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Autore: His_Hug    13/05/2016    1 recensioni
Dal testo:
"E improvvisamente mi sono scontrato con il tuo sguardo, per sbaglio. Non volevo farlo però i tuoi bellissimi occhi e la tua voce, anche se l'ho udita poco, mi hanno rapito e addolcito, e da allora la mia oscurità ha rivisto la luce."
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"Ti prometto che non dimenticherò mai ciò che siamo stati, non dimenticherò nulla di noi." disse con una mano sulla sua guancia.
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Salve a tutti! New entry su questo sito! Niente, volevo solo proporvi questa mia idea. Scrivere è la mia passione, come penso anche quella di tutti su questo sito. Spero che vi piaccia, y nada... hasta la proxima.
His_Hug.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo 2.

Sembra facile voltare pagina, o dire che il tempo risana le ferite, ma le cicatrici restano e le pagine scritte rimangono.
E' quando credi che va tutto bene che i ricordi saranno sempre lì, pronti a farti crollare.

15 Novembre 2014.
"La vuoi smettere o no di prendermi in giro!" esclamò Martina Valente poggiando bruscamente una penna blu sul suo banco, ed alzando poi lo sguardo verso il ragazzo dagli occhi verdi in piedi di fronte a lei, le braccia incrociate al petto ed un sorriso sghembo ed irritante sulle labbra.
Daniele Julio Marquez era il solito bel tipo che sapeva di essere bello. Alto, un po' muscoloso, sorriso perfetto, carnaggione abbronzata, occhi stupendi.
Era il solito tipo che tutte le ragazze guardavano, era uno che parlava con tutti dopo un po'.
Lei, invece era la solita ragazza che non parlava quasi mai se non con persone di cui si fidava. Quella che in classe stava sempre in silenzio, magari seduta alle ultime file per nascondersi meglio.
Lui era il tipo che il primo giorno di scuola era entrato con la testa abbassata ed era andato in fondo alla classe, seduto all'ultimo banco, isolato dagli altri, continuando a stare con la testa bassa mentre era impegnato a 'giocare' con il suo orologio perchè si sentiva osservato.
Lei invece quel giorno si sentiva in imbarazzo perché era capitata nelle prime file, e perché il professore chiamava sempre lei per qualunque cosa. Lei continuava a fissare il 'nuovo arrivato', continuava a guardarlo ogni momento che poteva, voleva capire quel ragazzo così misterioso. Continuava a guardarlo anche quando era alla lavagna e doveva scrivere e tradurre delle cose in inglese (e non era il suo punto forte, l'inglese).
Lui era il tipo che di sicuro qualcuno avrebbe chiamato 'strano' perchè viveva in un mondo tutto suo. Lui però non era così tanto perso nel suo mondo come pensavano tutti, altrimenti non avrebbe scritto e seguito con lo sguardo ogni parola e movimento della ragazza.
"Oh, andiamo Valente! Non te la prendere. Era solo uno scherzo." Federico Rossi, il migliore amico di Daniele Marquez diede una pacca sulla spalla al ragazzo dagli occhi verdi accanto a lui, lanciando uno sguardo divertito a Martina, ancora seduta al suo banco con le braccia conserte ed un'espressione furiosa, per non parlare degli occhi nocciola che ardevano dalla rabbia.
"Non voglio più vedervi." commentò alzandosi e raggiungendo le sue amiche fuori dall'aula.
I due ragazzi la seguirono con lo sguardo, ridendo quando inciampò sui suoi stessi piedi e guardandosi indietro gli lanciò ancora un'occhiata di fuoco.
"Mi spieghi il tuo problema?" domandò scherzosamente Federico Rossi all'amico poggiando una mano sulla sua spalla e guardandolo. "A cosa ti riferisci?".
"Oh, forse alla continua ossessione che hai per quella ragazza?".
"Ma che dici! E poi... io sto con Kel." rispose sorridendo Daniele, ma non un sorriso scherzoso, come quello che gli aveva rivolto in precedenza l'amico... il suo era un sorriso vuoto, spento, che non sapeva di niente.
"Già. Tu stai con Kel." commentò solo Federico unendo le labbra ed abbandonando il ragazzo davanti alla porta, con lo sguardo sul corridoio, attento a non perdere l'immagine di Martina Valente se fosse passata di lì.


