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Autore: Spensieratezza    12/05/2016    5 recensioni
“Mi hai trovato!” gli disse commosso.
“Io ti troverò sempre. Dovunque andrai, io ti troverò sempre.” Gli disse Jared commosso a sua volta.
Genere: Romantico, Science-fiction, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jared Padalecki, Jensen Ackles
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Soulmates - un sogno d'amore'
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Era passato un mese dalla Cura.

E le cose non erano andate come Sam si aspettava.

Si era sempre chiesto che cosa succedesse dopo il famigerato “E vissero felici e contenti.”

Non avrebbe voluto scoprirlo.. almeno non avrebbe voluto che capitasse a lui!!
 
 
Dopo la cura, avevano ripreso a vivere una vita normale ed era più dura di quanto si potevano aspettare.

Avevano scoperto di non poter più vivere a Venezia. Ormai erano personaggi pubblici e famosi, dovevano prendere aerei e partecipare a salotti televisivi, quasi costantemente.

Tutto questo era molto stressante e Venezia non era il porto ideale come casa base.

Quindi avevano deciso di trasferirsi ma anche il trasloco non era stato come Sam se lo era immaginato.

Lui aveva sperato in 2 cuori e una capanna per lui e Jensen.

Si era immaginato lui che usciva di casa vedendo un Jensen allegro e sorridente che spostava i mobili da mettere sul furgone in una splendida giornata da sole, lui che gli andava incontro e gli diceva: Amore, ti serve aiuto?
 
Nella realtà, Jensen era quasi sempre via per colpa del trasloco. Non voleva aiuto da parte di Sam e si svegliava prestissimo la mattina, scomparendo ancor prima che Sam potesse solo vederlo o far colazione insieme.

Sam aveva visto solo una volta la casa che avrebbero preso e per giunta quando era ancora spoglia.

Avevano portato via pochissimi mobili e il trasloco procedeva a rilento. Ciònonostante Jensen non stava quasi mai a casa. Passava nottate e giornate fuori. A fare cosa, non si sa. La scusa ufficiale era, che era impegnatissimo con il trasloco e il nuovo lavoro.

Si era scusato per telefono per le sue assenze ma sarebbe andato meglio quando anche Jared si sarebbe trasferito lì, diceva.
 
Jared però, per il momento, non poteva trasferirsi. Non volevano ancora dargli il trasferimento come pittore per i suoi quadri, in più aveva ripreso ad aiutare in ospedale alcuni pazienti – anche se non proprio a fare di nuovo il medico – e non sembrava che volessero ancora fare a meno di lui.
 
Jo, Cas, John, Bobby e tutti gli altri, appoggiavano Jensen e dicevano a Jared che doveva avere pazienza, che tutto si sarebbe sistemato.

Nonostante questo, Jared si stava deprimendo. Gli sembrava tutto un orribile incubo, il ritorno ad una vita normale gli sembrava un incubo. Abbandonato da tutti, dalla sua famiglia, dai suoi amici, ora anche da Jensen.

E più il tempo passava, più si convinceva che era tutta colpa della Cura. Quando era solo uno spirito, non dava importanza a cose banali come la noia, il tempo, l’impazienza, i capricci, si sentiva amato incondizionatamente e AMAVA incondizionatamente.

Certo, era capriccioso e collerico molto, ma aveva meno turbe mentali.

Credeva che ritrovare la sua famiglia e poter finalmente stare assieme a Jensen, gli avrebbe donato una pace e una serenità che non aveva avuto per tutta la vita.

Invece no, invece paradossalmente stava meglio quando era sempre sull’orlo del precipizio, del filo del rasoio.

Quando era in pericolo. Sempre con l’adrenalina in corpo.

Almeno si sentiva amato!

Almeno Jensen lo amava!

Perché Jensen aveva sempre amato solo lui come spirito, non amava Jared, era la vocina fredda e subdola che gli sussurrava all’orecchio.

E la cosa peggiore era che non poteva neanche odiarlo per questo, perché anche lui sentiva la mancanza di essere uno spirito.

Gli mancava tutto, gli mancava uscire dal corpo.

Solo che non aveva voluto dire niente a Jensen perché dopo quanto lo aveva fatto soffrire per non aver voluto prendere la cura, non poteva dargli anche questo dispiacere.

Solo che lui aveva scoperto che anche Jensen rimpiangeva i tempi in cui era solo uno spirito e la dimostrazione stava nel fatto che passava sempre più tempo fuori casa, lontano da lui.
 
