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Autore: rasha85    15/05/2016    1 recensioni
Denise è una studentessa molto diligente al terzo anno di college ad Harvard. Ha un passato oscuro e tenebroso da cui cerca di fuggire, e per questo pensa solo a studiare e a raggiungere il suo obiettivo, lavorare per le più importante case editrici d’America. Niente e nessuno può distrarla dal suo obiettivo, sicuramente non la sua coinquilina e amica del cuore Alexandra, l’unica persona che abbia mai fatto avvicinare, che cerca in tutti i modi di farle tirare la testa fuori dai libri e farla divertire. Tutto questo fino a quando una mattina si ritrova nel letto di un bellissimo sconosciuto..
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
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Vedo che Luke mi guarda, con la bocca e gli occhi spalancati: sembra che per lui sia impossibile credere anche solo ad una mezza parola di quello che gli ho appena detto. Anche io sono rimasta stupita quando il mio cervello ha fatto due più due, e ha iniziato a ricordare i vari dettagli di quella serata, dettagli che pensavo non avrei mai ricordato, ed è proprio grazie al fatto che sto con Luke che il mio cervello ha potuto ricollegare la sua fantastica immagine nel mio bagno con quella di quel bel ragazzo sconosciuto, che mi guardava scappare come una fuggitiva. “Io…Io…non ci credo”, dice balbettando e guardandomi sempre più sconvolto. “Com’è possibile che non ti abbia mai riconosciuta? Eppure, dopo quella sera, ho girato tutto il campo alla ricerca di quella ragazza, ma non l’ho mai trovato, e ho pensato che fosse di un’altra scuola e non l’avrei mai più rivista. C’era qualcosa nel suo sguardo, qualcosa nel fatto che si era allontanata scappando da me, mentre tutte non volevano far altro che restare la mattina dopo, che mi ha fatto perdere la testa per lei. Ho passato giorni a guardarmi intorno per vedere se riuscivo a cogliere il suo sguardo da qualche parte, ma niente, alla fine mi sono arreso. E poi ho conosciuto te, che mi hai sconvolto in tutti i sensi, e mi hai fatto passare la voglia di cercare quella ragazza che mi aveva così colpito. E ora mi stai dicendo che tu e quella ragazza siete la stessa persona?”. Lo guardo sorridendo, poi dico: “Già. Sai, quella è stata una delle poche serate in cui ho deciso di lasciarmi un po’ andare,e d Alexandra ha pensato a sistemarmi e a rendermi meno riconoscibile da tutti, un’altra me, quella persona che tenevo nascosta da tanto tempo e che avevo poca voglia di far uscire. Da quando sono scappata di casa, sono sempre vissuta nell’anonimato, e non ho mai voluto mettermi in mostra, anzi, meno mi vedevano e meglio stavo. Ma quella sera ero proprio giù di corda, e Alexandra ha deciso che era arrivato anche per me il momento di divertirmi. Mi ha sistemata tutta, rendendomi bellissima in un modo che non credevo fosse minimamente possibile, e, appena arrivata a quella vesta, ho visto che i ragazzi mi guardavano in modo diverso, come se finalmente tutti mi vedessero, e ho deciso che la cosa mi piaceva e, per una sera, potevo non essere la solita Denise noiosa di sempre, ma potevo essere un’altra ragazza, libera da tutti i suoi problemi e dal suo passato. Ho deciso che per sciogliermi un po’ avevo bisogno di bere, ma probabilmente ci sono andata giù pesante, anche perché la mattina dopo non mi ricordavo assolutamente niente, non sapevo chi tu fossi e come avevo fatto a finire nel tuo appartamento. A proposito, complimenti, vivi in un posto bellissimo”. Lui mi guarda, sorridendo: “Avrei voluto portarti lì a breve, e farti vedere dove vivo davvero, ma non ce n’è mai stata