedo su una panchina per riprendere fiato, alzo lo sguardo verso il cielo, è stupendo, quell’azzurro così simile ai miei occhi, sento di far parte più di lui che di questa terra arida.
<< Luce! Sempre con la testa fra le nuvole! Non cambi mai! >>
<< Elena! Amor mio! Dovresti trovarti un ragazzo, così trascini lui a fare shopping non me! >>
Scoppio a ridere.
Mi alzo e l’abbraccio, Elena è la mia migliore amica, è alta, veramente tanto alta, ha capelli marrone scuro e occhi grigi, se i miei occhi erano il cielo sereno i suoi erano il cielo nuvoloso, eravamo così, perfette a modo nostro perché di perfezione non si può parlare mai.
Ci incamminiamo verso il viale, restando per un paio di minuti in silenzio.
<< Hai già pensato che corso seguirai? Ormai siamo in terzo e dobbiamo scegliere. >>
<< Sì, Ele... Avevo pensato di seguire il corso di giornalismo e in contemporanea quello di recitazione, sono due cose differenti è vero, però le adoro entrambe e anche se dovrò uccidermi di studio per farli entrambi sarò pronta. >>
Guardo un punto indefinito di fronte a me mentre mi torturo il labbro inferiore, tipico gesto quando sono nervosa o semplicemente pensierosa.
<< Me lo aspettavo! >> Replica quasi urlando, credo proprio di non sentirci più.
<< Tu? So per certo che non ti vedrò più, ma alla fine cosa farai? >> Mi giro e alzo il volto quel che basta per guardarla negli occhi.
Sorride.
<< Ho già scelto, seguirò i corsi di danza classica e di musica, tutto ciò che voglio è questo >>
Non c’è niente da dire, ha lottato tanto per raggiungere questo punto, si è scontrata diverse volte con i genitori ma finalmente potrà seguire i suoi sogni e non se ne pentirà mai.
<< LUCE! >> Credo di aver preso un infarto e di non avere più un timpano, siamo a due, dovrò arrendermi sarò sorda a vita.. << Entriamo là dentro c’è una camicia bellissima >>
La vedo correre come se possano rubargliela da un momento all’altro, le corro dietro.
Entriamo da “White Flowers”, è un negozio veramente bello, ha sempre qualcosa che mi illumina gli occhi ma che non compro mai nonostante la mia situazione economica.
Lascio girovagare Elena mentre io inizio a guardare dei vestiti, sposto le grucce dove sono appesi scartandoli uno a uno.
Stop.
Un vestito corto, nero e blu notte, senza spalline mi coglie impreparata, di solito scarto tutto ciò che è troppo corto, ma questo è meraviglioso.
Rimango a bocca aperta appena prendo il gancio dove è appeso, il corpetto è tempestato di brillantini blu, ha una scollatura a cuore, la gonna che facendo due più due arriva sopra il ginocchio è nera a balze. Non ho mai visto niente di più perfetto.
<< Wow! Luce, è stupendo... sembra adatto a te >> Elena interrompe i miei pensieri.
<< Già! Vado a provarmelo, tu hai trovato la camicia oppure dovrò subire le tue lamentele? >> Faccio per girarmi che mi sventola davanti la camicia che era in vetrina, una gonna nera a palloncino e un vestito rosso e bianco.
C’era da aspettarselo, lei è il mio opposto, comprerebbe tutto il negozio. Andiamo ai camerini, fortunatamente sono liberi, ne prendiamo uno a testa.
<< Lu! Prima che mi dimentichi! Cosa metti il primo giorno di scuola? >> << Elena! Sei l’ansia fatta persona! >> Rido mentre infilo il vestito. << Invece di pensare già a quella piccola prigione, mi allacci il vestito? >>
Non faccio in tempo a finire che compaiono due mani da dietro la tenda che tirano su la zip dietro la mia schiena.
<< Grazie >> Sorrido al mio riflesso.
Esco dal camerino muovendomi un po’ per testarne la comodità e non è niente male.
