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Autore: Alley    14/05/2016    5 recensioni
[a Madda, con tanto tanto amore]
"Qualche volta, però, riesco a fissare i contorni delle impronte prima che l’acqua le porti via. Quando afferro uno scampolo di memoria, lo chiudo in un cassetto per custodirlo. Ho paura di trovarlo vuoto quando lo riaprirò. È per questo che scrivo: perché così, anche se dovesse sparire, il contenuto non andrebbe perduto.
Non voglio dimenticare.
Non voglio dimenticarlo."

[pre slash] [post TWS; contiene riferimenti alla prima scena post credits di CW]
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Steve Rogers
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"In his backpack there are a dozen notebooks that compose the scattered memories dating back to as far as he can remember which somewhat piece together a scattered life. In a similar way to Alzheimer's, he's written things down, for fear of losing his memory again. He was prepared, were something to happen, to walk away with nothing but that backpack, which is why it's the only thing he takes and knowing full well that not everything those pages contain is pretty."
-S. Stan
















4 Aprile 2014

Ho trascinato l’uomo con lo scudo fuori dal fiume: non volevo potevo lasciarlo morire.

9 Aprile 2014

Ho sognato l’uomo con lo scudo. Era diverso, ma era lui. Aveva gli stessi occhi.
Nel sogno risuonavano le parole che mi ha rivolto prima che cadessimo in acqua. Non era la sua voce a pronunciarle, però: era la mia.
Ero io a dirle a lui.

2 Maggio 2014

C’è un museo dedicato all’uomo con lo scudo. L’ho visitato. C’erano filmati d’epoca trasmessi su dei teleschermi, cartonati, vecchi giornali dalle pagine sdrucite. Tutto parlava di lui.
Ho scoperto che si chiama Steve.
Steve.

9 Maggio 2014

Al museo c’era una fotografia dell’uomo con lo scudo insieme a me Bucky.  
Ridevano entrambi. 
Sembravano felici.

1 Giugno 2014

Oggi l’uomo con lo scudo mi stava seguendo.
Non so come abbia fatto a trovarmi.

4 Giugno 2014

C’è un gatto. Si aggira attorno all’edificio. Ha il pelo nero. Non ho notato di che colore siano i suoi occhi.

29 Giugno 2014

L’uomo con lo scudo mi ha inseguito.
Ho provato a seminarlo senza riuscirci: non volevo che mi prendesse.
Quando mi ha raggiunto, abbiamo combattuto. L’ho scagliato contro un muro; gli è crollato addosso. L’ha completamente inghiottito.
Mi sono precipitato da lui. Ho spostato i detriti. Lui è rimasto immobile. Non respirava.
Ho chiamato il suo nome (Steve): nessuna risposta. L’ho chiamato ancora, e ancora, e ancora (SteveSteveSteveSteve). 
Credevo fosse morto. Per qualche motivo, l’idea mi riusciva insopportabile.
Alla fine, ha aperto gli occhi.
Anch’io avevo smesso di respirare. Me ne sono accorto solo in quel momento.

1 Luglio 2014

Ho lasciato del cibo al gatto ieri sera. Ho sistemato la ciotola sul muretto dove lo vedo camminare.
Stamattina era vuota.

2 Luglio 2014

Quando ha aperto gli occhi, mi ha preso la mano. L’ha stretta, forte. Come se non volesse lasciarla più andare.
Nemmeno io volevo che la lasciasse.
Il suo tocco era caldo, e familiare. È come se l’avessi già sperimentato.
Deve aver stretto la mano di Bucky, in passato.

15 Luglio 2014

Questa mattina, quando sono uscito di casa, il gatto era lì. 
(Verdi. Ha gli occhi verdi. Stavolta l’ho notato) 
Mi sono chinato per accarezzarlo. Credevo che sarebbe scappato via. 
Non l’ha fatto.

20 Luglio 2014

Sono stato a casa dell’uomo con lo scudo di Steve. Mi sono assicurato che non ci fosse prima di entrare.
Ho trovato dei disegni stipati nel suo armadio. Alcuni ritraevano me Bucky.
Sono belli. Sono davvero belli.

27 Luglio 2014

Oggi il gatto mi ha seguito fino alla soglia del mio appartamento. L’ho lasciato entrare e gli ho dato altro cibo.
Quando l’ha finito, non è andato via.

