Libri > The Maze Runner
Segui la storia  |       
Autore: Kano_chan    13/05/2016    0 recensioni
Dal primo capitolo:
Occhi scuri, capelli biondi, un bel viso… per dirla tutta, un viso famigliare.
Il ragazzo si chinò verso di me mettendomi una mano calda sulla spalla.
- Ehi, tutto bene? -
La sua voce me lo rese ancora più conosciuto…
Alzai un braccio tremante e appoggiai il palmo della mano sulla sua guancia.
Un’immagine si era formata nella mia mente, troppo sfocata perché riuscissi a decifrarla, troppo sfuggente perché la potessi afferrare. Ma d'altronde, si possono afferrare i sogni?
Genere: Avventura, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Newt, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
36.
36. Uccidere


Passarono altri due giorni, durante i quali non si parlò che lo stretto necessario e più nello specifico di come ritrovare Gally.
Alla fine decidemmo di entrare di nuovo in città e di recarci nell’appartamento dove era stato visto il ragazzo l’ultima volta.
Ma questo era il loro piano... il mio era completamente diverso. Per me non ci sarebbe stato nessun braccio destro e nessun tentativo di capirci qualcosa sugli esperimenti della Wicked.
Io sarei entrata a Denver con loro e poi sarei sparita. Non mi ero dimenticata della promessa fatta a Newt e l'avrei mantenuta a qualsiasi costo. Lui non avrebbe potuto opporsi, perché mi avrebbe capita…

Era una decisione che avevo preso non appena mi ero svegliata sulla Berga. Gli altri non mi avrebbero mai lasciata andare, ed era per quella ragione che lo avrei dovuto fare senza dire niente a nessuno di loro.
Ovviamente, le cose all’apparenza più semplici non lo sono mai, e avrei dovuto già essere abituata agli imprevisti... ma, quando finalmente pronti all’azione, fummo catturati da tre cacciatori di taglie non appena messo piede fuori dalla Berga, un lieve senso di panico mi colse.
Lì per lì fui tentata di scappare, ma non sarei mai arrivata viva nemmeno alle porte di Denver e poi avrei messo in pericolo i miei amici. Per quanto amassi Newt non era un sacrificio che fossi disposta a fare.
Avevo ancora la convinzione che, in un modo o nell’altro, sarei riuscita a fuggire. E per una volta non fui delusa dalle aspettative.
I cacciatori di taglie ci portarono in un enorme capannone stipato di gente, lì ritrovammo il gruppo B, anche se dimezzato, Teresa e Aris. La cosa che più mi mise a disagio, fu che non provai nulla nel vederli. Perché la loro gioia nell’essersi ritrovati, non mi toccava minimamente; a me continuava a mancare l’unica cosa di cui avessi bisogno.
 La mia occasione, per fortuna, arrivò presto. Minho e Thomas riuscirono a prendere il sopravvento, aiutati dagli altri prigionieri, sui cacciatori di taglie, che non si dimostrarono null’altro che agenti del Braccio Destro. Dissero che c’era un piano dietro a quei rapimenti di Muni, e Thomas li convinse a farsi portare dal loro capo.
Uno degli uomini che ci aveva aggredito (Lawrence) si candidò per portarci al quartier generale dell’organizzazione. Avremmo solo dovuto attraversare la città.
Ottimo.

Thomas era convinto nel voler portare solo Brenda, ma quando lo scongiurai di farmi andare con loro, accettò. Dissi di aver bisogno di tenere la mente lontana da Newt e lui se la bevve. Mi vergognai di quella bugia, ma era necessaria.
Così salutai Minho, non ero sicura che lo avrei mai rivisto. Non eravamo mai andati molto d’accordo, ma la perdita di Newt era un punto in comune più forte delle similitudini caratteriali o degli stessi gusti. Forse fu l’unico ad intuire qualcosa sulle mie reali intenzioni; mi abbracciò dicendomi di stare attenta, ma dal suo sguardo sembrava voler dire ben altro…

Il viaggio fu movimentato fin dall’inizio. Non appena saliti sul furgone, una spaccata era saltata sopra il tetto cercando poi di spaccare il parabrezza a mani nude. Fortunatamente, quando la macchina inchiodò, la donna cadde e non provò più ad attaccarci, come se si fosse resa conto di essere solo una persona contro quintali di ferro in movimento.
C’erano diversi gruppi di spaccati intenti a picchiarsi o a rovistare tra la spazzatura. Dal retro del furgone cercavo di guardarmi il più possibile in giro, nella speranza di vedere tra di loro Newt. Nel frattempo ragionavo su come scendere dal furgone.. Lawrence andava troppo veloce per poter abbandonarlo in corsa; avrei dovuto quindi approfittare della prima occasione. Che non tardò ad arrivare, per altro.
Non eravamo in movimento da molto, quando il furgone passò sopra qualcosa che gli rimase attaccato. Mi proposi di scendere per guardare cosa fosse, ma dovetti insistere perché il nostro guidatore mi ascoltasse. Quando però fu chiaro, che non potevamo fare tutta la strada a quella velocità e con quel fracasso infernale, decise di fermarsi.