<< Luce, allacci il mio vestito? Dopo faccio lo stesso io >>
<< Sei ubriaca? Me lo hai appena allacciato! >> Entro nel suo camerino accennando una risata.
<< No Luce, io sono stata qui dentro fino ad ora. >> Mi salgono i brividi lungo la spina dorsale mentre il mio sorriso scompare all’istante.
Guardo il suo volto per cercare una qualsiasi traccia che mi stia prendendo in giro, che stia scherzando, ma ne rimango delusa perché il suo volto è terribilmente serio.
Mi sale il panico.
<< Sarà stata una commessa che ti avrà sentita. >> Mi rassicura mentre sorride, e forse ha ragione, mi faccio mille paranoie per cose che neanche esistono.
Usciamo insieme, guardandoci allo specchio messo appositamente fuori i camerini rimango a bocca aperta. Elena è splendida.
Il vestito rosso e bianco le fascia perfettamente il corpo, la rende più irresistibile di quello che è già.
<< Luce, sei bellissima! >> Esclama cogliendomi impreparata, nonostante siamo amiche da molti anni non posso che arrossire quando mi fa dei complimenti.
<< G... Grazie! Ma ti sei vista? Sei uno schianto, come sempre. >>
Sorrido buttandole le braccia al collo.
Ecco la nostra perfezione nell'imperfezione.
Rientro in camerino e mentre mi tolgo il vestito sento i brividi salirmi lungo la schiena.
E se fosse stato un maniaco che prima mi ha allacciato il vestito? Uno stalker? O un serial Killer?
Scaccio via quei pensieri, mi rivesto e aspetto che anche Ele finisca di provarsi i vestiti, appena fatto mi guarda con un sorriso.
<< Spero tu lo prenda. >> Esclama indicando con un gesto del volto il vestito nero e blu che mi ero appena provata.
Annuisco, lei sorride e ci dirigiamo alla cassa per pagare.
Usciamo dal negozio contente, sprizzando gioia da tutti i pori, muovendoci a destra ed a sinistra per vedere tutte le vetrine dei negozi, forse, non per cercare qualcosa in particolare, solo per divertirci, perché è vero, il divertimento è quando si fanno cose senza senso insieme a qualcuno che ne abbia voglia.
Rientro a casa per le otto di sera, avendo mangiato un croissant e un panino devo aver retto parecchio.
Mi dirigo in cucina con l’intenzione di mangiare qualcosa di sostanzioso perché se mangiassi quelle che mamma chiama “schifezze” si arrabbierebbe, sul tavolo trovo un bigliettino.

“Ciao figliola,
Sono andata via con Sandro per una sfilata in America, mi sono dimenticata di dirtelo, non penso che tornerò prima di tre settimane. Riguardo Maddalena, verrà due/tre volte a settimana per pulire, per il resto sei abbastanza grande da cavartela da sola.
Baci.
Mamma”

Tipico.
Non mi avvisa mai, a volte sembra farlo intenzionalmente, questo significa essere, in un certo senso, famosi? Non stare mai con la propria figlia? Essere troppi impegnati? È una vita che non fa per me.
Non ci farò mai l’abitudine... però ho casa libera per tre settimane!
Esulto.
Casa libera per un adolescente significa: feste e alcool, per me significa: mangio ciò che voglio senza curarmi se avrò una terribile indigestione.
La mia intenzione di mangiare qualcosa di sostanzioso è appena sfumata con il ritrovamento di questo bigliettino, apro l’armadietto e prendo un pacchetto di patatine alla paprica.
“Questa sera sono piccante!”
Penso tra me e me mentre mi avvicino al frigo per prendere la coca-cola.
Mi scaravento letteralmente sul divano in pelle bianco e inizio a fare zapping tra i canali per cercare qualcosa che mi soddisfa.
Dopo 10 minuti buoni mi fermo su un film horror e lo sguardo riempiendomi di patatine.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni / Vai alla pagina dell'autore: _Greta98_