l’occasione. Io, a differenza di te, sono stato un ragazzo molto fortunato, famiglia benestante, figlio unico, tutti al mio servizio, e nessuno che mi abbia mai messo i bastoni tra le ruote. Anche se i miei ci tenevano tantissimo che i seguissi le loro orme, ma non hanno mai fatto troppe pressioni e mi hanno sempre lasciato libero di scegliere quale fosse la cosa più giusta per me. Credo che, comunque, seguirò un po’ delle loro orme, perché mi piace quello che fanno, anche se voglio fare comunque le cose a modo mio, e loro questo lo sanno e lo apprezzano, perché dicono che porterei una ventata di nuove idee nella società, ma non hanno nessuna intenzione di farmi partire dal grado più alto perché sono loro figlio, anzi, mi faranno partire dal gradino più basso perché comunque me lo devo meritare, e non smetterò mai di ringraziargli abbastanza per questo insegnamento che mi hanno dato, per il fatto che sì, sono nato fortunato, ma me la devo mantenere questa fortuna, guadagnandomela come tutti”. Io lo guardo, ammirata: non ho mai sentito nessuno parlare così bene dei propri genitori, soprattutto uno che ha sempre avuto tutto dalla vita, ma non è cresciuto come un ragazzino viziato ma sa che la pagnotta e il suo posto in società se lo deve comunque guadagnare, anche se ha avuto dei privilegi, come il bellissimo appartamento in cui vivi, che le altre persone nemmeno si sognano. “Che bello, Luke, sentirti parlare così della tua famiglia. Si sente che ci tieni e che sei molto orgoglioso di loro. Sono contenta che mi hai raccontato qualcosa della tua famiglia, non sapevo niente di te, e sapere che, nonostante potessi avere tutto, loro non ti hanno mai viziato, è una bellissima dimostrazione d’affetto. Cosa fanno di bello i tuoi genitori?”, chiedo curiosa. “Mio padre è il titolare del quotidiano “The Press”, e mia madre la titolare della rete televisiva “National One”. Tutti e due hanno sempre lavorato nel campo dell’informazione e dei media, ed è così che si sono incontrati, poi entrambi provenivano da famiglie bene stentanti e, insieme, hanno comprato un giornale e una rete televisiva che non voleva nessuno, e le hanno rese due di quelle di punta di tutto il paese, nei rispettivi ambiti. Sono molto orgoglioso di loro, mi hanno insegnato che, anche se parti da una posizione avvantaggiata, se non ti impegni rischi di perdere tutto mentre, al contrario, se sfrutti le tue risorse per creare qualcosa in cui credi davvero, i tuoi sforzi saranno ripagati. Ed è quello che voglio fare anche io”. Io spalanco la bocca, alle rivelazioni di Luke: “No, non ci credo…I tuoi genitori sono Catherine e James Edwards?”. Lui annuisce, quasi sconsolato. “Oh mio Dio, sono due delle persone che ho sempre ammirato tanto, proprio perché sono nate dal niente e sono riusciti a creare un’impero basato sulle verità delle notizie. Ho sempre voluto essere come loro, e cercare di portare la verità nel mondo, anche per difendere le persone più deboli. Non avrei mai pensato che loro avessero un figlio, e soprattutto lo avessero cresciuto bene come te, pensavo che fossero dediti solo alla carriera, e invece sono decisamente umani. Eh, sì, direi che sei stato molto fortunato”, dico sorridendo. Lui mi guarda, un po’ interdetto, poi sospira e dice: “Beh, di solito tendo a non dire chi sono i miei genitori se no c’è il rischio che, oltre che per il mio bel faccino, le persone si avvicinino a me per i miei soldi o per le opportunità che potrei offrirgli nel mondo della stampa o della televisione, per questo di solito mi guardo bene dal dire chi è la mia famiglia. Ma a te lo posso dire, tu mi hai conosciuto come un ragazzo normale e ti sei fidata di me, perciò