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Autore: Ilee404    15/05/2016    3 recensioni
Che succederebbe se i vostri desideri più disagiati si avverassero?
Quattro ragazze, quattro desideri e quattro ultimate da conquistare!
NB: molte cose scritte in questa fan fiction si sono avverate col passare del tempo. E' creepy, lo so.
ATTENZIONE! I titoli dei capitoli sono tanto stupidi quanto inerenti al capitolo stesso-
Genere: Comico, Demenziale, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Donghae, Eunhyuk, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Abatjour

ISABEL POV

Il forte rumore di un clacson mi svegliò bruscamente. Mi ero addormentata da pochi minuti, ma il mio corpo era riposato come se avessi dormito per almeno un paio d’ore. Nonostante quel suono mi avesse riportata alla realtà, tenni gli occhi ben serrati a causa della luce che filtrava dalla finestra. Cercai di dormire ancora un paio di minuti, ma i raggi del sole illuminavano l’intera stanza, impedendomi di tornare nel mondo dei sogni. Affondai la testa nel cuscino, alla ricerca disperata di un po’ di buio. Ma, non appena lo feci, mi resi conto di una cosa: ero in una casa abbandonata, nel bel mezzo di un bosco, in una fredda serata; mi ero appisolata sul tavolo della cucina, circondata da patatine e coca cola. Ma allora…che ci faceva la mia testa su un cuscino?
Balzai all’indietro, spaventata. Senza rendermene conto, caddi dal letto, trascinando con me il lenzuolo. Notai come ogni muscolo del corpo mi faceva malissimo, ma non a causa della caduta: era come se avessi fatto qualcosa di estremamente stancante per un prolungato periodo di tempo. La cosa che mi faceva più male in assoluto era, però, il fondoschiena. Ero appena caduta da cinquanta cm di altezza, probabilmente quel dolore era più che normale. Appoggiai le mani sul materasso e mi feci forza con le braccia per riuscire a rialzarmi. C’era qualcosa di strano nell’aria, ma ero ancora troppo assonnata per rendermi conto di ciò che mi circondava. Sbadigliai rumorosamente e mi stiracchiai, sentendo ogni osso del mio scheletro scricchiolare. Ero indolenzita e non riuscivo a capirne il motivo. Con entrambe le mani mi stropicciai gli occhi, cancellando la stanchezza che pesava sulle mie palpebre. Potevo sentire il calore del sole accarezzarmi la schiena nuda, ed era una sensazione meravigliosa. Ma…un attimo…SCHIENA NUDA?!
Afferrai di tutta fretta il lenzuolo e me lo avvolsi intorno al corpo, non lasciando scoperto nemmeno un lembo di pelle. Sradicando le coperte dal letto, però, scoprii una figura distesa nell’altra metà del materasso. Il ragazzo dormiva tranquillamente, tenendo un braccio sotto al cuscino. I suoi capelli color corvino erano parecchio scompigliati e la sua pelle chiara brillava quasi illuminata dal sole. Indossava solo una maglietta a maniche corte grigio scuro ed un paio di boxer neri. Dato che dormiva poggiato su un fianco, non potei non godere della vista di quel bel posteriore, fasciato da un fino tessuto scuro. Quel posteriore, però, non mi era nuovo.
“Che diavolo è successo…” mi interrogai sottovoce, notando la mia voce particolarmente da trans. Svegliato dal trambusto che avevo fatto con le coperte, il ragazzo ruotò sull’altro fianco, mostrandomi il suo volto. Non appena la sua frangia nera si scosto dagli occhi, riconobbi immediatamente quel viso: quel ragazzo poco vestito nel mio letto era Oh Sehun. OH SEHUN MINCHIA.
Non so perché, ma gridai. Più che un grido, emisi un ultrasuono: in che razza di sogno ero capitata? Ormai Sehun era fisso protagonista dei miei sogni erotici, ma questa volta era diverso. Sembrava quasi…reale. Talmente reale che decisi di svegliarmi. Un pizzicotto, però, non sarebbe bastato: afferrai decisa l’abatjour dal comodino e me la sbattei in testa, convinta che mi sarei finalmente risvegliata a casa mia. Il dolore era davvero forte! La mia nuca pulsava dalla botta che mi ero autoinflitta, ma ero convinta che, non appena mi sarei svegliata, non avrei sentito più nessun male. Mi passai una mano tra i capelli, strofinando il bernoccolo che si era formato sulla mia testa. A terra, i cocci della lampata circondavano i miei piedi scalzi e semi coperti dal lenzuolo. Quel mio gesto, però, aveva destato qualcuno.
“Sei già sveglio?” Sehun si stropicciò gli occhi, sorridendomi. NON SORRIDERE, STRONZO.
Ero pietrificata accanto al comodino: non poteva essere reale. La mia testa, però, faceva malissimo.
