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Autore: Kano_chan    20/05/2016    0 recensioni
Dal primo capitolo:
Occhi scuri, capelli biondi, un bel viso… per dirla tutta, un viso famigliare.
Il ragazzo si chinò verso di me mettendomi una mano calda sulla spalla.
- Ehi, tutto bene? -
La sua voce me lo rese ancora più conosciuto…
Alzai un braccio tremante e appoggiai il palmo della mano sulla sua guancia.
Un’immagine si era formata nella mia mente, troppo sfocata perché riuscissi a decifrarla, troppo sfuggente perché la potessi afferrare. Ma d'altronde, si possono afferrare i sogni?
Genere: Avventura, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Newt, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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37.Speranza
37. Speranza


Mi svegliai a mattina inoltrata, r
accolsi in fretta le poche cose che avevo con me e, dopo aver dato un'occhiata che all'esterno tutto fosse tranquillo, mi misi in strada.
Non c'era ancora molta strada da fare dal luogo dove mi ero rifugiata al palazzo degli Spaccati. Sapevo per certo che era un azzardo sperare di trovare Newt ancora lì, ma ne valeva il rischio. Per una volta sperai nella fortuna e questa mi ascoltò.

Mi ero appena incamminata lungo la strada principale quando in lontananza vidi un gruppo di spaccati, chini e intenti a Dio solo sa cosa. Stavo per prendere un vicolo laterale per evitarli, quando poco più in là scorsi il furgone che ci aveva scortati il giorno prima. Davanti ad esso c'erano un paio di figure, una delle quali mi era impossibile non riconoscere. Senza curarmi minimamente degli altri Spaccati, decisi di correre in quella direzione.
Thomas e Newt erano uno di fronte all'altro e stavano discutendo animatamente. Più mi avvicinavo e più i dettagli di facevano nitidi e il mio cuore si serrava in una morsa dolorosa. Newt.
Stentavo a riconoscerlo per il ragazzo qual’era stato; il viso era scarno e gli occhi infossati. Gli abiti gli stavano troppo larghi e i capelli erano arruffati, in alcuni punti mancavano del tutto. Però era Newt, il mio Newt. E fu il primo a notarmi.

Non appena mi vide, smise di parlare fissandomi spaventato. Thomas vedendo che il suo amico si era interrotto bruscamente si girò verso di me.

- El! - esclamò - Dove ti eri cacciata?!- mi chiese.

Io non gli prestai la minima attenzione. I miei occhi erano incollati sul ragazzo biondo davanti a lui.

 -       Newt - lo chiamai con affetto.

 Come se al sentire la mia voce si fosse improvvisamente reso conto di me, Newt fece un paio di passi indietro.

 -       Falla andare via Thomas! Non voglio che stia qui, deve andarsene!! – esclamò.
-        Non la mando da nessuna parte! - replicò Thomas.
-        Fai come ti dico! - urlò rabbioso Newt.

Non lo avevo mai visto così.

Thomas lo ignorò voltandosi invece verso di me.

-       El, dammi una mano, Newt vuole che... -
-       Tu lo uccida - lo interruppi prima che finisse la frase e Thomas mi osservò scioccato - Lo so…  l'ho capito da tempo e non cercherò di dissuaderlo se è quello che vuoi chiedermi - replicai con voce sorprendentemente calma.

 Thomas mi guardò con occhi ancor più sgranati, probabilmente pensava che fossi impazzita anche io. Newt, invece, assunse un’aria grata.

 -       Ed è per questo che sono qui – aggiunsi, avvicinandomi a Newt finchè non gli posai una mano sulla guancia incavata.
 
Sentii le ossa sporgenti sotto al mio tocco e fu come prendere una scossa elettrica.

 -       Ti scongiurò El, vai via… non resterò lucido per molto, potrei aggredirti. - mormorò con voce accorata - Lascia che Thomas faccia quel che deve, ma non voglio che tu veda. -

 I suoi occhi febbricitanti saettavano in giro e ogni tanto si posavano nei miei. Sotto tutti gli strati che l’Eruzione aveva accumulato in così breve tempo, c’era ancora consapevolezza in quello sguardo.
Il suo non era un capriccio, ma una necessità. Necessità di andarsene e di proteggermi dal dolore che mi avrebbe provocato.

 -       No Newt, io resto… te l’ho detto: ovunque tu vada io vengo con te, e questo caso non fa eccezione – risposi con un sorriso.

 Il ragazzo rimase a fissarmi per qualche istante confuso, poi nei suoi occhi si fece strada la consapevolezza delle mie parole e indietreggiò di colpo sottraendosi alla mia mano.

