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Autore: LaMusaCalliope    15/05/2016    1 recensioni
Mentre Sara rimette a posto la sua libreria, viene travolta dai ricordi della vita passata, ricordi che le fanno ricordare come abbia fatto a raggiungere i suoi obbiettivi nonostante le mille avversità.
*Partecipante al contest "Scriviamoci" indetto dalla Fondazione Maria e Goffredo Bellonci.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IL PROFUMO DEI RICORDI
 
Nel passato risiede il futuro poiché l’ultimo è condizionato dal primo, dai cambiamenti e dalle decisioni che avvengono negli esseri umani e dare un’occhiata alle radici può aiutare a comprendere come saranno le foglie sui rami dell’albero del tempo.

 
L’ultima volta che ha messo a posto quello scaffale pieno di libri scolastici era l’ultimo anno del liceo, li ha ammucchiati lì, senza un ordine preciso ma con l’intenzione di non buttarli, di tenerli con sé perché su quei libri ci aveva passato notti insonni, perché grazie a loro aveva avuto soddisfazioni e senza non sarebbe mai arrivata dove era in quel momento: davanti a una libreria, cercando di far posto a nuovi testi e a nuovi quaderni. Erano passati, quanti, tre anni? Tre anni che quei libri prendono la polvere, che aspettano solo di essere riaperti, che le ricordano i sacrifici fatti e i premi ottenuti.
Con gesti reverenziali, Sara li toglie uno per uno dallo scaffale passandoci un fazzoletto per liberarli dalla polvere; li apre, li annusa e li accarezza come se fossero degli animaletti domestici. Il libro di mitologia dalla copertina bianca profuma ancora di nuovo nonostante i suoi anni, a quello di latino mancano diverse pagine, la Divina Commedia di Dante sembra quasi trasudare la sua antichità  e la sua imponenza, ricordandole il bellissimo canto di Ulisse nell’Inferno che tanto l’aveva appassionata. Mentre lo sfoglia e inspira profondamente il suo profumo, qualcosa cade dalle sue grandi pagine. Sara si china e raccoglie una fotografia ingiallita dal tempo, quattro persone che sorridono all’obiettivo, due adulti seduti dietro a un tavolo ingombro di libri e due ragazze dietro che sembrano nervose. Da quanto non pensa a quella calda giornata di giugno!
La foto, come annuncia la data in arancione in fondo a destra, risale al 2014, il giorno dopo la fine della scuola.
Sara ricorda che, insieme alla sua famiglia, aveva incontrato la sua migliore amica nel centro commerciale della zona, con una borsa piena zeppa di libri che le pesava sulle spalle.
La libreria quel giorno era più affollata e rumorosa del solito e la maggior parte delle persone erano agitate proprio come lei perché tutti lì erano in attesa di due celebrità nel mondo del fantasy italiano, due autori che l’avevano avvicinata alla lettura e ai libri. In pratica, la causa della necessità di fare spazio tra gli scaffali per i nuovi testi universitari di letteratura.
L’autrice era arrivata prima dello scrittore, portando con sé una scatoletta con dei biscotti fatti in casa che emanavano un profumino delizioso che si mescolava con quello rilassante dei libri, li mise sul tavolo vicino a una pila con le copie del suo ultimo libro e Sara ricorda che mentre l’autrice si muoveva, i suoi orecchini a forma di piuma tintinnavano leggermente. Le persone  erano sempre di più e, con solo qualche decina di minuti di ritardo, lo scrittore era arrivato e si era seduto accanto alla donna; lei e la sua amica si misero in fila per ricevere finalmente l’autografo dai due. La donna aveva i capelli corti e una collana con un simbolo egizio, l’uomo invece sembrava una persona qualsiasi se non fosse stato per le emozioni che, con una frase, riusciva a suscitare in lei.
Mentre guarda la foto, Sara riesce quasi a percepire il braccio dell’uomo sulla sua spalla, la sua voce che le chiede il nome, la donna che si sorprende per la quantità di libri che le aveva portato ad autografare, le battute che si scambiano i due, suo padre e sua madre che scattano decine di foto come quella che ha tra le mani.
Ricorda ancora l’emozione che aveva provato non appena l’autore si era ricordato di quando lei lo aveva contattato su un Social per chiedergli di leggere una delle sue primissime storie ispirata ad un libro di lui.
Allora Sara poggia la fotografia ingiallita sulla scrivania e tira fuori tutti i libri che quel giorno di giugno hanno ricevuto un segno in più sulle loro pagine, una firma indelebile che le ricorderà per sempre quanto la cultura e l’amore per la lettura fossero stati importanti per la sua formazione; cerca negli armadi e sulle mensole un fascicolo con la copertina verde, i fogli tenuti insieme da quattro anelli di plastica colorata. Rovista in ogni centimetro della sua camera, facendo così tanto rumore che la madre, dalla camera accanto, le chiede se stesse bene. Sara non l’ascolta perché finalmente fra le sue mani c’è il blocco di pochi fogli a righe pieni di parole nere e blu e rosse, parole scritte da lei stessa mentre ascoltava distrattamente un’interrogazione, mentre aspettava che passasse la ricreazione, mentre era sull’autobus. Parole che sono molto più di quel che sembrano, incastrate ingenuamente fra loro, formando frasi, componendo storie che sono parte dell’animo di Sara, una parte delle sue emozioni. In alto, sul margine bianco dell’ennesimo foglio a righe un po’ invecchiato, spicca l’inchiostro nero che ha resistito al tempo invidioso che è passato, lasciando dietro di sé la dolcezza del ricordo. I due autori le avevano fatto i loro auguri per la sua passione, firmando le storie che lei aveva dedicato loro.
Sara stringe il quaderno al petto e nel frattempo pensa a quanto fosse cambiata, a come il tempo, passando velocemente, avesse lasciato su di lei un’impronta indelebile che l’ha portata a cambiare, a migliorare e a crescere. Mentre rilegge le cose che aveva scritto in quei due testi, Sara si rende conto a quanto tempo sia VERAMENTE passato, nel 2014 aveva qualche amico e una decina di libri, ora ha molti amici e un paio di centinaia di libri in più; prima era timida e introversa, quasi avesse paura di qualcosa, ora invece è più aperta, solare e il fatto che stia studiando un argomento che l’appassiona ha decisamente contribuito. Sara ricorda come quell’anno si era sentita intrappolata tra sistemi ed equazioni che non volevano saperne di venire col risultato corretto, la disperazione per un tre in matematica, l’ansia per le interrogazioni; adesso tutto le sembra più facile, l’ansia è sparita e lei si sente realizzata mentre riconosce alcuni orrendi errori grammaticali in una frase scritta tanti anni fa. Capisce che il sostegno di alcune persone, come la sua famiglia, i suoi amici e quelle professoresse che hanno creduto in lei, è stato fondamentale nella sua crescita e nella sua maturazione da adolescente a giovane donna come lo sono state le critiche e le sconfitte.
Si cresce e si cambia, l’importante però è non dimenticare mai il proprio passato.


 
 
   
 
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