“Uhm? Hai fatto cadere la lampada?” mi chiese, sperando in una mia risposta. Io, però, ero in completo shock.
“Non dirmi che hai finito tutta la voce questa notte.” disse poi, ridendo. La voce? St-stanott……OH. MIO. DIO. Ecco perché il mio posteriore fa così male….ODDIO.
“NO, CE L’HO LA VOCE!” sbraitai. Il suono della mia voce era diverso…era caldo e…maschile.
“Menomale, avevo paura di aver esagerato.” ghignò, alzandosi dal letto. Infilò i piedi nelle sue ciabatte marroni e si diresse verso il bagno, non prima di avermi squadrata dalla testa ai piedi. Non appena chiuse la porta dietro di sé, mi sbloccai. Cercai di ricordare ciò che era successo la sera prima, ma non mi venne in mente nulla di anomalo: ci eravamo semplicemente addormentate sul tavolo.
Mi guardai intorno, cercando disperatamente i miei vestiti. Raccolsi gli abiti che erano sparsi a terra e che tracciavano la strada dalla porta d’ingresso al letto matrimoniale. Era evidente che ci fossimo divertiti la sera prima, ma che diamine, PERCHE’ NON MI RICORDAVO NULLA? Lanciai l’ammasso di indumenti sul letto, cercando di dividere i miei vestiti dai suoi. Il problema, però, era che erano tutti abiti maschili. Mi guardai ancora intorno, alla ricerca dei jeans e della maglietta bianca che indossavo la sera prima alla casa abbandonata. I miei abiti erano completamente spariti.
“Va tutto bene?” Sehun uscì dal bagno, borbottando con lo spazzolino in bocca. Annuii, tenendo gli occhi fissi sul suo bellissimo volto. AH, BIAS. Aprì l’armadio e ne estrasse un paio di pantaloni in pelle neri, scelti accuratamente. Al solo pensiero che, di lì a poco, avrebbe fasciato il suo Sebooty con quegli abiti mi fece bruciare la pelle. Al momento, poco mi importava di dove fossi e del perché mi trovassi con lui.
“Sei strano stamattina, sai? Vuoi farmi preoccupare?” chiese, rientrando in bagno giusto il tempo di sciacquarsi la bocca. Nuovamente, non risposi. Attesi immobile che mi raggiungesse ai piedi del letto. Il modo in cui mi guardava era strano: era come se mi stesse divorando mentalmente. Non che la cosa mi dispiacesse.
“Hai lo stampo del cuscino sulla guancia.” sorrise, passandomi delicatamente le dita sul viso. Mentre, esternamente, ero impassibile, internamente ero un’esplosione di feels che manco il Big Bang.
“Vai a prepararti, oggi ti porto a fare un giro.” disse poi, infilando la prima gamba nei pantaloni aderenti. Ero completamente assorta dal suo didietro: dal vivo era decisamente meglio. E lui non mancò di notare le mie attenzioni: fece scorrere i pantaloni lentamente, badando che le sue chiappe aderissero per bene con il tessuto. CHE. COSA. STAVO. GUARDANDO. Sentii le guance bollire: ero certa che il mio viso avesse assunto un colore rosso fuoco. Prima che lui lo notasse e che godesse nel vedermi in quelle condizioni, afferrai qualche straccio dall’armadio e scappai in bagno, chiudendomici dentro a chiave. Mi lasciai cadere contro la porta, respirando affannosamente. Non riuscivo a capire più nulla, un po’ per il Sebooty e un po’ per l’assurdità di quella situazione. Aprii il rubinetto e lasciai scorrere l’acqua, aspettando che diventasse un po’ più calda. Mi rinfrescai il viso, sfregandomi per bene le guance, quasi volessi cancellare il rossore del mio imbarazzo. Afferrai l’asciugamano e lo strofinai per bene, asciugando ogni goccia d’acqua dal mio viso. Lo riposi al suo posto e mi appoggiai a lavandino: in che situazione ero capitata?
Alzai il capo, cercando il mio riflesso nello specchio, ma ciò che vidi non mi rassicurò affatto: la frangia bagnata pizzicava i miei piccoli e profondi occhi a mandorla, lo stampo del cuscino era ancora impresso sulla mia guancia e dei segni rossi sul collo indicavano che si, Sehun si era divertito. Quello che stavo guardando non ero io: era lui. Ero lui. Lee Donghae. PORCA. MISERIA. Il desiderio che avevo espresso con il lightstick dei Got7 si era davvero avverato?
In quel momento non sapevo esattamente se essere più sconvolta del fatto che mi ero impossessata del corpo di Donghae o del fatto che, evidentemente, la Eunhae non era reale. Giuro di aver sentito il mio cuore andare in frantumi: la mia amata OTP non era reale, anzi, il mio sfascia-OTP lo era. Lui e quel suo Sebooty. Finalmente capii perché il mio corpo era indolenzito, perché i miei abiti non c’erano più e perché la mia voce era da trans: non ero più io. E la cosa, onestamente, non mi dispiaceva affatto.