L'età compresa fra i quattordici ed i diciotto anni, è la più bella, ma anche la più dura e faticosa.
Per i tuoi genitori sei abbastanza grande da poter riordinare tutta casa, ma non abbastanza grande per poter stare troppo tardi fuori.
Vai a scuola, sei ricoperta di compiti, c'è pochissimo tempo per uscire e troppe cose da fare, da leggere e da vivere.
Si formano nuove amicizie, ci si forma il carattere grazie alle esperienze che si vivranno; magari scopriremo cos'è il vero amore, avremo la nostra prima delusione d'amore ed i primi pianti. Ci sono continue discussioni con i tuoi genitori, anche per le cose più banali, per i voti bassi, per essere restata troppo a lungo fuori casa o magari per non aver risposto al telefono.
C'è l'ansia dei compiti e delle interrogazioni. Magari in questo periodo avrai il tuo primo bacio sotto la pioggia, fumerai la tua prima sigaretta, ti ubriacherai per la prima volta e vomiterai fino allo sfinimento; o magari preferirai restare a casa a leggere un buon libro sotto le coperte, con una tazza di cioccolata calda, invece di fare baldoria con gli amici.
I primi veri litigi con le amiche, le prese in giro, gli sguardi assassini, le notti passate insonni, le giornate immersa nell'ascoltare musica ed a chiuderti nel tuo mondo. 
Il tuo primo idolo, la tua prima fissa per un cantante.
E' il periodo delle indecisioni, anche sui vestiti, delle paure, delle incertezze, del giudizio delle persone, dei messaggi non inviati per paura di una risposta negativa, degli sguardi tristi, dei pianti soffocati dai cuscini, degli occhi ricoperti di trucco, dei maglioni troppo larghi, delle mode senza un senso, delle risate con le amiche.
Questo è il periodo che rimarrà sempre con te, nella tua vita.
Ma qual è il senso di tutto ciò, degli amori, delle amicizie, i pianti, le risate, le notti in discoteca, le liti, la musica, i concerti, le discussioni con i genitori, i compiti, se non puoi viverlo? Qual è il senso di tutto questo se non hai nessuno con cui condividerlo?
Qual è il senso di tutto se sei sola?


17 Novembre 2014
Caro diario,
sono sempre io. A volte mi chiedo a cosa serva scrivere su questi pezzi di carta se poi un giorno ce ne dimenticheremo. A cosa serve scrivere ciò che proviamo, ciò che sentiamo, i nostri sentimenti, le amicizie e tutto il resto, se poi nessuno li legge... se nessuno si accorge del nostro dolore?
Comunque, tutto come sempre. Niente di nuovo.
La mamma è ancora morta.
Papà se ne sta sempre chiuso nel suo ufficio con Roberto.
La zia... beh... lei è l'unica che mi sta sempre accanto. Con lei rido davvero. Mi fa bene. Mi ricorda molto la mamma, si somigliano tanto. L'altro giorno è passata anche la nonna a trovarci. Mi mancava, e sono stata contenta di rivederla.
Ma alla fine è tutto uguale. Quando tutti se ne vanno, e papà si rinchiude lì, sono di nuovo sola. Ma a me non dispiace perché a me piace stare sola. Mi piace scrivere, disegnare, guardare film e serie tv.
Amo la solitudine... anche se ogni tanto avrei bisogno di qualcuno.
Che persi di Daniele Marquez?
Mi manca molto Simon. E lo sai qual è la cosa più brutta? E' che quando ti manca una persona non puoi far altro che pensarci. Vai a rivedere le vecchie foto e i vecchi messaggi, ripensi a quei momenti in cui giocavate assieme, quando ridevate e scherzavate, quando eri triste e veniva a consolarti.
E' questo il brutto. Il bello? Il bello non c'è... almeno non per me. 
Simon è distante chilometri da me, e non tornerà prima di Natale. So che manca poco, ma è partito da troppo tempo... e lo rivoglio qui.
Rivoglio il mio migliore amico. Lui era l'unico in grado di capirmi.


