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Autore: Mary Evans    14/05/2016    2 recensioni
1997. Hermione Granger dopo aver obliviato i suoi genitori viene rapita da alcuni mangiamorte e portata al cospetto dell'Oscuro Signore. Dopo essere stata colpita dal suo Avada Kedavra, tuttavia, qualcosa va storto e lei si ritrova catapultata nel 1944, ad Hogwarts. Tom Riddle sta per iniziare il suo settimo anno e la sua vita sembra già essere programmata per la conquista del potere. Cosa succederà alla nostra Grifondoro?
I personaggi non sono miei ma appartengono alla Rowling.
In alcuni capitoli ci sono delle parti prese dai libri.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Tom O. Riddle
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Amor Vincit Omnia'
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29 Aprile 1988. Casa di Remus Lupin.

 

Il patronus di Bill Weasley fece immobilizzare tutti sul posto.

Harry Potter era a villa Conchiglia.

Harry, il loro Harry, era sano e salvo.

Ed esattamente ad una smaterializzazione da loro.

Immediatamente gli sguardi di Remus, Tonks, Andromeda e Mary si fissarono su coloro che avrebbero dovuto essere morti.

Avevano delle espressioni indecifrabili in volto, in particolare Lily.

Sirius fu il primo a riprendersi, e afferrò Remus per un braccio con un sorriso che andava da un orecchio all’altro.

«Coraggio Lunastorta, portaci da Harry.» disse emozionato all’idea di rivedere il suo figlioccio.

Allungò l’altra mano verso James, e voltandosi il suo sorriso svanì nel vedere il suo migliore amico immobile.

«Forza, James! Andiamo ad incontrare tuo figlio!»

Ma James ancora non si mosse, anzi, abbassò lo sguardo.

Ci pensò Remus a parlare per lui.

«Sirius,» disse calmo «Non credo sia il caso che voi vi facciate vedere da Harry. Sarebbe troppo pericoloso.»

«È come per lo specchietto.» mormorò James, avvicinandosi ad una poltrona per sedersi.

«Se ci facessimo vedere adesso, e poi morissimo di nuovo nella battaglia finale, Harry probabilmente impazzirebbe.»

«Ma voi non morirete! Non permetterò a quel bastardo di uccidervi di nuovo!» urlò Sirius.

Speranzoso, si voltò verso Lily, che però aveva lo stesso sguardo basso del marito.

«Volete dire che non volete vedere vostro figlio un’ultima volta?» La sua espressione da incredula divenne rabbiosa.

 «E avete mai pensato all’eventualità che Harry possa morire contro Voldemort?» Tutti sussultarono. «Ha solo diciassette anni Porco Merlino! Come pensate vi sentireste se lui morisse e voi foste vivi? Senza aver avuto mai l’opportunità di incontrarlo da grande e senza averlo mai stretto in un abbraccio! Lui ha passato una vita da solo, prima di andare ad Hogwarts. Lì ha iniziato a farsi degli amici, ha iniziato a conoscervi attraverso i nostri racconti, ma se morisse, sarebbe di nuovo solo perché nemmeno nella morte avrebbe i suoi genitori a confortarlo! Come vi sentireste in quel caso? Con la certezza di averlo abbandonato ancora una volta!»

Lo schiaffo di Lily interruppe il suo monologo, e Sirius si ritrovò a fissare con occhi spalancati la sua espressione furiosa.

«Stiamo parlando di mio figlio credi che non mi renda conto di tutto questo!»

I suoi occhi verdi mandavano lampi, e Sirius si ritrovò ad indietreggiare, pur trovando ancora la forza di ribattere.

«E allora dovresti fare di tutto per ritornare da lui!»

«Non lo faccio proprio per questo! Tu non capisci, Sirius, non puoi comprendere nemmeno lontanamente il desiderio che io ho di rivedere mio figlio, ma devo pensare alla sua sicurezza. Già il fatto che l’Ordine sia a conoscenza di noi è un pericolo, ma se lo sapesse Harry sarebbe un guaio! Lo deconcentrerebbe! Se James fosse al posto di Harry e si ritrovasse davanti Charlus e Dorea non riuscirebbe a pensare a nient’altro. Silente ha dato una missione a nostro figlio, sconfiggere Voldemort una volta per tutte. E io non voglio in alcun modo che Harry si faccia uccidere perché troppo preoccupato di difendere noi!»

Si interruppe un attimo, mentre calde lacrime iniziarono a rigarle il volto. James nel frattempo si era avvicinato a lei e le aveva circondato le spalle in un abbraccio.

Nessuno parlò per tutto il tempo in cui Lily pianse sul maglione di James, e fu solo in seguito, quando Andromeda servì della camomilla per tranquillizzare tutti, che ripresero l’argomento.

«Cosa avete intenzione di fare allora?»

James esitò un attimo, poi rivolse un ultimo sguardo alla moglie.

«Combattiamo.»

 

 

25 dicembre 1944. Stanza delle Necessità.

 

«Vi abbiamo qui riuniti per far fronte ad un’emergenza che avrà luogo questa sera al ballo.» esordì Hermione.

Avevano riunito quelli che sicuramente non facevano parte del complotto, ovvero Charlus, Dorea, Cignus, Lyra, Christian e la McGranitt. Anche Tom si era convinto di quella scelta. Dopotutto, da soli avrebbero potuto fare ben poco contro un esercito.

«Abbiamo le prove che Abraxas Malfoy stia complottando per uccidere me e Tom, prendere il controllo dei mangiamorte e sterminare i nati babbani e i mezzosangue.»

Bastò quella frase per sconcertare tutti.

Minerva scoppiò a ridere ma fu la sola. Vedendo ciò si alzò in piedi gettando un’occhiata al resto del gruppo.

«State scherzando, vero?»

«Sarebbe davvero bello se tutto ciò fosse uno scherzo, McGranitt, ma sfortunatamente le nostre fonti sono piuttosto attendibili.» disse Tom impassibile.

Vedendo che anche le espressioni degli altri erano diventate serie si sedette nuovamente.

«Tom non scherzerebbe mai su una cosa del genere, e nemmeno Hermione, Minnie.» le sussurrò Christian prendendole una mano.

Poi sospirò, ben conoscendo l’amico.

«Cosa dobbiamo fare?»
  
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