Sam navigava su internet cercando informazioni sempre più dettagliate su viaggi astrali e modi per uscire fuori dal corpo. Forse non li avrebbe mai messi in pratica ma era il suo modo per trarre un po’ di consolazione da tutta quella situazione.

Anche Cas era assente ormai. O stava con Jensen o con Jo.

Stava perdendo tutti…
 
 

Un giorno finì anche al pronto soccorso per via delle coliche allo stomaco.

Nervoso, ansia, gli disse il dottore.

John, Bobby, Cas e Jo, erano andati a trovarlo e Sam aveva davvero pregato di non dire niente a Jensen. non voleva che si preoccupava o che volasse per raggiungerlo lì solo per due coliche.

Chiese comunque di tornare a casa subito, perché temeva che non lo avrebbero ascoltato e che avrebbero chiamato lo stesso Jensen.

Almeno, se lo avessero chiamato, non lo avrebbe visto in ospedale su un lettino attaccato ad una flebo.
 
Venne accontentato e accompagnato a casa.

Quando fu lì però, si rimise al computer e fece una scoperta che lo lasciò senza fiato.
 
 
 
 
 
*

Jensen si era molto preoccupato quando aveva sentito che Jared era finito al pronto soccorso.

Aveva preso il primo volo ed era volato per Venezia.

Quando fu a casa e vide Jared con il volto rosso, accanto al computer, si spaventò ancora di più.

“Jared, cosa succede…dio mio, stai bene?”

“Sono stato al…”

“Lo so, lo so. Cas mi ha avvisato. Dio mio, cosa è successo? Qualcosa che ti ha fatto male?”

Jared deglutì a vuoto le lacrime che continuavano a cadergli. Jensen gli fu subito lì in un lampo.

“Così mi spaventi. Sai che puoi dirmi tutto. Qualcuno ti ha dato fastidio?” disse accarezzandogli il viso.

“Io sapevo…che la nostra vita sarebbe cambiata ma non pensavo così…”

“Ma cosa…”

“Tu eri più felice quando ero solo uno spirito vero?”

Jensen ad occhi sgranati si alzò lentamente.

“Sam, ma che cosa stai dicendo..”

“Non mi ami più. Passi tutta la settimana fuori, non mi parli, non mi guardi. Quando mi sveglio non ci sei e…”

“Schhhhh. Basta, Jared, basta.” Disse Jensen inginocchiandosi per abbracciarlo di slancio perché Jared aveva avuto una vera e propria crisi isterica infatti adesso singhiozzava sulla sua spalla.

E Sam mentre singhiozzava percepì comunque una nota di sollievo. Detestava di riavere il suo amore tra le sue braccia solo perché stava piangendo ma allo stesso tempo era felice di quel contatto.

“Non posso perderti, Jensen…”

“Non mi perderai, Jared. Chi ti ha messo in testa queste idee?”

Jared si staccò un po’ da Jensen asciugandosi gli occhi.

“I tuoi comportamenti e….questi..” disse cliccando sul computer
 
Dei siti comparvero sulla facciata del computer. Jensen strizzò gli occhi per vedere meglio.

“Non puoi negarlo. Sono pagine salvate, alcune ricevute anche per mail, da parte tua. E contengono tutte informazioni su come uscire dal corpo. “ disse tristemente.

Jensen a quel punto non poteva più negare.

“Hai ragione, Jared. c’è un motivo per i miei strani comportamenti degli ultimi tempi e io ti devo una spiegazione..”

Jared annuì pronto a sentire qualsiasi cosa gli avrebbe detto Jensen.

“Questa…è tutta colpa mia.” Disse Jensen.

















Note dell'autrice: 

ciaooooo xd allora no, non vi sto trolleggiando xd ero DAVVERO convinta che sarebbe stato l'ultimo capitolo MA come al solito la storia va per conto suo -.-

questo non sarebbe dovuto essere un capitolo angst ma...

vi spiego, ho voluto scrivere della tristezza di jared/sam per un motivo specifico che verrà spiegato nel prossimo...

avevo due modi per inserire quello che volevo inserire e ho scelto il modo angst...ma vi sarà tutto più chiaro nel prossimo capitolo ^^

non voglio prendervi in giro, quindi vi avverto che speravo che questa storia finisse prima ma ora che sono quasi al 150, scrivere 149 capitoli e non fare 150 tondi mi scoccerebbe un pò xd quindi forse ce ne saranno altri due prima della fine xd  
   
 
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