 -       No! – gridò – Non te lo lascerò fare! Thomas portala via!- urlò al suo amico.
-       Non capisco… - sentii rispondere Thomas dietro di me.
-       Vuole morire assieme a me! Portala via!- disse fuori di sé.
-       Newt… - cominciai io, ma lui mi interruppe subito.
-       No! Non saresti dovuta nemmeno entrare nel progetto -

Questa volta fui io a sorprendermi di constatare che Newt avesse recuperato la memoria

- Non ti porterò con me, tu non devi morire qui! Tu.. –


 Proseguì così nella sua arringa, mentre anche Thomas si univa a lui nel dire che non avrebbe ucciso nessuno dei due.

 -       Sono infetta -

 Cessarono di parlare entrambi all’istante. Restai in silenzio mentre loro elaboravano ciò che era uscito dalla mia bocca

-       Co..cosa? - domandò Newt con sguardo sperso.
-       Sono infetta Newt e da molto più tempo di te – dissi con un sorriso triste.
-       Non è possibile! Janson non ha fatto il tuo nome.. nessuno lo ha mai detto - replicò lui attonito.
-       Non l’ha fatto perché gliel’ho chiesto io… L'unica condizione che ho posto alla Wicked quando mi sono lasciata portare via, era che non ti dicessero mai che ero infetta - dissi con una punta di rammarico.
-       Stai mentendo – replicò Newt, scuotendo la testa con un sorriso spaventato.
-        Non è così... Ho contratto l’eruzione quando eravamo bambini. L'unico motivo per il quale sono stata portata alla Wicked è perchè il virus, a differenza di quello degli altri infetti, non si trasmette e cresce ad una velocità molto ridotta.. Questo rallentamento non vi fa venire in mente nulla? – domandai.
-       Il Nirvana.. - rispose Thomas.
-       Esatto. All’inizio la Wicked cercò di usare il mio sangue per trovare una cura parallela a quella della mappatura. Alla fine fu chiaro che non la si poteva curare, ma solo rallentare. Così, questo ritrovato venne venduto come una droga. Mi dissero che dai test avevano stimato che mi rimanevano 20 anni prima di superare lo stadio dell’andata e a quel punto mi diedero una scelta: restare e continuare ad aiutarli, o tornarmene a casa a vivere la mia vita. E io rimasi – spiegai guardando Newt – Non avrei mai potuto abbandonarti lì… Quando fosti mandato nella Radura con parte dei test, chiesi che fossi mandata anche io. Li convinsi che sarei stata un’ottima variabile, avrebbero potuto monitorare il cervello di una Spaccata spinta fino a  situazione estreme e ricavarci dei dati. Loro accettarono e il resto lo sapete – conclusi.

 Newt mi guardava con lo stesso sguardo perso di prima.

 -       Perché? Non mi hai mai detto nulla… mi hai sempre detto che eri immune – disse.
-        Perché ti amavo e perché dal momento in cui ho saputo quale fosse la mia aspettativa di vita, ho giurato che tutto il tempo rimastomi lo avrei usato per aiutare te.                      Perché tu potessi avere una chance, perché potessi essere immune.. Per questo ho avuto quella reazione esagerata quando hanno detto che non lo eri. Tutte le mie                 speranze erano crollate… per questo non ha senso che io resti qui, perché se tu muori finisce ogni mia ragione di vita – dissi.
-       Hai ancora tanti anni da vivere.. - replicò Newt disperato con le lacrime agli occhi.
-       Preferisco morire con te piuttosto che vivere altri 10 anni aspettando di impazzire in un mondo in cui non ci sei – replicai, asciugandomi una lacrima scappata lungo la guancia – Newt ti prego, tu più di tutti dovresti capirlo… non togliermi questo – aggiunsi.

In lui cominciò una lotta interiore che vidi tutta attraverso il suo sguardo. Stava valutando ogni ipotesi, vagliando ogni possibilità. Si portò una mano ai capelli tirandoseli, guardò per aria, girò su sé stesso battendo i piedi per terra e poi si fermò di nuovo davanti a me. Mi guardò e allargò le braccia.
Un invito che io accolsi con un sorriso, felice di sentirmi stringere da quelle braccia tremanti.  

-    Non vi ucciderò!! - esclamò Thomas.
-    Fallo, pive codardo che non sei altro! Me lo devi! - gridò Newt in risposta.
-    Io non posso...-
-    Fallo o ti uccido con le mie mani! - replicò Newt mentre afferrava dalla tasca posteriore dei miei jeans la pistola che mi aveva dato il braccio destro.

Io mi strinsi di più a lui.
Speravo che facesse in fretta..


-   Spara maledizione! -

Speravo che Thomas lo ascoltasse...

- Ho detto SPARA! -

Sper..

Stanza delle mappe:

Ed eccoci qui al penultimo capitolo di questa storia, dove si scopre cosa è successo nel passato di Carys e cosa l'ha spinta a farsi inserire nel progetto del Labirinto.
Spero che l'epilogo della prossima settimana possa chiudere degnamente questa fic.
Ringrazio tutti quanti i miei lettori e chi mi ha aggiunta tra le preferite, seguite e ricordate.

A presto,
Marta

  
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