io mi sono fidato di te e ti ho raccontato chi sono davvero, perché so che stai con me perché sono io, non perché ti posso offrire un qualche vantaggio lavorativo. Anche perché le persone non lo sanno, ma se i miei genitori capiscono che le persone che gli porto non sono valide e non sanno lavorare, le cacciano, indipendentemente che abbiano con me una qualsivoglia relazione”. Io lo guardo, grata per avermi raccontato chi sia davvero, e poi lo abbraccio: lui rimane un attimo sorpreso, ma poi si lascia andare e mi stringe forte. “Grazie per esserti fidato di me, adesso so che la mia fiducia in te era ben riposta. Allora, sei contento che quella famosa ragazza fossi io?”, dico, tornando al discorso da cui eravamo partiti. Lui si scansa un attimo e mi guarda, divertito: “Beh, sinceramente non mi fa altro che piacere che te e lei siate la stessa persona. Almeno adesso so che eri tu, sei sempre stata tu, quella adatta a me, quella che mi faceva perdere la testa anche quando non la conoscevo. Adesso capisco cosa c’era che mi intrigava in lei, esattamente la stessa cosa che mi ha colpito in te: questo strano mistero che vi portavate dietro, e che adesso ho capito cos’è, ma allo stesso tempo la voglia che avete negli occhi di donarvi agli altri e di conoscere davvero gli altri, anche se la tenete gelosamente nascosta. Ma è bastato guardarti per quell’attimo entrare in quell’ascensore per capire che avevi tanto da donare agli altri, non so come spiegarlo, avevi uno sguardo così pieno di emozioni e di parole non dette, ma anche di paure, che ho rivisto nei tuoi occhi quando ci siamo scontrati fuori dall’aula, anche se in quel momento avevo già smesso di pensare a lei, ma ero completamente preso da te. E sapere che comunque l’unica volta che ti sei lasciata andare e che hai fatto comunque l’amore dopo David è stata comunque con me anche se non te lo ricordavi, non può che farmi piacere”, dice attirandomi di nuovo a lui e baciandomi con passione. Io ricambio, anche se sorpresa, il bacio, ma dopo un pochino mi stacco, e vedo che Luke mi guarda, un po’ dispiaciuto. “Anche io sono felice di essermi lasciata andare solo con te, si vede che era destino e che il mio istinto aveva capito che eri una persona di cui ci si poteva andare e che, per quanto brilla, eri quello che mi dava più fiducia. Sono contenta di aver ritrovato quell’unica persona che mi ha fatto dormire una notte senza incubi, e sono contenta che, dopo il nostro scontro, tu non abbia mai mollato la presa con me, perché sei riuscito a rendermi una persona libera e capace di fidarsi di nuovo delle persone, in qualunque modo andranno a finire le cose tra di noi. A prescindere da tutto, non potrò far altro che esserti grata per sempre per avermi fatto uscire da quella prigione che mi ero creata e per avermi fatto sentire di nuovo una ragazza di vent’anni. Ma, ora che tutti i segreti sono stati svelati, direi che è il momento di tornare alla realtà, e alla punizione che ci aspetta. Ormai il danno lo abbiamo fatto, e ci tocca per forza andare”, dico sorridendo. Luke mi guarda intensamente per qualche istante, poi sorride a sua volta e mi fa cenno di passare: “Prima le signore”, dice divertito. Io lo guardo, un po’ interdetta, poi comincio a spostarmi e passo vicino a lui. Lui mi prende per un fianco e mi blocca, lasciando cadere il lenzuolo e baciandomi con passione, quasi a lasciarmi senza fiato. Io rispondo al suo slancio e poi, quando si stacca, lo guardo con occhi offuscati e vogliosi. Lui mi guarda, sorridendo malizioso, poi dice: “Beh, volevo salutarti per bene prima di tornare a comportarci come due conoscenti fuori da questa stanza”. Io lo guardo, divertita, e