Serie TV > Hélène e i suoi amici
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Autore: Magica Emy    14/05/2016    1 recensioni
Ricordate le vicende dei ragazzi di Hèléne e i suoi amici, simpatico telefilm andato in onda nell'ormai lontano 1995 per essere poi brutalmente interrotto solo poco tempo dopo? Bene, perchè in Francia invece non ha subìto alcuna interruzione bensì numerosi cambiamenti che lo hanno portato ad assomigliare a una specie di soap opera, con tanto di nuovi personaggi che mescolandosi agli storici si impegnano a vivere le proprie vite affrontando argomenti ben più seri di quelli a cui ci avevano abituati, poichè la storia continua 20 anni dopo. Attualmente in Francia sta andando in onda la settima stagione, ma gli attori son già pronti per l'ottava. Molte cose sono cambiate negli anni e questa fan fiction comincia proprio da qui... solo con qualcosa in più.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Non era meglio aspettare un po’ prima di venire qui? Non so, magari potevamo farci un giro della città.

Propose Josè cercando di attirare l’attenzione di Christian, che invece fermo sulla soglia continuava stupidamente a esitare, quasi come se se starsene lì impalato davanti alla porta di casa di Johanna, ormai unico, piccolo ostacolo che lo separava da lei, avesse potuto dargli la forza necessaria per affrontarla una volta per tutte. Lei, la donna che mai aveva smesso di amare, nemmeno quando si erano ritrovati distanti,  quella con cui aveva riso e pianto in quegli ultimi anni era la stessa ad aver appena messo fine alla loro relazione, senza un perché, spezzandogli irrimediabilmente il cuore.

- Josè, ti ricordo che non siamo qui per fare i turisti, ma per chiarire una situazione importante.

Replicò Nicolas, lanciandogli un’occhiataccia che fece sbuffare l’amico con aria seccata.

- Già, se non sbaglio neanche tu l’ultima volta che sei stato qui eri in viaggio di piacere, eppure hai pensato bene di spassartela inzuppando il biscotto…

- Va bene, ora basta – intervenne Christian, spazientito – certo che voi due così non mi aiutate proprio.

- Sarà meglio lasciarti da solo, noi ci allontaniamo un attimo. Del resto questi sono solo affari vostri, non abbiamo alcuna intenzione di immischiarci.

Propose a quel punto Nicolas, che intuendo chiaramente lo stato d’animo dell’uomo pensò bene di allontanarsi per lasciare alla coppia un po’ della privacy di cui aveva bisogno per chiarirsi, trascinandosi dietro un Josè non troppo convinto che intanto non faceva che brontolare: - Ehi, parla per te, io voglio sentire come va a finire!

Nicolas lo colpì sulla nuca, facendolo imprecare.

- Ahi! Sei matto, che cavolo ti prende?

Esclamò indispettito.

- Sta’ zitto, sei peggio di una portinaia!

 

***

Johanna riaprì gli occhi a fatica lottando a lungo con se stessa per rimettersi in piedi, ma le sue gambe tremavano in modo talmente incontrollabile che non potè far altro che sprofondare di nuovo sul divano, con la fastidiosa sensazione che la testa potesse esploderle da un momento all’altro. Si sfiorò automaticamente i polsi arrossati, scoprendo con sollievo di avere le mani libere.

- Ti sei svegliata, finalmente! Visto? Ho deciso di slegarti, poi non venirmi a dire che non sono un vero gentiluomo.

Justin, seduto di fronte a lei la fissava a braccia conserte e un’espressione divertita dipinta su quel volto odioso che la donna aveva tanto sperato di non rivedere.

- Che…Che cosa mi hai dato?

Disse, massaggiandosi le tempie doloranti e respirando profondamente un paio di volte per combattere l’improvviso attacco di nausea che la stava assalendo. Si sentiva strana, come intontita e priva di forze.

- Non temere, mia cara. Si tratta di roba buona.

Fu ciò che ottenne in risposta, agitandosi all’istante.

- Vuoi dire che mi hai drogata? Sei un infame…

- Non fraintendermi tesoro, mi piacciono le donne focose, ma sarà meglio rimediare un’altra dose quando l’effetto sarà completamente svanito. Se non altro potremo tenere a freno quella tua fastidiosa lingua biforcuta che non fa che insultarmi. Sai, potrei anche arrabbiarmi sul serio per questo e non ti conviene mettermi alla prova.

Considerò con una semplice alzata di spalle mentre tendeva improvvisamente l’orecchio verso la finestra. Johanna approfittò di quel breve momento di silenzio per  apostrofarlo coi peggiori insulti che la sua mente confusa riuscì a suggerirle, ma venne subito zittita con un eloquente gesto della mano del suo carceriere, che le intimò di chiudere immediatamente la bocca se non voleva rimediare una graziosa cicatrice che le avrebbe per sempre deturpato il viso.

- Che diavolo è tutta questa confusione e chi sono quei tre là fuori?

Esclamò a quel punto in cerca di spiegazioni, ma vedendo che la donna non si muoveva la raggiunse con aria minacciosa, afferrandole un braccio e artigliandolo con forza crescente per costringerla a seguirlo fino alla finestra, affinchè potesse rispondere alla sua domanda. 

- Ti ho chiesto chi cazzo sono quei tre tipi lì fuori.

Insistette, scrollandola rabbioso.

- Lasciami, mi stai facendo male!

Si lamentò lei, ma le parole le morirono sulle labbra non appena si accorse che il suo peggior incubo era appena divenuto realtà.

- Oh mio Dio…

Fu tutto ciò che riuscì a dire mentre un puro terrore cominciava lentamente a serpeggiarle dentro, togliendole via via il respiro…

 

 

   
 
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