Caldo
Penso fra me e me.
Penso alle reazioni di quell’uomo, alla sua anima diversa quella degli altri, splendida e allo stesso tempo alla… - cerco la parola giusta - repulsione – sì credo si dica così – che prova per me.
Poi cado, i vetri della vasca si rompono e finiscono ovunque.
Ed io sono a terra, senza acqua e sento accadere qualcosa di impossibile.
La mia coda non c’è più! È scomparsa e non so come sia successo, ho due assurde gambe uguale a quella di tutti gli altri umani.
Sono troppo stravolta per capire qualcosa, per capire questo corpo che non sento mio.
Mi rannicchio con il rumore del cuore che mi assorda.
Dietro di me arriva l’uomo dai capelli colore del sole e mi posa una stoffa addosso.
Mi chiedono di camminare ma io non so nemmeno da dove iniziare.
Li imito troppo terrorizzata da tutto quello che sta accadendo, ma non funziona.
Crollo a terra.
L’uomo che mi è accanto si abbassa sulle gambe e dice che mi aiuterà.
Mi chiede di passargli un braccio dietro il collo.
Rifiuto.
Ora che conosco la paura, riconosco quello che vedo nei suoi occhi: si chiama ‘paura’.
Lo vedo, lo sento, non capisco perché insiste.
Ma non c’è alternativa, faccio come mi dice.
Poi mi accorgo di varie cose nello stesso momento.
L’uomo si è privato della stoffa che lo ricopriva per darla a me.
Ed è caldo.
Caldo non è un concetto sconosciuto per me.
Ci sono le correnti calde, il sole caldo…
Ma il contatto con un altro vivente, beh, non ho memorie di questo genere.
È un caldo diverso, è più un calore.
Lui mi regge, da un motivo agli altri uomini e donne per non uccidermi subito nel tentativo di ottenere ciò che vogliono, fa in modo che non mi maltrattino troppo.
Sono un pesce fuor d’acqua ma quest’uomo mi fa sentire come se non fosse del tutto il posto sbagliato per me.
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Grazie a Fanny Jumping Sparrow e a gitana90 che hanno recensito il capitolo precedente!
Spero vi piaccia!
I nuovi recensori e lettori con critiche o complimenti sono sempre i benvenuti!
Alla prossima,
Fabiola