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Autore: The_Marauders    13/05/2016    1 recensioni
Momenti mancati è una raccolta di episodi riguardanti l'universo potteriano inventati da me. Di ogni genere, con ogni tipo di relazione e discussione.
I personaggi non sono stravolti ma riportano, in linea di massima, stessi comportamenti e caratteri.
È la prima volta che mi cemento in una cosa del genere quindi siate clementi, se il mio modo di scrivere ve lo permette.
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Più contesti, Contesto generale/vago
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Momenti Mancati
Capitolo 1
 
 
 
 
Aveva perso
Rabastan/Bellatrix 


Rabastan Lestrange fissò, con enorme incredulità, l'Auror che lo aveva appena disarmato.
Aveva perso.
 
***

La prima volta che l'aveva vista, per poco non era caduto dalla barchetta che li stava trasportando ad Hogwarts.
Lei, una ragazzina tanto bella quanto già abile, con dei lunghi capelli neri che le cadevano mossi sulle spalle, e due occhi grandi, rivolti unicamente al castello, colmi di curiosità.
Lui, un ragazzino magro dai capelli neri e dalla pelle chiara, alto e dinoccolato. Senza nessuna particolare dote da poter mostrare.

La prima volta, poi, che le aveva rivolto parola, era stato qualcosa di ancor più stupefacente. Aveva creduto di aver perso viscere e budella tutte insieme in un colpo solo. Sciolte come si sarebbe sciolta la neve sotto un caldo sole di Agosto.
Era arrossito drasticamente e aveva balbettato una risposta evasiva ed originale, che aveva sorpreso se stesso in primis.
<< Tu mi guardi sempre. >>
Non glielo aveva chiesto, lo aveva semplicemente affermato.
<< Perché? >>
Aveva poi domandato questa volta, sempre scrutandolo con i suoi grandi occhi neri.
<< S-Stavo cercando la persona giusta dalla quale copiare ai G.U.F.O., il prossimo mese >>.
Lei aveva riso, una risata piena di scherno e gioia.

Quando suo fratello l'aveva portata all'altare e le aveva infilato l'anello al dito non se l'era sentita di presentarsi.
Si era rinchiuso in casa fingendo un malore. Non avrebbe potuto sopportare il dolore di vederla persa per sempre.
All'ultimo momento, però, non ce l'aveva fatta, si era dovuto precipitare di gran lena per poter verificare con i propri occhi.
L'immaginarsela là, a giurare eterno amore, tra le braccia di un altro, aveva acceso una folla determinazione in lui. Era stato pronto a rovinare tutto, poco gli era importato che quell'altro fosse stato suo fratello.
L'amore lo aveva fatto accorrere come fanno le briciole con le formiche, si era sentito capace di qualsiasi cosa... Poi però, non aveva fatto niente, niente di niente. L'aveva guardata inerme.
Lui, Rabastan, non era mai stato un tipo d'azione. Non che il coraggio non gli mancasse, ma purtroppo al mondo esistevano troppi tipi di coraggio.
Era stato un codardo, non le aveva mai rivelato i suoi sentimenti, aveva perso.
L'impulsività nata nel suo squallido appartamentino si Londra, dentro il suo corpo ormai di uomo, era morta. Poco alla volta.
Quella perdita era stato il boccone più amaro da inghiottire.