Martina si sentiva vuota, persa senza Simon. Erano migliori amici sin dall'infanzia, e quando lui era partito per l'America per andare a studiare, lei era caduta, non ce la faceva.
Chiuse il diario riponendolo dentro al suo armadietto, per poi asciugarsi le lacrime e chiudere anche lo sportelletto in metallo raggiungendo la sua classe.
"Ma guarda chi si vede!" sentì esclamare alle sue spalle. Chiuse gli occhi e si bloccò sul posto affondando le unghie nei palmi delle mani. "Dove corri Valente?".
Martina si voltò, i capelli castani che ondeggiarono e lo sguardo di fuoco che colpì in pieno gli occhi di Diego Vidal. "Cosa vuoi?" domandò fredda.
Il ragazzo alzò un angolo della bocca, le braccia possenti incrociate al petto mentre avanzava. "Calmati. Non ho intensione di far niente."
"E allora vattene." e con questo girò i tacchi e tornò a camminare verso la sua classe, ma non poté far più di tre passi perchè si sentì strattonare per un braccio ed improvvisamente si trovò incollata al petto di Diego Vidal, il sorriso sghembo ancora sulle labbra.
"Tu non dici a me di andarmene."
Martina respirò profondamente, poi tornò a fissare i grigio degli occhi del ragazzo di fronte a lei. "Diego, per favore. Ho lezione, e non voglio arrivare tardi ancora una volta." supplicò lei.
"Oh, d'accordo... volevo solo invitarti ad uscire. Questo pomeriggio. Passo alle quattro e trenta." disse in tono categorico lasciandola andare e sorridendole.
La ragazza si passò una mano fra i capelli aprendo la bocca, sia per lo stupore (mai Diego Vidal le aveva chiesto di uscire), sia per dire qualcosa, ma le parole si erano bloccate in gola.
Doveva accettare? In fondo non aveva nulla da fare quel pomeriggio.
E se si fosse concessa un po' di svago, per una volta? Aveva il diritto di essere felice anche lei.
"Io.. ecco... non saprei."
"Oh, andiamo! Non dirmi che quel marmocchio che crede di essere il tuo fidanzato è geloso!" e rise.
Il cuore di Martina si bloccò per mezzo secondo per poi ripartire ad una velocità forsennata. "Cosa? Nessuno crede d'essere il mio fidanzato. E nessuno è geloso di me."
"Beh, dovresti dirlo a Marquez. Oh, guarda!" esclamò -per finta, intendiamoci- puntando il dito in un punto dietro le spalle della ragazza "E' proprio lì che ci guarda."
Lei si voltò, e in effetti Daniele Marquez era proprio dietro di loro -a debita distanza, poggiato al muro, le braccia incrociate al petto ed uno sguardo curioso... ma anche assassino.
"Diego... per favore. Lui non crede di essere il mio fidanzato. La sua ragazza è Raquel Benitez."
"Oh, certo!" esclamò -fingendo, ancora- "la figlia della modella e dell'impresario mondiale. Ovvio! Come dimenticarla! Ha davvero un bel..."
"D'accordo!" disse interrompendolo e parandosi una mano davanti. "D'accordo. Accetto il tuo invito."
Diego Vidal sorrise vittoriosamente, un sorriso furbo ma allo stesso tempo contento d'aver conseguito il suo obiettivo. "Ci vediamo alle quattro e mezza." e detto ciò le schioccò un bacio sulla guancia e si dileguò nella propria aula.
Non appena la ragazza tornò sulla strada per raggiungere la sua, notò che Daniele Marquez era scomparso.


Angolo autrice:
Buonasera! Come state? Innanzitutto grazie per aver letto anche questo capitolo. Sì, è un po' più lungo del precedente, ma comunque troppo corto, lo so. Mi giustifico dicendo che l'ho scritto praticamente tutto oggi perchè volevo aggiornare prima del fine settimana, durante il quale non avrei potuto scrivere per via del compleanno della mia migliore amica. Anyway... vi piace? Troppo scontato? Che pensate del rapporto fra Daniele e Martina? E Martina e Simon? So che Simon non è molto presente ma... nada, nada. Vedrete. Devo scappare. Lasciatemi una recensione e niente... baci! Alla prossima!
His_Hug.
   
 
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