poi il mio sguardo non può far altro che scorrere su quel corpo nudo e perfetto che non chiede altro che di essere amato. Io osservo attentamente ogni suo centimetro di pelle e lui si mette in posa per farsi osservare meglio, senza alcun imbarazzo. Io gli accarezzo leggermente i pettorali e gli addominali scolpiti, facendolo sospirare al mio tocco leggero ma, quando arrivo vicino all’inguine, mi blocco e tolgo la mano. Lui apre gli occhi, e mi guarda, deluso. Io mi avvicino al suo orecchio, sorridendo sorniona e bisbigliando: “Stasera avrai il resto, ma adesso è davvero tardi, e se ricominciamo rischiamo di non uscire più da qui per una settimana. E non vogliamo che la nostra relazione metta a repentaglio le nostre carriere scolastiche, no?”. Lui mi guarda, un po’ arrabbiato, poi dice: “Lo sai che sei proprio crudele, a volte? E sai che questo scherzetto stasera ti costerà molto caro, vero? Non avrai scampo, e mi rifarò per quello che hai appena fatto, lasciandomi insoddisfatto”, e mi guarda malizioso e provocante. Io sento un improvviso caldo assalirmi, poi gli dico, con un tono che cerca di essere il più sensuale possibile: “Beh, stasera vedremo quello che ti meriti. Dai, ora andiamo, che si sta facendo veramente tardi”, ed esco di corsa dal bagno, lasciano dolo in piedi, nudo. Vado verso il mio letto e comincio a sistemare tutto il casino che abbiamo lasciato: sorrido vedendo che, finalmente, anche il mio letto ha un po’ di quella confusione che è sempre toccata a quello di Alexandra. Sento l’acqua della doccia che si apre, e capisco che finalmente Luke si è deciso a darsi una lavata e a muoversi per non fare troppo tardi. Sorrido al pensiero che, finalmente, ho qualcuno con me, nella mia stanza, che non sia una dei ragazzi di Alexandra: no, lui è tutto per me, e questa cosa non cambierà per molto tempo, perché entrambi ci abbiamo messo una vita a fidarci di nuovo del sesso opposto, e sarà difficile che gli altri riescano a metterci facilmente i bastoni tra le ruote, non adesso che siamo così fiduciosi l’uno verso l’altra. Mentre finisco di sistemare le ultime cose e preparo la borsa per la punizione, sento che Luke ha cominciato a cantare a squarciagola, e rido per la sua poca intonazione, ma mi fa piacere che si senta talmente a suo agio da fare anche queste cose sapendo che io dall’altra stanza lo posso sentire. All’improvviso, sento bussare alla porta della camera, ma la cosa non mi turba più di tanto: probabilmente è Alexandra che non usa la chiave per non trovarsi in imbarazzo e quindi, sempre sorridendo come una scema alla canzone stonata di Luke, vado ad aprire la porta. Il sorriso mi muore sul volto quando vedo chi ho davanti, e una paura cieca mi attanaglia. “Ehi, ciao Denise, ho deciso di venire a farti un saluto, perché, dopo la nostra chiacchierata di oggi, ho riflettuto e ho capito che non posso aspettare fino a domani, voglio chiarire tutto adesso e voglio stare con te”, mi dice la voce dolce di Alex. Io rimango impietrita sulla porta, non sapendo come giustificare il fatto che Luke sia nel mio bagno a lavarsi. Lui mi scruta attentamente e, non sentendo nessuna risposta, si accorge di una voce maschile che canta nel mio bagno. I suoi occhi si riducono a due fessure di rabbia, poi mi guarda, con quel suo sguardo duro da cui è di nuovo sparita un qualsiasi tipo di emozione e c’è solo un abisso nero e oscuro, e sibila: “Chi cavolo c’è qui con te?”, e mi spintona dalla porta, riuscendo ad entrare in camera. Io rimango impietrita, non riuscendo a dire una parola, sono paralizzata dalla paura, dal non sapere quello che succederà quando Luke uscirà mezzo nudo dal bagno e Alex lo vedrà. Cerco