29 Luglio 2014

Il gatto è ancora qui. In questo momento, sta camminando sui mobili della cucina. Sembra che non abbia paura di me.
Nemmeno Steve ne ha. Quando mi guarda lui--- non ha paura.

1 Agosto 2014

Ho preso un ritratto di Bucky. Si accorgerà che manca e saprà che sono stato io. Saprà che sono stato lì.
Non m’importa.

10 Agosto 2014

Vorrei essere quella persona. La persona che sta cercando.
Lo vorrei disperatamente.

16 Agosto 2014

Ormai il gatto vive con me. Passa buona parte della giornata fuori casa, ma al tramonto fa sempre ritorno.
Dovrei dargli un nome. Un nome in cui possa riconoscersi. Credo di non essere la persona più indicata, ma sono anche l’unica che abbia.
Tocca a me assegnarglielo.

17 Agosto 2014

Gatto. Lo chiamerò Gatto. Non è originale, ma mi piace.

22 Agosto 2014

Sono tornato a casa di Steve. Ho guardato di nuovo i disegni.
Bucky ha i miei stessi lineamenti. Gli stessi occhi. La stessa bocca. Eppure è diverso. Completamente diverso.

23 Agosto 2014

Sulla pila di fogli c’era un biglietto. Diceva “Resta. Ti prego.” 
L’ho infilato in tasca prima di andar via.

20 Settembre 2014

Gatto ha preso l’abitudine di dormire raggomitolato sul cuscino. Glielo lascio fare. 
È la prima volta che condivido il letto con qualcuno. 
Ieri mi si è avvicinato mentre ero steso e ha strofinato il muso contro le placche di metallo.
Gliel’ho lasciato fare.

2 Ottobre 2014

Al supermercato c’era un bambino. Somigliava a quello che ho ucciso anni fa. Dieci, forse. O venti. Non lo so esattamente.
Non era il bersaglio della missione, ma mi era stato ordinato di non lasciare testimoni.
Lui mi aveva visto. Mi aveva visto ammazzare i suoi genitori. Mi fissava dalla soglia della loro camera. Fissava me, e i corpi riversi sul letto.
Non dovevano esserci testimoni.

4 Ottobre 2014

Ero a letto, e pensavo a quel bambino. Pensavo a lui, e a Steve. Vedevo i loro volti davanti agli occhi. Ho continuato a vederli anche quando li ho chiusi.
Stamattina la fodera del cuscino era bagnata. Anche il mio viso lo era.
Credo d’aver pianto. Non ricordo d’averlo mai fatto prima.
Ma Bucky deve aver pianto.

7 Ottobre 2014

Oggi ho provato a cucinare. Non è andata bene. Il fumo ha invaso tutto l’appartamento. Gatto non si è fatto vedere fino a quando l’odore di bruciato non si è diradato.

27 Ottobre 2014

Mi ricordo di una donna. Aveva i suoi stessi occhi. Gli stessi occhi di Steve.                               
Il suo nome era Sarah. Sarah.

15 Novembre 2014

Ho fatto un secondo tentativo con la cucina. Stavolta non ho bruciato nulla. Il cibo era buono. Gatto ha mangiato gli avanzi.

27 Novembre 2014

I disegni sono di Steve. Li ha fatti lui. Gli piaceva disegnare – non so se gli piaccia ancora.
Ricordo la ruga di concentrazione che gli increspava la fronte mentre teneva gli occhi fissi sul foglio.
Me la ricordo. Me lo ricordo.

2 Dicembre 2014

Gatto non esce più di casa. Credo stia male.

10 Dicembre 2014

Era sua madre. La donna con i suoi stessi occhi, Sarah. Era la madre di Steve.
Me la ricordo, ma non ricordo mia madre. Non sono nemmeno sicuro di averne avuta una.
Potrei chiedere a Steve se Bucky ce l’avesse.

17 Dicembre 2014

Potrei attraversare il confine. So che riuscirei ad aggirare la sorveglianza.
Potrei scomparire. Fargli perdere per sempre le mie tracce.
Non voglio.

28 Dicembre 2014

Gatto è morto.
L’ho seppellito. Sentivo di doverlo fare.
Mentre scavavo la buca ho ricordato le parole di una preghiera. Sono affiorate nella mia mente all’improvviso, come luci che si accendono nel buio.
Sarah era solita recitarla mentre eravamo a tavola. Lei, Steve ed io. Mangiavamo spesso insieme. Come una famiglia.
Ho ricoperto il corpo di terra e l’ho ripetuta a voce alta.