<< Cosa fai? Non vieni? >>
Bellatrix lo aveva guardato con i suoi grandi occhi scuri, colmi di passione e desiderio.
Si era già tolta il lungo vestito ed era rimasta lì, davanti a lui, completamente nuda.
La sua pelle bianca e liscia non aveva avuto né un segno né un'imperfezione, soltanto un tatuaggio sull'avambraccio, o meglio, un marchio.
I lunghi capelli a boccoli erano ricaduti sulle spalle di donna e sui rotondi e perfetti seni, come era accaduto da qualche anno a quella parte, ogni volta che lei si era spogliata per lui.
Si era umettata la bocca carnosa e rossa con la lingua, in un gesto totalmente sensuale e provocatorio.
<< Andiamo Rab, t'incanti ogni volta. >>
Aveva detto una grande verità, quel pomeriggio, solo il pensare che lei, l'irraggiungibile e inafferrabile Bellatrix Black si concedesse a lui con tanta facilità lo aveva mandato letteralmente in idillio.
Aveva pensato a quello che stavano facendo alle spalle del fratello, ma la vista del suo corpo nudo gli aveva scacciato via quei tristi pensieri, come sempre.
Ed ogni volta, ogni singola volta, era stato posseduto da quella forte passione, da un desiderio carnale talmente grande che la voglia di prenderla il prima possibile lo aveva reso cieco e selvaggio.
Ogni volta aveva dato del suo meglio per farle provare piacere, per trasmetterle quei sentimenti che parevano bruciargli il cuore e i polmoni. Perché il suono della sua voce e i suoi ansimi di puro godimento erano stati inebrianti, e come droghe, il suo corpo ne necessitava.
E lei, oh lei sì che aveva provato piacere, aveva strillato e goduto ogni singola volta, aveva raggiunto l'orgasmo e la solita espressione soddisfatta si era dipinta sul suo bel viso.
Poi però, quando tutto era finito, si era rivestita e lo aveva lasciato solo e stanco. Con la speranza morente che quella volta sarebbe rimasta, che quella volta sarebbe stata diversa.
Ed ogni volta, durante i loro rapporti, aveva pensato a quanto era facile poterla uccidere. Spegnere quella vita e quel corpo caldo che si agitava insieme a lui con trasporto sotto le lenzuola umide.
Lo aveva pensato ogni volta che rimaneva solo, tra quelle lenzuola, fumandosi la solita sigaretta, cercando di far sparire l'odore di lei dal suo letto.
E aveva pensato anche a quante cose avrebbe potuto cambiare se avesse osato farlo. Avrebbe potuto placare i suoi scottanti sentimenti, non essere più costretto a tradire la fiducia del fratello, perfino rallentare quel pazzo del Signore Oscuro.
Ma niente, ancora una volta non aveva fatto niente, il desiderio di averla lì con lui lo aveva sempre bloccato.
Aveva saputo, ogni volta, che lo poteva giocare come le piaceva, pronto ad ubbidire.
Ma ancora una volta aveva scelto di non agire.
Ancora una volta aveva perso.
 
Quando l'Oscuro Signore era tornato quasi ne era stato felice, non sarebbe più stato obbligato a sentire le urla di Bellatrix, rinchiusa nella sua cella. Non avrebbe più dovuto assistere in prima persona al logoramento dell'unica donna che amava, al suo impazzire sempre di più, giorno dopo giorno.
Troppo presto aveva capito che si era sbagliato, Bellatrix ormai era già impazzita, e la vicinanza al suo maestro non aveva arrestato la follia nella sua testa. 
Aveva rimpianto i tempi ad Azkaban come solo un matto avrebbe potuto fare.
Non c'era stata più quella luce nei suoi grandi occhi che lo aveva travolto così tanto. C'era solo una forte ossessione, l'ossessione con la quale guardava il suo padrone. Un modo che tuttavia, lo rendeva geloso di Voldemort, un modo nel quale lei non lo aveva mai guardato. 
Mai.
Non c'era stata più felicità nella sua risata, solo follia e una fredda crudeltà.
Non c'era stata più Bellatrix Black, ma solo una donna pazza di amore, e questa era la cosa che lo devastava maggiormente, proprio come lui era impazzito per lei.
Lo aveva saputo.
Anche in quel momento avrebbe dovuto fare qualcosa... Schierarsi dalla parte giusta... Diventare una spia... Ucciderli, ucciderli tutti...
Non aveva fatto niente, proprio niente. Ed inevitabilmente aveva perso.
 
***

Non riuscì a pensare a nient'altro che a lei, mentre la luce verde saettava verso il suo petto, nient'altro che a lei... ai suoi capelli... alla sua bocca... ai suoi occhi... oh, i suoi occhi...
Aveva perso anche questa volta, ma almeno, e ne fu decisamente contento, sarebbe stata l'ultima.
 
 
 
Spazio Autore:
Ciaoo! Avete appena letto la prima storia di questa serie. Com’è andata?
(spero non troppo male)
Alla prossima,
The_Marauders
 
  
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