13/05/2016
1 recensioniUn giorno, di mattina.
A te che sai di essere mia.Piango, ma non piango. Le lacrime s’incastrano fra le ciglia, e tengo gli occhi chiusi.
Non riesco a non pensare che questa è l’ultima volta, la fine.
Non ti è mai piaciuta questa parola, eppure è inevitabile.
Lo sai anche tu. Come io so che queste parole ti ricondurranno sull’orlo di quel baratro da cui già una volta eri fuggita.
Perdonami.
Te lo chiedo ora con le labbra socchiuse e un grido disperato bloccato in gola.
Guardo il letto sfatto, e te, bellissima... Scomposta, con i capelli sparsi sul cuscino che, come il resto, abbiamo comprato per pochi spiccioli.
Ancora dormi, Serena, non immagini ch’io stia donando l’intera mia anima a questo foglio straccio.
Ti carezzo una morbida gota, singhiozzo. Non ti è mai piaciuto vedermi piangere; ma ora, mentre inconsapevole ti spingi verso il mio tocco, e ti sciogli in un sorriso, una goccia salata mi percorre il viso. Scusa, fingi pure che sia pioggia.
Non posso dirti addio, scusa, so che in questo modo ti condanno; ma pensa a me: non posso svegliarti, non posso abbracciarti, perché vedendo i tuoi occhi lucidi non riuscirei.
Ti sfioro i capelli morbidi. Ricordami. Ti chiedo solo questo, perché io non potrò mai allontanarti dal mio cuore.
Non tornerò a casa, casa sei tu.
Come una carezza rubata le mie labbra si posano lievi sul tuo collo.
Non hai mai sopportato i baci sulla fronte.
Addio,
non soffrire,
le mie cose non possono piangere.
non soffrire,
le mie cose non possono piangere.
È un secolo che non posto e ritorno con una flash scritta anni fa, sorry ^^’
Anyway, volevo postare il 13 febbraio perché è il mio anniversario su efp... Ma mi sono dimenticata ed eccola qui oggi!
Lory