Io aprii il portellone dietro, dando un’occhiata che non ci fosse nessuno spaccato nelle vicinanze e poi saltai giù. Vidi subito che il problema era un paraurti di una macchina, incastrato nel retro del nostro mezzo. Mi ci volle solo qualche minuto per staccarlo.

-    Ottimo lavoro, salta su adesso! – disse Lawrence, facendomi segno con il pollice dallo specchietto retrovisore.

Io rimasi a fissare Thomas e Brenda e sorrisi.

-    El spicciati, dobbiamo andare!- mi incalzò il ragazzo.
-    Mi dispiace…- risposi.

Tutti e tre mi guardarono confusi, poi io sbattei il portellone e corsi via. Alle mie spalle le urla dei miei amici mi rincorsero per un pezzo, finchè non le udii più.
Mi fermai all’angolo di un vicolo, con il fiatone e una strana voglia di piangere nonostante che il mio piano fosse andato alla perfezione. Respirai profondamente sistemandomi meglio la pistola nella cintura e poi mi incamminai.
Il cielo si era oscurato in fretta e sapevo che non era saggio girare di notte, avrei dovuto cercare una sistemazione per dormire e solo la mattina mi sarei messa a cercare Newt.
Proseguii lentamente e con le orecchie tese, finchè l’oscurità fu troppa per distinguere perfino le sagome. Quando imboccai l’ennesimo vicolo, vidi una scala antincendio che portava al primo piano di una palazzina tutto sommato ancora in buone condizioni. Decisi che mi sarei fermata lì.
Ero quasi arrivata alla scala, quando inciampai su qualcosa steso a terra. Caddi in avanti proteggendomi con le braccia per attutire la caduta. L’impatto con l’asfalto fu duro, sentii la pelle dell’avambraccio riempirsi di graffi. Passato lo stordimento iniziale, mi girai a pancia in su per prendere fiato, ma qualcosa si gettò su di me.

Una ragazza pressappoco della mia età, mi si era avventata contro con ferocia. Aveva i capelli corti e lo sguardo iniettato di sangue; un profondo taglio le solcava la fronte e la pelle distaccatasi, pendeva lasciando intravedere il bianco dell’osso occipitale.
Riuscii a portarmi un braccio davanti alla gola prima che facesse presa sul mio collo, mentre con l’altra mano mi afferrò i capelli tenendomi inchiodata al suolo. Io cercai di raggiungere la pistola che avevo alla cintura e quando ci riuscii, abbattei il calcio contro la sua tempia. Al primo colpo non mollò la presa, al secondo vacillò e al terzo si ritrasse crollando a terra. Mi rimisi in piedi ansante con il cuore a mille. La spaccata gemeva a terra e io feci per andarmene, ma all'improvviso si riscosse lanciandomisi addosso di nuovo. Mi schiacciò contrò il muro della casa; nella mia testa esplosero una serie di lampi quando colpii la parete con la nuca. Per quanto io non volessi usare la pistola, gliela puntai addosso e feci fuoco. La spaccata barcollò all’indietro accasciandosi al suolo, mentre una pozza di sangue luccicante si spargeva sul selciato.
La guardai per un lungo momento, prima di sollevare lo sguardo e vedermi riflessa nella vetrina del negozio davanti. Per un attimo mi spaventai, pensando che vicino a me ci fosse un’altra spaccata... e poi capii che ero io.
I capelli arruffati, il viso sporco di sangue. L’avambraccio colava rosso e la manica era completamente strappata, così come i pantaloni. Lo sguardo terrorizzato.

Restai ferma a fissarmi finchè non scoppiai a ridere. Risi fin quando non ebbi male ai muscoli dell’addome. Dio, sembravo davvero una spaccata. Meglio così, sarebbe stato più facile attraversare la città l’indomani. Con un’ultima occhiata alla ragazza morta ai miei piedi, raggiunsi la scala antincendio e mi infilai nella prima finestra. Mi sistemai nell’appartamento vuoto controllando che non ci fosse nessuno.
Stranamente mi addormentai quasi subito e l’ultima cosa che mi accompagnò nel sonno fu la solita voce, che ormai mi era più famigliare di tante altre cose.

“Congratulazioni! Hai ucciso il tuo primo essere umano. Non è eccitante?”

Stanza delle mappe:

Stiamo entrando nel rush finale, manca poco per vedere la conclusione di questa storia.
Nel frattempo Carys ha deciso di abbandonare tutto e tutti per ritrovare Newt, riuscirà nella sua impresa? Ma soprattutto, cosa accadrà una vola che lo avrà trovato? Ha qualcosa di importante da dirgli, che addirittura potrebbe fargli cambiare idea sul fatto di cacciarla...
Se siete curiosi dovete solo attendere i prossimi capitoli!
Grazie mille a tutti voi che continuate a leggere!

A presto,
Marta
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > The Maze Runner / Vai alla pagina dell'autore: Kano_chan