di aprire bocca, ma non m i esce niente, poi Alex mi prende per un braccio e mi sbatte contro il muro della camera, stringendomi forte: “Allora, si può sapere chi cavolo c’è qui con te? Guarda che lo so che è un altro ragazzo, spiegami a che razza di gioco stai giocando!”, dice, urlandomi in faccia e stringendomi ancora più forte il braccio. Io lo guardo con gli occhi sbarrati, incapace di dire una qualunque cosa e tornando ad essere la sedicenne terrorizzata che ero qualche tempo fa, anche se pensavo di essere diventata più forte. Sento che l’acqua della doccia si è finalmente fermata e spero vivamente che Luke esca e mi faccia rinsavire, perché qui la vedo veramente brutta. “Allora, mi vuoi rispondere, brutta puttana?”, mi urla Alex, scuotendomi ancora più forte e urlandomi sempre più vicino al viso. Credo che mi stia per arrivare una schiaffo in faccio e chiudo forte gli occhi, ma non sento arrivare niente, ma anzi, sento che improvvisamente il mio braccio è libero e Alex non lo sta più stringendo. Mi decido ad partire piano gli occhi, e la scena che mi trovi davanti mi spaventa più di Alex che mi urlava in faccia: Luke, tutto gocciolante e con solo un asciugamano in vita che tiene per una spalla Alex e lo guarda come se lo volesse uccidere, mentre Alex che lo guarda, incattivito e stupito di trovarlo lì. “Che cazzo stai facendo, eh, Alex? Cosa diavolo ti credevi di fare? Non la devi toccare, hai capito? Non la devi nemmeno più guardare”, gli urla Luke in faccia, scaraventandolo a terra, con gli occhi che fiammeggiano. Io rimango appoggiata tremante al muro, guardando la scena, incapace di muovermi o di fare una qualunque cosa, osservando impaurita la scena, non sapendo cosa può succedere davvero. Alex guarda Luke, dal pavimento, quasi sorridendo, come se Luke non lo spaventasse abbastanza, Poi si rialza e si mette davanti a Luke, urlandogli in faccia: “Che c’è, Edwards, questa è la tua nuova puttanella? Complimenti, sei stato più bravo di me, almeno tu te la sei scopata, a me non ha voluto dare nemmeno un bacio. Ma magari, dopo che hai finito con lei, si è ammorbidita e viene anche con me, eh, Denise?”. Vedo un destro partire da Luke, con una rabbia e una forza tale che Alex finisce con il naso sanguinante per terra. Luke si avvicina a lui, e lo tira su per il colletto della maglia: “Non ti azzardare mai più a parlare di lei in questo modo, è chiaro? La devi lasciare in pace, vai a cerare qualcun’altra a cui tendere le tue trappole. Avrà fatto un errore ad uscire una volta con te, ma infatti non si è mai lasciata andare, ed è per questo che voleva uscire con te domani, perché ieri l’avevi spaventata e voleva troncare del tutto con te, perché ora sta con me, e non lascerò mai che gente come te si azzardi a toccarla o ad avvicinarsi di nuovo a lei, mi sono spiegato?”, gli urla Luke in faccia. Alex continua a sorridere come un coglione, come se non gli facesse né caldo né freddo che Luke lo abbia picchiato, anzi, sembra non preoccuparsi nemmeno che lui è molto più alto e forte di Alex, ma continua a guardarlo lo stesso sorridendo. “Hai capito, o vuoi un altro cazzotto per spiegartelo meglio?”, tuona Luke. Alex lo guarda, poi gli scosta la mano dalla maglia, si rimette in posizione eretta davanti a lui e gli dice: “Ho capito Edwards, ho capito. Adesso la puttanella è il tuo nuovo giocattolino, e non vuoi che nessuno te la tocchi. Ma tanto ti stuferai di lei, come ti stufi di tutte, e allora io sarò lì, pronto a gustarmi la mia vendetta”. Luke lo guarda, inferocito, poi alza di nuovo la mano, ma a quel punto io lo fermo: “Basta, smettetela”, urlo. Vedo entrambi che si girano verso di me, Alex che