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Autore: sabdoesntcare    15/05/2016    2 recensioni
"Caro John". Sherlock inizia il suo post con queste due parole. E le ripete, quasi bloccandosi su di esse, perché forse racchiudono tutto quello che ha provato da quando ha conosciuto quel piccolo, fragile, fortissimo medico militare. Cerca di andare avanti, di tirare fuori ciò che quelle parole significano, ma è come cercare di togliere una spina dal cuore: è per il tuo bene, ma ti senti morire ogni volta che ci provi.
La storia inizia da qualche giorno dopo il matrimonio di John e Mary, tuttavia lei non è incinta.
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
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Sono quasi le tre di notte e come sempre non posso dormire.
Sento la pioggia battere contro la finestra in modo lieve, ho sempre amato il suono della pioggia, eppure non mi rilassa in questo momento. Ovviamente John non è tornato, quindi sarà da Mary, a casa propria.
Vorrei che non m'importasse, vorrei che questa strana sensazione al petto si spegnesse come una candela sotto la fredda pioggia di questa notte a Londra, eppure non lo fa.

Quando John non è qui, sento come se questo posto non mi appartenesse. Non importa quanti anni della mia vita ci abbia passato, ogni dettaglio diventa freddo, estraneo, come una foto in bianco e nero risalente a chissà quando. Tutto questo è così stupido, sono solo delle reazioni chimiche scatenate dal cervello, psicologia che si fonde con la chimica, il tentativo primordiale di far scegliere ad ogni esemplare della specie un compagno con cui crescere altri esemplari.

Non posso lasciarmi andare a nulla di tutto questo, eppure mi ha già corroso dall'interno.

Se solo lei non ci fosse...

Scuoto la testa con rabbia, il flusso di pensieri continua a deviare a proprio piacimento.

Una sensazione di nervosismo e gelosia si fa strada nel mio corpo, irrigidendo ogni mio muscolo.
Devo fumare. Adesso, assolutamente, senza pensarci nemmeno un secondo.
Prendo frettolosamente il pacchetto e accendo una sigaretta. Inspiro, e per un attimo sento la testa più leggera e allo stesso tempo più "aperta". I pensieri non si vanno ad accumulare incastrandosi l'uno sull'altro come in una gigantesca discarica, e questo è tutto ciò che mi serve.

Ad un certo punto noto il cellulare sul tavolo illuminarsi. Un nuovo messaggio, sarà lui che mi informa di a che ora tornerà domattina e di non fare sciocchezze in sua assenza. Ora che ci penso, nella sua lista delle sciocchezze c'era anche fumare.

Spengo la sigaretta e apro comunque il messaggio, sapere che è sveglio e che sta... pensando a me è comunque una sorta di conforto.

Numero sconosciuto
"John è così carino quando piange. Ci hai mai fatto caso?"

 

Lascio la presa sul telefono, che ricade sul tavolo facendo non poco rumore.
Mi manca l'aria, sto tremando ma devo fare qualcosa.

Riprendo il telefono in mano e nonostante l'agitazione rispondo al messaggio
"Dimmi dove sei. Adesso."

"Non è divertente se non indovini. Ti ho lasciato in pausa per così tanto tempo, la tua mente dovrebbe essere bella carica. Non hai voglia di giocare?"
 

"Voglio sapere come sta John"
 

"Meravigliosamente...

male."

Smetto di rispondere, devo assolutamente trovarlo.

__________________________________________________________________

"Ti diverti, John?" mi sibila nell'orecchio.
"Sei un bastardo." Ho smesso di piangere, sento come se il dolore e tutte le emozioni si stessero affievolendo. Sono ore che mi obbliga a vedere quei video.
Esplosioni, gente mutilata, gente che urla disperata. 
I flashback tornano con una forza tale da farmi sperare che mi uccida.
Sherlock, entra da quella porta ora, ti prego.

"Ripeti... quello che hai DETTO!" all'improvviso inizia ad urlare, e approfittando dell'avermi legato alla sedia a gambe aperte, mi tira con forza la mela che ha in mano contro le parti basse.
Urlo, per poi mordermi le labbra con forza. Giuro che quando mi alzerò da questa sedia mi assicurerò personalmente che la morte di Jim Moriarty diventi una storia vera al 100%.

A un certo punto spegne il proiettore, facendo regnare il buio nella stanza.
"Mi annoio, Johnny boy. Vediamo se tu puoi salvarmi da questa terribile routine..."
Non vedo assolutamente niente, ma posso sentire il suo respiro sul collo mentre mi parla.
"Sai, ora che li ho indossati, mi rendo conto che con questi occhiali infrarossi ti vedo ancora più carino."
conclude la frase con una risatina inquietante, non so cosa sta per succedere ma non mi piace.

"Sei ripugnante."

"Ah DAVVERO?"

Così dicendo mi colpisce con una cintura sul petto, più e più volte. Mi manca l'aria per quanto fa male, forse morirò davvero qui dentro.

Non contento mi tocca dove mi ha appena ferito, passa lentamente le dita sul petto e brucia, brucia da impazzire, vorrei ucciderlo e l'essere immobilizzato mi fa sentire solo più indifeso davanti a questo psicopatico da quattro soldi.

Non riesco a pensare, cerco di chiedere aiuto ma non ho la forza di alzare la voce e il nome che pronuncio riesce a sentirlo solo Jim, essendomi ormai quasi montato addosso per farmi ancora più male.
"Sh-Sherlock..."
"Lui non arriverà. Come sempre mio caro John, Sherlock non arriverà, e tu resterai a piangere nel buio di una stanza... questa volta, con me."

   
 
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