3 Gennaio 2015

A volte, mi ritrovo ad aspettare che Gatto balzi sul letto e si accoccoli sulle coperte.
Vorrei che fosse possibile.

5 Gennaio 2015

Steve.
Steve.
Steve.
Steve.
Steve.
Steve.
Steve.
Steve.
Steve.
Steve.
Steve.
Steve.
Steve.
Steve.

Steve.

9 Gennaio 2015

Sono tornato a casa sua. Non per i disegni, stavolta. Ho aspettato che rientrasse. Quando ho sentito il rumore della porta d’ingresso che veniva spalancata, sono scappato via.
Volevo parlargli, ma non ne ho avuto il coraggio
l’avrei deluso
non sono Bucky  non l’ho fatto.

10 Gennaio 2015

Mi ha visto. Prima che saltassi giù dalla finestra del suo appartamento. Mi ha visto, e ha visto Bucky.
Amo Odio il modo in cui mi lo guarda. Come se gli importasse. Come se ci fosse qualcos’altro dietro la morte e il sangue e il dolore che ho seminato.
Come se io Bucky

12 Gennaio 2015

Se lui lo vede, forse, vuol dire che da qualche parte Bucky c’è ancora.
Forse posso tornare ad esserlo.

4 Febbraio 2015

I miei ricordi sono come una scia di orme in riva al mare. Appena provo a seguirla, arriva un’onda a cancellarla. Qualche volta, però, riesco a fissare i contorni delle impronte prima che l’acqua le porti via. Quando afferro uno scampolo di memoria, lo chiudo in un cassetto per custodirlo. Ho paura di trovarlo vuoto quando lo riaprirò. È per questo che scrivo: perché così, anche se dovesse sparire, il contenuto non andrebbe perduto.
Non voglio dimenticare.
Non voglio dimenticarlo.

3 Marzo 2015

Spero che Steve mi perdoni.
Io non potrò mai perdonarmi per tutto quello che ho fatto.
Spero che lui ci riesca, in qualche modo.

4 Aprile 2015

È passato un anno da quel giorno. Un anno, e Steve continua a cercare Bucky me.  Mi cerca come se ne valesse la sua vita.


*


“Sicuro di non volerci pensare?”

“L’ho già fatto.”

È proprio perché c’hai pensato che hai preso quella decisione. Non vuoi correre il rischio che arrivi qualcun altro a giocare con la tua mente mentre è ancora così vulnerabile. Non vuoi tornare ad essere la macchina spietata in cui basta così poco per trasformarti.

Se il ghiaccio può impedirlo, allora sarà la tua scelta.

“È la cosa migliore.”

“Non sei obbligato a farlo. Potrei--”

“No.” Sai che Steve ha altre battaglie da combattere. Non vuoi che le trascuri o le abbandoni a causa tua – sai che sarebbe capace di farlo. Sarebbe capace di qualsiasi cosa per te. È una consapevolezza bella, e dolorosa. Ti spacca il cuore in due e te lo scalda. “Hai fatto abbastanza. Dico davvero.”

‘Abbastanza’ non è una quota raggiungibile per lui. Lo sai, lo vedi nello sguardo mesto che ti rivolge. Ti sorprende la facilità con cui riesci a leggerlo. Devi averlo conosciuto a fondo. Senti di conoscerlo a fondo anche adesso che hai recuperato soltanto una minima parte dei ricordi che lo riguardano.          
                                                        
“C’è una cosa che devo chiederti.”

“Quello che vuoi.”

Tiri fuori l’agenda. Tra quelle pagine c’è una parte di te che è riemersa grazie a lui. Non l’affideresti a nessun altro.

“Puoi tenerla per me?”

Gliela porgi, e Steve la guarda come fosse un tesoro dal valore inestimabile. Quando uscirai da quella teca sarà lì ad aspettarti. Insieme ai frammenti di Bucky che hai ritrovato. È tutto quello di cui hai bisogno per trovare il coraggio di entrarci.

“Certo.”
















Note
La dedicata è alla Madda, che ha avuto il merito di rendere meno amaro un post Civil War molto meno bello di quel che avevo sperato. E che è una persona meravigliosa. 
La ringrazio per l'ispirante associazione tra Bucky ed i gatti che, com'è facilmente intuibile dalla storia, mi ha largamente influenzata. 
  
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