sorride, divertito, e Luke che mi guarda, arrabbiato e interdetto. “Io non m i sono mai fidata di te, Alex, ma volevo uscire con te per capire cosa fai davvero alle ragazze. Ma, dopo quello che hai fatto adesso con me, non mi interessa più scoprirlo. E sì, io ora sto con Luke, e niente di quello che puoi fare o dire cambierà questa cosa. Perciò, sì, mi dispiace di averti fatto credere che poteva esserci qualcosa tra di noi, ma non è così, e adesso sei pregato di lasciare la mia stanza e uscire dalla mia vita, non abbiamo più niente da dirci”. Alex mi guarda, continuando a sorridere come un coglione: adesso mi verrebbe davvero voglia di dargli un cazzotto anche a me, per vedere che effetto fa. “Oh, guarda guarda, la signorina ha tirato fuori le unghie. Non ti preoccupare, per il momento non ti disturberò più, non mi piacciono le cose difficili, ho altre prede molto più facili. Ma sappi che non te la caverai così. Io te la farò pagare, prima o poi, te la farò pagare per avermi fatto fare la figura del coglione davanti a tutta la scuola, di quello che ti veniva dietro, mentre tu tranquillamente te la spassavi con Edwards. Ma la mia vendetta sarà lenta e crudele, e succederà quando meno te lo aspetti. Nessuno si prende gioco di Alex Mitchell e la passa liscia!”dice urlandomi in faccia. Io lo guardo, terrorizzata per un attimo dalla minaccia, poi Luke si avvicina a me e mi abbraccia mentre guarda incattivito Alex: “Vattene ora e non osare più minacciarla, o non rispondo più di me”. Io continuo a tremare come una foglia tra le braccia di Luke, mentre Alex apre la porta e, voltandosi un’ultima volta verso di noi, sussurra cattivo: “Non ti scorderai facilmente di me, Denise, tu non sai di quali risorse dispongo. E quando compirò la mia vendetta, non avrai più il tuo Luke a proteggerti. Potrà volerci del tempo, ma non importa: io so aspettare e, quando finalmente mi sarò vendicato, potremo dire definitivamente conclusi i nostri rapporti”. Io lo guardo, spaventata, mentre Luke chiude con un calcio la porta, abbracciandomi di nuovo forte subito dopo. Io scoppio in un pianto isterico e scivolo a terra, mentre Luke mi avvolge con tutto il suo corpo, cullandomi e sussurrandomi: “Tranquilla, ci sono qua io, nessuno potrà più farti niente, ora”. Mi ci vuole qualche minuto per smettere di tremare, poi guardo Luke con gli occhi umidi e dico: “E se lui si vendicasse davvero? E se scoprisse qualcosa di quello che ti ho raccontato sul mio passato? Non posso passare la vita in ansia per quello che luii potrà fare”, dico sospirando. Luke mi abbraccia forte, poi dice: “Denise, tu non ti devi più preoccupare, ci sono io qui con te,e n on ti lascerò mai. Se troppo importante per me, e non lascerò che ti accada niente. Se mai Alex, un giorno, dovesse davvero fare qualcosa per vendicarsi e ferirti, lo affronteremo insieme, perché io sono qui per te e non ti lascio più andare, perché ti amo, hai capito? Io TI AMO”. Io lo guardo, sempre più confusa, ma il mio cuore esplode di gioia a sentire quelle tre parole magiche: “Anche io ti amo, Luke, sono innamorata di te da quando abbiamo inziaito a frequentarci. Ma pensavo che fosse troppo presto per dirlo. Ma ora, con te al mio fianco, so che posso affrontare tutto, anche quello che Alex potrà fare un giorno. Ma nessuno potrà mai divederci, non dopo tutto quello che abbiamo condiviso. Mai”. “Mai”, ripete Luke, abbracciandomi e baciandomi per infondermi tutto il suo amore e la sua sicurezza. Io ricambio il bacio e, con lui accanto, sono più forte e sicura che posso di nuovo affrontare tutti gli ostacoli che la vita mi metterà davanti.
   
 
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