ELLY POV

“Non posso crederci!!”
Una voce calda e profonda mi risvegliò dal sonno profondo in cui ero caduta. Il ragazzo sbatté forte la porta dietro di sé, continuando ad inveire contro di me senza alcun motivo. Ero ancora in dormiveglia e non riuscivo bene a rendermi conto di dove mi trovassi in quel momento. Mi ero addormentata sul tavolo della vecchia casa abbandonata, ma la scrivania in cui mi ero risvegliata era molto diversa: ero circondata da fogli scarabocchiati e spartiti sciupati. Mi ero di nuovo addormentata a lezione?
“Come pensi di finire l’album se addirittura ti addormenti sugli spartiti?!”
Non riuscivo bene a capire perché quel ragazzo ce l’avesse tanto con me: io non ci capivo nulla di musica, anzi, all’università non la studiavo nemmeno. La sua voce profonda mi trapanava il cervello e potevo sentire sul viso lo spostamento d’aria che il suo agitarsi istericamente provocava. Continuava ad indicare me, i fogli, le cuffie ed il pc, che era acceso davanti a me. Che voleva questo tizio da me?
Nonostante la mia vista fosse ancora appannata, iniziai a guardarmi intorno, cercando un qualsiasi punto di riferimento che mi desse un indizio per capire dove diamine mi trovassi.
“Sei una continua delusione, non ce la faccio più!!” sbraitava l’altro. Quanto avrei voluto che tacesse per un secondo.
Mi stropicciai gli occhi, ignorando volutamente la voce del ragazzo in piedi di fronte a me: era mattina presto e lui non faceva altro che strillarmi contro. Che fastidioso. Mi stiracchiai sulla poltrona girevole, rischiando quasi di cadere all’indietro. Quando mi aggrappai al piano della scrivania, però, notai una cosa strana sulle mie braccia: sotto alle maniche risvoltate, infatti, intravidi degli scarabocchi sui miei avanbracci. Mi tirai velocemente su le maniche per verificare meglio che cosa vi fosse scritto: chi si era permesso di farmi dei tatuaggi?! E soprattutto…perché mi pareva di averli già visti addosso a qualcun altro?
Con gli occhi fuori dalle orbite iniziai istintivamente a toccarmi ovunque, cercando di capire se quel corpo fosse davvero il mio. Oltre ad essere completamente piatta sul petto, i miei lunghi e lisci capelli erano diventati improvvisamente corti ed avevano assunto la consistenza della paglia secca. Ma, aspetta…COS’HO TRA LE GAMBE?!
Scattai in piedi in preda al panico, guardandomi ossessivamente intorno. Riuscii finalmente a capire che il luogo in cui mi trovavo era uno studio di registrazione. CHE CI FACEVO LI’?!
 “YAH! Mi stai ascoltando almeno?!” mi chiese il ragazzo, fissandomi. Alzai lo sguardo e, finalmente, riuscii a mettere bene a fuoco i lineamenti del suo viso. Nonostante indossasse un paio di occhiali tondi ed una mascherina bianca a coprirgli le labbra non avevo alcun dubbio: era davvero lui. Mi tranquillizzai immediatamente, convinta che fosse solo un altro dei miei assurdi sogni, con una piccola differenza: questo, sembrava molto più reale.
“Ti sto ascoltando, rilassati.” gli risposi a tono. La mia voce, però, aveva assunto una tonalità diversa dal solito. Era più…acuta.
Portai istintivamente le mani alla bocca, spaventata da ciò che vi era appena uscito. CHE DIAVOLO STAVA SUCCEDENDO? Lui si abbassò la mascherina, mostrandomi le sue labbra finissime, labbra che avrei riconosciuto ovunque. Riprese a sgridarmi, a farmi sentire in colpa per qualcosa che non riuscivo nemmeno a capire, ma il modo in cui mi insultava era estremamente sexy. Il suo sussurrare a pochi centimetri dal mio viso mi fece completamente dimenticare tutto il resto. Era di una bellezza così ipnotica che non riuscii a resistere: tolsi le mani dalla mia bocca e afferrai il suo mento, portandolo un po’ più vicino al mio viso. Quel sogno era talmente perfetto e talmente reale che decisi di godermelo fino in fondo: nonostante dalla sua bocca continuassero ad uscire insulti nei miei confronti, gli lasciai un leggero bacio sulle labbra, facendolo tacere per un istante. Quell’attimo di silenzio, però, fu bruscamente interrotto dal cigolio della porta dello studio.


 
Ho aggiornato iper veloce per lasciarvi con un po' più di suspence OHOH. E, come potete notare, ho organizzato la storia in modo che possiate viverla in prima persona con ognuna delle quattro protagoniste! Ogni pov è contraddistinto da un colore, quindi non vi sarà difficile capire chi delle quattro sta narrando ;)

A quanto pare la gallina dei Got aveva qualcosa di veramente magico...riuscirà Isabel a resistere al Sebooty? Chi ha baciato Elly, convinta di vivere un sogno? E soprattutto, che fine hanno fatto Alis e Faith?!
  
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