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Autore: Azin31415    10/05/2016    0 recensioni
[Santiago Cabrera]
Questa fan fiction è nata come il proseguimento del film di Santiago Cabrera, "La vita dei pesci". Le mie amiche erano rimaste troppo tristi per la fine del film in cui Andres, il personaggio interpretato da Santiago, lascia una festa in cui aveva rivisto il suo primo e vero amore. Ma lascia la festa solo. Dopo la festa succede: questo! Leggete, eè ambientata nel Cile del nostro Santiago.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Il viaggio verso l’aereoporto fu lungo, il traffico di Santiago come sempre era intenso e rumoroso. Mentre scendevano i tornanti verso Pudahuel, Andres si rilassò ed iniziò ad osservare le tre ragazze.

Sophie era sofisticata, il suo viso aveva lineamenti fini e il piccolo naso impertinente rivolto all’insù, come se fosse la pennellata di un pittore, sormontava le labbra perfettamente colorate di un carminio vivace. Indossava un tailleur color verde chiaro portato elegantemente su delle ballerine dello stesso colore.

Mabel sembrava tutto meno che una scienziata: portava ai piedi i dottor Martens neri, indossava un jeans multicolore di Desigual con il cavallo estremamente basso, una maglietta nera e un golfino dello stesso colore. I suoi riccioli con ciocche di color vinaccia li portava raccolti in una coda scomposta. Aveva un viso bellissimo, due occhi neri con le sopracciglia a punta, poche lentiggini sul naso e la pelle chiarissima.

Era attraente e sicuramente simpatica. Andres si sentiva anche troppo osservato da lei e pensò che, forse, l’invito a seguirle avesse un secondo fine.

Secondo fine che lui avrebbe volentieri riservato invece ad Alessandra, l’italiana bionda che continuava a dormire, con la bocca aperta, gettata nei sedili del piccolo bus. Alessandra vestiva una tuta da ginnastica blu con delle rifiniture che decoravano le maniche e i pantaloni, che si coordinava perfettamente con le Nike che portava ai piedi. I lisci capelli biondi sparsi sul sedile del bus le solleticavano il naso e lei, nel sonno, faceva buffe smorfie. Era forse la meno appariscente del gruppo, ma il suo viso aveva la dolcezza delle Madonne del rinascimento dipinte nei quadri della sua terra e i suoi occhi, ora chiusi, avevano il colore del cielo.

Mabel che sedeva accanto a Sophie, guardava Andres che osservava Alessandra: “È quella del gruppo che peggio sopporta il non dormire la notte e tutti i turni che facciamo,” disse sorridendo all’uomo.

Andres chiuse gli occhi lasciandosi dondolare dal movimento del veicolo.

Sorrise tra sé e sé, non era la prima volta che  prendeva al volo le occasioni che la vita gli poneva di fronte ed era andato sempre tutto male. Questa volta però credeva di aver fatto una scelta corretta. Sperava davvero di portare a casa un buon articolo sugli scienziati dell’Eso. Voleva conoscerli tutti meglio, soprattutto una.

Arrivarono all’aereoporto da un cancello laterale dove su una pista attendeva il loro arrivo  un piccolo aereo con dipinto sulla fusoliera il simbolo dell’ Eso.

Si misero comodi e Andres notò quanto confortevole  e agiata sembrasse la vita di queste ragazze.

Alessandra si era svegliata finalmente ed era persa in fogli pieni di strani simboli e di appunti. Con i suoi occhiali sulla punta del naso e la matita rossa tra i denti continuava a tentare di disciplinare dietro l’orecchia i suoi lisci capelli che si ostinavano a caderle davanti agli occhi.

Andres potè osservarla tranquillamente perché lei non alzò mai lo sguardo dalle carte, o almeno così sembrava fino a che lei disse: “Ma la pianti di guardarmi?!”

Andres colpito, impallidì leggermente: “Scusa, ti vedevo assorta in quelle carte che viste da qui sembrano incomprensibili per me!”

“Ti assicuro che anche viste da vicino sarebbero incomprensibili per te!” Rispose lei seccata.

Mabel le lanciò un’occhiataccia ed intervenne: “Tesoro, mi piacerebbe ricordarti che Andres è sceso in un fosso per salvare Spenk”.

Ale fece un sospiro e pensò  Come se non sapessi perchè lo hai invitato …. Strega!

L’aereo rombava leggero sorvolando il deserto. Ad un tratto Sophie disse: “Nuvole?? Ragazze ci sono nuvole!”

Le ragazze si tolsero le cinture e andarono a guardare dai finestrini. Andres sorrise: la natura della sua terra era sempre piena di sorprese .

“Andres,” chiese Alessandra “Se ci sono nuvole vuol dire che pioverà vero?”

L’uomo sorrise c’è voluta la pioggia nel deserto perchè mi consideri…

Si, suppongo di sì!” rispose.

“Figo!! È la prima volta da quando siamo qui!! Mabel, andremo vero? Dimmi che potremo saltare un giorno non voglio perdermelo.”

“Mabel che guardava anch’essa fuori dal finestrino rispose: “Qualcosa ci inventeremo non ci perderemo lo spettacolo per nulla al mondo.”

Andres si avvicinò per guardare dallo stesso finestrino da cui guardava Alessandra, lei si girò e stava per rispondergli male un’altra volta ma poi pensò che sì… Era l’uomo che aveva riportato Spenk. Allora chiese “Tu lo hai mai visto?”

Andres potè sentire l’odore del suo sciampo e un brivido gli percorse la schiena, lei aveva già girato un’altra volta il viso verso il finestrino.

“Si, tre volte.” rispose l’uomo.

Ale si girò sorridendo ironica? “Tre volte? Hai visto il deserto fiorito tre volte?? Allora sei più vecchio di quel che sembri!”

Lui rimase attonito e Sophie disse con il suo accento francese: “Ale, ma sei sempre così cafona con i ragazzi! Mi sorprende il successo che hai!”

Alessandra arrossì e si lasciò cadere sulla poltrona. Andres era in quella accanto ed ancora la stava guardando basito.

“Non è vero!” Gli disse Ale.

“Cosa?” Chiese lui “Che sembro vecchio?”

“No!” Rispose lei guardandolo negli occhi e sorridendogli per la prima volta: “Che ho successo con gli uomini!”

E si rituffò tra le sue carte.

   
 
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